Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Betta3x9    30/03/2012    7 recensioni
13. "Credevo fossi morto tre anni fa, alla Cascata della Medusa". Mormora John, in piedi in mezzo al marciapiede di una strada qualsiasi, con persone qualsiasi a pochi passi da loro. "Come hai potuto - " (Come hai potuto farmi questo, Dottore?)
[Wholock]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*




Sherlock lo sta schiacciando contro il muro esterno di una casa brulicante di poliziotti. John non ha nessuna voglia di farsi trovare in quella situazione; si morde le labbra, cercando di non farsi scappare nemmeno un sospiro - cosa che sembra assolutamente impossibile, quando Sherlock inizia a strofinare lentamente il bacino contro il suo - John si morde le labbra e geme pianissimo, la fronte appoggiata sulla spalla dell'altro.

All'interno della casa, a pochi metri da loro, c'è un uomo con la testa spappolata sul pavimento. John, per un attimo, pensa ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in tutto quello. Poi, le dita di Sherlock gli slacciano piano i jeans e John getta la morale alle ortiche.



Non che inizialmente non avesse provato a fare almeno un po' di resistenza, va detto.


Era semplimente stato tutto un po' troppo veloce per mettersi a disquisire di etica con lo stesso sociopatico che adesso sembra avere tutte le intenzioni di scoparlo contro il muro poco illuminato che dà sul giardino.






Era stata tutta colpa della poca fantasia dell'assassino, in verità.

Sherlock, appena entrato nella stanza, aveva lanciato uno sguardo speranzoso al corpo steso a terra ma un istante dopo era sembrato nuovamente infastidito ed annoiato.

"Noioso", aveva infatti cantilenato.

John era sicuro che il tizio morto, con il cervello sparpagliato sul tappeto, avrebbe avuto qualche parolina in merito alla definizione di "noioso" di Sherlock.

"Sarà un caso da... Due, John! Persino Scotland Yard dovrebbe riuscire a risolverlo! Dove si è cacciato Lestrade?"
"E' laggiù, al telefono".
"Oh". Sherlock lo osservò un attimo: "Al telefono con la moglie, vedo".

John decise di non chiedergli nulla.

"Mi annoio, John"
"E io cosa posso farci?"

A quel punto Sherlock gli aveva lanciato un'occhiata che non sembrava affatto la solita occhiata che avrebbe potuto lanciargli su una scena del crimine, con un cadavere sotto i loro nasi e Scotland Yard che pullulava nella stanza. John considerò per un istante che quell'occhiata sembrava spaventosamente simile a quella della sera prima, che aveva avuto come sfondo una stanza dalla porta ben chiusa, un letto e Sherlock con la vestaglia blu e nient'altro.

Lestrade era ancora al telefono - e gesticolava in modo plateale. Non sembrava che avrebbe finito tanto presto. Sherlock lo stava ancora guardando, con un angolo della bocca piegato all'insù. Anderson e Donovan parlavano fitto, dall'altro lato della stanza. Sherlock gli aveva fatto quel segno che gli faceva sempre quando voleva dire seguimi.
Seguimi, John, andiamo a stanare l'assassino! Seguimi, John, voglio che tu venga a Scotland Yard con me! Seguimi, John, e coprimi le spalle! Seguimi, John, e fatti schiacciare contro un muro, a tre passi da qualche decina di persone che in capo a pochi minuti verranno a cercarci!

John lo seguì.






"Sei più interessante di qualsiasi cadavere" gli sussurra Sherlock, nell'orecchio.

Chiunque si sarebbe offeso a sentirsi paragonato ad un cadavere, ma John pensa che sia uno splendido complimento - e qualcosa di terribilmente simile ad una dichiarazione d'amore, detto da Sherlock. Il battito del suo cuore aumenta ancora un po'.


Per un attimo John si chiede se Lestrade sia ancora al telefono - lo spera, mentre sente la mano pallida e affusolata di Sherlock insinuarsi nei suoi slip. Socchiude gli occhi e trema un poco. La possibilità che qualcuno si affacci alla porta-finestra e li veda, lo eccita. E' una cosa che lo preoccupa ancora più della faccenda del cadavere a tre passi. Avrà modo di sentirsi una persona orribile più tardi, decide, cercando la bocca di Sherlock con una punta di disperazione. L'altro fa un sorriso storto e divertito, mentre rimane fuori dalla portata delle labbra di John - e continua ad accarezzarlo decisamente troppo piano. John, con un verso a metà tra un ringhio e un gemito, se lo tira più vicino; le mani, strette sui fianchi di Sherlock, scendono in un attimo sulla stoffa tesa dei pantaloni scuri - basta una pressione leggera a cancellare il sorrisino di Sherlock.

Il rumore della zip che si apre è un suono fortissimo nel cono d'ombra che li avvolge - John non pensa più a tutta la gente nell'altra stanza, mentre gli abbassa lentamente gli slip.

"Ti amo" sussurra John, afferrando l'erezione di Sherlock.
"Che diavolo!" esclama Lestrade, spalancando la porta-finestra.


John si sente rizzare i capelli e, senza pensarci, s'infila nel cappotto di Sherlock, grande abbastanza da nasconderli entrambi a sufficienza.
Lo sapevo che sarebbe successo, pensa. (John non ha mai tenuto in grande considerazione i consigli del suo cervello, in certi ambiti).
Sherlock se lo stringe un po' addosso, allungando le falde del cappotto; il tutto con un'espressione placida e tranquilla.

"Ma co-come..!" Balbetta John.
"Oh, andiamo!" Sbuffa Lestrade, alzando teatralmente gli occhi al cielo: "Sono almeno cinque... No, sei scene del crimine che voi due v'infrattate da qualche parte! Non insultate la nostra intelligenza!".
"Sai la novità". Borbotta Anderson, da qualche parte.

John lo cerca con lo sguardo - quando cavolo è arrivata tutta quella gente? - e nota, con un certo sgomento, che sta passando diverse banconote ad una Donovan piuttosto soddisfatta. Decide di non approfondire l'argomento.

"Bene. Quando vi sarete ricomposti - uhm, Sherlock, mi servi di là"
"Noioso". Sbuffa Sherlock.  Lestrade fa finta di non sentirlo, per il bene della salute mentale di tutti.
"Di là, Sherlock. E voi due non pensiate che non parleremo di tutto questo per mesi". Il tono di Lestrade più che minaccioso è divertito. (John non ci trova niente di divertente).  

E' il tono soddisfatto di qualcuno che ha trovato il modo di vendicarsi delle frecciatine sulla propria intelligenza da parte dell'unico consulente investigativo del mondo. John avrebbe preferito un modo che non comprendesse farsi sorprendere mezzo nudo su una scena del crimine; sospetta che i loro agenti preferiti di Scotland Yard abbiano qualche rotella fuori posto. Poi si ricorda che nell'altra stanza -a tre passi da lui e Sherlock mezzi nudi - c'è un cadavere con le cervella sparpagliate sul tappeto del salotto e arriva alla conclusione che  c'è qualcosa che non va in tutti i presenti. 
(Aveva iniziato a sospettarlo quel lontano giorno in cui aveva trovato un saccheto di dita umane nel frigo e non si era sentito particolarmente turbato dalla cosa).






Sei minuti dopo, Sherlock spiega con aria annoiata a Lestrade che dovrà arrestare il fratello della vittima, che troverà l'arma del delitto (un trofeo sportivo, probabilmente) sul fondo di un cassonetto ad almeno tre isolati. In direzione est, quasi certamente.  Lestrade si appunta tutto e cerca di non ridere. John non vede l'ora di tornare a casa per farsi un thé. Sherlock non vede l'ora di tornare a casa per controllare l'andamento della decomposizione del fegato che ha lasciato in frigo e per trascinare John in camera da letto (deve ancora decidere in che ordine).



Quarantotto minuti dopo, al 221B di Baker Street, Mrs Hudson apre incautamente la porta della stanza da letto di Sherlock.

Quarantanove minuti dopo, Mrs Hudson rinnova, ai suoi affittuari, la proposta di prendere una sola camera da letto.

*

 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Betta3x9