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Autore: Fagiano Arcobaleno    04/04/2012    5 recensioni
Per Giovanni non è facile destreggiarsi tra lo studio, una vita sociale che più di tanto non ingrana e l'amore che sembra evitarlo come la peste. Fortuna che a vegliare su di lui c'è Martina, la cugina pazza e slasher... Tra una para mentale e l'altra e un'amicizia sopra le righe, i due ragazzi impareranno che non è mai troppo tardi per l'ammmòòòre.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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RATING: Sostanzialmente giallo, ma chissà -potremmo arrivare all’arancione e oltre, lol.

GENERE: Commedia, Romantico (?).

AVVERTIMENTI: Slash, Lime (??), linguaggio a tratti colorito.

DISCLAIMER: Qualsiasi riferimento a fatti, persone e luoghi realmente esistenti non è puramente casuale. I nomi, per motivi di privacy ed esigenze di copione, sono stati modificati e alcuni avvenimenti inventati di sana pianta…Per il resto, è una RPS (Real Person Slash) in piena regola :3

DEDICA: Al Fagiano Arcobaleno che ci ha ispirato questa storia e anche il nick: senza di te tutto ciò non avrebbe mai visto la luce <3 E alle nostre compagne di slash che aspettavano da mesi di leggerne le gesta.

NOTE: Mi sembra doveroso spendere due parole per presentarci: io sono Il_Genio_del_Male (http://www.efpfanfic.net/user.php) e la mia collega, nonché beta e consigliera di fiducia e anima gemella è Cloud Ribbon (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=48987). Insieme formiamo un duo fangirlante e pericolosissimo; vediamo lo slash ovunque e shippiamo Tizio random con Caio random perché ci viene naturale, spontaneo. Siamo due graziosi esserini che sprizzano arcobaleni e ammmòòòre da tutti i pori e il nostro piano segretissimo è di conquistare il mondo.

Ah, quasi dimenticavo: questo primo capitolo partecipa al contest indetto dalla sottoscritta su Facebook, Let’s ship again, con due prompt del Giovedì: Nerd e Liceo.

*Tremate, tremate, le Marte son tornate*

Bando alle ciance e buona lettura: che il sipario si alzi!

 

 

 

 

 

Tutto ebbe inizio durante i loro ultimi mesi da liceali.

Uno sfolgorante e luminoso pomeriggio di aprile -di lì a due settimane Martina avrebbe compiuto diciannove anni- Giovanni, suo cugino nonché migliore amico (a senso unico, sospettava talvolta lei) la rese partecipe di un segreto che segnò una svolta epocale nel loro rapporto.

Prima di allora, infatti, i due ragazzi si erano limitati ad intrattenere un tipo di amicizia piuttosto tranquillo e nella norma, fatto di scaramucce e battibecchi, risate complici, versioni di greco faticosamente tradotte insieme (erano entrambi alunni della III B del liceo classico della loro città), una ristretta cerchia di conoscenze comuni e manifestazioni d’affetto cameratesche benché sporadiche.

Niente di rimarchevole, insomma.

Anche perché, con non poca frustrazione da parte di Martina, il cugino non era propriamente d’indole socievole ed espansiva; i suoi modi di fare erano spesso bruschi e privi di tatto -talvolta persino incomprensibili- e non era quasi per nulla incline a mettersi a nudo o a confidarsi con il prossimo. La sua naturale scontrosità unita ad una spiccata intelligenza (grazie alla quale si era conquistato la nomea di primo-della-classe-secchione-sconfinante-nella-genialità) avevano spinto Martina a soprannominarlo Sherlock, data la passione della ragazza per l’omonimo sceneggiato targato BBC.

Purtroppo per lui, però, Giovanni non possedeva un grammo della bellezza anglosassone dell’attore protagonista; non aveva gli occhi color cielo d’Irlanda, gli zigomi cesellati o la delicata struttura ossea di Benedict Cumberbatch. Non che fosse particolarmente brutto, intendiamoci: aveva uno sguardo espressivo, la bocca ben disegnata e riflessi biondi nei folti capelli castani. Non raggiungeva il metro e ottanta di altezza e ne soffriva, ma la sua magrezza lo faceva apparire ben più slanciato di quanto non fosse in realtà.

Ciò che davvero lo penalizzava, almeno secondo la cugina, era il suo discutibile gusto in fatto d’abbigliamento; si ostinava a portare jeans larghi e cascanti -rigorosamente senza cintura- che lo ingoffavano e felpe abbondanti comprate da H&M, che alternava d’estate con bermuda e t-shirt anonime. Martina non ricordava di averlo mai visto indossare una camicia, un golf aderente o dei pantaloni degni di questo nome.

Tuttavia, nonostante il look a metà tra il menefreghista e il nerd andante, Giovanni si ritrovava con un codazzo di femmine che pendevano dalle sue labbra. Certo, non era un seduttore incallito come Michele -un loro compagno di classe- cui bastavano uno sguardo marpione ed una battuta brillante delle sue per far capitolare l’ennesima conquista. Giovanni non sapeva nemmeno cosa volesse dire flirtare, eppure solo nella III B poteva vantare quattro o cinque ragazze che non c’avrebbero pensato due volte prima di limonarselo selvaggiamente. Eppure -Martina non se ne capacitava- i quasi cinque anni di liceo aveva avuto un’unica storia, peraltro all’inizio della quarta ginnasio e durata solo un mese. Punto.

Qualcosa non quadrava. La cugina aveva una sua teoria al riguardo; non le restava che verificarne la fondatezza o meno.

 

 

I protagonisti della nostra storia stavano pigramente fumando una sigaretta, seduti su una panchina all’ombra di un tiglio del parco giochi comunale dove avevano trascorso molti pomeriggi della loro infanzia, quando Giovanni sganciò la bomba.

“Sai, sono stato abbordato da due ragazzi”.

Martina aspirò bruscamente il fumo, rischiando di soffocare. Prese a tossire convulsamente, ma il cugino le assestò prontamente delle vigorose pacche sulla schiena, allarmato.

“Ti sembra questo il modo di darmi una notizia così epica?!” protestò la ragazza una volta recuperato il fiato.

“E come avrei dovuto annunciartelo, scusa: con fanfare e squilli di tromba? Manco fosse una bella cosa, poi” borbottò incupitosi.

“Dipende dai punti di vista” ridacchiò maliziosamente Martina, ch’era una slasher convinta e dichiarata. 

Poi tacque, guardando di sottecchi il profilo dell’altro -il naso leggermente a patata, il mento piccolo, le orecchie che gli davano una curiosa aria da scimmietta- e percepì il disagio e la tensione che gli deformavano i lineamenti.

“Hai voglia di parlarne?” domandò cautamente.

“Insomma” lui scrollò le spalle. “M’imbarazza anche solo pensarci, ma d’altra parte sei tu quella che mi rimprovera perché mi tengo sempre tutto dentro…”

“Lo dico per il tuo bene, Gio. E’ normale aver bisogno di sfogarsi, una volta tanto” mormorò. “Ne hai parlato con qualcun altro?”

Giovanni scosse la testa, rivolgendole un’occhiata fugace, quasi timorosa.

“Perché proprio io? Di solito devo cavarti le parole di bocca anche solo per sapere che impegni hai al sabato o cosa ne pensi dell’ultimo singolo dei Coldplay” si accigliò lei.

“Beh, sei mia amica e mia cugina; nonostante la tua propensione genetica al gossip ad oltranza mi fido di te” borbottò, imbarazzato per quell’ammissione. “Senza contare che, frociarola come sei, non hai alcun pregiudizio al riguardo”.

Le iridi verdi di lei s’illuminarono di puro compiacimento.

“Awww, tu sì che sai come lusingarmi! Se solo non fossi mio consanguineo, portatore sano di anemia mediterranea e tragicamente lontano dal mio ideale fisico di uomo, credo che ti avrei già chiesto di sposarmi e contribuire al concepimento di splendidi pargoli con il tuo cervello ed il mio sense of humor” rise, dando un tiro alla sigaretta.

“Gnè gnè, simpaticona”replicò il ragazzo, ancora rosso in volto ma decisamente più sereno di prima.

“Dai, GioGio, vuota il sacco con la tua confidente preferita” ammiccò lei.

 

 

“Non ci credo!” esclamò Beatrice esterrefatta.

“Credi che scherzerei su un argomento spinoso come la sessualità sospetta di Giovanni, sangue del mio sangue?” disse Martina, raccogliendosi la massa di capelli biondo-rossi in uno chignon.

“Vabbè, adesso solo perché è stato rimorchiato da due ragazzi non è detto che la sua sessualità debba per forza essere sospetta” obiettò Virginia con la pacatezza che le era tipica.

“Credimi: dopo che vi avrò riferito tutto quello che mi ha rivelato sarai della mia stessa opinione” affermò l’altra, sicura del fatto suo.

“Dicci, dicci! Sono curiosissima” incalzò Miriam.

Martina cominciò a raccontare.

 

 

 

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Cloud mi ha fatto giustamente notare che non tutti hanno avuto in sorte di frequentare il liceo classico, quindi una precisazione sulla suddivisione delle classi è dovuta. La quarta ginnasio, che viene citata nel capitolo, corrisponde al primo anno di superiori; la quinta ginnasio al secondo e la prima, seconda e terza liceo rispettivamente al terzo, quarto e quinto anno. Semplice, no?

Poi, nel caso vi stiate chiedendo chi è Benedict Cumberbatch (fatto assai grave, lasciatemelo dire) e cosa sia ‘Sherlock (BBC)’, cliccate sul link (http://it.wikipedia.org/wiki/Sherlock_%28serie_televisiva%29) e colmate al più presto le vostre lacune: non ve ne pentirete, è davvero un capolavoro di telefilm!

Visto che sarò principalmente io, Genio, a postare i prossimi capitoli -sperando che la storia vi piaccia e abbiate voglia di seguirla- vi lascio il link della mia pagina autore su Facebook, per anticipazioni, gossip succulenti (?!) e altre amenità (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).

A risentirci presto (diciamo ogni due settimane, all’incirca)! *^*

  
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