Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: curlymakesmesmile    06/04/2012    5 recensioni
Ambientato nel 1870. Zayn, un giovane pakistano, viene deportato in America Latina come schiavo per errore, ma lì conoscerà una donna speciale. Quando lo deporteranno negli Stati Uniti, lei lo cercherà ovunque e lì, lui, conoscerà due fratelli speciali che lo aiuteranno a fuggire. Il suo amore finirà o resterà saldo, capace e solido di sorpassare l'Oceano e i continenti? [La Spiaggia degli incontri infiniti]
Genere: Avventura, Fluff, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It's hard, but your smile lights up all the days.

Probabilmente sono le cinque o le sei del mattino, ma la cosa non mi interessa perchè mi importa solo sapere dov'è ora Flora, visto che il letto è occupato solo dal mio corpo.
Risciaquo il mio viso con dell'acqua che c'è sul tavolino, la quale in seguito bevo non avendone altra a mia disposizione. Mi sto vestendo silenziosamente in preda ai miei pensieri offuscati quando sbatte la porta, che si apre rumorosamente.
- Uomo! - è un inglese che avrà circa la mia età - Ehi tu! Vieni qui, amico.-
Mi avvicino con diffidenza.
- Che vuoi?- strillo irrigidito.
- Shhhhh... taci!- bisbiglia. - Piacere, Louis.
- Zayn, figlio di un esponente del Pakistan deportato in questa indecenza senza motivo.-
Guardo il ragazzo fisso negli occhi, è un inglese ma non pare poi così maligno.
- Cosa? Ripeti, amico.- si siede sulla brandina, pronto ad ascoltare la mia storia.
- E così, eccomi qua...- concludo.
- Beh, se la cosa ti può consolare, sono il figlio del proprietario di una colonia del Nord, se vieni con me in Nord America forse riuscirò a farti tornare in patria o come minimo in Inghilterra, poi una volta lì potrai prendere una nave per raggiungere casa tua... così...- indica una cartina geografica che estrae da una tasca della giacca. - così, ecco vedi? Siamo qui, amico. E saremo lì, esattamente fra, che si può dire, al massimo un mese. Oggi piove, ieri hai lavorato tanto quindi sei privilegiato e il tuo lavoro oggi sarà dimezzato, inizia dal campo a ovest e fermati dopo cinquecento passi umani. Nel frattempo parlerò di te al villaggio.-
L'inglese mi strizza l'occhio, porgendomi la falce.
È forse la cosa più rilassante lavorare a ritmo di un automa sotto la pioggia, per lo più per un motivo principale: sto cercando di lavarmi e tutt'attorno c'è una tale freschezza e il sole non brucia sulle tempie che ahimè, a fine giornata pulsano.
Quattrocentonovantasette, quattrocentonovantaotto, quattrocentonovantanove... cinquecento passi melmosi pressati nel fango del campo di mais.
E per oggi, ho finito.

Flora
L'umidità lasciata dalla pioggia sta cessando lentamente.
La spiaggia stasera è bagnata e il sole acceca gli occhi, è perpendicolare a me e sta tramontando poco a poco. Sto camminando a piedi nudi, schivando le conchiglie e qualche piccolo granchio morto a riva. L'acqua dell'oceano è tiepida e mi immergo fino alle ginocchia. Il cielo è rosato, misto all'arancio pesca. Le giornate sono così pesanti qui giù al villaggio, il suo sorriso è l'unica cosa che illumina le mie giornate, mi sto rendendo conto poco a poco di amarlo sinceramente, senza rancori. Ed eccolo, avvolto in una camicia bianca bagnata, lasciata in trasparenza. Seduto sull'orizzonte, sopra a quello scoglio scosceso, che fissa lontano il mare, chissà, immaginando la sua lontana terra. Forse si tratta di egoismo puro, ma non vorrei per nulla al mondo che se ne andasse, essendo consapevole che qui soffre, potrei comunque prendermi cura di lui e dare così un senso alle mie lunghe giornate qui al villaggio, che non sono altro che infiniti attimi di vita spesi per niente. Il suo sorriso e la sua voce, le sue parole lente, il suo accento strano, i suoi occhi marroni. Distolgo lo sguardo da lui, concentrandomi sul paesaggio attorno a me, sedendomi sulla sabbia bianca. Forse se in questo piccolo paese brasiliano non ci fossero colonie sarebbe tutto più pacifico e migliore, forse non morirebbero poveri ragazzi innocenti, forse non vedrei tutte le notti quelle immagini orrende di teste mozzate e spargenti di sangue. Tranne stanotte, perchè lo ammetto stanotte, ho dormito benissimo senza incubi.
Quel suo profumo... com'era intenso e speziato, che riporta all'Oriente estremo.
Quasi quasi lo percepisco come se fosse qui accanto a me, perchè appunto...
è qui accanto a me.
- Ti ho cercata ovunque, non puoi andartene senza avvisare, signorina.
Prende posto accanto alla mia anima e al mio esile corpo,
facendo passare fra le sue dita granelli di sabbia fina.
- Non me ne sono andata, sono ancora qui, non mi vedi?-
Abbozzo un sorriso timido, insicuro.
- E grazie al cielo, Dio mio, che sei ancora qui!
Non riesco a guardarlo negli occhi, sono troppo grandi per me, così, nascondo le mie emozioni osservando di là delle palme. Sento i suoi occhi puntati sui miei, e mi fa così piacere.
Vorrei una sua carezza in questo preciso istante, un suo gesto che possa distruggere questo silenzio che riempie di pensieri la mia mente.
- Vedi?- indica con l'indice destro l'Atlantico.- Io vengo da lì, dal Pakistan. È oltre il mare, oltre l'Europa, opposto quasi a qui. Ma per te io sono semplicemente e sarò sempre quello dell'oceano, ricordami sempre per gli occhi e il mio viso e a chiunque ti chieda chi sono, beh, non puoi far altro che rispondere: quello del mare. Perchè siamo così lontani, da esserci incontrati lo stesso dall'altra parte del mondo. E non chiamarlo destino, se ti fa comodo. Ma non puoi dire che non sia stato un vecchio desiderio buttato in fonde al cassetto, magari di quando eravamo piccoli, di cui ce ne siamo scordati. Che magari diceva: fai che incontri una persona perfetta per me, ovunque sia. Ed eccoci qui, che strana cosa è la vita. -
Non so affatto cosa rispondere, perchè quelle parole sono come poesia, come un'onda leggera che parla di lui e se devo vivere questi attimi intensamente, allora, che li viva.
Mi volto verso di lui, stringendolo a me, stringendo il suo viso fra le mie mani.
- E così sarai il mio ricordo più bello o chi lo sa, magari solo un mio vecchio desiderio rimasto tale, perchè magari qualcosa ti porterà via da me e resterai solo un vecchio sogno; ma io so che esisti, dall'altra parte della Terra, e che queste onde mi parlano di te e mi racconteranno sempre di quello venuto dal mare.-
Mi avvicino a lui baciandolo leggermente sulla guancia, alzandomi dalla sabbia.
Tira un vento abbastanza forte che mi scompiglia i capelli e sto per lasciarlo lì,
so che comunque domani lo rivedrò.

-Aspetta. Flora!-
È immobile, con la camicia al vento, i capelli scompigliati e mi sta fissando.
Ritorno da lui, sussurrando un: dimmi.
- Sai che c'è? Che non ho altro da dirle, e quando le parole finiscono, allora si dà spazio a qualcos'altro.
Stringe le mie mani per non lasciarmi andare, baciandomi d'istinto in un vortice di sensazioni.
Il sole sta picchiando sulla mia fronte, il mio cuore sta impazzendo e batte a centosessanta pulsazioni, così veloce da poter morire.
Morde il mio labbro inferiore, per poi ricominciare a far roteare la lingua lentamente, sempre più adagio, per poi staccarsi. I nostri stracci sono ancora bagnati così da far aderire i nostri corpi perfettamente l'uno all'altro. Emana una fragranza orientale,
mista a salsedine e sale marino. Sto assaporando il momento, quando ad un tratto mi prende per poi lanciarmi nell'acqua e rincorrermi fra le onde e la spuma bianca.
Cade e si rialza, per poi schiacchiarmi il viso sott'acqua e farmi riemergere ancora più fradicia.
- Adesso è come se fossi senza abiti. - ridacchia infantile, è un bambino così bello.
- Smettila, vale anche per te!
Guarda i suoi abiti considerando la mia ragione e scoppiando in una fragorosa risata.
Mi fa sprofondare nel fondo del mare, e quando ritorno a galla,
non c'è più. Mi guardo attorno frastornata, quando due mani possenti mi afferrano i fianchi e mi alzano spuntando dal rifrangersi delle onde.
Com'è paradisiaco, com'è animata la mia vita ora!
- Domattina vengo a trovarti, che ne dici Zayn?- chiedo speranzosa in un suo sì.
- Tranquilla, morirò qui e non mi muoverò più, ormai questa è la mia nuova vita, non credi?-
Questa risposta affermativa, nasconde un pizzico di tristezza e malinconia, quel tono spento.
- Se ti dicessi che vorrei che tu tornassi a casa sarei falsa, mentirei. Forse è puro egoismo, ma ti voglio qui, con me.- Trovo il coraggio di dirglielo, perchè ormai i suoi occhi fanno parte della mia visuale quotidiana.
- Pazienza, anche se non tornerò almeno ci sarai tu qui ad aspettarmi ogni santo giorno, e sì,finchè non creperò. Che ne sai, morto o vivo sarò qui, Flora. Sempre in quella casa di canne e bambù, sempre. Mi troverai sempre. Se non ci sarò il mare mi avrà portato con sè. O scelgo te o casa mia, ma visto che la casa è ormai solo un vecchio pensiero, penso proprio che ora mi dedicherò ad amare te. Domani mattina ti aspetto, alle sei in punto, intesi?-
Mi strizza l'occhio, annuisco e dopo averlo salutato, me ne vado.

Zayn
- Coraggio, prendi tutte le tue cose e seguimi, fai veloce.- è Louis.
- Ma... - sono assonnato, d'altronde sono le tre della notte. - Io, non posso lasciare qui...
- Senti, vuoi tornare a casa? Vuoi salvarti? Vuoi vivere? Vuoi rivedere la tua famiglia? Tornare a fare la tua vita di sempre? Lo vuoi davvero? Questa chance non la diamo mai a nessuno e tu te ne stai anche a rimuginare, ma chi ti capisce, per Dio! Per tutti i sette mari, prendi tutto e vieni con me, dai. Su, muoviti!
Lo guardo con un fare perso, raccolgo qualche abito e mi abbasso per prendere la borsa, dentro la quale mi accorgo di aver messo dentro un fermacapelli di Flora, probabilmente che aveva perso l'altra notte. Decido di portarlo con me, lasciandole il Flauto di Pan sull'amaca.
E un biglietto. Con su scritto: Quando sentirai la mia mancanza, suona qualche nota, osserva il mare bluastro e pensami. Sono sempre con te, tuo Zayn. (a volte le persone migliori se ne vanno e non tornano più, ma vivono sempre nella nostra mente) Addio...
- Andiamo, Zayn!- Louis continua a rimproverarmi.
- E così, mi stai portando via da una situazione che iniziava a piacermi, per portarmi donde?-
- Donde? Ah sì, America del Nord, U.S.A, cuore della vita. Lì non so cosa ti aspetti, comunque ci saremo io, mio padre e mio fratello minore Harry e magari riusciremo a contattare tuo padre o portarti in Gran Bretagna, chessò. - mi risponde.
Fuori fa freddo, c'è un vento fortissimo. Do un ultimo sguardo al villaggio di Flora, allontanandomene senza pensarci troppo. In questo momento come in nessun altro, vorrei che lei fosse qui, perchè la cosa che non avrebbe mai voluto sarebbe stata che io me ne fossi andato e le avevo promesso tante cose, e ora non si fiderà mai più di me.
Finchè cammino lentamente, Louis mi parla di quanto siano geniali le automobili appena uscite dalle fabbriche americane e che ne useremo una e lui pare così eccitato e felice, come un bambino con un gioco nuovo, è così sereno con poco. Forse sono io che non ho idea di come sia un'automobile americana, forse è davvero qualcosa di spettacolare. Eppure l'unica cosa che pulsa e ribatte a percussione nella mia mente è l'immagine ormai sfocata di Flora.
Le sue movenze, i suoi capelli naturali e gli iris fra i boccoli castani.
Le goti abbronzate, gli abiti bagnati di ieri sera.
- così, siamo in stretta competizione economica con la Ford, capisci? È tutta, come si può dire, mhhh... non abbiamo di certo il monopolio della situazione ma possiamo cavarcela in campo commerciale. Comprendi?-
Com'è saggio codesto ragazzo, così saggio e maturo, e io, che penso a una donna.
E che donna! Una donna! Si, una donna.
- Si, comprendo. In fondo, beh... hai ragione. - Annuisco e sorrido a tratti, per poi ricrogiolarmi nei miei pensieri. Arriviamo a un piccolo porto, prendiamo una scialuppa biancastra, che ci porta poco lontano da lì, comunque lontani almeno cento-centocinquanta kilometri da lei.
Com'è triste la notte senza di lei, così triste e insulsa, insapore.
Ti rendi conto di amare una persona quando ti manca più quella che tutta la tua famiglia, che ugualmente stimi ed ami. Com'è drammatico, credere in sè stessi quando non si ha la possibilità di credere in nulla, perchè tutto cade poco a poco e non si ha la forza di abbandonarsi e sussurrare "Buonanotte, buonafortuna, amore". Perchè ti accorgi dell'importanza di una persona solo quando l'hai persa. Tutto qua, sai che è sotto il tuo stesso firmamento ma che non la rivedrai più, esattamente come se fosse morta. Eppure hai quella speranza che non muore mai, quella speranza che anche lei o lui ti stia pensando assiduamente e che soffra nello stesso modo in cui soffri tu stesso.

-author's note-
Buonasera!
Con 8 recensioni, come promesso, ho scritto il nuovo capitolo!
Voi ne potete vedere 6, ma siccome due erano troppo corte, e sono state inviate
come messaggio privato, ne conto due in più, ma per favore cercate di superare
la riga perchè davvero, mi fareste un grande favore! Anche se la riempite con FGAHUYGHJBAUJ non importa!
Grazie, ragazze!
E grazie a chi mi ha messa in seguite da ricordare preferiti ecc!
Spero che questa storia non stia cadendo nel banale perchè a me personalmente
questo capitolo non piace, ma non so boh, ditemi voi come vi sembra!
Nel prossimo Zayn conosce Harry e il Padre dei due fratelli...
e Flora troverà una sorpresa... Comunque,
ditemi voi, se la storia vi piace o meno:D
un bacio,
@_ClaPayne

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: curlymakesmesmile