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Autore: BlueCinnamon15    08/04/2012    7 recensioni
“Ok Ryan, hai reso il concetto” lo interruppe nervoso Chris “Ma credo che questa volta sia proprio necessario un- intervento, sì, ecco.”
Guardò quindi il produttore, esitando, che lo esortò con un cenno della testa a proseguire.
“Sì, ehm- Dicevo- La voce di Darren, cioè di Blaine è-“
“Se mi stai suggerendo di distruggergli le corde vocali te lo puoi scordare, Chris” si affrettò ad interromperlo Ryan, avendo paura della piega che stava prendendo la conversazione.
“No, NO!” scosse la testa Chris “Pensavo di, ehm, migliorarla, diciamo”
Interruppe il discorso per vedere la reazione di Ryan e, interpretando il suo silenzio come un incoraggiamento, proseguì.
“Sì, sai, potrebbe raggiungere tonalità più.. alte! La scienza ha dimostrato che tramite l’evirazione-“
“Evirazione?” Urlò un Ryan decisamente sotto shock “Ma io eviro te, Christopher Paul Colfer!”
Un capitolo per ogni parte del corpo di Darren che manda Chris in blackout ormonale, della quale l’attore cerca di disfarsi nei i modi più strambi possibili, per cercare di non stuprare Darren ogni volta che è costretto a stare a stretto contatto con lui.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Occhi

Lo so che ho giò una storia in corso su Chris e Darren, ma mi è venuta l'ispirazione e non ho potuto farci niente, lo giuro non è colpa miaaa! :(
La storia sarà una long-fic ma non esageratamente lunga. Ogni capitolo prenderà il nome di una parte del colpo, finchè la decenza che lo concede ;), di Darren Criss.
Ognuna di quelle parti del corpo che fanno impazzire il nostro Chris, e delle quali lui cercherà di disfarsi per non ritrovarsi a stretto contatto con loro.
Ovviamente non è una storia violenta, la definirei demenziale, ecco. Quello sì.
Spero che vi piacca

Un abbraccione 

BluCannella

Capitolo 1

OCCHI

Occhi. Darren Criss aveva degli occhi.

Due, per la precisione.

Se la questione si fosse fermata qui, non ci sarebbero stati problemi per Chris COlfer.

Insomma, tutti hanno due occhi, no?

Così come hanno due orecchie, due gambe, due mani, due sopracciglia, due chiappe, due nas-

No, forse due nasi no.

Comunque, Chris Colfer non aveva problemi con gli occhi, né con il numero due.

Non era uno di quei maniaci assassini ossessionati da un numero o da una parte del corpo.

No, Chris aveva problemi con un paio di occhi in particolare.

Quelli del suo migliore amico.

Gli occhi di Darren infatti, oltre ad essere due, come appurato in precedenza, erano anche estremamente.. indescrivibili, ecco.

Ma tentar non nuoce, giusto?

Innanzitutto erano sempre ed incondizionatamente allegri, non c’era volta che non fossero accesi e splendenti, anche per la più piccola delle situazioni.

Come seconda cosa erano veramente grandi, così grandi che avrebbero potuto fare invidia al gatto con gli stivali in persona. Anzi, la DreamWorks avrebbe dovuto pagargli i diritti d’autore per quello sguardo.

Ed ultima cosa, ma non per importanza, avevano un colore meraviglioso.

Era come se fossero un misto tra l’azzurro temporale ed il verde prato d’erba.

Meravigliosi, appunto.

Ma lasciando da parte i tentativi patetici di Chris di trovare un modo per descrivere quell’ impressionante tonalità di colore, la cosa importante era una, ed una soltanto: Chris Colfer aveva un problema.

E quel problema era che non riusciva a guardare il suo migliore amico negli occhi senza sentirsi sciogliere o senza provare imbarazzanti fitte al bacino. Tanto imbarazzanti che, se fosse andato avanti così, i suoi sentimenti verso Darren non sarebbero stati l’unica sua cosa evidente. E allora sì che sarebbero iniziati i guai seri.

E di certo non aiutava il fatto che ogni benedettissimo giorno Chris fosse obbligato a vestire i panni di Kurt Hummel, fidanzato perfetto che ha come sport preferito quello di lanciare occhiate languide a Blaine Anderson, che, nel caso fosse necessario specificarlo, era interpretato da quel maledetto del suo migliore amico.


“No! No! NO!” Ryan Murphy urlava come un forsennato nel suo ufficio, gesticolando convulsamente e mandando occhiate di fuoco all’ attore seduto davanti alla sua scrivania. “Non se ne parla!”

“Ma, Ryan” implorò Chris cercando di sostenere, invano, la sua tesi “Pensaci! Aumenterebbe la drammaticità, le ragazze piangerebbero e resterebbero attaccate alla televisione a guardare Glee tutto il giorno! Farebbe solo bene, aumenterebbe l’ audience!”

Il produttore si fermò dal suo camminare frenetico, prese un respiro profondo  e si sedette dietro alla sua scrivania.

“Christopher Paul Colfer” iniziò con delicatezza.

Ahia, la quiete prima della tempesta.

“MI SPIEGHI PERCHE’ CAVOLO VUOI ACCECARE BLAINE?! E poi cosa? Amputiamo un piede a Finn e paralizziamo anche le braccia ad Artie?”

Chris tentò di formulare un pensiero coerente, aprì la bocca, ma tutto quello che ne uscì fu tutto quello che non ne sarebbe dovuto uscire: “E’ come nel mondo di Patty! Rimane così solo per un po’, poi lo bacio e miracolosamente torna a vedere con la forza del nostro amore!”

“Datemi un oggetto contundente” sibilò Ryan con il respiro che gli mancava “Uno stiletto, una lampada, una corda, un- QUALSIASI COSA!”

Le mani che si agitavano convulsamente.

“Chris Colfer, io ti UCCIDO!”

Il soprano giocò la sua ultima carta tentando di convincerlo sfoderando l’occhiata più dolce che avesse, ma quando si accorse che non c’era verso uscì dall’ufficio sbuffando infastidito.

Perché? Chiedeva tanto? Insomma, non gli sembrava di desiderare la luna.

L’unica cosa che voleva era che la dea bendata stesse dalla sua parte, solo per una volta.

Un innocente incidentino con la macchina, niente di particolare, con qualche piccola, insignificante, conseguenza fisica su Darren.

Per esempio, solo perché era la prima cosa che gli veniva in mente, la perdita di entrambi gli occhi; niente di che.

Eh, dai! Era l’unica soluzione possibile! Se avesse continuato a dover guardare il ricciolo negli occhi per ogni singola scena Klaine da girare non avrebbe più potuto promettere di riuscire a reprimere il desiderio di stuprare il collega al momento.

Senza contare che quelle pazze delle fan avrebbero dato la vita, letteralmente, per avere un po’ più di momenti intimi della loro coppia preferita (ovviamente Kurt e Blaine).

Santo cielo, ma dov’erano finite quelle belle ragazze ben educate che si accontentavano di un’ occhiata romantica, e che arrossivano e chiudevano gli occhi anche solo per un bacio? Dov’erano finite quelle brave ragazze che temevano per la loro virtù?

Ah, i giovani del giorno d’oggi! Stava giusto pensando con aria teatralmente nostalgica quando un uragano di capelli ricci misto ad adrenalina allo stato puro si catapultò sulla sua strada e gli buttò le braccia al collo.

“Ehi Chris!” lo salutò allegramente dopo aver sciolto l’abbraccio, saltellando “Pronto per girare? Ryan oggi ha i nervi piuttosto tesi, sembra una donna in fase premestruale, sai che gli è successo?”

“Chi, io? Sapere cosa- Ehm- beh- NO, ovvio che non lo so!” balbettò Chris facendosi rosso.

Gli ho solo appena suggerito di accecarti. Niente di personale.

“Oh beh” alzò quindi le spalle il ricciolo “Poco male. Però è meglio correre oppure finisce che ci uccide entrambi”

Così lo prese per mano e lo condusse con sé in sala prove.

Non appena varcarono la soglia del set Chris cercò di evitare inutilmente lo sguardo del produttore che gli urlò subito di provare il copione mentre lui dava gli ultimi ritocchi alla scenografia.

“Bene- ehm- quindi-“ iniziò Chris girandosi verso l’altro, imbarazzato perché sapeva bene qual’era la scena che avrebbero dovuto provare.

Il ricciolo, dal canto suo, lo guardava con un sorriso malizioso, avendo notato l’imbarazzo del collega.

“Nervoso, Colfer?” Ridacchiò avvicinandosi lentamente.

Chris intanto stava cercando di respirare profondamente e di continuare nel suo intento di non incrociare il suo sguardo, sapendo che se lo avesse fatto niente lo avrebbe più trattenuto dal saltargli addosso, specialmente in quel momento che erano così vicini.

“N- No” Balbettò di sconnessamente “Cosa- Perché dovrei?” Biascicò quindi cercando di darsi contegno.

“Peccato” si fermò allora il ricciolo “Perché conoscevo un modo che ti avrebbe sicuramente fatto calmare. Sarà per un’ altra volta allora” e sorrise.

Inutile dire che in quel momento il prezioso piano di evitare lo sguardo di Darren fallì miseramente perché, con quella frase pronunciata in modo così falsamente innocente, i suoi occhi erano inevitabilmente guizzato in quelli dell’ amico.

Errore. Grande, enorme, stupido errore.

Lo sguardo che gli stava riservando il ricciolo era infatti il meno casto che gli avesse mai rivolto.

E Chris ne fu così rapito che, quasi inconsciamente, senza neanche volerlo, si lasciò sfuggire un lamentoso “No”. Al quale ci si potrebbe aggiungere un Fai-di-me-quello-che-vuoi,-in-questo-momento-potresti-anche-saltarmi-addosso-che-io-non-mi-lamenterei-affatto.

Sul viso di Darren quindi si aprì un ghigno soddisfatto che assomigliava tanto ad un “Lo sapevo” e si avvicinò pericolosamente al soprano posizionandosi dietro di lui.

Chris assunse un’ espressione accigliata, chiedendosi cosa stesse per fare l’amico, che si trasformò in un’espressione  paurosamente indecente quandò sentì il suo fiato caldo accarezzagli il collo lasciato scoperto dalla camicia.

Black out ormonale, black out ormonale, allarme, ALLARME!

Stava per trovare la forza di implorarlo di smettere quando sentì delle labbra calde posarsi sulla sua pelle e lasciare una scia bollente dalla mandibola alla spalla.

“Ehi Chris, rilassati! Non ho mai sentito nessuno con le spalle più tese delle tue! Cos’è? Il mio fascino ti mette in soggezione?” ridacchiò il ricciolo.

Maledizione, razza di deficiente, sì! Ci vuole così tanto a capirlo?

Questo era ciò che il soprano avrebbe dovuto dire, quello che disse, o forse sarebbe meglio dire che emise, furono una serie di mugolii soffocati che a quel punto non si preoccupò neanche di nascondere.

Il tocco del moro intanto si faceva più deciso mentre aveva iniziato a torturagli l’orecchio sinistro.

“Darren” provò ad obbiettare il soprano con scarso successo.

“Shht Chris, fa’ silenzio che stai riuscendo a rilassarti”

A quel punto le mani del ricciolo gli afferarono saldamente in fianchi spingendoli verso di sé, facendolo gemere senza ritegno.

Darren sorrise compiaciuto.

“Così ci siamo, Chris!”

E, con un ultimo morso al lobo dell’ orecchio, si allontanò e si avviò in sala prove.


Appena entrati in sala prove un’ idea, secondo Chris geniale, secondo il resto del mondo idiota, gi si presentò in testa.

Ma certo! Perché non ci aveva pensato prima? Doveva girare una scena Klaine perfetta, ma così perfetta che Ryan gli avrebbe costruito un altarino per la sua perfezione, e, casualmente, in quella scena, ci avrebbe inserito un espediente per far in modo che a Blaine succedesse qualcosa che gli facesse perdere la vista. Ma la scena sarebbe stato così bella che Ryan non avrebbe voluto cancellarla o tagliarla per niente al mondo e sarebbe stato costretto a tenere anche la parte dell’ accecamento.

Perfetto! Il soprano si complimentò mentalmente con sé stesso Chris sei un genio!

Ed iniziò ad immaginarsi tutti i modi possibili ed immaginabili per tentare di accecare il collega.

Quando le riprese iniziarono i due si posizionarono sul letto di Kurt.

Ryan voleva infatti smuovere un po’ le acque nella loro relazione, prima che le fan della loro coppia lo ammazzassero sul serio.

Darren, sorridendo sornione, mise un braccio attorno alle spalle di Chris e lo costrinse a voltarsi verso di lui.

Il soprano, per niente dispiaciuto, gli sorrise furbescamente e, quando sentirono il via delle riprese, iniziarono a recitare le loro battute.

Chris condì il tutto con una dose di malizia e tenerezza superiori a quelle che ci metteva di solito, stupendo Ryan e Darren.

Ok, ci siamo Chris, concentrati, ora arriva il momento fondamentale.

Darren si era posizionato sopra di lui, e gli stava mormorando le battute più dolci che avesse mai sentito.

“Kurt” inizio sussurrandogli nell’ orecchio

Così dolci che quasi sembravano vere-

No Chris, focalizza l’obbiettivo.

“Non avrei mai potuto desiderare persona migliore al mio fianco ora che-  AHIA CHRIS MA SEI SCEMO?!”

Mentre il ricciolo stava recitando le sue battute alla perfezione  Chris, in un momento di distrazione del produttore, aveva ficcato velocemente le dita negli occhi di Darren, sperando che potesse bastare per perseguire il suo malefico piano, essendo che non gli erano venute in mente idee migliori.

“Eh scusa, avevi due mosche negli occhi” mormorò a mo’ di scuse, ma, quando vide che, oltre a non aver subito danni, Darren non credeva ad una parola di quelle che aveva pronunciato il soprano farfugliò che forse non erano mosche ma erano le sue pupille.

Quando Ryan si accorse del problema urlò un stop che si sentì per tutti gli studios e, infuriato perché la scena era rovinata, urlò ai due attori che avrebbe continuato a girare il giorno dopo.

Ciò significava che non avrebbe tenuto la scena.

Maledizione Chris, i tuoi piani fanno schifo!


La sera arrivò velocemente.

Dopo essere scappato dagli studios ed aver evitato di parlare con Darren che chiedeva spiegazioni Chris si era rifugiato in casa sua, lavandosi via le sensazioni della giornata con una bella doccia ed infilandosi nel suo vecchio pigiama di Topolino.

Si era quindi seduto sul divano ed aveva mandato al tal paese la sua adorata linea ordinando una bella pizza oleosa con su i tipi più svariati di formaggio che esistessero.

La situazione gli stava sfuggendo di mano. Decisamente.

Aveva già fatto partire il DVD appena comprato di Rapunzel quando il suono del campanello lo distrasse.

Distrattamente si diresse verso la porta prendendo dal portafoglio i soldi per pagare la pizza.

Il campanello suonò un’ altra volta, più a lungo, e Chris si appuntò mentalmente di preparare i soldi prima, la volta successiva.

“Arrivo, arrivo” si precipitò alla porta ma quando la aprì non trovò il fattorino che gli consegnava la pizza, ma quel disgraziato di Darren Criss che si catapultò in casa con una confezione di lattine di Diet Coke in una mano e di birra nell’ altra.

“Allora, è qui la festa?” urlò con entusiasmo andandosi a sedere sul divano del soprano, rubandogli la coperta.

Quest’ultimo era rimasto scioccato, vedendosi rovinare la sua serata relax in un modo così improvviso.

“Ehm-“ iniziò esitante “Darren, di quale festa parli?”

“Ma è ovvio, no? Di quella in cui io e te ci ubriachiamo di Diet Coke e piangiamo davanti ad un romantico finale Disney! Dai, io ho portato da bere, tu hai pensato al cibo?”

“Darren, lo sai che non puoi capitare in casa delle persone senza neanche avvisare, potevo star facendo qualsiasi cosa!”

Uh oh. La voce del soprano si stava facendo più acuta, Brutto segno.

“Eh dai!” lo implorò Darren facendo il broncio “Ma tu sei io mio migliore amico! I migliori amici si vogliono bene, no?”

A quel punto il soprano non seppe resistere e gli concesse di restare a patto che non gli distruggesse la casa, non gli allagasse il salotto a forza di piangere, e non gli rompesse il divano a forza di saltellargli sopra nei momenti più emozionanti.

Perché quando guardavo i film Darren era un bambino. O forse anche peggio, di un bambino.

Quando sentì che sarebbe potuto restare il ricciolo si catapultò ad abbracciare l’amico.

“Grazie grazie grazie!” iniziò a saltellare per la stanza. Poi, improvvisamente, si fermò e, con sguardo indagatore, si volse verso l’amico “E comunque tu mi devi ancora spiegare perché oggi hai tentato di accecarmi."

L’espressione del soprano si trasformò in panico allo stato puro, e quasi non baciò il fattorino quando entrò con la pizza interrompendo quel momento imbarazzante.

Ora doveva inventarsi una scusa soddisfacente, e sperò vivamente che una pizza ai formaggi per Darren potesse bastare a fargli cambiare argomento.



   
 
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