Libri > La Casa della Notte
Segui la storia  |       
Autore: La Kurapikina    10/04/2012    2 recensioni
Ciao a tutti!!! E' la prima cosa che scrivo una ff su loro e spero vi piaccia. E' una "riscrizione" con molti cambiamenti della casa della notte dal punto di vista di Damien, in cui la storia prende una piega diversa da quella descritta nei libri, soprattutto per quanto riguarda Jack
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quello, forse, fu il vero inizio della fine.

Raggiungemmo quasi di corsa le ragazze in mensa e ci fiondammo al loro tavolo senza neanche fermarci a prendere un vassoio.

“Che succede?” domandò preoccupata Stivie Rae con la bocca piena di insalata e anche le gemelle si fecero attente leggendo l’agitazione sui nostri volti.

“Afrodite ha fatto bere a Zoey del vino con dentro sangue.” spiegai in un sussurro, quindi ripresi subito senza dare a nessuno di commentare: “Ora, però, tutte le Figlie Oscure le danno addosso perché è l’unica matricolo a cui piace il sangue…”

“Le piace il sangue?!” sbottarono in stereo le gemelle strabuzzando gli occhi e Jack le guardò male: “Certo che le piace!” sibilò con rabbia, come se quella domanda gli avesse fastidio: “E’ speciale, il suo Marchio è completo, quindi le piace come ad un vampiro adulto. Non è vostro compito giudicarla, sarà già abbastanza confusa di per sé!”

“Non la stavano giudicando.” intervenne Stivie Rae aggrottando le sopracciglia: “Dicono solo che beh… è strano. Zy è nostra amica, non sparliamo di lei alle sue spalle.”

Le gemelle annuirono con forza dicendo qualcosa, ma non le ascoltai, troppo preso a fissare Jack: era scattato come se si fosse scottato, quasi aggredendo le ragazze. Gli aveva dato veramente fastidio… perché? Oh dea, aiutami a capirlo perché io da solo non ci riesco! Cosa passava per la mente di quella testolina bionda?

“Coraggio, andiamo. Zy è scappata fuori e forse Erik qualcosa l’ha seguita.” disse in quel momento la testolina in questione, alzandosi, subito imitato dalle ragazze, che lo precedettero correndo fuori dalla mensa spinte anche dalla consapevolezza che forse “Erik qualcosa”, tornato poche ore prima vincitore dalla gara di monologhi, era con la nostra Zoey.

“Ehi Jack!” lo fermai, trattenendolo per un braccio e lui si voltò a guardarmi, ma non era affatto confuso: “Lo so.” disse infatti: “Sono praticamente saltato addosso alle gemelle. Io… forse… non so. Parliamo dopo.”

Annuii chiedendomi perché alla fine ero sempre io ad essere confuso, praticamente ogni volta che parlavo con lui… doveva essere una dote!

Raggiungemmo in un attimo le ragazze, che, ovviamente, ci lanciarono occhiate sospettose, quindi ci avviamo insieme verso la mura est doveva pensavamo potesse essere Zoey ed infatti la trovammo raggomitolata a terra, contro un albero. Ma non era sola: accanto a lei c’era nientemeno che lo strafigo Erik Night e quei due stavano parlando come se si conoscessero da una vita!

Io, Stivie Rae e le gemelle rimanemmo imbambolati con le bocche aperte, come un quartetto di cretini, ma Jack non perse tempo e si schiarì la voce richiamando così l’attenzione dei due neo-piccioncini.

“Ragazzi!” esclamò sorpresa Zoey: aveva gli occhi rossi e ancora umidi, ma sorrideva. Evidentemente Erik aveva doti di consolatore…

“Erik,” continuò la ragazza alzandosi ed allungando la mano verso di noi:“Ti presento i miei amici: Damien, Stivie Rae e le gemelle, Erin e Shaunee.

Lui invece è Jack, il tuo nuovo compagno di stanza di cui ti parlavo poco fa.”

Night ci rivolse un gran sorriso, soprattutto a Jack, che lo squadrò con gli occhi socchiusi: “Ciao, Erik qualcosa.”

“Night.”

“Non mi interessa.”

Gli rifilai una gomitata dedicando ad Erik, confuso, un sorriso angelico: “Fa lo stronzo, ma in realtà è molto gentile e simpatico. Solo, ha qualche difficoltà a socializzare… sai è nuovo, deve ambientarsi…”

Erik sorrise con gentilezza. Che bravo ragazzo! Speriamo che Jack non gli dia problemi… avremmo parlato anche di quello. Dopo.

Rimanemmo solo pochi minuti fuori, quindi rientrammo a scuola intenzionati ad andare a dormire per dimenticare quella giornataccia e Zoey aveva appena finito di dire che domani ci avrebbe spiegato tutto, quando: “Jack.”

Neferet era comparsa alle nostre spalle, praticamente dal nulla; tutti sobbalzammo, Zy inclusa nonostante la Somma Sacerdotessa fosse anche sua mentore. Mi sembrò incredibilmente sbagliato, ma anche il comportamento di Neferet verso Jack lo era: lo aveva preso di mira e quello era evidente a tutti.

“Vedo che hai conosciuto il tuo nuovo compagno di stanza. Erik, sappi che se ti darà problemi provvederò personalmente.”

Suonava come una minaccia, talmente tanto che rabbrividimmo, ma Jack le rispose subito, sollevando il mento affilato ed indossando la sua maschera da perfetto stronzo insensibile: “Sta tranquilla, Neferet, non sarà per i problemi che creerò ad Erik Qualcosa che dovrai occuparti di me: io, i problemi, ho intenzione di crearli solo a te.”

Era pazzo. Si, non poteva esserci altra spiegazione: quel ragazzo era completamente pazzo. Folle. Masochista. Irresponsabile, incosciente, arrogante, pazzo, bellissimo, coraggioso, libero, pazzo.

Un po’ complicato vero?

In ogni caso, a quell’affermazione Neferet scattò in avanti come una vipera arrabbiata per affrontare e forse picchiare di nuovo Jack, ma questa volta fui io a reagire d’istinto, mettendomi fra lei e lui.

“Levati Damien!” sibilò la mia Somma Sacerdotessa con voce talmente furiosa e cattiva che non la riconobbi: c’era qualcosa di strano in Neferet, qualcosa di cui tutti noi ci stavamo lentamente rendendo conto grazie all’arrivo di Jack. Lui risvegliava in lei il suo lato che solitamente nascondeva a tutti, novizi e vampiri, e la costringeva a mostrarsi per chi era veramente, anche se sapeva di mettersi in pericolo.

“Lo lasci stare. Sa che può essere difficile ambientarsi, sono sicuro che quando si sarà abituato alla sua nuova casa non farà più così. Gli dia tempo.”  mi opposi, cercando di apparire calmo, deciso e ragionevole.

Dovetti riuscirci perché all’improvviso il viso di Neferet si tese in un sorrisetto forzato e lei indietreggiò: “Hai ragione, non so cosa mi sia preso. A domani. Ciao, Jack Twist.” quindi sparì, rapida come il vento, silenziosa come un’ombra. Come se non ci fosse mai stata.

“Ragazzi, che strizza che mi ha messo… era strana!” commentò Erik, ma noi ci limitammo ad annuire: avevamo già visto poche ore prima           quell’ “essere strana” in Neferet e non ci piaceva affatto, quindi liquidammo Erik con qualche sorriso e una buona notte generale.

Le ragazze si allontanarono verso il loro dormitorio, bisbigliando, e noi rimanemmo soli, ma quando Jack fece per seguire Erik nella loro stanza comune lo trattenni per un braccio lasciando che Night lo precedesse con espressione confusa e curiosa.

“Allora? Non credi di dovermi spiegare un po’ di cose?” chiesi inarcando un sopracciglio e rifilandogli un’occhiataccia di rimprovero, ma lui si limitò a prendermi per mano per costringermi a seguirlo: uscimmo di nuovo in cortile e ci sedemmo sotto la stessa quercia sotto cui poco prima stavano Erik e Zoey, alla mura est.

“Avanti, cosa ti succede?” chiesi ancora, questa volta più dolcemente mentre lui si raggomitolava contro il mio petto. In quel momento mi ricordò un sacco Cameron, la mia gattina, quindi, quasi istintivamente, cominciai a carezzargli i capelli.

Lui sospirò: “Non so cosa mi prende, ma tu mi piaci.”

Rimasi zitto, aspettando che continuasse, ma proprio non mi aspettavo un inizio simile.

“Davvero, mi piaci tanto. Non avrei dovuto lasciare che succedesse, che mi innamorassi di te. Io porto solo guai, come ormai avrai capito e non voglio che ti ritrovi immischiato nei miei casini.”

“Non provare nemmeno ad allontanarmi da te: mi piaci troppo. Non te lo lascerei mai fare.” mi tremava la voce, ma ero davvero convinto di ciò che avevo detto: “Ora dimmi che ti è successo prima.”

“Non volevo trattare male le gemelle, ma… sai che ne ho passate di tutte con la mia famiglia, quindi credo che gli amici non debbano mai permettersi di dubitare o giudicare. E’ sbagliato e può far molto male.”

Non ci fu bisogno che spiegò oltre perché avevo già capito: aveva il terrore di essere tradito o trattato male da chi amava.

“Le gemelle sono brave ragazze e io non ti ferirò mai, almeno non volontariamente. Devi imparare a fidarti delle persone. Ti aiuterò, è una promessa. Sempre.”

Sentii il suo sorriso accompagnato dalle lacrime, quindi lui sollevò appena il viso per baciarmi; rimanemmo abbracciati per lunghi minuti, persi nei nostri pensieri, in quell’ amore così giovane eppure così forte che ci stava sommergendo.

Stavo appunto pensando che forse avremmo dovuto tornare dentro, per dormire un po’ e poi, forse, saremmo tornati sull’argomento domani, quando successe: Jack tossì, ma questa volta, contrariamente a poche ora fa, non si fermò.

“Jack?!” esclamai allontanandolo da me per poterlo guardare in faccia: era pallido, tremava e tossiva. Tossiva. Tossiva!! Oh, dea no!

“Sto bene…” sussurrò lui e la sua voce mi gelò sul posto: era un rantolò basso, umido e gorgogliante.

“No, non stai bene. Ti porto in infermeria.”

“Ora passa.” protestò debolmente lui, quindi tossì di nuovo con un suono terribilmente sbagliato e a quel punto il mondo mi crollò in testa: sangue.

La sua bocca, rosea, delicata e morbida, era sporca di sangue.

Nyx, perché? Perché a me? Perché a lui? PERCHE’ A NOI?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi finalmente!! Scusate il ritardo.. un grande speciale e Sgiach, le tue recensioni sono sempre molto gradite! A presto, baci..!!      

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > La Casa della Notte / Vai alla pagina dell'autore: La Kurapikina