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Autore: Ili_sere_nere    15/04/2012    8 recensioni
Ad Ariel Mones, semplice ragazza italiana, viene proposto uno scambio culturale in una città americana, Mystic Falls - Virginia. Cosa accadrà quando, dopo aver saputo delle strane morti che avvengono in quella cittadina, dopo alcuni strani incontri, capirà che di "umano" e "normale" non vi è poi quasi nulla?
#Storia Ambientata Dopo La Seconda Stagione.Tuttavia, alcuni particolari riguardanti il finale di stagione sono stati cambiati#
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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33



Capitolo 33

< Dovevo immaginare che l’inserimento di quella clausola aveva un suo perché > dichiarò Klaus, poggiando le spalle alla corteccia di un albero.
Era passata una settimana da quando era venuto a prendermi e non ancora si decideva a uccidermi. Che stava aspettando?
< Una settimana, Klaus. E’ passata una dannata settimana e io sono viva! >
< Attendi così tanto la morte? >
< Certo che no, ma tu sei l’uomo dei patti ed eri venuto per questo >
< E se avessi cambiato idea? >
Inarcai un sopracciglio perplessa. < Non credo proprio >
< Già, hai ragione – si staccò dal tronco, avvicinandosi a me, seduta su di una roccia – Voglio darti una seconda possibilità >
< Klaus, smettila di giocare e uccidimi! >
Mi alzò il viso con una mano, guardandomi negli occhi. < L’amore è proprio una brutta cosa, rovina tutti noi, anzi voi >
Voltai di lato il viso stizzita. < Non so di cosa tu stia parlando >
< Ah no? Quindi se avessi mandato una persona da Damon a te non importerebbe? >
Mi alzai rapida in piedi. < Cosa? >
Mi diede un buffetto sulla guancia prima di darmi le spalle, allontanandosi.


POV Damon

La musica ad alto volume rimbombava per tutta la sala mentre, steso comodamente sul divano, mi godevo il mio amato Bourbon. Troppi pensieri passavano per la mia mente, tutti riconducibili a una sola persona. Ariel. Era sparita nel vuoto, scomparsa come se non fosse mai arrivata qui a Mystic Falls.
Mi ero allontanato dalla città per non vederla, non dopo quello che mi aveva detto. Andare a letto con Klaus, come aveva potuto?

< Damon! > esclamò una Elena ansante, correndo in sala. Tuttavia la guardai soltanto, senza risponderle e riempiendomi nuovamente il bicchiere. < Damon.. ma che? – si guardò intorno – Sei ubriaco > affermò, notando le decine e decine di bottiglie vuote attorno al divano.
< Forse > Stando attenta a non urtare nessuna bottiglia, raggiunse il divano, togliendomi subito dopo il bicchiere dalle mani e lanciarlo nel camino. < Ehi! > dissi arrabbiato. Come si permetteva questa stupida ragazzina di venire qui e disturbarmi? Meritavo anche io di avere i miei svaghi, e l’alcol era uno di questi!
< Dannazione, in questo stato non sei utile! >
< Lo sono mai stato? >
Mi guardò sorpresa e confusa. < Mi servi in te, Damon, non fatto di alcol! Dobbiamo andare a salvare Ariel. Klaus.. >
< Io non vengo > proruppi svogliatamente, mettendomi comodo sul divano.
< Cosa? >
< Hai capito, io non vengo >
< Ti è dato di volta il cervello? Damon stiamo parlando di Ariel! >
< Appunto perché parliamo di lei non mi importa >
Elena mi guardò allibita, passandoci una mano tra i capelli. < Tutti sbagliamo, nessuno escluso. Come posso sbagliare io, può sbagliare anche lei! >
< Non andando a letto con il nostro nemico! >
< Tu andavi a letto con Katherine quando dicevi di amarmi! – sbottò adirata lei, stringendo le mani a pugno fino a far sbiancare le nocche – Come puoi giudicarla quando hai fatto la stessa cosa? >
Serrai la mascella, mettendomi seduto. < Io non vengo, fine della conversazione >
< Tu.. Tu sei un.. – scosse il capo incapace di continuare – fa come vuoi, noi andiamo a salvarla > Mi riservò un’occhiata di fuoco e ad ampie falcate uscì di casa, sbattendo con forza la porta.
Salvare Ariel voleva dire che avevo ragione. Aveva venduto la sua vita a Klaus per salvare noi, ma questo non cambiava le cose. Era andata con Klaus, mi aveva tradito in tutti i sensi. O forse quel particolare le cambiava? Mi alzai dal divano, seppur barcollante, e mi diressi verso le scale, raggiungendo il piano superiore, la mia camera. Mi avvicinai all’immensa libreria e, spostati alcuni libri, trovai quello che cercavo.


*Flashback*

Festa grande a Mystic Falls. La giornata dei Fondatori aveva riempito i marciapiedi di bancarelle, le strade ospitavano innumerevoli sfilate e la gente era vestita come nel 1800. Ormai ero così abituato a quella festa che non mi sconvolgeva più, ma non potevo dire lo stesso di Ariel al mio fianco. Si guardava attorno incuriosita, osservando tutto quanto nei minimi dettagli. Ignorando la possibile F che Alaric le avrebbe rifilato per il non aver preso parte alla parata, Ariel era fuggita da quel progetto e ora camminava al mio fianco, stretta al braccio, per le strade in festa.
< Come è tornare ai tuoi tempi una volta l’anno? > chiese lei, guardandomi sorridente.
Quel giorno sembrava una bambina a cui avevano appena fatto il regalo più bello e desiderato del mondo.
Scrollai le spalle, come se non mi toccasse. < Normale, ormai mi sono abituato >
< Uffa, però! Non sei divertente quando fai così! > borbottò lei, mettendo il broncio.
Ghignai. < Quando faccio altro, invece? > la provocai, beccandomi subito dopo una gomitata in un fianco.
Ad un tratto lasciò la presa dal mio braccio, correndo verso una bancarella ad un angolo della strada. Quando la raggiunsi, la vidi concentrata a guardare quanto esposto. Portagioie, specchi e carillon d’epoca. Inclinò leggermente il viso di lato, fissando i carillon. Si piegò sulle ginocchia, tenendosi con le mani, fino a quando il naso non le toccò il bordo dello stand. < Visto qualcosa che.. >
< Shhhhhh > mi intimò, tirandomi alcuni colpi contro la gamba. Avvicinò la mano ad uno dei carillon, sfiorandolo con estrema delicatezza, quasi potesse rompersi.
< Signorina, sa che questo carillon è la perfetta copia.. >
< Del carillon della granduchessa Anastasia? – completò lei, senza staccare gli occhi dal carillon – Si, lo so >
Granduchessa Anastasia? Uh, si, ricordavo la storia dei Romanov, gli zar della Russia, e della loro storia, tra cui quella misteriosa, tuttavia smentita, che avvolgeva la figura della più piccola dei Romanov, Anastasia.
< Vedo che è informata – disse l’uomo – vuole sentire la melodia? > chiese il venditore e lei, illuminandosi maggiormente, annuì. L’uomo prese un piccolo ciondolo e lo inserì nella fessura del carillon, caricandolo. Appena finì, il carillon si aprì, rivelando la presenza di due piccoli omini che dovevano essere lo zar Nicola e, per l’appunto, Anastasia, danzare, muovendosi in circolo. Le labbra di Ariel si chiusero, formando una perfetta O e mostrando tutta l’attenzione e la meraviglia che quel piccolo oggetto suscitava in lei. Presero a muoversi, canticchiando a ritmo della melodia. Quando la melodia si interruppe, sul suo viso comparve un piccolo sorriso. < Glielo vendo a metà prezzo perché noto che ama molto i carillon, specialmente questo >
Ariel lo guardò imbarazzata prima di scuotere il capo. < La ringrazia, ma non posso >
Corrugai la fronte. Perché stava rinunciando? Le piaceva, perché non prenderlo? Si rimise in piedi e, dopo aver ringraziato il venditore per averle fatto sentire la melodia, si allontanò dallo stand, avviandosi verso una panchina. No, non riuscivo a capirla. Mi voltai verso il venditore e glielo comprai io. Volevo fare qualcosa di carino per lei, qualcosa che la rendesse felice.
< Dammi la mano > le dissi una volta raggiunta.
Lei corrugò la fronte, tendendomi la mano sulla quale posai il carillon, insieme al ciondolo-chiave. Le labbra si schiusero, gli occhi si riempirono di stupore e incredulità. Chiudeva e apriva la bocca incapace di parlare. Si umettò le labbra e mi buttò le braccia al collo, stringendomi a sé. < Grazie! Grazie! Grazie! – si allontanò quel tanto che le bastava per scoccarmi un sonoro bacio sulle labbra – Io.. Dio, Grazie! >. La voce le tremava leggermente, forse non tanto leggermente, e gli occhi le brillavano. Fu il sorriso che mi regalò, però, a farmi capire che regalandole quel piccolo oggetto l’avevo appena fatta felice. Si, lei non sembrava una bambina, lei
era una bambina. Una bellissima, stupenda bambina.
La stessa bambina che mi stupì anni prima.

*Fine Flashback*


Le ultime note della melodia risuonarono nella stanza, riportandomi alla realtà. Non mi ero neanche reso conto di aver caricato il carillon e di star sentendo la melodia.
< Tu andavi a letto con Katherine quando dicevi di amarmi! – sbottò adirata lei, stringendo le mani a pugno fino a far sbiancare le nocche – Come puoi giudicarla quando hai fatto la stessa cosa? >
Elena aveva ragione. Tutti potevano sbagliare e io ero il campione degli sbagli. Non ricordo un giorno in cui non abbia commesso qualche errore. Avevo sbagliato con Elena e stavo sbagliando con Ariel. Aveva, si, ferito il mio orgoglio, la mia fiducia, ma non potevo non dare importanza a quello che stava succedendo in quel momento. Dare la sua vita per salvare noi. No, non potevo permettere che lei morisse senza fare nulla. Riposai il carillon al suo posto, là dove lo avevo confinato quando lo trovai sul mio letto al mio ritorno.


Presi il telefono, componendo il numero di Stefan.
< Damon? >
< Dove siete? >
< Non siamo interessati ai tuoi monologhi – disse la voce di Elena. Doveva aver preso il telefono – Siamo occupati! >
< Elena, voglio salvare Ariel >
< Sapevo che saresti rinsavito > disse lei, sospirando.
< Allora, vuoi o no dirmi dove siete? >
< Vieni alla vecchia tenuta dei Lockwood, ci stiamo riunendo lì > disse, chiudendo poi la chiamata.
Avevo una persona da salvare, una persona per me importante. Si, Ariel era importante per me, lo era diventato giorno dopo giorno. Non avrei permesso a nessuno di portarmela via.





Spazio Autrice ( sempre per modo di dire )
Buongiorno e buona Domenica! Sappiate che sto a lutto, non seriamente chiariamo.. diciamo solo che ho letto una notizia,  non canfermata, riguardante TVD.. JoMo non sarebbe stato confermato per la Season4 .. Se sarà così, mi metto a lutto in eterno, oltre a fare una mega maratona JoMo v.v
Ma passiamo al capitolo.. Allora, prima di tutto.. Sappiate che mancano esattamente 1 capitolo e l'epilogo, ebbene si.. Domenica prossima Woa finirà.. Meglio  non pensarsi, su.. Allooora.. Ariel è ancora viva sebbene sia passata una settimana, non sappiamo perchè.. Klaus è lunatico, lo sappiamo bene.. I nostri amici decidono di pensare ad un piano per salvarla, ma di questo ne parleremo nel capitolo di Mercoledì.. L'unico che non è intenzionato a salvare Ariel è proprio Damon.. Quel flashback mi piace tantissimo, ed è stato bello scriverlo pensando che quel ricordo sarebbe stato il motivo che avrebbe spinto Damon a salvare Ariel :) Ce la faranno i nostri amici a salvare Ariel?
Vorrei ringraziare i lettori silenziosi, coloro che recensiscono, lasciando bellissime parole, coloro che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha tra gli autori preferiti :) Grazie!
Non mi resta che dirvi a Mercoledì ;)













  
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