Capitolo
33
<
Dovevo immaginare che l’inserimento di quella clausola
aveva un suo perché > dichiarò Klaus,
poggiando le spalle alla corteccia di
un albero.
Era passata una settimana da quando era venuto a prendermi e non ancora
si
decideva a uccidermi. Che stava aspettando?
< Una settimana, Klaus. E’ passata una dannata
settimana
e io sono viva! >
< Attendi così tanto la morte? >
< Certo che no, ma tu sei l’uomo dei patti ed eri
venuto
per questo >
< E se avessi cambiato idea? >
Inarcai un sopracciglio perplessa. < Non credo proprio >
< Già, hai ragione – si staccò
dal tronco, avvicinandosi
a me, seduta su di una roccia – Voglio darti una seconda
possibilità >
< Klaus, smettila di giocare e uccidimi! >
Mi alzò il viso con una mano, guardandomi negli occhi.
< L’amore
è proprio una brutta cosa, rovina tutti noi, anzi voi
>
Voltai di lato il viso stizzita. < Non so di cosa tu stia
parlando >
< Ah no? Quindi se avessi mandato una persona da Damon a
te non importerebbe? >
Mi alzai rapida in piedi. < Cosa? >
Mi diede un buffetto sulla guancia prima di darmi le spalle,
allontanandosi.
POV
Damon
La musica ad alto volume rimbombava per tutta la sala mentre, steso
comodamente
sul divano, mi godevo il mio amato Bourbon. Troppi pensieri passavano
per la
mia mente, tutti riconducibili a una sola persona. Ariel. Era sparita
nel
vuoto, scomparsa come se non fosse mai arrivata qui a Mystic Falls.
Mi ero allontanato dalla città per non vederla, non dopo
quello che mi aveva
detto. Andare a letto con Klaus, come aveva potuto?
<
Damon! > esclamò una Elena ansante, correndo in
sala. Tuttavia la guardai soltanto, senza risponderle e riempiendomi
nuovamente
il bicchiere. < Damon.. ma che? – si guardò
intorno – Sei ubriaco >
affermò, notando le decine e decine di bottiglie vuote
attorno al divano.
< Forse > Stando attenta a non urtare nessuna
bottiglia, raggiunse il divano, togliendomi subito dopo il bicchiere
dalle mani
e lanciarlo nel camino. < Ehi! > dissi arrabbiato. Come
si permetteva
questa stupida ragazzina di venire qui e disturbarmi? Meritavo anche io
di
avere i miei svaghi, e l’alcol era uno di questi!
< Dannazione, in questo stato non sei utile! >
< Lo sono mai stato? >
Mi guardò sorpresa e confusa. < Mi servi in te,
Damon,
non fatto di alcol! Dobbiamo andare a salvare Ariel. Klaus.. >
< Io non vengo > proruppi svogliatamente, mettendomi
comodo sul divano.
< Cosa? >
< Hai capito, io non vengo >
< Ti è dato di volta il cervello? Damon stiamo
parlando
di Ariel! >
< Appunto perché parliamo di lei non mi importa
>
Elena mi guardò allibita, passandoci una mano tra i capelli.
< Tutti sbagliamo, nessuno escluso. Come posso sbagliare io,
può sbagliare
anche lei! >
< Non andando a letto con il nostro nemico! >
< Tu andavi a letto con Katherine quando dicevi di
amarmi! – sbottò adirata lei, stringendo le mani a
pugno fino a far sbiancare
le nocche – Come puoi giudicarla quando hai fatto la stessa
cosa? >
Serrai la mascella, mettendomi seduto. < Io non vengo,
fine della conversazione >
< Tu.. Tu sei un.. – scosse il capo incapace di
continuare – fa come vuoi, noi andiamo a salvarla > Mi
riservò un’occhiata
di fuoco e ad ampie falcate uscì di casa, sbattendo con
forza la porta.
Salvare Ariel voleva dire che avevo ragione. Aveva venduto la sua vita
a Klaus
per salvare noi, ma questo non cambiava le cose. Era andata con Klaus,
mi aveva
tradito in tutti i sensi. O forse quel particolare le cambiava? Mi
alzai dal
divano, seppur barcollante, e mi diressi verso le scale, raggiungendo
il piano
superiore, la mia camera. Mi avvicinai all’immensa libreria
e, spostati alcuni
libri, trovai quello che cercavo.
*Flashback*
Festa grande a Mystic Falls. La giornata dei
Fondatori aveva riempito i
marciapiedi di bancarelle, le strade ospitavano innumerevoli sfilate e
la gente
era vestita come nel 1800. Ormai ero così abituato a quella
festa che non mi
sconvolgeva più, ma non potevo dire lo stesso di Ariel al
mio fianco. Si
guardava attorno incuriosita, osservando tutto quanto nei minimi
dettagli. Ignorando
la possibile F che Alaric le avrebbe rifilato per il non aver preso
parte alla
parata, Ariel era fuggita da quel progetto e ora camminava al mio
fianco,
stretta al braccio, per le strade in festa.
< Come è tornare ai
tuoi tempi una volta l’anno? > chiese lei, guardandomi
sorridente.
Quel giorno sembrava una bambina a cui avevano appena fatto il regalo
più bello
e desiderato del mondo.
Scrollai le spalle,
come se non mi toccasse. < Normale, ormai mi sono abituato
>
< Uffa, però! Non
sei divertente quando fai così! > borbottò
lei, mettendo il broncio.
Ghignai. < Quando
faccio altro, invece? > la provocai, beccandomi subito dopo una
gomitata in
un fianco.
Ad un tratto lasciò la
presa dal mio braccio, correndo verso una bancarella ad un angolo della
strada.
Quando la raggiunsi, la vidi concentrata a guardare quanto esposto.
Portagioie,
specchi e carillon d’epoca. Inclinò leggermente il
viso di lato, fissando i
carillon. Si piegò sulle ginocchia, tenendosi con le mani,
fino a quando il
naso non le toccò il bordo dello stand. < Visto
qualcosa che.. >
< Shhhhhh > mi
intimò, tirandomi alcuni colpi contro la gamba.
Avvicinò la mano ad uno dei
carillon, sfiorandolo con estrema delicatezza, quasi potesse rompersi.
< Signorina, sa che
questo carillon è la perfetta copia.. >
< Del carillon
della granduchessa Anastasia? – completò lei,
senza staccare gli occhi dal
carillon – Si, lo so >
Granduchessa
Anastasia? Uh, si, ricordavo la storia dei Romanov, gli zar della
Russia, e
della loro storia, tra cui quella misteriosa, tuttavia smentita, che
avvolgeva
la figura della più piccola dei Romanov, Anastasia.
< Vedo che è
informata – disse l’uomo – vuole sentire
la melodia? > chiese il venditore e
lei, illuminandosi maggiormente, annuì. L’uomo
prese un piccolo ciondolo e lo
inserì nella fessura del carillon, caricandolo. Appena
finì, il carillon si
aprì, rivelando la presenza di due piccoli omini che
dovevano essere lo zar
Nicola e, per l’appunto, Anastasia, danzare, muovendosi in
circolo. Le labbra
di Ariel si chiusero, formando una perfetta O e mostrando tutta
l’attenzione e
la meraviglia che quel piccolo oggetto suscitava in lei. Presero a
muoversi,
canticchiando a ritmo della melodia. Quando la melodia si interruppe,
sul suo
viso comparve un piccolo sorriso. < Glielo vendo a
metà prezzo perché noto
che ama molto i carillon, specialmente questo >
Ariel lo guardò
imbarazzata prima di scuotere il capo. < La ringrazia, ma non
posso >
Corrugai la fronte.
Perché stava rinunciando? Le piaceva, perché non
prenderlo? Si rimise in piedi
e, dopo aver ringraziato il venditore per averle fatto sentire la
melodia, si
allontanò dallo stand, avviandosi verso una panchina. No,
non riuscivo a capirla.
Mi voltai verso il venditore e glielo comprai io. Volevo fare qualcosa
di
carino per lei, qualcosa che la rendesse felice.
< Dammi la mano > le dissi una volta raggiunta.
Lei corrugò la fronte, tendendomi la mano sulla quale posai
il carillon, insieme
al ciondolo-chiave. Le labbra si schiusero, gli occhi si riempirono di
stupore
e incredulità. Chiudeva e apriva la bocca incapace di
parlare. Si umettò le
labbra e mi buttò le braccia al collo, stringendomi a
sé. < Grazie! Grazie!
Grazie! – si allontanò quel tanto che le bastava
per scoccarmi un sonoro bacio
sulle labbra – Io.. Dio, Grazie! >. La voce le tremava
leggermente, forse
non tanto leggermente, e gli occhi le brillavano. Fu il sorriso che mi
regalò,
però, a farmi capire che regalandole quel piccolo oggetto
l’avevo appena fatta
felice. Si, lei non sembrava una bambina, lei era una bambina. Una bellissima, stupenda bambina.
La stessa bambina che
mi stupì anni prima.
*Fine Flashback*
Le
ultime note della melodia risuonarono nella stanza,
riportandomi alla realtà. Non mi ero neanche reso conto di
aver caricato il
carillon e di star sentendo la melodia.
< Tu andavi a letto
con Katherine quando dicevi di amarmi! – sbottò
adirata lei, stringendo le mani
a pugno fino a far sbiancare le nocche – Come puoi giudicarla
quando hai fatto
la stessa cosa? >
Elena aveva ragione. Tutti potevano sbagliare e io ero il
campione degli sbagli. Non ricordo un giorno in cui non abbia commesso
qualche
errore. Avevo sbagliato con Elena e stavo sbagliando con Ariel. Aveva,
si,
ferito il mio orgoglio, la mia fiducia, ma non potevo non dare
importanza a
quello che stava succedendo in quel momento. Dare la sua vita per
salvare noi.
No, non potevo permettere che lei morisse senza fare nulla. Riposai il
carillon
al suo posto, là dove lo avevo confinato quando lo trovai
sul mio letto al mio
ritorno.
Presi
il telefono, componendo il numero di Stefan.
< Damon? >
< Dove siete? >
< Non siamo interessati ai tuoi monologhi – disse la
voce
di Elena. Doveva aver preso il telefono – Siamo occupati!
>
< Elena, voglio salvare Ariel >
< Sapevo che saresti rinsavito > disse lei,
sospirando.
< Allora, vuoi o no dirmi dove siete? >
< Vieni alla vecchia tenuta dei Lockwood, ci stiamo
riunendo lì > disse, chiudendo poi la chiamata.
Avevo una persona da salvare, una persona per me importante.
Si, Ariel era importante per me, lo era diventato giorno dopo giorno.
Non avrei
permesso a nessuno di portarmela via.
Spazio Autrice ( sempre per modo di dire )
Buongiorno e buona Domenica! Sappiate che sto a lutto, non seriamente
chiariamo.. diciamo solo che ho letto una notizia, non
canfermata, riguardante TVD.. JoMo non sarebbe stato confermato per la
Season4 .. Se sarà così, mi metto a lutto in
eterno, oltre a fare una mega maratona JoMo v.v
Ma passiamo al capitolo.. Allora, prima di tutto.. Sappiate che mancano
esattamente 1 capitolo e l'epilogo, ebbene si.. Domenica prossima Woa
finirà.. Meglio non pensarsi, su.. Allooora..
Ariel è ancora viva sebbene sia passata una settimana, non
sappiamo perchè.. Klaus è lunatico, lo sappiamo
bene.. I nostri amici decidono di pensare ad un piano per salvarla, ma
di questo ne parleremo nel capitolo di Mercoledì.. L'unico
che non è intenzionato a salvare Ariel è proprio
Damon.. Quel flashback mi piace tantissimo, ed è stato bello
scriverlo pensando che quel ricordo sarebbe stato il motivo che avrebbe
spinto Damon a salvare Ariel :) Ce la faranno i nostri amici a salvare
Ariel?
Vorrei ringraziare i lettori silenziosi, coloro che recensiscono,
lasciando bellissime parole, coloro che hanno messo la storia tra le
preferite/seguite/da ricordare e chi mi ha tra gli autori preferiti :)
Grazie!
Non mi resta che dirvi a Mercoledì ;)