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Autore: almeisan_    17/04/2012    3 recensioni
E se Elena Gilbert, l’ultima doppelgänger Petrova, stretta in un triangolo fatale, avesse una sorella gemella, totalmente dissimile da lei? E se questa sorella, Nicole, fuggita da Mystic Falls anni prima e di cui non si hanno più notizie, fosse una strega discendente da una delle più importanti dinastie di Salem? E se Klaus, l’ibrido invincibile, proprio per questo cercasse il suo appoggio?
Questa storia si ambienta nella terza stagione, per cui ci sono spoiler per chi dovesse ancora vederle, dall’episodio 3x03 e ha come protagonisti prevalentemente la famiglia Gilbert e quella degli Originari, come sfondo la cittadina di Mystic Falls attraversata dalle morti e dagli scontri soprannaturali e i suoi abitanti.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3
Come back home

Il Sole era sorto da alcune ore quando Rebekah, seduta accanto al fratello, sul sedile anteriore del camion contenente la sua famiglia, fu in grado di vedere le prime luci della cittadina in cui era nata molti secoli prima. Era cambiata sin troppo. Uno sbuffo annoiato fuoruscì dalle labbra bagnate da un rossetto chiaro e quasi invisibile. Klaus si voltò per guardarla, rivolgendo un’occhiata incuriosita.
« Cosa c’è, sorellina?» le domandò in un sussurro amichevole. La vampira scosse il capo, lasciando che alcuni boccoli color del Sole le coprissero le guance lievemente rosate.
« In novant’anni è cambiato tutto, eh?» chiese tentando di assumere un tono ironico, ma, in verità, ciò che si poteva leggera era soltanto nostalgia. Klaus fermò il camion, lì, sul Wickery Bridge, il ponte per accedere al centro della città. Si volse verso Rebekah e le prese il volto tra le mani, carezzando con le delicatezza i suoi zigomi arrotondati, di bambina quasi, quella stessa bambina che aveva visto con meraviglia nascere e divenire una fanciulla di un’avvenenza tale da attirare gli sguardi della maggioranza dei giovani del villaggio, sebbene non ne avesse mai scelto uno. Aveva gusti difficili, Rebekah, sin da quando era ancora umana. Non si era mai accontentata di nulla, cercava il vero amore, un’anima affine che avrebbe potuto colmare il vuoto nel suo cuore indomito.
« Non preoccuparti, Bekah. Sistemeremo tutto e saremo felici. La nostra famiglia sarà nuovamente unita. Te lo prometto,» mormorò prima di poggiare la fronte sulla sua e sorriderle. La vampira annuì e gli sorrise di rimando. Soddisfatto, suo fratello tornò a guidare il camion, raggiungendo il centro della cittadina.
« Cosa ne farai di quella strega?»
« Conosco la sua famiglia. È una Bishop. Ha potere, ma è giovane e inesperta. Gloria non avrà voluto insegnarle nulla di imponente per paura di poter attirare l’attenzione e lei stessa sa tutto. Aveva un’espressione terrorizzata quando l’ho nominato,» ricordò l’ibrido, accostando nella via principale. Rebekah annuì e scese dall’auto, seguita da Klaus.
« Vedrò di scoprire qualcosa,» annunciò vicino la portiera posteriore prima di guardare verso la piazza con uno sguardo stizzito, « Cielo, questi umani. Non hanno un minimo di gusto nel vestire,» aggiunse osservando una ragazzina con una minigonna cortissima che lasciava poco e nulla all’immaginazione. Klaus rise di gusto, scosse il capo esasperato, poi entrò nel camion dopo aver sentito sua sorella allontanarsi. Stefan era disteso accanto alla tomba di Kol ed era ancora svenuto, anche se stava per riprendere i sensi. Spostò lo sguardo verso dei capelli biondi distanti di qualche centimetro da Finn. Nicole era stesa su un fianco, immobile, anche se il respiro regolare le gonfiava il petto a intervalli normali. Si avvicinò a lei e si accomodò sulla superficie lignea che conteneva suo fratello maggiore, morto da troppo tempo per poter ricordare il suo volto. La strega si mosse leggermente, attirando la sua attenzione, e dalle sue labbra a cuore sentì provenire un mugugno stanco e sofferente. La vide portarsi la mano sul collo dove il segno del morso era ancora evidente e i due fori risaltavano come rubini sulla sua pelle candida e lattea.
« Ben svegliata. Hai dormito di meno rispetto a Stefan,» la salutò divertito con un sorriso affascinante sulle labbra carnose. Nicole, con gli occhi semichiusi per il dolore, si voltò di scatto verso la direzione della voce e lo vide, in tutto il suo splendore, meravigliosamente avvenente come un angelo della morte. Ne ebbe paura e arretrò verso la parete, portando le gambe al petto. Volse poi lo sguardo al vampiro e sgranò gli occhi. Doveva aver sofferto tantissimo. Anche se era intorpidita e sentiva le ossa doloranti per la scomoda posizione in cui era svenuta, si alzò, combattendo contro il capogiro e la stanchezza, e avanzò verso Stefan, scuotendolo e chiamandolo per nome molte volte, fino a che non riaprì gli occhi verdi e brillanti. La osservò confuso per un attimo, poi vide i segni sul suo collo e comprese. Si mise a sedere e Nicole si scansò per fargli incontrare lo sguardo dell’ibrido visibilmente irritato e, nel contempo, rilassato e allegro, completamente abbandonato contro la parete del camion.
« Posso spiegarti, Klaus,» mormorò cauto, alzando la mano e avvicinandosi maggiormente a Nicole, come per proteggerla da un suo eventuale attacco. La strega gli fece segno di tacere e gli rivolse uno sguardo colmo di dispiacere e dolore. Aveva le lacrime agli occhi. Aveva tradito Elena e John, per non parlare di se stessa. Aveva rovinato tutto e, se fosse accaduto qualcosa a Elena, sarebbe stata solo colpa sua.  
« Risparmia il fiato, Stefan,» esclamò Klaus, issandosi in piedi e avanzando verso l’uscita, « La bella ragazza al tuo fianco mi ha già raccontato alcuni particolari che a te erano sfuggiti,» continuò divertito. Stefan volse lo sguardo verso Nicole che aveva il capo chino, ma, nonostante ciò, era in grado di scorgere una lacrima salata le rigava la guancia. Le sfiorò la mano per consolarla, poi si alzò, aiutandola a fare lo stesso e sorreggendola quando le gambe sembrarono cederle. Le ombre sotto i suoi occhi e il pallore sulle sue gote mostravano che doveva aver perso molto sangue, non tanto da aver bisogno di una trasfusione, ma aveva bisogno di riposare e quella situazione non gliene dava la possibilità. La strinse quasi a sé e le circondò la vita con un braccio. Klaus sollevò la portiera, generando un rumore stridente, mostrando una cittadina assolata e vivace.
« Bentornati a Mystic Falls, miei cari,» enfatizzò l’ibrido. Stefan si schermò gli occhi per la luce accecante e Nicole sospirò pesantemente, rialzando il capo per guardare le vie in cui era cresciuta. Deglutì a vuoto. Tornare in quella città le faceva sanguinare il cuore, riaprendo vecchie ferite mai del tutto rimarginate. Eppure si sentì nuovamente a casa, sebbene avesse dinanzi il diavolo in persona. Si ricordò della vampira bionda e si guardò intorno. Spalancò gli occhi chiari e dalle labbra fuoriuscì una lieve imprecazione. Quelle che vedeva erano bare, quattro per l’esattezza. Si domandò chi fosse così folle da portarsi dietro delle bare. Klaus rise e riportò l’attenzione su di sé. Aveva riabbassato la portiera del montacarichi per evitare che la gente vedesse ciò che era all’interno, riportando il buio nell’abitacolo.
« Ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto,» ruppe il silenzio Stefan, sempre attento a non far irare maggiormente l’ibrido. Un riso lieve fu l’unica risposta che ebbe prima che gli si avvicinasse pericolosamente e gli spezzasse il collo. Nicole urlò e lo sorresse, puntando i piedi contro la superficie liscia e grigiastra che era il pavimento per impedire che cadessero entrambi. Sentì le sue labbra fredde e leggermente schiuse sul collo e lo fece accomodare contro la parete stringendolo per i fianchi.
« Perché?» domandò atona, nessuna emozione. Persino la paura era scomparsa quando era tornata a fissarlo. Klaus incrociò le braccia al petto e sorrise languidamente.
« Continua a mentire e sono stanco di altre bugie, sweetheart. Spero che tu sia più intelligente di lui e finisca la tua appassionante storia,» affermò andassi a sedere su di una cassa dal colore diverso dalle altre, di un grigio metallizzato. Nicole lo seguì con la coda dell’occhio prima di volgere anche il capo e digrignò i denti per non urlargli contro.
« Penso che tu sappia già tutto, Klaus,» sussurrò, invece, accomodandosi accanto a Stefan, poggiando la sua mano calda su quella fredda del vampiro esamine.
« Oh, questo è poco ma sicuro, tesoro, però vorrei avere una piccola, minuscola conferma,» aggiunse con più rabbia, abbandonando il divertimento nella sua voce calda.
« Mia sorella è viva, se è questo che vuoi sapere,» mormorò, arrendendosi. Sarebbe stata questione di tempo e avrebbe scoperto anche il resto. Non poteva far nulla per impedirglielo e, forse, se gli avesse detto la verità, avrebbe avuto più possibilità di salvare la sua famiglia e la sua città.
« Come?»
« Mio padre si è sacrificato per lei. Dopo che tu l’hai uccisa, ha chiesto l’aiuto di Bonnie per far sì che la sua vita scorresse nelle vene di sua figlia,» raccontò, chiudendo gli occhi, a fatica, con una voce inudibile per il dolore che le stava tormentando l’anima. Dover rivelare uno dei momenti più traumatici che aveva vissuto a un perfetto estraneo, inoltre che non avrebbe esitato nel farle del male se avesse mostrato un attimo di cedimento, era una tortura a cui aveva dovuto necessariamente sottoporsi, ma che avrebbe volentieri evitato. Riaprì gli occhi. Non doveva abbassare la guardia. L’ibrido aveva le mani giunte dinanzi al volto e la osservava soddisfatto dalla risposta,
« Voi streghe ne sapete una più del diavolo,» affermò sornione prima che il suo sguardo divenisse più plumbeo, « Avevi un buon padre, da quel che ho potuto intendere,» aggiunse con più amarezza. Nicole aggrottò le sopracciglia, sorpresa da quel bagliore di umanità che aveva scorso nelle sue iridi, e Klaus rise, ma senza allegria.
« Oh, non sono solo l’ibrido folle che ti hanno dipinto le tue amiche, sweetheart,» soggiunse con malizia, avanzando verso di lei e chinandosi, avvicinando il volto al suo. Stupita da se stessa, Nicole non indietreggiò. Sapeva che non le avrebbe fatto del male, non in quel momento. Sbatté le palpebre per indurlo a continuare, ma un rumore fragoroso la riscosse, facendola sobbalzare. Klaus si issò in piedi e lasciò entrare sua sorella prima di oscurare l’ambiente. Rebekah si sedette, senza dir nulla, sulla bara dove prima era poggiato Klaus e poi la osservò prima di passare a Stefan.
« Non si è ancora svegliato?» chiese, annoiata, accavallando le gambe snelle e nude e sporgendo le labbra in un broncio infantile.
« Sì, ma mi aveva stancato. Mente mentre la ragazza credo sia molto più sincera. Mi ha raccontato una toccante storia di famiglia,» spiegò Klaus sedendosi su di un’altra bara, quella che aveva accanto quando si era destata. Rebekah annuì e sorrise con ironia.
« Mio padre è morto,» sibilò tra i denti Nicole, guardando davanti a sé per non esternare la collera. Una lacrima sfuggì dal suo controllo e la asciugò prontamente, quasi facendosi male, « Per salvare sua figlia. Ha abbandonato tutto quello che aveva per il suo bene.»
« Anche te,» la interruppe Klaus. Nicole rimase in silenzio e scosse il capo, issandosi in piedi e avanzando verso l’uscita. Non le era mai piaciuto il buio. V’erano troppe ombre misteriose che la terrorizzavano sin da bambina, troppe immagini che solo lei era in grado di avvertire e di cui non aveva mai potuto parlare con nessuno, per timore che la giudicassero diversa e l’abbandonassero a se stessa.
« Non è così. Ti sbagli,» mormorò ancora dando le spalle ai due, « E, anche se fosse, avrebbe fatto la cosa giusta,» aggiunse tra sé, come per convincere se stessa e non l’ibrido.
« Cosa facciamo, Nik?» domandò Rebekah, interrompendo quella discussione inutile.
« Ti andrebbe di rivedere la tua vecchia scuola, mia cara?» domandò Klaus, alzando di un tono la voce per farle intendere che stava parlando con lei. Nicole si volse di scatto e scosse il capo. Bonnie, Caroline, Matt, Jeremy, Tyler, Elena. I suoi più fidati amici. Klaus voleva mettere in pericolo tutti loro e voleva che lei fosse presente.
« Per favore,» lo implorò, soffocando la magia che le stava mormorando di attaccare e difendere coloro che amava. Non l’avrebbe mai sconfitto. Klaus le sorrise gentilmente e le andò incontro, posandole una mano sulla guancia. Le sarebbe parso un atto dolce se la persona fosse stata diversa.
« Non fare così, Nicole. Sino a quando non saprò se la teoria che ho in mente sia vera o falsa, non ucciderò nessuno. Te lo garantisco. Però io e te dobbiamo fare un patto,» affermò sottovoce, come se fosse un segreto che dovevano mantenere. Rebekah alzò il capo, incuriosita. Suo fratello era imprevedibile, la sua mente un mistero per tutti coloro che avevano tentato di comprenderla, captare anche un solo minimo particolare. Nicole non si scostò da lui e socchiuse gli occhi, serrando le labbra.
« Ti ascolto,» mormorò quando non lo sentì continuare. Klaus sorrise soddisfatto e la carezzò. La pelle delle sue mani era morbida, come un guanto, e scivolò sulla sua con grazia ed eleganza, scatenandole un brivido lungo la spina dorsale che celò agli altri due. Era totalmente insensato e non doveva lasciare che la sua mente vagasse per sentieri inadeguati. Doveva rimanere vigile.
« Accetta di essere mia alleata, insieme saremmo una forza dirompente contro le menzogne vigenti in questo mondo maledetto, e io ti mostrerò la realtà della tua magia, l’essenza del tuo essere, la potenza di una strega del tuo calibro,» esclamò, enfatizzando ogni parola, imprimendo quella prospettiva nella sua mente. Sarebbe stato meraviglioso, Klaus aveva ragione. Era quasi in procinto di accettare quando un paio di occhi da cerbiatto, grandi e scuri, dolci e magnanimi, le apparvero dinanzi agli occhi. Elena. La sua famiglia. Scosse il capo con forza e arretrò, allontanandosi da lui. No. Si accorse di averlo urlato quando vide gli occhi di Klaus spalancarsi dall’incredulità.
« Non tradirò la mia famiglia un’altra volta,» affermò, portandosi i capelli dietro le orecchie e trattenendo a stento un singulto. Klaus serrò la mascella e tutto lo stupore scomparve nelle sue iridi chiare e bellissime. Per un folle, unico, istante pensò che la stesse nuovamente per attaccare e furono altri gli occhi che scorse dinanzi a sé, incredibilmente più dolci, amorevoli, sinceri, limpidi come acque di laghi incontaminati. Gli occhi di suo padre. Quello stesso padre che aveva perduto all’inizio dell’estate e che voleva con tutto il suo cuore ritrovare. Era uno dei motivi per cui si era recata da Gloria: se fosse stata più potente, avrebbe potuto invocare gli spiriti celesti per far sì che tornasse. Klaus schiuse le labbra e sorrise, abbandonando l’ira e la collera.
« Comprendo. Spero di riuscire a farti cambiare idea. Sarebbe un peccato sprecare tanta magia. Le Bennett sono streghe meravigliosamente potenti, ma le Bishop sono le più forti che io abbia mai conosciuto e, credimi, in mille anni mi sono confrontato con numerose dinastie,» mormorò, avvicinando nuovamente il volto al suo, quasi sfiorandole le labbra con le sue.
« Nik, queste chiacchiere mi stanno annoiando,» esclamò Rebekah riportando l’attenzione su di sé. Klaus le sorrise ammaliatore prima di volgere il capo verso la sorellina ancora accomodata sulla bara, intenta a guardare Stefan. L’ibrido avanzò verso di lei e le sfiorò i boccoli biondi, carezzandoli con affetto fraterno.
« Vuoi andare a fare compere, sorellina?» Rebekah annuì. A Nicole sembrò di aver dinanzi a sé una bambina e non una vampira sanguinaria. Sorrise quasi senza accorgersene. Ricordava ancora quando lei stessa faceva i capricci e suo fratello, il piccolo Jeremy, l’accontentava. Il battito del cuore le si accelerò. Nel rimembrare la sua famiglia aveva per un attimo dimenticato Jeremy, il bel ragazzo timido e sensibile, che arrossiva spesso, a ogni complimento, e amava con tutto il suo essere. Somigliava a Miranda, Jeremy, così dolce e tranquillo, ma anche a Grayson, timido ed eccezionalmente perspicace. Un movimento occupò il suo campo visivo e volse lo guardo verso Stefan che si stava riprendendo. Klaus si avvicinò e, intendendo le sue intenzione, Nicole avanzò verso di lui, stringendogli con forza l’avambraccio pronto a colpire. L’ibrido la guardò e digrignò i denti, dalle sue labbra provenne un sibilo basso e terribile.
« Non fargli ancora del male,» sussurrò lieve e spaventata. Era un vampiro, ma era pur sempre in grado di percepire il dolore di un collo spezzato e non voleva che soffrisse ancora. Non voleva avere un’altra persona sulla coscienza. Klaus avrebbe potuto liberarsi in ogni momento, senza il minimo sforzo, ma la guardò prima di sorridere. Era bello come un dio pagano, meraviglioso e perfetto, imponente, ma falso, terribilmente ipocrita ed egoista, malvagio come un demone dell’Inferno più nero.  
« Addirittura un demone, sweetheart?» le domandò in un sussurro dolce. Nicole sgranò gli occhi chiari e il respiro le si spezzò. Poteva udire i suoi pensieri, « Oh sì, Nicole. Sai, noi vampiri Antichi abbiamo molte più capacità rispetto a quelli che abbiamo creato,» le rivelò mentre dalle labbra di Rebekah fuoriusciva un leggero riso, divertito e ironicamente affascinate. L’aveva potuta sentire sino a quel momento. Tutti i pensieri su Elena, John, Jeremy, i suoi genitori adottivi, le sue amiche, Stefan. Su Klaus stesso. Gli lasciò il braccio e indietreggiò di un passo. Klaus avanzò costringendola a rimanergli dinanzi, sfiorandola con le sue vesti bianche e fine, « Quando nelle nostre vene scorre il sangue di un umano, possiamo percepire la sua forza vitale, la sua essenza, possiamo slegare i fili nella sua mente e arrivare sino al cuore, scoprendo i segreti più taciuti del suo animo,» le spiegò. Nicole si ritrovò ad annuire. Era spettacolare, unico, straordinario, decisamente attraente. Un potere immenso, sconfinato, senza fine. Klaus si chinò e spezzò il colo del vampiro, facendo rimanere immobile sotto di sé. Nicole non se ne accorse nemmeno, così presa dai suoi pensieri.
« Tu sei affascinata dal potere, vero?» le domandò Rebekah, scuotendola da quel torpore in cui era caduta. Arrossì, Nicole, incapace di negare, troppo imbarazzata per affermare che era la verità.
« Chi non lo è?» esclamò Klaus incamminandosi verso l’uscita per lasciare che il Sole caldo del pomeriggio occupasse il camion, rendendo tutto più luminoso. Rebekah ridiscese e Klaus si volse verso la ragazza ancora di spalle. Non riusciva più a captare i suoi pensieri perché la sua mente era vuota, sgombra. Si accorse dello sguardo interrogativo di sua sorella e le sorrise.
« Nicole, non ti piacerebbe fare un giro nella tua vecchia cittadina?» le domandò. La ragazza si volse verso di lui e annuì, uscendo anch’ella dal camion. Il Sole le illuminò la pelle candida e un caldo senso di protezione le scorse nelle vene. Era a casa, « Vi prego di tornare per questa sera,» continuò l’ibrido, riportandola alla dura realtà. Senza aspettare una risposta, richiuse la portiera.
« Ci sono dei bei negozi, qui?» La voce di Rebekah era allegra e il sorriso sul suo volto angelico era rassicurante. Nicole le sorrise di rimando, l’aveva giudicata male all’inizio.
« Sì, non sono certo ai livelli di Richmond né, tanto meno, a quelli di Chicago, ma ce ne sono due davvero carini e non molto lontani da qui,» comunicò prima di cominciare a camminare per la via principale, guardandosi intorno. Nulla era cambiato, né le vetrine né l’atmosfera di una tranquilla città della Virginia. E nemmeno le persone. Durante il tragitto incontrò gli sguardi di alcuni membri del Consiglio e sospirò. La vampira se ne accorse, ma non disse nulla. Se si fosse sparsa la voce che era nuovamente tornata a Mystic Falls nonostante le fosse stato proibito categoricamente, le conseguenze sarebbero state gravissime. Richard Lockwood era morto e Carol l’adorava sin da quando era bambina, ma v’erano ancora tante famiglie che non l’avrebbero mai accettata per quello che era. Rebekah avanzava al suo fianco, in silenzio, e Nicole la condusse in una via laterale in cui spiccava un’insegna colorata contraddistinta da disegni d’abiti per ogni occasione. Era un ampio negozio giovanile, in cui spesso era andata a fare shopping con le amiche. Trascorsero lì tutto il pomeriggio, indossando la quasi totalità degli abiti più belli. Infine avevano in mano più di una decina di sacchetti di carta contenenti, per la maggior parte, jeans e magliette e anche qualche vestito più sofisticato e costoso per Rebekah. Sembrava più felice, la vampira, come se lo shopping le giovasse, e anche Nicole, dimentica di tutto, era sorridente, ma non tranquilla né allegra. Aveva, però, bisogno di una pausa dal resto del mondo. Avevano parlato come due ragazze normali, si erano fatte i complimenti e avevano riso dei cappelli buffi e degli abiti troppo corti. Normalità, la sensazione che le era più mancata in quegli anni. L’ansia e la paura ritornarono subito, non appena rivide il camion parcheggiato. La sera era discesa sulla città e più nessuno passeggiava per le sue vie. Le vetrine dei negozi e dei bar erano sbarrate e le loro luci spente. Solo i lampioni gettavano bagliori soffusi in quella notte senza stelle.
« Tu mi sei simpatica,» esordì Rebekah, facendole cenno di fermarsi. Nicole stava per ribattere quando la vampira la interruppe, « Ma non tentare di fregare mio fratello né me. Vuoi salvare tua sorella, lo comprendo. Io stessa farei di tutto per la mia famiglia.  Però, ciò che Niklaus odia di più è il tradimento. Non vorrei che ti ritrovassi con la gola squarciata. Sembri una brava ragazza e conoscevo tua nonna, Kloe.»
« Era la mia bisnonna,» mormorò, ricordando la donna di cui aveva sentito parlare nei racconti di famiglia. Rebekah annuì e le fece cenno di avanzare. Aveva compreso il concetto, ma non per questo lo avrebbe rispettato. Avrebbe fatto ciò che le avrebbe detto Klaus, ma non si sarebbe piegata al suo volere se quello avesse significato la morte di Elena. L’avrebbe protetta a ogni costo. Nessuno più avrebbe fatto del male alla sua famiglia.

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Salve a tutte e buon pomeriggio. Questo terzo capitolo è di passaggio, un raccordo tra le puntate 3x04 e 3x05. Ho introdotto questa nuova capacità degli Originali, quella di poter leggere i pensieri  se all’interno del loro corpo è presente il sangue della persona, che sarà molto utile per Klaus nei prossimi capitoli e un piccolo assaggio del rapporto tra Nicole e Rebekah, così come quello con Stefan. Ringrazio tantissimo i lettori silenziosi, chi ha inserito la storia tra le seguite e le ricordate e chi ha recensito lo scorso capitolo. Un bacio, almeisan_

  
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