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Autore: Kodamy    12/11/2006    17 recensioni
Sakura ormai si era rassegnata al vederlo tornare a casa da morto.
C’era voluto tanto per convincersene…
… non tornerà più, vero?
… ma ce l’aveva fatta. A malincuore, ma ce l’aveva fatta.
Mai più.
Allora perché…?
Perchè lui aveva deciso di infrangere quella convinzione, così tenacemente costruita?
Perchè l'aveva tentata con un ritorno a lieto fine, per poi...
… Non era giusto.
Non era affatto giusto.
[SakuSasu]
Conclusa.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A/N :

-         Miyu, Kazuha-chan e SasuSaku : Ehm… Non capisco perché Sasuke-kun non possa non avere un occhio. E’ anche vero che nel corso della fic l’ho distrutto fisicamente, partendo dal braccio, occhio, paio di cicatrici qui e lì… Ma se le è andata cercando. Trovo ancora più assurdo che abbia sostenuto un combattimento con Itachi senza risentirne davvero. E’ di Itachi che stiamo parlando °.° E ne è uscito vittorioso, ma bruciacchiato e senza un occhio. Sono i casi della vita, no? O.o Sakura lo ama lo stesso, che sia senza occhio o con due occhi, o bellissimo o ormai fatto a pezzi: lei è passata oltre la fase “superficiale” dell’amore. Per lei Sasuke-kun rimane Sasuke-kun.

-         DarthSteo : amore eterno è una parola grossa XD Penso che Sakura ci sia arrivata da qualche capitolo, Sasuke ci arriverà a breve. Ha pur sempre bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi e vivere, no? Non mi sembra qualcuno da vivere senza scopo. O.ò Se si tratta di aggrapparsi all’amore, che sia quello…. Forse XD

-         Helen Lance : Sakura ha un po’ sempre fatto piccoli miracoli qui e lì. Tipo sopravvivere quando era piccola e inutile. Era la più debole, ma anche quella che ne usciva meno menata -.- Beata pucciosità, è protetta dal WWF… Ehm si u.u

-         RoSs [ ahr! *_* ] : ti prego, non esaurire amorah! °__° Se ti fa questo effetto, basta, non voglio più recensioni da te XD Cristo, erano davvero cuoricini quelli? °_° [Va a controllare: si, sono proprio cuoricini °_° *li evita come Sakura con i cuoricini di Rock Lee*] Oh no! Dovrò rimediare immediatamente! Immediatamentissimamente! [Qualunque cosa poco lovelove accada da ora in poi, è colpa tua XD * scarica la colpa… scheeerzo u.u]. Il nostro caro Naruto cuoco di fiducia… più che altro, Sakura era in ospedale, fuori gioco. Usciva dall’ospedale, e sarebbe stata tutta un “Come hai osato far morire Sasuke-kun di faaame!?!”. Ecco. Non ci ha messo tanto impegno nel cucinare… si tratta solo di riscaldare le scorte di ramen. Per il sushi e i dango, li compra strada facendo, figurati se si disturba. [ Sasuke diventerà per caso un Ramen – maniaco? °_° Sacrilegio!] Tu ed infantile nella stessa frase… mi sembra inconcepibile XD. Io l’ho sempre pensata come Kakashi… a dire il vero non posso far a meno di vedere Sasuke come il più infantile, talmente attaccato al passato, ai ricordi del passato. Si trova senza punto su cui basare l’equilibrio, è normale che cada, no? Mi sto incasinando. Ti amo lo stesso, però °_°

 

Un grazie mille anche a Shuriken e Natsumi90 >.< Vi adoro ò_ò” [Probabile che nella nota finale risponda ad altri. Dipende da quando arrivano, se prima o dopo che inizio a scrivere XD]

Canzone per questo capitolo è : “ It Ends Tonight – The All American Rejects “ Se state pensando che come titolo non è propiziatorio... ehm. Lieto fineeee, dove seiii? *_* Ah eccolo. Sisi, è ancora lì. Tutto sotto controllo >.<
Ah si. Tecnicamente ormai gli incipit son diventati Flashback gratuiti. Amen U_U

 

 


 

Di nuovo quella stanza dell’ospedale. Questa volta, in quel letto asettico, c’era lei.
Ma lui non era seduto su quella sedia, lì accanto.
Avrebbe dovuto essere lì, eppure non c’era.
[ Io ho passato settimane accanto a te, Sasuke-kun. ]

Distesa a pancia in giù su quel materasso sottile, con l’indice disegnava delicati ghirigori sul cuscino.
All’inizio, non dormiva. Si addormentava, un’oretta scarsa.
Ed erano gli incubi a svegliarla.
[Le facce non sono fatte di cera.]
Avevano iniziato a farla dormire con la forza – “Hai bisogno di riposo.”
Era stato utile, si stava rimettendo più in fretta.
Ma era sola. E star da sola non le piaceva.
[ S e t t i m a n e, Sasuke-kun. ]

Lui non era venuto. Non era venuto neanche Naruto.
La compagnia, in quei primi giorni, era solo di Ino. ( Anche se Shizune le aveva detto che Kakashi-sensei era venuto a trovarla mentre dormiva. Si era seduto in un angolo della camera, e aveva letto “Il Paradiso della Pomiciata – Versione Deluxe”. Poi si era seccato, ed era andato via prima che lei si svegliasse. Sapere questi particolari un po’ la rincuorava, le faceva sapere che tutto andava come prima, lì fuori. Nel mondo reale. )

Ino ogni giorno le portava una cosmea. Diceva che erano le ultime della stagione, ora che l’inverno si avvicinava.
[ Sono quasi tre mesi che sei qui, Sasuke-kun. ]

Ino le chiedeva sempre come andava.
Sakura rispondeva che si stava ammalando di s o l i t u d i n e.
Ino sorrideva, e le scompigliava appena i capelli.
”Guardati, Sakura… sembri un fantasma.”
”…”
”Andrà tutto bene. La tua schiena sta guarendo.”
”Tsunade-hime…?”
” Sta chiusa nel suo ufficio. L’avete messa nei guai con il consiglio, voi due. Ma dico, cosa diavolo avevate in testa? Non me ne hai neanche parlato…“
”Perché loro non sono qui?”
”Naruto afferma che se lascia Sasuke morire di fame, tu lo uccideresti. E Kakashi lo sta tenendo sotto con gli allenamenti. Dice che ha bisogno di sfogarsi, perché quel giorno non ha fatto nulla.”
” … morire di fame?”
” Sta facendo i capricci, come al solito. Naruto dice che lo becca mugugnare il tuo nome nel sonno, e che ti aspetta. Quando non mugugna quello di Itachi, beninteso. Credo tu sia salita nella sua scala di considerazione.”
” … “
Sakura sorrideva, e nascondeva quel sorriso fra le coperte candide.
” Ma non è venuto. “
” Credo ti stia aspettando. E’ un tale bambino viziato. Lo hai viziato tu, a stargli sempre accanto, fronte spaziosa!”

 

XI – It ends tonight.

 

 

“Sakura, ti ho fatto una domanda, non hai bisogno di fare un intero discorso. Già di tempo ne ho ben poco, se tu me lo fai perdere a questo modo, sono proprio…”

“Ma Tsunade-hime, lei mi ha fatto una domanda. Vuole che le risponda, o no?”

“Non alzare il tono a quel modo con me, ho mal di testa.”

“Se aveva mal di testa, poteva chiamarci anche un’altra volta.”

“Certo, così il consiglio avrebbe voluto la vostra e la mia, di testa.”

Sakura si era quasi scordata della presenza di Sasuke, poggiato al muro, in angolo.
Si sarebbe potuto dire che tentava di passare il più inosservato possibile.
Con due personalità come quella di Sakura e quella della Godaime in disaccordo su qualcosa, era fin troppo facile.
Sakura qualche minuto prima – sembravano passate ore – aveva iniziato un bel discorso sul perché si era comportata a quel modo. Con voce determinata e sicura, che nello stato di salute in cui si trovava in quel momento, non le si addiceva per nulla.

L’abbiamo preparato io e Naruto ieri, e nonostante questo, non è venuto neanche tanto male.

Ma se lei non vuole ascoltare nulla… cosa vuole?

Ma fin dalla sera prima, dopo quella discussione a cuore aperto, Sasuke-kun le era sembrato ancora più abbattuto di prima. Dopo i primi sorrisi -

Quanto lo amo quando sorride…

- si era chiuso nei suoi pensieri.
Lei sentiva lo sguardo di lui perforarle la nuca, eppure il ragazzo evitava sempre i suoi occhi.
Quando le parlava, erano discorsi vaghi.
Parlava di tutto e di niente, lasciava che a parlare fosse lei.
Non respingeva alcuna espressione di affetto, ormai : ma sembrava sempre più riluttante a ricambiarle.

“Sakura. Io avevo dato un’istruzione precisa. Un ordine preciso. Tu l’hai ignorato. Vorrei sentire la tua difesa, e non c’è bisogno di un discorso imparato a memoria. Siamo solo noi, sono la tua maestra. Ti conosco abbastanza bene da capire se sei spontanea, o se stai cercando di confondermi con un giro di parole. Perché?”

“ … ma mi è stato insegnato così, Tsunade-hime: … nel mondo esistono delle regole e chi le infrange è considerato feccia. Ma chi non tiene da conto i propri compagni è feccia della peggiore specie. E’ stata la prima lezione che Kakashi-sensei ci ha insegnato, e non la dimentico così facilmente, io.”

Se questo vale per i proprio compagni… vale mille volte di più per la persona amata.
Ne, Kakashi-sensei?

Una piccola ruga si formò fra le sopracciglia corrucciate della Godaime, che si limitò a sospirare e distogliere, per la prima volta, lo sguardo su Sasuke. Lui lo teneva fisso sul pavimento, e non disse una parola.

“ Tsunade-hime, lei lo sapeva che non avrebbe resistito a quel…”

“Avanti.” La interruppe la Godaime, sollevando lo sguardo. Sakura si voltò accigliata verso la porta, non poco indispettita dall’essere stata interrotta.

Tsunade, tu non mi vuoi sentire davvero.
Sai già perché l’ho fatto.

Non sei davvero arrabbiata con me.

Allora perché tutta questa pantomima?


Your subtleties
They strangle me
I can't explain myself at all.

 

Discretamente, Gatto e Aquila -

Chissà se sono gli stessi di quei giorni all’ospedale.

- si affacciarono alla porta dell’ufficio. Imperscrutabili, nelle loro maschere del mondo animale. Vide con la coda dell’occhio Tsunade che annuiva, ed i due entrarono nella stanza. Gatto teneva stretta al braccio una piccola pezza blu scuro, tinta di sangue. Stava sanguinando, ma era composto più che mai.

Ignorando del tutto lei e Sasuke-kun, si avvicinarono alla Godaime, parlando a voce bassa, poco più d’un sussurro.
Nella fessura creatasi fra i due, Sakura vedeva la Quinta Hokage annuire, di tanto in tanto.
Aria grave, sul volto.
Di quello che ho da dire non ti importa niente. Lo sai già, e non sei arrabbiata.
Per il consiglio, allora? Ma perchè?

Con un sospiro, si voltò verso Sasuke-kun, che osservava la scena con la fronte aggrottata, da sotto le medicazioni che gli fasciavano le tempie e l’orbita vuota. Espressione fin troppo preoccupata.

Sasuke-kun non si preoccuperebbe mai per un incontro con l’Hokage.

Sasuke-kun è preoccupato. Tsunade-hime è preoccupata.

Sanno qualcosa che io non so.

Perché io sto bene, e di solito, sono quella che si preoccupa più di tutti.

Vide Tsunade chinare il capo, le ciocche bionde oscurarle il viso. La vide accennare un mesto cenno di congedo, al quale i due obbedirono quasi all’istante. Posizione esatta delle mani, e non erano più lì.

Il Gatto va a leccarsi le ferite…

… cosa c’è che non va?

“…Tsunade-hime?”

“ … andatevene a casa. Devo riunire di nuovo il consiglio. Qui non si finisce mai… ” Mormorò stanca la donna, senza guardarla. Piuttosto, quegli occhi nocciola si fissarono su Sasuke-kun. Questa volta, il ragazzo ricambiò lo sguardo.

Fu lui il primo a voltarsi dall’altra parte.
La Godaime si limitò a scuotere il capo, e spostare le sue attenzioni su Sakura.
“Andate. Cercate di riposare. E di stare in casa, possibilmente. Uchiha, non c’è bisogno che te lo dica, no? Non puoi uscire da Konoha.”

Lui schioccò la lingua, ed aprì la porta con la mano destra.

La sinistra la usi appena.
Ti fa paura, Sasuke-kun?

Lui indugiò qualche attimo sulla soglia della porta aperta, prima di voltarsi e posare quell’occhio nero su di lei.

“ … vieni?” Domandò, quasi dopo un ripensamento.
Sakura accennò un sorriso stanco, prima di annuire e seguirlo fuori dalla porta.

Cos’è più importante di noi, Tsunade-hime?

Dopo che il Consiglio si è accanito così tanto…

… cos’è più importante di noi?

 


And all the wants
And all the needs
All I don't want to need at all.

 

 

Poteva dire che ormai la vecchia casa di Sasuke era diventata il punto di ritrovo per quella che era stata la Squadra Sette. Per quanto lui si fosse lamentato, alla fine non aveva fatto nulla per cacciarli, quando entravano a loro piacimento.

“Ma avete il minimo concetto di privacy, voi due?”

“Non puoi stare sempre solo, Sasuke-kun. Poi metti il muso.”

“E poi se ti suicidi questa qui smatta, Sas’ke. Garantito.”

“Naruto…”

Alla fine, si limitava a tenere su quel broncio tenebroso ogni volta che qualcuno si presentava lì ed apriva la porta, senza ormai neanche chiedere il permesso.
Io posso perché lui… beh, si ecco. – una vita piena d’amore.

Naruto… non può, ma credo che non gli interessi molto.

Ormai Sasuke usciva di rado di casa, quasi stesse davvero ascoltando le parole di Tsunade-hime. Infestava quella casa come un fantasma, vagando di stanza in stanza. Come un’anima in pena.

Sempre di più, sempre di più.
Cos’è che mi state nascondendo, Sasuke-kun?

Di tanto in tanto lo coglieva a mormorare qualcosa fra sé e sé – quasi stesse provando un discorso imparato a memoria, o stesse ripetendo una vecchia lezione imparata all’accademia. Seduto, da qualche parte, muoveva sommessamente le labbra, guardando un punto imprecisato davanti a sé.
Si zittiva ogni volta che la sorprendeva a guardarlo.

… che cosa, Sasuke-kun?
Lei non riusciva ad avere fiducia in lui. Non dopo tutto ciò che aveva fatto. Però…

per te posso provare, ne, Sasuke-kun?

Ora, lei era nella camera di lui – anche se poteva non definirla più così, dato che ultimamente dormiva in quella di Itachi. Lei, con ordine maniacale, stava sistemando quelle coperte.

Sono sicura che lui non ha dormito qui.

Naruto. Oh, se mi sentirà.

Dopo aver finito di sterminare anni ed anni di acari proliferati in quell’altra stanza.

Non rientra nei miei doveri -

[ … e fosse per Sasuke, farebbe la stessa vita di un acaro della polvere.
Non era così che lo immaginavo il principe azzurro.]

- però… nella parte di me più infantile, là dove sono ancora una ragazzina innamorata di una fiaba, tutto questo è come… come una moglie che accudisce il marito, ecco.

Una parte di lei era ancora immatura, in fondo. Ma la faceva sentire bene.

C’è speranza, per il futuro.
Posso sperare. Ho sperato quando non c’era speranza.

Ora che c’è… non mi resta che sperare più forte.

 

 


The walls start breathing
My mind's unweaving
Maybe it
's best you leave me alone.

 

 

Attraversò il corridoio in penombra a passo affrettato, per raggiungere Naruto in cucina – probabile che lo stia ammazzando di parole, in questo momento, la cosa non va proprio, poi Sasuke-kun sarà di pessimo umore, lo è già – e trascinarlo di peso alla sessione di allenamento fissata da Kakashi-sensei.

Senza Sasuke-kun.
Perché Sasuke-kun non è più un ninja di Konoha.

Non importa.
Ci sono io.
Ha solo bisogno di me, gliel’ho promesso.

Stranamente, però, non fu l’accento di Naruto ad arrivarle alle orecchie. Ma fu quello di Sasuke-kun, sommesso, lievemente inacidito.

“E’ un discorso che non sta in piedi.”

La ragazza arrestò il passo a qualche metro dalla porta, sporgendosi appena in avanti.

Stanno litigando. A n c o r a.

Sai che novità.

“E allora dovresti smettere di illuderla in questo modo.”

Sakura batté ciglio, muovendo qualche passo, questa volta più silenzioso. Tutt’un tratto, il cuore sembrava esserle salito in gola, e poi sprofondato da qualche parte nelle viscere. Tutto in poco più di un attimo.

… cosa?

Non stanno parlando di te Sakura, non essere egocentrica.

Ma…

“Non la sto illudendo.”

“Ah, certo, allora la ami davvero, ne Sas’ke? E nonostante tutto…”
”Non la sto illudendo. Piantala con questo discorso. E’ assurdo.”

Poggiò piano la schiena contro il muro, occhi verdi fissi in un punto indeterminato del pavimento, labbra socchiuse.

… è di me che stanno parlando, vero?
Non dovrebbero. E’ ingiusto.
Se hanno qualcosa da dire... se Sasuke-kun ha qualcosa da dire, la deve dire a me, non a Naruto.
[ Sasuke-kun non sta bene. Mi sta evitando? Non parla di nulla.
N u l l a.
Evita il mio sguardo. Perchè?]

“Non la illudere.”
Mi sto illudendo, Sasuke-kun?

“Allora ti stai illudendo da solo, Sas’ke. Sei un maledetto, fottutissimo ipocrita.”

“ Chiamami come ti pare, idiota. Ma qui non c’entra niente l’illusione.”

“ Cosa devo dirti? Anche questa volta l’hai vinta tu. Tu non lo capisci il valore delle cose, tutto ti è dato su un piatto d’argento. Ho passato anni a cercare di vincere quel suo affetto, mentre tu te lo sei preso senza motivo. Merda, ho avuto perfino tre anni mentre tu non c’eri. Ma niente, vinci sempre tu. Ti è bastato non esserci, per farti amare da lei. Quindi, va bene. Lo accetto. Ho avuto tempo per accettarlo, e lo accetto. Non lo capisco, ma lo accetto. Il suo cuore è sempre stato tuo.”

“Naruto…”

“ Ma guai a te se lo calpesti un’altra volta, Sas’ke. Quindi, non fare cazzate. E’ il tuo, di discorso, che non sta in piedi.”

“Naruto…”
”Che vuoi?”

“ ti rendi conto che stai parlando di ragazze con me?”

Naruto non rispose, e Sakura chiuse gli occhi, lasciando sfuggire quel respiro che aveva trattenuto.

Lo so, Naruto, l’ho sempre saputo.
Ma Sasuke-kun… ha detto che proverà.
E io so che quello è un suo sì. Deve esserlo.

… vero?

D e v e  e s s e r e  v e r o .

Non voleva sentire altro. Aveva paura di sentire altro.

Disegnò un sorriso tirato sulle labbra, prima di chiudere la distanza con la porta, e far capolino all’interno, viso rigido in un sorriso. Come una maschera da teatro.

“Naruto, non stare a perdere tempo. Dobbiamo andare da Kakashi-sensei!”

Naruto, perché devi sempre rovinare ogni fiaba, tu?

Se vuole illudermi, lascia che mi illuda.
Basta che io, nella mia illusione, sia felice.
Me lo merito.
                         Me lo merito.

Entrambi sollevarono lo sguardo crucciato su di lei. Ma mentre quello di Sasuke rimase lì, stampato sul viso, Naruto presto si aprì in uno dei suoi classici sorrisi.

“ Ma sentila, è te che aspettavo, Sakura-chan! Possiamo andare anche subitissimo, per quel che mi riguarda.”

“ Bene, allora alza il culo e muoviti, pigrone.”

Grazie di tutto, Naruto.
Ma ti prego… non fingere quei sorrisi con me.
Fa male, quando lo fai.
Se sei arrabbiato, arrabbiati. Sfogati. Non tenere tutto dentro.

Il ragazzo dai capelli chiari si alzò dal tavolo, stiracchiandosi alquanto rumorosamente. Sakura accennò un solo sorriso, questa volta più sincero, facendo cenno con il capo di seguirla. Lui annuì vigorosamente, mani giunte dietro la nuca. La superò sulla soglia della cucina, dirigendosi verso la porta.
Sakura lo seguì con lo sguardo, e si voltò per imitarlo.

Tuttavia fu fermata dalla presa sull’avambraccio di una mano ruvida.

È colpa mia se non è perfetta, ma a me non importa, Sasuke-kun.

Si voltò, battendo ciglio, sinceramente perplessa.

[Occhi verdi che affondano nel nero, e lì si perdono.]

 Lui, come sempre, non dimostrava alcuna espressione in particolare.
Finché tento di abbozzare un sorriso.

Stai provando per me, Sasuke-kun? Non è un’illusione?

“Aspetta, vengo con voi.”

“Ma Kakashi-sensei…”

“ Non ho intenzione di partecipare. Voglio solo un po’ d’aria.”

“ Con noi… ? Non da solo…?”

“ … sto provando, Sakura.”

Grazie.

 

 


A weight is lifted
On this evening
I give the final blow.

 

I raggi del sole, ormai quasi sul punto di calare verso l’orizzonte, filtravano qui e lì dalle fronde degli alberi, che lasciavano intravedere sprazzi di cielo limpido, che dal colore dava l’impressione di essere più caldo di quanto non fosse.
L’aria era fredda e secca, immobile. Filtrava nei tessuti, e pungeva la pelle con i suoi piccoli aghi gelidi.

Sakura avrebbe giurato fosse arrivato l’inverno. Ma non ancora. Non era ancora arrivato.

Possiamo ancora rimanere sospesi nell’attesa dell’autunno.

Odiava Naruto, quando usava quella sua Kage Bunshin. Le faceva perdere un mucchio di tempo a dare calci all’aria, pugni che alla fine non sarebbero serviti a nulla.

Naruto oggi era anche più frenetico del solito, più aggressivo del solito. Si stava sfogando di qualcosa.

Ma che cavolo, sfogati con qualcun altro, non con me!

“Dacci un taglio, mi fa impazzire!” sbottò seccata, mirando un pugno al Naruto più vicino. Il pugno andò a segno, e tutti gli altri Naruto che la circondavano scomparirono.

Rimase solo quello per terra, che si massaggiava imbronciato una guancia.

“ Sakura~chaaan, sei crudele…”

“ Concentrati! E smetti di usare sempre quella tecnica, è irritante!”

“Ma non vorrei farti male, Sakura-chan…”

“ Piantala!” lo colpì con meno veemenza sul capo, e lui masticò un “ouch”.

Sakura sospirò voltando lo sguardo verso gli alberi che delimitavano la radura. Seduti fra le radici, c’erano Kakashi-sensei e Sasuke-kun. Non li stavano guardando

Fortunatamente, sennò Kakashi-sensei mi riprenderebbe e mi direbbe di essere seria.
Non riesco a concentrarmi, però.

Non se parlano così fra di loro.
Sasuke-kun, perché hai così tanto da dire agli altri, ma a me…

… a me non dici nulla?

Si asciugò la fronte imperlata di sudore ghiacciato, prima di voltarsi di nuovo verso Naruto, che si era rialzato. Anche lui guardava in quella direzione, labbra imbronciate.

“Avete litigato di nuovo?” accennò lei, incrociando le mani dietro la schiena, chinando appena il capo d’un lato.
Naruto si voltò di scatto, battendo ciglio, prima di mugugnare un “No no” fin troppo affrettato.

Tsunade-hime.
Sasuke-kun.
Naruto.
Kakashi-sensei.
Non lo sopporto. Non lo sopporto proprio.

Affondò il canino nel labbro, dirigendosi verso l’albero alle radici del quale erano seduti i due.

“ … è inutile che tu venga a chiedermi consigli, se non li seguirai.”

“ Ch.”

“ Non sono tuo padre, non posso certo dirti cosa fare.  Hai già dimostrato che le paternali, comunque, su di te non hanno alcun effetto. Non mi far perdere tempo.”

Sasuke non rispose, ma si voltò verso di lei, battendo ciglio con quell’unico occhio scuro.

Kakashi-sensei sollevò lo sguardo di quell’unico occhio scuro

A guardarli così, sembra tutto così assurdo

 su di lei, qualche passo lontana. Entrambi quegli unici occhi scuri batterono ciglio, perplessi.

“ … E l’allenamento?” Domandò retorico il maestro, tornando pacato anche nel tono.

“ Non ho voglia. Non mi sento bene e vado a casa.” Rispose laconica lei, con un sospiro, raccogliendo la sacca da terra, e mettendosela sulle spalle.

Mi sono illusa, Sasuke-kun?

Vorrei tanto non avervi sentiti.

“Sakura-chaaan! Dai, giuro che non lo faccio più. Ti blasterò via con le mie supermosse speciali! Va bene?”

Ignorò il fatto di esser sicura che il verbo “blastare” non era compreso nel vocabolario – di questo era sicura.

Ma Naruto la stava richiamando, mentre lei voltava le spalle.
Ma non era quella la voce che voleva sentire.
Non era quella.

Sasuke-kun, il bugiardo sei tu.
Sei tu che non stai provando affatto.

Il bugiardo sei tu.

La voce di lui non arrivò, e lei si incamminò per il sentiero che riportava alla vita civile.

Sakura non lo vide, aggrottare appena le sopracciglia, mentre la seguiva con lo sguardo. Non lo vide sbuffare, quasi frustrato, mentre poggiava la schiena contro la corteccia ruvida dell’albero.

Non lo vide alzare pigramente l’occhio al cielo.

 

When darkness turns to light,
It ends tonight,
It ends tonight.



A falling star
Least I fall alone.
I can't explain what you can't explain.

 

Lungo la via di casa si era fermata al negozio di dango, ma neanche quel paio di mitarashi dango che aveva comprato le avevano sollevato il morale. Affatto.

Neanche con tutto lo zucchero del mondo.
Sakura, sei stata troppo con lui.

Deprimersi… lo farebbe lui. Lo fa sempre lui.

Tirò un piccolo morso, masticando piano, dondolando appena le gambe nel vuoto. Seduta sul ramo.

Alla fine, non era andata a casa.

Non ci sono consigli migliori di quelli che dai agli altri.

Rinchiuderti in casa non servirebbe a nulla. Ho bisogno di aria.

E di convincermi di non aver sentito nulla.

Lo sguardo perso in un punto indefinito di quel cielo che s’andava via via scurendo, tingendosi di rosso, sfumature di porpora che finivano in quel lilla chiaro.

Tra poco sarà buio.

Che delusione.

Pensavo mi sarebbe venuto dietro.

Ma sentitemi. Sembro una ragazzina alla prima cotta.

Pensavo che il mio amore fosse più nobile di qualcosa del genere.

Sono solo una ragazza.

Di lì, dondolava le gambe nel vuoto, masticando lentamente.

Nonostante lo stomaco avesse da tempo perso l’appetito.

 


You're finding things that you didn't know...
I look at you with such disdain.

 

Aveva lasciato cadere la confezione per terra, senza alcuna considerazione per il parco. Aveva più considerazione per sé stessa, in quel momento. E ciò che la preoccupava, ciò che le faceva male, la tormentava, le punzecchiava il cuore senza pietà…

… sanno tutti qualcosa ed io non so niente.

Lui avrebbe provato a stare vicino a lei, a vivere per lei… così aveva detto.
Non doveva significare per forza non dirle niente. Non aveva diritto di parlare con gli altri, e far finta di nulla con lei.
Accennare quei sorrisi sporadici

Lo fai solo per farmi star buona, Sasuke-kun? Non è così che si fa.

Il sole era tramontato ormai da un po’, ed il crepuscolo stava cedendo spazio alla sera.

Forse…

… dovrei tornare a casa.
Domani mi scuserò con Naruto.
Lui non c’entra nulla.

“…Sakura?”

Per poco non cadde dall’albero con quel piccolo salto sul posto, dettato dalla sorpresa. Non dalla sorpresa nel richiamo di per sé. Ma dalla voce autrice di quel richiamo.
Si sporse appena dal ramo, da un lato, per guardare giù.
Sasuke-kun.

Lui era lì. Aveva raccolto la confezione vuota da terra, la teneva stretta con la mano. Il viso pallido rivolto all’insù, l’occhio scuro, profondo, fisso su di lei. Le ciocche erano disordinate ormai, quelle che gli incorniciavano il viso erano tagliate disuguali – ormai lei ci aveva fatto l’abitudine.

Ciò che la colpì fu come, in quel momento, lui sostenne il suo sguardo.

“ … Sasuke-kun?” mormorò lei, battendo ciglio.

Lui la imitò, prima di abbassare lo sguardo sulla confezione vuota. Qualche attimo dopo, rialzò lo sguardo.

“Scendi.”

“Uh?”

“Scendi.”

Lei schiuse le labbra in una piccola “o” di sorpresa, prima di serrare in un piccolo sorriso, ed annuire.

Le deve capire ancora le regole.
In ritardo, ma mi ha seguita. Vedi il lato migliore della situazione, Sakura.

Pensa positivo. Ci sei sempre riuscita.

Annuendo, più a sé stessa che alle parole di lui, con un piccolo salto balzò giù dal ramo, atterrando con uno scricchiolio di foglie secche. Per poco non perse l’equilibrio, e a giudicare dallo sguardo, Sasuke-kun se n’era accordo.
Aveva quella specie di ghigno saccente sul viso, quello divertito.

da “sono migliore di te”, insomma.
Quello non vale, Sasuke-kun. Non è un sorriso.

“… Non sono caduta.” Precisò piuttosto ad alta voce, simulando un piccolo broncio. Lui schioccò la lingua, e si strinse nelle spalle.

“Certo.” Fu la laconica risposta che ottenne, risposta che sfumò in uno sbuffo. Lui si sedette alle radici dell’albero, come aveva fatto quel pomeriggio presto. Dal basso, spostò lo sguardo su di lei.
Sakura non fece domande, né chiese permesso. Gli si sedette accanto, gamba contro gamba

Ci sei ancora accanto a me, vero?
Non sono paranoica.
Ma ho solo paura che tu svanisca ancora, senza dirmi nulla.

La ragazza poggiò il capo sulla spalla del ragazzo, e chiuse gli occhi, sospirando appena. Lui guardava dritto fra i cespugli, ma distrattamente cercò la mano di lei.

“ Di cosa parlavate oggi tu e Naruto?” domandò infine lei, con un fil di voce.

“ Hai sentito, per questo eri così strana. Lo sapevo.”

“ Beh, non è un motivo per vantarsi di saperlo. Rispondi e basta, no?”

“ Nulla, davvero. Non pensa che tu ti possa fidare di me, tutto qui.”

“ … e posso?”

“ Cosa?”

“ Fidarmi di te.”

“ Non lo so.”

Calò ancora una volta il silenzio, mentre entrambi, immobili, l’uno accanto all’altro, guardavano un punto indefinito del vuoto.

“ … cosa sapete che io non so?”

“ Penso che se la sia presa. Lui… forse ti ha più a cuore di quanto ti abbia io.”

“ Ti prego, non dire così.”

“ Lo sai che è vero.”

“ Non è vero.”

Un sibilo sottile, ed ancora una volta Sasuke non rispose, spostando lo sguardo su di lei. La guardò a lungo con quell’occhio, prima di sollevare lo sguardo allo spicchio di luna che si era affacciato sul cielo scuro.
L’aria si faceva sempre più fredda, ma lui emanava calore. Sakura si rannicchiò appena di più vicino al ragazzo, sopracciglia corrucciate.

“ … non è vero, ne, Sasuke-kun?” ripeté, con un timido, flebile fil di voce.

Dopo una lieve pausa

Un’eternità, non qualche attimo, perché non mi dici che è tutto a posto?

lui rispose. “ … ti merita comunque più di me. E’ arrabbiato, tutto qui.”

“ Non mi hai risposto.”

“ Non so cosa risponderti, Sakura. Io…”

“ Tu mi ami.”

“ Non vorrei dare un nome a ciò che provo.”

“ Però mi ami.” Insistette lei, serrando le labbra.

Quasi fosse una piccola supplica.


Now I'm on my own side.
[ It's better than being on your side ]

It's my fault when you're blind!
It's better that I see it through your eyes.

 

 

E lui, quella lieve sfumatura nella voce la sentì. La sentì, e chiuse gli occhi.

“ Temo di si.”

“ Allora mi ami? Perché non me lo dici chiaramente?”

“ Sakura…” quasi un rimprovero, nella voce di lui.

“ Sasuke-kun, dopo tutto… penso che io abbia bisogno di sentirlo, non ti pare?” bisbigliò lei, senza alzare la voce. Quasi temendo che, alzandola, potesse sfociare in un singhiozzo. A volte…

a volte sei impossibile Sasuke-kun.

Lui, ancora una volta, rimase in silenzio. Quasi stesse pensando.

Lei, ancora una volta, vide quell’espressione combattuta sul suo volto. Infine, schiuse le labbra.

E da quelle labbra uscì un sussurro, appena udibile.

“ Ti amo, si.”

Sakura lo sentì a malapena, sentì come lui sputò fuori quelle piccole tre parole, quasi fossero una bestemmia, una maledizione che non avrebbe ripetuto più.

Che non avrebbe voluto ripetere più.

“ Ma non dovrei. Adesso non dovrei.”

Perchè gridi al mondo le parole che non vorrei sentire?

Perché hai paura di quelle di cui ho bisogno, Sasuke-kun?

Sei orribile, orribile, orribile.

Non è giusto.

Che con un sorriso tu mi abbia…

… ripetimelo. Ripetimelo, e sorridimi.

..Sorridimi.” ripetè ad alta voce lei, accennando quasi un fantasma di sorriso d’incoraggiamento, sguardo vagamente timoroso, preoccupato. Lui si voltò verso di lei.
Ma non sorrise. Affatto.

“ Sakura... non dovrei. Non è affatto giusto.”

“ Non lo è mai stato. Sorridimi. Cosa sapete che io non so? Ti prego, ripetilo e sorridimi… Tutto va bene, no? Dimmelo e sorridimi allora. Va bene?” La mano sotto quella del ragazzo era stretta a pugno, e stava tremando.

Non ci stai provando per niente, Sasuke-kun!

Me l’hai promesso, il bugiardo sei tu, tu…

Il respiro di lui era improvvisamente molto più vicino, e lei lo sentiva, fantasma sulle sue labbra.

 


All these thoughts locked inside...
Now you're the first to know.

 

 

Le labbra di lui sfiorarono le sue, in un tocco delicato, quasi premuroso, dal retrogusto dolceamaro. Sakura avrebbe potuto pensare che quello, effettivamente, era il suo primo bacio

[ … quante ragazze possono vantarsi di aver condiviso il primo bacio con colui che più amano al mondo? ]

… ma in quel momento non ci riuscì.

Fu solo il fantasma di un tocco, passato ancor prima che lei se ne rendesse conto. Lui poggiò la fronte contro la sua, occhi chiusi. Serrò le labbra. Ma Sakura si limitò a batter ciglio, osservando quei lineamenti così vicini, senza riuscire a dire una parola.

Quando lui schiuse quell’occhio, quando quel respiro tornò ad accarezzarle le labbra, non fu colta di nuovo impreparata.

Non sento le campane dal cielo, non si sono risvegliate lucciole, per noi, nessun canto di fate.

Eppure…

… è ancora più…

è un sogno che diviene realtà.
Sasuke-kun… perché devi sempre…

… non riesco a seguirti, nei tuoi pensieri.

Ma non importa, finché mi resti accanto.
Non importa. Imparerò.
La mano di Sakura si strinse appena sulla manica del ragazzo, stringendola in quel piccolo pugno, senza pensare d’esser delicata. – Non muoverti di un solo centimetro.

Quel bacio fu appena più lungo, meno timoroso.

 A Sakura apparve quasi disperato.

Non v’è motivo che lo sia.

Ritornarono a respirare, ognuno per sé, nessuno che rubava l’aria dell’altro. Fronte contro fronte, nasi freddi nell’aria quasi invernale si sfioravano. I respiri si confondevano.

“ Non è affatto giusto…” mormorò ancora il ragazzo, e questa volta non v’era alcuna nota dura nella sua voce.

“Lo è.”

Il silenzio piombò di nuovo fra i due, più in là il verso di un gufo, un battito d’ali, in picchiata.

Mille ali che volano via da me.

“ Ho intenzione di andar via, Sakura.”


 
When darkness turns to light,
It ends tonight.

 


 

Sasuke è un ragazzo che ti verrebbe voglia di prendere a pugni, ma sono sicura [almeno, fino a prova contraria] del lieto fine °_°

-         Artemisia89 : son contenta che Tsunade sia risultata verosimile. E’ con personaggi come lei o Kakashi, che mi ritrovo nell’eterno dilemma… è verosimile o no? Me contenta ^_^ Qualcosa sta cambiando si. Sasuke alla fine si renderà conto di ciò che conta nella vita… e stare ad inseguire qualcuno che non c’è più, non è una di queste. Dovrebbe smetterla di guardare più in là, ciò di cui ha bisogno è vicino a lui u.u [Sto male oggi o.ò]

-         Killkenny : grazie mille ^_^ Possibile che ci sia qualche accenno, sebbene non sia del tutto probabile. Dipende ovviamente da quanto fuori controllo andrà questa fic XD. Essendo anch’io sostenitrice di quella coppia, direi che dipende tutto dalla tastiera u.u”

-         Darkphoenix : il “ne”… temo sia residuo delle fansub giapponesi. Lo ripetono in continuazione, si è infiltrato nella mia lingua parlata e scritta >_< Anche perché non sono ligure, bensì pugliese DOC u_ù

-         Erica: Ehm. Niente trapiantino mi sa. Avevo pensato da un trapiantino da Itachi, ma credo che poi si caverebbe l’occhio da solo, alla fin fine. E cadaveri disponibili non ci sono, ecco u.u

-         Solarial: non so perché, ma adoro i tuoi commenti. Capita a volte che l’ispirazione venga leggendoli, non so se è mai capitato u_u Itachi rimarrà come un’ombra sulle vite dei nostri eroi [ma quali eroi?!?] perché il passato rimane comunque una parte di noi, alla fin fine. U_u Povera Sakura, a doversi confrontare sempre con cose più grandi di lei >_<” Quando lei non c’entra nulla.

-         Jaly-chan: si, sei persuasiva. Fin troppo. Lasciarsi sconfiggere, esattamente quello. Non mi veniva appunto il modo di dire. E’ stato forse un po’ troppo  sicuro di sé, lasciandolo fare all’inizio? Probabile. Anche se Sasuke ha vinto barando: non ha usato il suo, di potere. XD

 

Un grazie mille anche a SoleDincht, Kirjava, Aleptos [benvenuta nella sezione, me onorata XD] e sora33. Prometto ancora una volta il lieto fine [mantenere la promessa, poi… Uhm sisi XD].

  
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