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Autore: Lilmon    24/04/2012    0 recensioni
Chi è l'invasore? L'invasore è un personaggio ostile, malvisto da qualunque popolazione. Giunge sulla terra degli altri, imponendo il suo potere e sottraendo ogni possibile bene riutilizzabile. L'invasore è crudele, l'invasore è un mostro.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo extra è il secondo di due.


Extra 2 – Capsula Del Tempo.


Sasox si trovava nel mezzo del valico innevato dei Monti del Nord, tutto insanguinato e con la camicia ormai lacera e a brandelli. Nella destra impugnava la spada Neuro che pochi mesi prima aveva fatto tremare il mondo. Alle sue spalle vi erano migliaia di soldati pronti a sparare sul nemico al minimo segnale del loro comandante, il quale in quell'istante, davanti al Rivoluzionario, stava parlando: -È finita Avi. Sei circondato, non hai più nessuna via di fuga. Arrenditi-. Sasox rise, poi, passatosi la mano sinistra sul volto, rispose in tono di sfida -Mai-.

Si lanciò così con le sue ultime forze contro il giovane Jimbasa che subito estrasse la sua frusta e gridò ai suoi uomini -Non sparate! Non sparate deficienti! Dobbiamo catturarlo vivo, lasciate fare a me!-. In un attimo il Rivoluzionario si ritrovò immobilizzato a terra, in ginocchio, elettrizzato dal cavo della frusta Neuro, che, avvolto attorno a tutto il suo corpo, pareva una serpe fiammeggiante. -È finita, fratello-.

Il comando arrivò presto a palazzo, e Sasox, dopo essere stato incatenato, fu condotto davanti al Consiglio, ai Saggi ed al Gran Cancelliere Tolpe, riunitisi quel pomeriggio in via del tutto eccezionale.

Onis, il più importante dei Saggi, leggeva il verdetto -Avendii Sasox, primo battaglione della divisione Neuro, la dichiaro in arresto per aver commesso svariati crimini contro la Madre; la sua condanna è la pena di morte. Domani si terrà la sua esecuzione davanti agli occhi di tutta la nazione, come monito d'osservanza delle leggi del pianeta. Sul suo capo calerà la Spada della Giustizia. Questo è quanto-.

Quella stessa sera, davanti alla grata di una piccola cella di massima sicurezza sorvegliata da venti uomini, si tenne una chiacchierata tra vecchi compagni. Il recluso parlò per primo -Cosa ci fate qua?-, uno dei due rispose -Lat ed io siamo venuti a dirti addio, Avi, in onore dei vecchi tempi..-. Sasox stizzito però lo interruppe -Vecchi tempi eh? Siete ancorati come sempre al passato, siete incatenati come sudici schiavi a queste leggi, a questi ordinamenti, scelti da chissà chi, in chissà quale epoca. Questo mondo non è giusto, questo mondo è marcio, è corrotto, cari compagni. Io ho provato a cambiarlo, ho tentato, ma il Consiglio è troppo forte, esso veglia perennemente su di noi come un tiranno, instancabile, infallibile. Avete tutti quanti il cervello fottuto...-. Lat Pervy, non potendo più sopportare quelle parole, così insulse alle sue orecchie, tirò un pugno sul muro (per poco non lo sfondò), poi gridò -Tu, brutto stronzo, prima uccidi tuo padre, poi tutti quegli altri Consiglieri, ti sei preso anche Mi'. Ma la tua sete di sangue non si è ancora placata, no, non eri soddisfatto, non sei soddisfatto neanche ora, a poche ore dalla tua esecuzione! Hai voluto continuare coi tuoi misfatti, brancolante nella tua stupida follia, ed ora morirai, Avendii, il tuo sangue purificherà le tue azioni, purificherà il nostro nome, il primo battaglione della divisione Neuro rilucerà nuovamente!-. Detto ciò, il comandante Pervy tirò un calcio alle sbarre che lo separavano dall'assassino; Jimbasa, poggiata una mano sulla sua spalla, gli suggerì dolcemente -Vai a casa Lat, tua moglie ti aspetta e il tuo bambino avrà voglia di rivedere il volto di suo padre. Va' da loro...-. Così gli interlocutori divennero due, poi dopo qualche minuto, Sasox fu lasciato solo, tormentato dai suoi stessi pensieri.

L'indomani, all'esecuzione erano presenti i Consiglieri, seduti su scanni disposti in semi cerchio su più piani; al centro della sala il condannato in ginocchio al fianco del Gran Cancelliere Tolpe. Dirimpetto a lui i due Neuro superstiti. Lat Pervy guardava il suolo, Jimbasa Lodd' guardava l'antico amico, dritto negli occhi. Poi egli fu condotto al patibolo, non appena il portone dell'edificio si aprì e la sua figura poté essere scorta dal basso del piazzale, il popolo insorse in grida festanti e di gioia: il Rivoluzionario stava per essere decapitato, stava per rinascere la pace. Ogni passo sembrava pesare al condannato che si lasciò letteralmente trascinare sino al poggiatesta. Là, da due energumeni fu costretto, piangente, a chinarsi. Finché, dopo aver proferito un lungo discorso al popolo, Tolpe estrasse la spada e l'accese. Una colonna di luce illuminò il cielo. Un secondo prima che la lama recidesse il collo di Avendii Sasox, Jimbasa avvertì una sensazione nella sua testa, quasi un breve solletico.

-Prenditi cura di Liam, Jimba-.


 

  
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