1)The train for nowhere
-Così stai
benissimo tesoro,non continuare a spazzolare il vestito. Faremo tardi!-
-Solamente un’altra
occhiata e arrivo!- Voleva essere perfetta per quel giorno. Non sarebbe stato
un giorno qualunque,uno di quei noiosi giorni di scuola il cui pensiero era
sempre rivolto al candido e morbido letto che aveva dovuto lasciare poche ora
prima a malincuore. Oggi
,finalmente,sarebbe entrata alla tanto prestigiosa quanto acclamata scuola di
magia e stregoneria di Hogwarts. Non tutti riuscivano ad arrivarci,e la maggior
parte della Chaucer,il suo ormai vecchio istituto,desiderava poter far parte di
essa. Ma non era una passeggiata divenire uno studente di Hogwarts,dovevano
avvenire delle selezioni,e di certo non potevi sperare che il tuo paparino con
una marea di soldi in tasca avrebbe contato qualcosa in tutto ciò. Tutto
il mondo sapeva dell’esistenza di streghe e maghi,e ahimè,anche di
quelli cattivi,ma sapeva anche che le eventuali battaglie si sarebbero svolte
solamente fra di loro e tutti avrebbero potuto vivere in pace e
tranquillità. Erano passati talmente tanti anni dall’ultima venuta
tra i semplici umani di un mago,che molti ormai se ne erano quasi dimenticati.
Ma Merville,piccolo paesino di periferia ad est di Dublino,era divenuto col
tempo quasi famoso proprio perché una buona fetta della popolazione era
rappresentata da persone con poteri magici. Non tutti possedevano abbastanza qualità
tali da permetter loro di poterle esercitare veramente,quindi conducevano una
semplice vita. Altri però miravano a mandare i figli nella scuola che
loro stessi avevano frequentato e che si apriva ad accogliere nuovi
studenti,ignari del loro futuro.
- Così vado bene?-
chiese Jane correndo dalla madre davanti la porta d’ingresso. Un abito
fino alle ginocchia,azzurro e scintillante era ciò che lei aveva
preferito per l’evento. Ovviamente la copriva un copri spalle nero
perché ad ottobre l’arietta fresca si faceva sentire – Ti ho
ripetuto più volte che sei perfetta tesoro,andiamo via- si chiusero la
porta dietro trascinando il grande baule che conteneva tutta la roba di Jane e
si avviarono in auto verso la stazione centrale. Nel binario 8,quello riservato proprio a
questi viaggi speciali e che veniva aperto,appunto,solo per questa occasione,si
trovavano già molti adolescenti pronti a lasciare per un paio di anni
quel posto e per immergersi in una nuova avventura,con i genitori che erano
sia orgogliosi del passo che stava
per compiere il figlio sia dispiaciuti per il fatto che non li avrebbero
rivisti per un po’,salvo per qualche rara occasione.
Jane cercava con gli occhi
l’unica persona che conoscesse,per togliersi dal viso quell’evidente
imbarazzo. D’un tratto sentì qualcuno picchiettare sulla sua
spalla destra.
-Beth!- esclamò lei
come se non si aspettasse di ritrovarsela la davanti in così poco tempo.
–Sei pronta per il viaggio?Hai preparato tutto?Il cervello è nel
posto giusto?- chiese scherzando l’amica,che si tratteneva
dall’urlare e dal dire frasi senza senso per l’euforia. –Mi
sembri mia madre. Comunque tutto sotto controllo!- rispose Jane guardandola con
gli occhi luccicanti. Nonostante fosse un giorno importante,Elizabeth indossava
semplicemente dei jeans blu scuro,delle scarpe da ginnastica e un maglioncino
spiritoso,e aveva legato i capelli in una coda di cavallo. Jane si sentì
quasi ridicola vestita in quel modo. Il viaggio non sarebbe durato poco e
magari si sarebbe potuto macchiare o sarebbe potuto succedere qualcosa al suo
bell’abito. Invece Elizabeth sembrava aver trovato la soluzione giusta a
tutti i problemi. –Stiamo per
partire!Oddio non ci posso credere!- in coro esclamarono ciò vedendo
arrivare l’espresso. Iniziarono a sentirsi suoni di meraviglia e allo
stesso tempo curiosità. Gli studenti erano molti e a loro erano
riservate quindi altrettante carrozze. C’è chi,per andare a
lavoro,aveva già lasciato lì il figlio,forse non curante del
fatto che non l’avrebbe rivisto se non a Natale,e nemmeno era tanto
sicuro. E chi invece sembrava non volesse affatto lasciare andare il
pargoletto,che ormai,all’età di 16 anni,chi più chi
meno,non si poteva più definire così. Ma si sa,le madri
penseranno di avere ancora un piccolo bambino per tutta la vita.-Comportatevi
bene. Non trasgredite le regole. Studiate sempre. Mangiate tutto e..- i due ragazzi bloccarono la madre affinché
non dovessero più sorbirsi quelle raccomandazioni,le stesse
dell’ultima settimana. – Conto su di te Liam,che sei più
maturo di mio figlio Niall e sono sicura che lo terrai a bada,vero?- disse la
madre speranzosa che uscisse dalla bocca del ragazzo uno splendido “si”
molto rassicurante. I due si guardarono stufi della situazione e si voltarono
verso il treno. –Mamma stai tranquilla. E per quanto riguarda il cibo,sai
che davvero mangerò tutto- disse Niall sicuro di se;il cibo era la sua
specialità,lo amava in tutte le salse. La madre lo abbracciò
teneramente e qualche lacrima le scese sul viso,ma scomparve subito
perché si giro e se la asciugò con un fazzoletto che aveva in
tasca,in modo tale che nessuno dei
due la vedesse in quel momento di debolezza. –Signora Horan,noi dovremmo
andare- disse Liam indicandole con gli occhi gli altri ragazzi che iniziavano a
salutare la famiglia ed ad accomodarsi nel treno. –Avete capito tutto
sì?- i ragazzi annuirono e le sorrisero per rassicurarla. Li
abbracciò entrambi e diede
ciascuno un bacio sulla guancia. -Fate i bravi e divertitevi- sventolava il
fazzoletto come se stessero partendo per andare in guerra,o come in uno di quei
film romantici strappalacrime. Liam e Niall presero le loro valigie e salirono
sul treno. Ma ancora la tranquillità non li aveva raggiunti. –
Aspettate!- urlò la madre salendo sopra. – Vi farete
sentire,vero?- il pensiero di loro due in un altro posto così lontano le
lacerava il cuore. – Sicuramente mamma. Ogni giorno,salutami tutti,a
presto- Niall mentì,non credeva che si sarebbe fatto vivo così
spesso,ma doveva dirglielo. Si dileguarono nelle carrozze e aprirono il primo scompartimento che trovarono .
Bene,era vuoto. Liam prese le due valigie e le posò nel ripiano di
sopra. Fece un gran respiro e si sedette. -Sei emozionato?- chiese Niall al suo
amicone,che si stava sistemando il suo ciuffo biondo scuro cercando di
specchiarsi nel vetro del treno. – Oh si che lo sono!Aspettavo questo
giorno da..- fece qualche calcolò con le mani –tipo da quando sono
uscito dalla pancia di mia madre!- disse e si mise a ridere. Sua
madre..terribile non averla mai
conosciuta e sapere che è dipeso da lei gran parte del suo destino.
–Io ancora non ci credo che ho dei poteri,cioè sono magico uoo!-
esclamò Niall meravigliato,guardandosi attentamente le mani e quasi
ammirandole.-Vedi che non uscirà nessuna liana o cose del genere dalla
tua mano,fidati – lo canzonò Liam poggiandogli una mano sulla
spalla. Niall fece una faccia delusa ma rimaneva della sua idea. Seguì il ragazzo che si era
affacciato nel corridoio per scorgere qualche altra anima e sentì di
colpo il treno muoversi. –Si parte!-
-Credi che riuscirò
a dimostrare davvero quanto valgo?- chiese Beth scoraggiata guardando fuori
dalla finestra. Credeva che l’avessero presa per miracolo. –Ma
ovviamente!Farai una bellissima figura!- la rassicurò Jane facendole un
sorriso a 32 denti. –Ho
troppe domande per la testa. Per esempio,in quale casa mi
smisteranno?Sarò con te in camera?Saprò usare una bacchetta per
fare un vero incantesimo?-
- Smettila di
tormentarti!- esclamò Jane,che voleva solo rilassarsi in quel momento
guardando il paesaggio meraviglioso che le si poneva davanti. –E se sono
tutti antipatici?-
- Intanto noi due siamo
simpatiche,e non credo saremo le uniche no?- le disse con aria convinta.
Bussarono d’un tratto alla porta e qualcuno da fuori cercava di
aprirla,ma avevano già chiuso a chiave,avevano un po’ di timore di
chi potesse entrare là dentro. Le due si scambiarono delle occhiate per
decidere chi dovesse alzarsi ed andare ad aprire,e alla fine andò
Elizabeth. Davanti c’era un ragazzo più alto di lei,con folti
capelli ricci e castani e degli occhi verde smeraldo. –Ero entrato in un
altro scompartimento ma due tipi
sono venuti dicendomi che già l’avevano occupata,e non volendo
litigare già il primo giorno ho dovuto cercarmi un altro posto. Questo
è libero?- chiese lui senza nessun imbarazzo,girando la testa a destra e
sinistra per riuscire a vedere qualcosa ,come fosse la situazione
lì’,dato che la ragazza aveva aperto giusto lo spazio per far entrare
il suo esile corpicino. Lanciò una leggera occhiata all’amica,che
aveva sentito tutto,per avere una risposta,non sapendo che cosa fare. Lei
annuì e si alzò per andare a vedere il ragazzo misterioso di cui
aveva solamente sentito la voce. –Si certo entra,non c’è
alcun problema-. Lui entrò e posò momentaneamente le valigie a
terra. Non diceva una parola ma guardava intorno. Le ragazze si stavano
preoccupando. –Puoi sederti tranquillamente- gli disse calorosamente Jane
sorridendogli. –Ma siete solamente voi due?!- disse il ragazzo quasi con
disgusto. Beth si guardò intorno e poi rispose. –Come
vedi..C’è qualche problema?- chiese lei alla quale stava iniziando ad non andargli a genio
il tipo. –No no..no cioè si,va be’ non vi preoccupate mi
cerco un altro posto – e uscì fuori trascinandosi la sua valigia e
vacillando per il corridoio ,dato che il treno era in cammino. –Ma come
si permette questo?Non gli piacciamo?Vedi che sono tutti antipatici figli di
papà?Che poi perché non si dice figli di mamma?che
discriminazione – Jane la guardò aggrottando le sopracciglia
–Ma che ragionamenti..comunque lascialo perdere e godiamoci la nostra
solitudine-. Non fecero nemmeno in tempo a riprendere i discorsi precedenti che
lo stesso ragazzo di prima aprì di scatto la porta,che avevano ora
lasciato aperta. –Sono tornato!- disse con amarezza in bocca,non era
affatto contento. –Di nuovo tu?Che vuoi adesso?- chiese Beth mettendosi
le braccia incrociate e non spostandosi di un millimetro. Il tipo sbuffò
e posizionò la valigia
accanto alle altre,con un piccolo aiuto da parte di Jane,a cui disse un flebile
grazie. –Purtroppo in questa carrozza sono tutti occupati e per evitare
di fare altre brutte figure ,e
anche di cadere,resterò qui – Si sedette dalla parte di Jane ma
distante da lì,all’opposto. –Sono Harry,Harry Styles piacere
– disse lui tendendo la mano verso la ragazza accanto. –Io sono
Jane,piacere e lei è Elizabeth,ma tutti la chiamano semplicemente Beth
– Jane aveva visto che era ancora un po’ arrabbiata per ciò
che era successo,quindi la presentò direttamente lei. –Quanti anni
avete?- chiese il ragazzo dopo un lungo sbadiglio. –Io 16,come tutti del
resto no?- gli risposi con tono ovvio Jane,guardando l’amica. –Io
ancora li devo compiere – affermò quasi tristemente
Beth,finalmente guardando Harry. Aveva un sorriso irresistibile che ne aveva
fatto spuntare uno da ebete sul volto di lei,come imbambolata. Jane
schioccò le dita e si riprese. – Io ho 16 anni da un po’ di
tempo. – Che bella risposta,pensarono le due. Dopo qualche minuto i tre riuscirono a rompere il ghiaccio che li divideva e
iniziarono ad essere più comunicativi. –Per esempio, una volta ho
guardato male un tizio e lui è scappato via!Proprio se ne è
andato!Ho avuto la conferma che ho qualche potere che mi permette di far fare
ad una persona ciò che voglio io – disse entusiasmato Harry,che
raccontava con enfasi i momenti in cui aveva capito di essere un mago.
–Non può essere perché i tuoi occhi sono così
splendenti che fanno andar via tutti?- per fortuna Eliz l’aveva detto a
bassa voce,perché le era venuto d’istinto e non si era trattenuta
e avrebbe provato una tale vergogna se lo avesse sentito che sarebbe ritornata
dritta dritta a Merville. –A me un giorno l’hanno detto i miei
genitori – esordì così Jane per raccontare la sua
storia,che non avrebbe avuto momenti come quelli del ragazzo.
–L’avevo capito in realtà,ma loro credevano di no. E all’inizio
non ne ero felice,volevo essere normale,ma poi mi chiesi: cos’è la
normalità?e dov’è?E’ tutto relativo alla fine.
Certamente non mi lamento – chi è che si sarebbe
lamentato,infondo? – Nessuna esperienza super galattica? – chiese
il ragazzo deluso –Io una volta sono riuscita a trasformare un coniglio
bianco in rosa!- gridò Beth affinché Harry la sentisse per
bene,ovviamente voleva prenderlo in giro. Il tempo sembrava volasse via,e vari
paesaggi pittoreschi si presentavano sotto gli occhi dei futuri piccoli maghi.
Lungo la strada le ‘oh’ di meraviglia non erano mancate,oltre a
quelle di sorpresa e stupore per ciò che si raccontavano l’un
l’altro. Un po’ tutto il treno era gremito di risate e
curiosità. Non si vedeva l’ora di arrivare nella scuola e
conoscere tutti i segreti che l’avvolgevano. Sarebbero andati una mattina tutti a
Diagon Alley,a pochi isolati da lì,per comprare tutto il necessario per
le lezioni,le quali sarebbero iniziate o il pomeriggio stesso,o la mattina
seguente.
-Cos’è
stato?- chiese allarmato Niall a Liam,alzandosi per affacciarsi dal finestrino.
Una ragazza,che era stata con loro da metà viaggio,sembrava aver
già capito tutto. Sorrise in modo furbo e disse – Siamo arrivati
ad Hogwarts-
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Buona sera a tutti :3
E’ la prima FF che scrivo sui 1D e spero
Che questo primo capitolo vi abbia incuriositi c:
Come avete visto,è ispirata ad Harry Potter
Però ho cambiato e cambierò alcune
Cose perché non volevo fare tuuutto uguale D:
Spero che lascerete anche una mini recensione
E non esitate a farmi anche qualche critica :3
Vorrei ringraziare la mia socia che
Mi ha supportato in questi giorni per la preparazione
Di questa fan fiction c:
A presto ;D