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Autore: LuLu96    29/04/2012    1 recensioni
E' tanto che ho questa storia salvata in una cartellina del mio computer, senza che io avessi mai avuto il coraggio di pubblicarla. Si tratta di un grandissimo Cross-Over che vede partecipare tutti i personaggi creati da film, libri o anche esistiti nella storia che mi piacciono o mi hanno fatto riflettere. Alice dovrà affrontare un'avventura senza eguali, viaggiando tra scenari famosi di film o libri e essendo presente in magici momenti della storia. Dovrà stare attenta a non modificarne il corso, però, e soprattutto a proteggere il Ciondolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Appena oltrepassai la porta mi gettai tra le braccia di Gal, che mi accolse con un grande abbraccio. Le lacrime solcavano il mio volto, gli occhi mi bruciavano e la vista era offuscata. Nascosi il viso nell'incavo della spalla di Gal. *Faresti meglio a voltarti...* "Cosa?" chiesi spaesata. Mi voltai. Attraverso le lacrime riconobbi una cascata di capelli biondi, ricci. Sgranai gli occhi. Non poteva essere. Non a Isla Sorna. Mi avventai verso di lui e iniziai a tirargli dei pugni sul petto a ritmo con le mie parole: "Tu. Sei. Scemo. Idiota. Deficiente. Cosa. Ci fai. Qui?" Mi prese i polsi, nell'intento di fermare la mia raffica di colpi. Nonostante fossi fuori di me, ero ancora abbastanza lucida da non tirare troppo forte per non fargli male. "Calmati! Al, calmati!" Con uno scatto mi liberai dalla sua presa e gli gettai le braccia a collo. Ero veramente sconvolta. Lui non doveva essere in quel posto. Eppure ero troppo contenta che fosse lì. Peró non dovevo esserlo. Dovevo essere arrabbiata, o quantomeno dispiaciuta. Se lui fosse rimasto con me sarebbe stato in pericolo. Peró mi abbracciava forte, appoggiando il viso alla mia spalla. "Tu non dovresti essere qui" dissi, ora più ucalma. "Non ti avrei mai lasciata andare da sola" Sorrisi tra me e me. Cosa dovevo pensare? Mi staccai da lui. "Sai che posto è questo?" Scosse la testa. "È Isla Sorna, Sito B del film di Jurassic Park" Mi guardò tentando di nascondere il terrore che per me era evidente nei suoi occhi. Si schiarì la gola. " I...Isla Sorna?" chiese ostentando tranquillità. Sentii la mia squadra ridacchiare piano a quel malcelato tentativo. "Quella dei dinosauri?" Annuii e con la testa feci un segno verso una scala che pendeva da un grosso albero accanto a noi. Uno dopo l'altro salimmo in casa. L'avevo costruita con il Professor Grent nel periodo in cui avevo iniziato a studiare. Era troppo alta per tutti i dinosauri, fuorchè i brachiosauri che per nostra fortuna erano erbivori. Una volta che tutti fummo nel piccolo, ma accogliente, ingresso mi rivolsi a Sam. Stava attentamente scrutando i volti di ogni persona nella stanza con occhi sgranati e increduli. "Allora, Sam, credo che più o meno conoscerai tutti i presenti, almeno di viso o di fama..." poi mi rivolsi ai miei compagni: "Ragazzi, questo è Sam" Incrociai lo sguardo di Holmes. Ci chiedevamo entrambi la stessa cosa: Sam era un Asarat? Quasi per rispondere alle nostre domande, uno sbuffo e una folta criniera rosso fuoco uscirono dalla botola che dava alle scale. Tutti ci voltammo. Una ragazza di più o meno sedici anni, con una riccia foresta disordinata di capelli rossi fece la sua comparsa nella stanza. "Salve a tutti. Mi chiamo Roshanne, piacere di conoscervi." disse con un sorriso. E lei da dove spuntava? Furtiva lanciai uno sguardo a Sam. Guardava la nuova arrivata con meraviglia e forse una punta di desiderio. La ragazza, infatti, era davvero molto bella. Alta e slanciata, magra, con labbra carnose e grandi occhi verdi, la pelle chiara come porcellana. La gelosia mi assalì. Chi era questa? E cosa voleva da noi? Non feci in tempo a formulare questo pensiero che Achille già si stava lanciando su di lei, con la spada sguainata. "Achille! Fermo!" Vidi Holmes, più vicino alla ragazza, prendere il braccio del guerriero per fermarlo. "No, aspettate!" imploró la ragazza. "Ha ragione." concordó Holmes guardandomi. "Ha diritto si stare qui come ce l'ha lui." sentenzió. Ricambiai il suo sguardo sgranando gli occhi. Aveva capito subito tutto! "Lui non ha alcun diritto di stare qui!" ribattè Achille. "Basta!" intervenni "Tutti e due possono restare, se lo desiderano." guardai Sherlock in cerca di approvazione. Quando annuì continuai: "Si da il caso che Roshanne sia la Asarat Faseren di Sam." A quella dichiarazione l'intera stanza ammutolì, a eccezione della stessa Roshanne e di Holmes. Il povero Sam cadde addirittura a sedere sulla brutta copia di un divano. Guardai la ragazza e mi avvicinai a lui. "Ehi, è tutto a posto. Sta tranquillo. Anche se tu non lo sai lei è sempre stata con te, fin dalla nascita." Negli occhi del ragazzo si dipinse paura, stupore, meraviglia e terrore. Alzó lo sguardo su di me, evidentemente in cerca di aiuto. Intuii che lei gli aveva parlato con la mente. "È una cosa normale, anche io e Gal possiamo farlo e tu puoi farlo con Roshanne. Ora la tua mente è aperta a lei e la sua a te. Non preoccuparti, quando ci farai l'abitudine ti piacerà." provai a rincuorarlo. Guardai la rossa in cerca di sostegno. Lei incroció il mio sguardo e poi ne rivolse uno dolce a lui. Sam si prese la testa tra le mani. Gli stava ancora parlando telepaticamente! "Forse se gli parlassi a voce sarebbe meglio, almeno per ora..." Lei annuì. "Sam puoi fidarti di me. Sono al tuo fianco da tanto, sapevo che prima o poi ce l'avremmo fatta. E lo sapevi anche tu... Sapevi di non essere normale." La guardai confusa per un secondo, poi mi ricordai che lui stesso mi aveva detto una cosa simile... Appoggiai le mani sulle sue ginocchia e le feci scorrere lente e dolci sulle sue coscie, cercando il suo sguardo. Improvvisamente mi venne una voglia matta di baciarlo, proprio come avevo fatto poco prima. Era stato una garbuglio indistricabile di emozioni, tra cui un desiderio che avevo tenuto a bada a lungo e che ora era diventato incontrollabile, un calore, come un fuoco che mi bruciava da dentro e partiva dalle labbra e si spandeva in tutto il corpo, e un senso di necessità. Avevo bisogno di lui. Un bisogno fisico. Cacciai quei sentimenti, che in quel momento potevano solo causare guai. "Ragazzi dobbiamo procurarci acqua, cibo e legna. Ci dividiamo in tre gruppi, i soliti. Noi cerchiamo cibo, il gruppo di Dan l'acqua, quello di Aragorn la legna. Sam tu e Roshanne restate pure qui, vi farà bene parlarvi un po' da soli..." lo guardai con uno sguardo dolce, preoccupato. Gli presi il viso con la mano destra dopo che mi ero alzata. Incrociai i suoi occhi ancora confusi, anche se un po' più tranquilli di prima. Senza aggiungere altro mi gettai giù dalla scala, facendo scivolare mani e piedi lungo i due corrimano. Uno dopo l'altro scesero e si posizionarono in cerchio. Scrutai i volti di tutti. "Guglielmo, ce la fate? Forse sarebbe meglio se voi rimaneste qui..." provai a convincere il vecchio maestro. Conoscevo la sua tempra, ma quello non era il posto adatto a vecchi frati. "Andró con la mia squadra, come ho sempre fatto." sentenzió il francescano in un tono che non ammetteva repliche. Lo guardai preoccupata. Se lui fosse morto, con lui sarebbe scomparsa gran parte della nostra conoscenza sugli Asarat e sui mondi. Nonostante gran parte della sua sapienza fosse nelle facoltà di Holmes, non potevamo permetterci di perderlo. Ogni persona, nella mia squadra aveva un compito, era necessaria e indispensabile. Guglielmo, Holmes e Watson erano le due menti più vivaci che avessi mai avuto la possibilità di conoscere. Achille, Aragorn, Alessandro e Massimo gli spadaccini più capaci esistenti tra i vari mondi. Robin il migliore arciere; Dan e Rasty erano capaci di ideare e mettere in atto piani infallibili; Indiana era lo storico più preparato che si poteva trovare; Grent, il maggiore esperto di dinosauri e Eragon, miglior mago e cavaliere di draghi. Infine c'eravamo io e Gal e ora anche Sam e Roshanne. Una squadra numerosa, ma che facilmente poteva passare insosservata, grazie alle nostra abilità. Ognuno mi insegnava qualcosa, quello che era in suo potere. Diventando Warelik Alkasir Guglielmo e Holmes avevano scoperto e imparato la lingua Asarat e ottenuto una copia del libro con tutte le informazioni necessarie. Lanciai uno sguardo un Aragon e Achille. Annuirono. Dovevano assolutamente proteggere Guglielmo, non doveva morire. Annuii di nuovo all'indirizzo di tutti i presenti. Le squadre si divisero e ognuna prese una direzione differente. "Secondo te è possibile?" chiesi rivolta a Holmes quando ormai eravamo lontani dagli altri. "Sì. Evidentemente hai la Gersedan, e l'Herak che hai fatto per Sam è vero, o almeno lo è diventato." C'era qualcosa che non tornava. Se era come Sherlock aveva ipotizzato, allora perchè Sam non aveva conosciuto Roshanne appena aveva preso il ciondolo in mano? Lo aveva ormai da tanto tempo... Espressi i miei dubbi a voce alta e Holmes, che evidentemente si era già posto quelle domande, rispose preparato: "Evidentemente dipende dal viaggio. Questo è stato il primo viaggio che Sam ha fatto consapevolmente, quando è venuto a Londra se ne era reso conto, ma solo nel suo inconscio. Questo spiegherebbe perché ha potuto vedere Galian, ma non perchè quando ti ha detto che ti credeva non ha visto Roshanne" *Galian, tu avevi scelto di farti vedere usando siamo andati a Londra?* *No, Al. Solo Holmes o chi apparteneva al mondo degli Alkasir avrebbe potuto vedermi* Come pensavo. Non serviva a risolvere la questione, ma forse a semplificarla. Holmes riprese a parlare: "Sam ha posto totale fiducia nel ciondolo solo quando ci ha visti tutti riuniti sull'isola e per questo Roshanne è riuscita a raggiungerlo definitivamente." Il suo ragionamento non faceva una piega, era lineare e logico, come tutto ció che aveva a che fare con l'investigatore, eccezion fatta per il disordine. Mentre parlavamo, tutti avevamo colto una ventina di frutti a testa. Mangiare dinosauri non era consigliabile, così mentre eravamo lì dovevamo fare una dieta vegetariana. Ci incamminammo sulla strada per tornare a casa. Quando arrivammo alla radura vedemmo le altre due squadre arrivare una con delle saccocce piene d'acque, l'altra con tanta legna. Eravamo a posto per qualche giorno. Salimmo utilizzando la carrucola per trasposta re tutto sull'albero. Quando sbucai dalla scala, dopo aver aiutato a caricare, vidi Sam e Roshanne sorridere e guardarsi ogni tanto. Si stavano parlando telepaticamente. Aveva impeto subito. Sorrisi felice, ce l'aveva fatta.
   
 
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