Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: Cromatic Angel    29/04/2012    2 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

<< Domani è il tuo compleanno >> Krystall sfogliava un libro di torte, piegata sul bancone della cucina, mentre si sorreggeva il mento con il dorso della mano. << idee in merito? >> Chiese assorta all'amica.

<< Si, a casa a lavorare. Sono indietro >> Posò delle grucce piene di vestiti sul divano del salottino della cucina, per poi avvicinarsi al bancone per versarsi un po' di succo d'arancia << Sii seria >> Chiuse il libro, posando entrambe le mani sul bancone di legno, fissando l'amica. << Krys, te lo ripeto. Non ho voglia di festeggiare il mio trentesimo compleanno. Non è un bel periodo...alla fine è solo un compleanno.>> Sospirò e posò il bicchiere sul bancone << Adesso vado in ufficio, penso di perdere molto tempo. Ceniamo insieme? >> Guardò sorridente l'amica. << Certo >> Le sorrise. << Bene, allora a dopo >> Prese le chiavi posate accanto al vaso con i fiori finti all'angolo della cucina e sparì dalla visuale dell'amica.
Compose rapidamente il numero sul touch-screen << Ehi Tomo. Senti io non ci riesco. Vedi che puoi fare tu. Ok, allora entro stasera ci sentiamo.>> Riagganciò sbuffando << Tutte le situazioni strane a me! >> Gettò le braccia in su e si spalmò sul divano cercando di spegnere il cervello per un po'.



<< No, non si ragiona così! >> Urlava da non si sa quanto tempo. Negli uffici adiacenti tutti i soprammobili degli scaffali si muovevano. L'avevano sempre visto calmo, quasi menefreghista di ciò che gli girasse intorno. Per gli altri lui era solito solo delegare gli altri dei suoi affari. Mai nessuno lo aveva visto lì dentro prendersi cura di un lavoro, era Alex che si occupava di tutto. Questo però secondo gli occhi indiscreti dei dipendenti del 'The Hive' , i quali però preferivano mille volte avere a che fare con i richiami di Alex, che non con Jared. Vedevano quell'uomo così gelido, che pensavano fosse capace di uccidere anche solo con uno schiocco di dita. << Se io ti dico che questa pubblicità deve essere pronta entro la fine del mese, tu DEVI permettere che sia così! Io non tollero che le date si prolunghino! Se metto delle scadenze, quelle devono essere rispettate! Per questa volta passa, ma alla prossima saranno cazzi amari. Ora vai! >> Gettò la penna con forza sulla scrivania, facendola rimbalzare più volte, mentre con uno scatto di ginocchio, voltava la sedia in pelle dando le spalle alla porta, e visualizzando il parco di fronte dalla sua enorme vetrata.
La ragazza bionda, volò via dall'ufficio, tenendo la testa bassa, non voleva farsi vedere dai colleghi in lacrime. Quell'uomo l'aveva umiliata e sapeva che tutti avessero sentito quella discussione così accesa. Non si accorse nemmeno che stava andando incontro ad Alex e al suo bicchiere di caffè << oddio! Mi scusi Alex! >> La ragazza prese al volo il bicchiere, prima che si riversasse sulla moquet , scottandosi un po' il polso. << Attenta! >> La tenne Alex per le spalle << Ti sei bruciata? >> Gettò il bicchiere nel cestino che aveva di fianco e prese ad esaminare il polso della ragazza << Vai a metterci su dell'acqua fredda e calmati >> Le sorrise preoccupata. La ragazza annuì, singhiozzando e avviandosi in corsa verso i bagni del piano. Alex scosse la testa e si diresse nell'ufficio di Jared. Dal quale non proveniva alcun rumore. Di solito o era in riunione e lo si capiva dai vocii insistenti oppure parlava al telefono, ma mai c'era stato tanto silenzio lì dentro.
Bussò un paio di volte, ma non ottenne risposta. Decise di entrare ugualmente...
Fissava fuori dalla finestra, in piedi con le mani in tasca.
<< Se tenti il suicidio, almeno fallo dopo che sarò uscita dal tuo ufficio >> Sbattè la porta alle sue spalle, avanzando verso la scrivania e rovistando tra dei fogli sparsi qua e là << Hey, come mai qui? >> Aveva l'aria moscia. << Dovevo prendere dei documenti, tu perchè hai aggredito quella stagista ? >> Si avvicinò a lui, fissandone il perfetto profilo. << Io non ho aggredito nessuno, non tollero che mi si prenda in giro. >> Disse freddo e distaccato, senza smettere di guardare fuori. << Wow, inizio a temere che la maturità ti abbia preso in ostaggio >> Spalancò gli occhi come terrorizzata, anche se dal suo tono di voce si capiva che fosse una colossale presa in giro. << Magari fosse così, avrei già sistemato un paio di cose , invece di lasciare che gli altri prendessero scelte che avrei dovuto fare io... >> amareggiato si strofinò le palpebre con una mano, lasciando l'altra sempre dentro la tasca del pantalone. << Cosa ti affligge ? >> Divenne preoccupata e si sporse ancora di più verso lui. << Ma nulla >> Si voltò verso Alex poggiando la spalla sul vetro della finestra << Ieri Lea mi ha chiamato, mio padre vuole vedermi. Non oso immaginare quale sia il nocciolo della questione... >> Sbuffò irritato. << Vuoi che venga con te? >> Chiese cauta, sapendo di affrontare un argomento delicato. << Sai bene che ti aggredirebbe >> Si morse un labbro pensando all'eventuale diverbio che potrebbe nascere nell'incontro tra i due. << Beh, tu hai affrontato il mio, non vedo dove sta il problema. Ci sarai tu no?! >> Gli sorrise dolcemente, stringendogli con delicatezza il braccio, per infondergli quel coraggio che gli mancava da un po'. << Ci sarò io >> La strinse in un dolce abbraccio appoggiando il mento sulla sua testa inebriandosi di quel profumo. << Lo so che tu ci sei sempre... >> Inspirò il suo profumo inebriandosi. Alzò piano il viso baciandogli il mento, bloccandoglielo con i denti e leccandoglielo piano. << Dio Alex...>> Riuscì a dire tra gli ansimi. << Sei così sexy con la barba...colpa tua >> Rise maliziosa distaccandosi da lui. << E tu sei sexy senza vestiti >> Le strinse forte i fianchi baciandola con passione << Se non ci fosse tutta questa confusione per i corridoi, ti scoperei sulla scrivania >> I suoi occhi ardevano di passione, velati da uno strato di eccitazione. << Se fossi un'oca senza giudizio, riderei a questa squallida battuta, ma siccome ho la mia dignità, ti rispondo solo che stasera andiamo a cena fuori e non ti farò pentire di aver accettato >> Gli sorrise dolce discostandosi da lui. << Pizzo nero >> Farneticò ad occhi chiusi, scuotendo la testa. << JAY!!!! >> Lo strattonò << Piantala di fare il maniaco!! E inoltre sai bene che il pizzo nero non lo tollero, mi da il prurito >> Rabbrividì al pensiero di avere quel tessuto addosso.



Fuxia, Grigio perla, Giallo canarino, Rosa antico, Bronzo, Champagne, Bianco perla, Azzurro.
<< Sarà un'ora che fissi quei vestiti, non parleranno da soli come nel film '' I love shopping'' >> La canzonò con voce lamentosa. Krystall, avvolta nella sua vestaglia da giorno in pile grigio si addentrò nella stanza dell'amica, sedendosi sul lettone e posando la testa su una spalla osservava Alex, in biancheria intima, che confusa tentava di scegliere un qualche abito.
<< Krys, aiuto >> Sbuffò sedendosi per terra sul morbido tappeto porpora << Non so che scegliere... >> Si lamentò continuando a fissare i vestiti appesi nella cabina armadio, mentre dava le spalle all'amica, che se la rideva sotto i baffi.
<< Tu che impressione vuoi dare... vuoi scopartelo? >> Chiese con voce accattivante.
<< No... cioè Si. Ma non è questo a cui ho pensato quando l'ho invitato a cena stasera... Io voglio solo essere me stessa. Quell'Alex che lo ama, ma che gli da e gli darà sempre del filo da torcere. Quella donna di cui lui è innamorato e che non abbandonerà mai. Io non voglio scoparlo. Voglio fare l'amore con lui. >> Girò poco la testa, tanto per dare un'occhiata a Krystalla che sorrideva soddisfatta. << Bene! >> Si alzò e si diresse all'armadio << Era proprio questa la risposta che volevo >> Prese uno degli abiti messi in evidenza da Alex e lo porse all'amica, che la guardava circospetta e preoccupata.


La macchina si fermò davanti una casa bianca e anonima, era squadrata. Sembrava un magazzino avvolto da un esercito di alberi.
Dalle finestre si intravedevano le tende rosso intenso illuminate da qualche luce opaca che irradiava all'interno della casa sconosciuta.
Proseguì incerta per il piccolo sentiero di mattoni coloro bronzo che conducevano alla porta bianca. Arrivata al traguardo suonò il campanello posto in alto a destra della porta.
Due minuti dopo questa si spalancò mostrando un Jared in pantofole e pantaloni della tuta, e una maglia all'origine bianca, ma adesso si intravedeva qualche macchia di qualche cosa a lei sconosciuta. << Se avessi saputo che ti saresti messa in tiro, mi sarei tolto quanto meno la maglia sudicia >> Sorrise dolcemente, facendo spiccare i suoi denti perfetti e bianchi. << Entra dai >> Si scostò facendo passare un' Alex fasciata da un tubino viola che luccicava e le evidenziava il seno, i capelli alzati in una morbida e corposa coda. << Beh, almeno queste... >> mantenne l'equilibrio prima da un lato e poi dall'altro << Posso toglierle >> Sorrise sbarazzina gettando , vicino un divano, le sue scarpe. << Ora mi sento più a mio agio >> Mise le mani sui fianchi e sorrise divertita, vedendo Jared che scuoteva la testa sorridendo.<< Andiamo, vieni >> le fece un gesto con la mano mentre si accingeva a camminare << Ti porto in cucina >>.
<< Non mi dire che ti sei messo a cucinare >> Chiese sbalordita seguendo l'uomo.
<< Volevo farti una sorpresa... >> Lo sentì ridere, mentre si fermava ad un bancone sul quale c'erano vassoi con vari tipi di tartine << Su assaggia >> Gliene porse una << Jay... non voglio morire... >> Nei suoi occhi il terrore. << Cretina! Non ho cucinato io! Emma mi ha fatto arrivare un cuoco italiano è tutto il giorno che cucina. >> Rise infilandogli con forza la tartina in bocca.
<< FaFoVe >> Disse a bocca piena.
<< Eh? >> Chiese scioccato non avendo capito nulla.
<< CAFONE! >> Gli urlò non appena deglutì.
<< Ma come! A te piace aver infilato con forza qualcosa in bocca >> Iniziò a ridere mentre scappava per la casa. << Jay se ti prendo ti infilo io una cosa! E non in bocca!!! >> Gli urlò inseguendolo per la casa.
Finirono la lotta fuori in giardino, dove a dividerli era la piscina. << Non sarà l'acqua a fermarmi! >> Lo minacciò dall'altro lato Alex.

<< Certo che sei scema >> Rise con affanno.
<< Cosa c'è Jay? La vecchiaia si fa sentire, eh? Dopo l'affanno arrivano i reumatismi... >> Lo provocò con voce dispettosa.
<< Col cazzo! Mentre correvo, ti urlavo contro. Per questo ho l'affanno. Ancora sono giovane! Tzè! >> Si sentì pizzicato nel profondo.
<< Certo... ma io sarò sempre dieci anni più giovane e ti potrò prendere in giro fino alla fine... >> Iniziò a camminare lentamente lungo il perimetro della piscina.
<< Potrei essere io a prendere in giro te... magari fra un paio d'anni tu avrai gli acciacchi della vecchiaia... sai con tutti i figli che faremo... sarai esausta... la schiena ne risentirà...eh, non sei immortale >> Represse una risata, seguendola con lo sguardo. Ormai erano solo dieci passi che li dividevano. << Tutti i figli? Caro il mio tesoro, te ne concedo due... non sono un forno >> Gli fece una linguaccia, piantandosi davanti a lui.
Era così bello da togliere il fiato.
La luce pallida della luna lo rendeva ancor più divino.
E sapere che era solo suo, la rendeva felice e le faceva venire il vuoto allo stomaco.
Averlo lì,davanti, con tutto quell'amore che le trasmetteva... non poteva che eliminare il passato. Quello sguardo, quella passione, quell'amore che traspariva dai suoi occhi, non potevano che dargli positività. Che insieme avrebbero affrontato tutto, che nulla era impraticabile e che insieme ci sarebbero riusciti. << Jay... >> Gli soffiò sulle labbra << Vuoi sposarmi? >> Lo baciò con cautela.
Lui la scostò lievemente, non credendo a quelle parole, con gli occhi che luccicavano.
La voltò e le fece vedere un muro.
Si, un muro intriso con il suo amore.
Un muro sul quale aveva lavorato tutto il pomeriggio.
Un muro che aveva rovinato il candore della sua maglia bianca.
Un muro che conteneva la risposta che Alex aspettava.
Un muro che regalò un moto di felicità alla donna, che strinse forte il suo uomo baciandogli il volto ripetutamente. Perchè mai nessuno avrebbe tolto loro la voglia di amarsi.



                                                  Alex.... what about marrying me?

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Cromatic Angel