Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: _Maisha_    07/05/2012    1 recensioni
Catlewood. La scuola in cui ogni creatura vorrebbe essere convocata. Fortuna toccata a Christine, una ragazza semplice, che mai lo avrebbe pensato. Ma anche in una scuola perfetta, dove si troveranno amici e amori, si celano pericoli e terribili segreti.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi girai indietro per l’ennesima volta, e per l’ennesima volta mi dissi di stare calma.
Il vento tagliente e l’ululare dei cani però non contribuirono a rassicurarmi. Affrettai il passo, dovevo arrivare a St.James street prima che scoccasse la mezzanotte. Mentre avanzavo ormai quasi correndo, mi ritrovai a pensare a quella lettera.
Una busta rossa come il sangue sigillata con della cera; e quel marchio strano, un corvo, quasi reale, che sembrava fissarmi seppur fosse solo un disegno impresso sulla carta. Poi c’erano loro, quelle parole dure come l’acciaio che mi penetrarono come mille coltelli.
Non poteva essere vero, era passato tanto, troppo tempo. Improvvisamente sentii un brivido, ero arrivata.
Di fronte a me si stagliava un edifico antico, dall’aria gotica, ormai abbandonato da chi sa quanto tempo. Ci girai intorno.
La lettera parlava di un piccolo ingresso nel retro, ma non trovai niente.
Provai a ripetere la filastrocca sulla lettera : se vuoi entrar, dietro dovrai andar, ma per l’ingresso aprir,sciagure dovrai spedir.
Ci pensai su per un po’ e poi mi venne l’illuminazione. Certo!
Avrei dovuto lanciare un semplice malocchio, ma non lo facevo da tantissimo tempo, ricordavo a stento la formula.
Guardai l’orologio, mancava un quarto d’ora a mezzanotte. Dovevo sbrigarmi.
Tornai all’ingresso principale del palazzo in cerca di qualche povera anima a cui lanciare il sortilegio. Nessuno in vista. Poi sentii un rumore provenire da alcune vecchie lamiere usate a mo di capanna, forse lì c’era qualcuno. Mi avvicinai furtiva e scrutai attenta l’oscurità dell’abitacolo.
Qualcosa si mosse, o meglio, qualcuno.
Un barbone in posizione fetale sotto un cumulo di stracci dormiva beatamente, e forse faceva proprio al caso mio.
No, non potevo maledire un uomo con una vita già così difficile, dovevo cercare qualcun altro.
Passò il tempo ma non arrivarono altre persone, e a mezzanotte mancavano solo 3 minuti. Mi sentivo terribilmente in colpa, ma dovevo sbrigarmi ed essendo il barbone l’unico essere vivente presente gli lanciai il malocchio.
Tornai svelta sul retro dell’edificio, era spuntata una porticina. La aprii cauta e mi trovai di fronte ad un lunghissimo corridoio, completamente buio se non per qualche sporadica torcia.
Mi feci coraggio e varcai la soglia dell’ingresso,la porta si chiuse dietro di me, o meglio, scomparve del tutto.
Non mi restava che attraversare il corridoio e vedere dove portava. Dopo un tempo che sembrò interminabile, anche se in realtà erano passati  solo pochi minuti, mi ritrovai in un grande androne completamente illuminato. Ci volle un po’ per abituare gli occhi a quella luce così forte, ma una volta riuscitaci mi accorsi di non essere sola.
Su due delle quattro poltrone presenti in sala sedevano delle donne; una rossa con la carnagione pallidissima, quasi cadaverica e una bionda in carne; le due non parlavano, ma si lanciavano occhiatacce a non finire. Mi avvicinai per sedermi su una delle due poltrone rimaste, quando la rossa esclamò con tono aspro: – Anche tu qui Christine?-
- Sai che non potevo mancare, Lilian-
- Vedo che non sei cambiata, e nemmeno i tuoi vestiti- quella sua arroganza mi dava su i nervi da quando ci eravamo conosciute, ma con il tempo ci avevo fatto l’abitudine.
 –si, lo sai che ho sempre amato il vintage- rimase senza parole e poi sorrise, tornando a fissare il vuoto a braccia conserte.
 Mi abbandonai su una poltrona; che ci facevano Lily Lewis e Miranda Evans qui? Già conoscevo la risposta ma preferii far finta di non saperla, lasciando defluire i pensieri dalla mia testa.
Improvvisamente sentii una voce alle mie spalle: -Vedo che ci siete tutte, ne sono estasiata. –
Non mi girai, sapevo già chi aveva parlato, una voce del genere è difficile da dimenticare, così come quel profumo di Selenicereus Grandiflorus, il fiore della notte.
Jaha Norman era arrivata, eravamo al completo.
 
Dopo che ci fummo tutte accomodate cademmo in un silenzio imbarazzante, insomma non ci vedevamo da 15 anni, e per un motivo più che valido; nessuna aveva voglia di riallacciare l’amicizia, se così si poteva chiamare il rapporto che avevamo da adolescenti.
Mentre pensavo,  Lily e Miranda continuavano a guardarsi facendo smorfie, che più che sorrisi sembravano ghigni, malvagi, proprio come loro. Improvvisamente Jaha iniziò a parlare: - Sapete perché vi ho convocato, non c’è bisogno che ve lo spieghi, ho bisogno di voi, purtroppo.-
- Jaha Norman pensi davvero che ti aiuteremo? Non dimenticare che cosa ci hai fatto. – a parlare era Miranda, che a quanto pare in questi anni aveva vinto la timidezza.  
– Ah Miranda, sei stata sempre così vittimista! Se vi è successo, è per colpa vostra, non mi avete dato ascolto e ne avete subito le conseguenze, è la vita, c’è chi vince e c’è chi perde. -
 -Brutta strega dei miei stivali, tu ci hai tolto tutti i poteri! A Castlewood non si erano mai viste streghe senza poteri! Hai dimenticato come ci guardavano? Tutti gli scherzi che ci facevano? Tutto per colpa tua, solo per non aver voluto rovinare il ballo…eri immatura ed egocentrica, una pazza!-
Conoscendola, la Jaha quindicenne avrebbe lanciato immediatamente un sortilegio a Miranda, ma non lo fece, si limitò solo a dire con tono calmo:
– Scusate, non volevo.-
Improvvisamente Lily scoppiò a ridere – Ahahahahah, Jaha Norman che si scusa, ti rendi conto di che fine hai fatto? La ragazza più popolare della scuola che chiede scusa rispettivamente alla sfigata, alla dark e alla secchiona, che bello il sapore della vittoria! –
 - si, hai vinto, se ti soddisfa tanto Lily, ora però dovete ascoltarmi, sulla lettera che vi ho scritto dicevo che LUI stava per essere risvegliato da una congrega di streghe nere, beh c’è un problema, un grosso problema-
 -Quale?- chiese Miranda con aria stizzita-
-Lo hanno risvegliato.-
 - Mi scappò un urlo: - Cosa???-
 - Ah vedo che non hai perso la lingua Chris, ebbene si, è stato risvegliato, e sapete che verrà a prenderci, dobbiamo fare qualcosa, e il più presto possibile.-
- Io non intendo fare nulla, che venga pure a prendermi- disse Lily pigramente.
– Lily ma sei pazza? Non immagini nemmeno che destino ti riserverà quel mostro!-
-Si che lo so Jaha, non dimenticare che ho perso tutti a causa sua.-
Jaha era sconvolta, non l’avevo mai vista così, ai tempi del liceo era sempre così perfetta, con una soluzione pronta per ogni problema.
 Evidentemente non era più così perché dalle labbra gli uscì solo un suono strozzato, poi dopo minuti e minuti di silenzio si decise a parlare:
 - Ragazze, per favore, non possiamo arrenderci, dobbiamo combattere-
 - Jaha non siamo più quelle di una volta, lo vuoi capire o no? Io ho fatto fatica anche a lanciare un malocchio, pensa a combattere contro un demone della notte di 300 anni, che tra l’altro ce l’ha a morte con noi ed è aiutato da streghe nere. Ci ucciderà tutte, comprendi?-
 - Dannazione Lily, ha ucciso la tua famiglia e tutto quello che sai dire è “ci ucciderà tutte, comprendi? “, 15 anni fa la ragazza che conosco io non avrebbe esitato un secondo a combattere. La stessa cosa vale per voi, Chris, Miranda non arrendetevi così, ve lo chiedo in ginocchio.-
- Io sono con te Jaha.- lo dissi di getto, non me ne accorsi nemmeno, ma l’idea di ritornare la strega di una volta mi piaceva, e poi ci tenevo alla mia vita, per quanto squallida fosse, e non l’avrei data a un demone schifoso. A ruota mi seguì Miranda, e dopo qualche minuto anche Lily cedette.
Jaha ci guardò con uno sguardo misto tra gratitudine e soddisfazione:
– Grazie ragazze.-
Restammo a parlare per tutta la notte. Ci mettemmo d’accordo per cominciare l’allenamento 48 ore dopo. Dopo la riunione ci salutammo con un cenno della mano e ognuna di noi prese strade diverse.
Mentre tornavo a casa iniziai a pensare su dove avessi gettato la bacchetta, quando sentii un respiro rancido sul collo.
– Da quanto tempo Chris.-
Mi voltai di scatto, un enorme mostro mi si stagliava davanti in tutti i suoi 2 metri d’altezza.
L’unica cosa che riuscii a pensare fu: - Dannazione, e ora che faccio?- e poi mi si scagliò contro.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: _Maisha_