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Autore: MedusaNoir    13/05/2012    2 recensioni
Esistono gli amori platonici, quelli immortali, perfino quelli che durano solo qualche giorno; e poi ci sono loro, gli amore preconfezionati. Si tratta di "amori in scatola" costruiti su misura per unire i rampolli di due facoltose famiglie.
Ed è proprio questo che accade a Draco Malfoy e Asteria Greengrass: si ritrovano fidanzati fin da bambini. Inutile dire che questo a Pansy Parkinson, che è sempre stata accanto al ragazzo cercando di conquistare il suo cuore, proprio non va giù...
Tra una Daphne pasticciona innamorata del sarcastico migliore amico Blaise, una Millicent intelligente che non riesce a trovare un fidanzato, un Gregory ancora depresso per la morte di Vincent e un Theodore esperto nel risolvere le situazioni, Pansy e Asteria si daranno battaglia, senza che l'opinione del codardo Draco venga mai presa in considerazione.
[ATTENZIONE: il capitolo III (escluso il prologo) è stato aggiornato quasi un anno fa; a partire dal capitolo IV si sta tornando ad aggiornare ogni settimana]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Millicent Bullstrode | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo V

I signori Parkinson avevano saputo, fin dal momento in cui aveva mostrato il primo piccolo barlume di magia, che la loro bambina sarebbe stata una Serpeverde. Probabilmente, osservandola da lontano, in molti avrebbero negato di trovare in lei un qualche minimo segno di ambizione: odiava studiare, non le interessava ottenere G.U.F.O. e M.A.G.O. nella quantità necessaria per un determinato lavoro, non aveva mai dichiarato di volere diventare la più grande strega di tutti i tempi.

Tuttavia, Pansy era la ragazza più testarda che i suoi genitori avessero incontrato nei loro quaranta anni di esistenza. Era pressoché impossibile farle cambiare idea in qualsiasi circostanza, sia che ciò richiedesse l’utilizzo di una manciata di galeoni sia che mettesse a repentaglio la reputazione dei Parkinson: se Pansy desiderava un pavone perché i Malfoy possedevano dei pavoni, Pansy avrebbe ottenuto un pavone.

I “no” erano cominciati a volare dal primo anno di Hogwarts, quando la ragazza si era dovuta confrontare con professori che mai l’avrebbero favorita come i suoi genitori avevano fatto e con compagni che non sarebbero stati disposti a esserle amici se lei non avesse moderato il proprio caratteraccio; per cui Pansy era stata costretta a porre freno alla propria testardaggine – godendo però della pessima fama di una delle Serpeverdi note per l’antipatia e il disprezzo nei confronti degli studenti delle altre Case – e a limitare i propri desideri.

L’unica decisione che non aveva alcuna intenzione di mettere da parte riguardava Draco e le nozze da favola con cui avrebbero celebrato la loro unione nell’elegante giardino di Villa Malfoy.

Perciò, se alle cinque del pomeriggio di una calda giornata estiva Pansy si stava Materializzando nei pressi di Tottenham Court Road nonostante le minacce della sua rivale in amore, i segnali dell’imminente battaglia venivano tracciati proprio in quel momento.

 

L’aria all’interno dell’appartamento Goyle-Bullstrode era leggermente tesa: Gregory aveva smesso di pensare al cibo, concentrando gli occhi sulla televisione del salotto, Theodore sfogliava distrattamente giornali con annunci di lavoro che pochi minuti prima era sceso a comprare e il sempre impassibile Blaise lanciava sguardi fugaci oltre le tende della finestra. Ognuno cercava di comportarsi come al solito, preparandosi tuttavia ad affrontare la furia della viziata e testarda Pansy.

- Arriva, - annunciò infine Blaise, poggiando la schiena al muro, in attesa dell’esplosione.

Theodore chiuse il giornale e si avvicinò alla porta, preparandosi ad aprire; Gregory tentò un balzo in avanti per precederlo, ma ricadde sul divano, impotente.

- Non vale, - si lagnò. – In questo modo tu potrai nasconderti dietro la porta e lei non ti vedrà subito.

- Seriamente, Greg, - esclamò Blaise, sollevando un sopracciglio, - credevi veramente di riuscire a infilarti tra il muro e la porta?

Ancora una volta il suono del campanello impedì a Gregory di scagliare una Maledizione Senza Perdono a uno dei suoi amici.

Theodore abbassò leggermente la maniglia, poi tirò la porta verso di sé; nessun urlo di rabbia, però, precedette l’entrata di Pansy Parkinson nell’appartamento. Al contrario, la ragazza sorrise ai presenti, salutandoli educatamente e affacciandosi sulla soglia della camera di Millicent per cercare l’amica.

- Milly non c’è?

- Mi… Milly? – mormorò Theodore, cercando una vaga somiglianza tra quel soprannome e la stazza che un tempo aveva avuto Millicent Bullstrode.

- E’ a lavoro, - rispose Blaise. Fissava Pansy con un’espressione scettica, poco convinto dal suo comportamento gentile che le aveva visto sfoggiare solo in presenza dei Malfoy.

- Oh, capisco. Vorrà dire che la aspetterò.

Pansy, senza cancellare il sorriso angelico dal volto, si mosse sotto gli occhi di tutti verso il divano, pulì con un fazzoletto i residui di crema lasciati da Gregory e si sedette con grazia, lisciandosi il vestito turchese; si guardò intorno, il mento poggiato sul dorso della mano sinistra, sistemandosi ogni tanto i capelli arricciati e legati da un fiocco dello stesso colore dell’abito. Per chi la conosceva bene come i suoi amici, il contrasto tra il suo aspetto e il carattere era preoccupante.

- Che bell’abito, - esordì Theodore dopo qualche minuto.

- Ti ringrazio, - disse Pansy, sfoggiando un sorriso ancora più luminoso. – L’ho preso a Diagon Alley un anno fa.

- Credevo fosse di Daphne, - osservò Blaise, versandosi un altro bicchiere di Whiskey Incendiario per passare il tempo.

L’espressione che Pansy gli rivolse nel rispondergli lo confuse. – Oh, ero certa che l’avresti riconosciuto. Ad ogni modo, glielo avevo prestato io, ma mi serviva per stasera.

- Incontro galante?

Pansy rise forzatamente, portandosi una mano davanti alla bocca. – Sono invitata a cena dai signori Malfoy.

- I signori Malfoy? – ripeté Gregory.

- Sì, mi hanno chiesto di stare da loro oggi. Sapete, con il trambusto di questi giorni, la promozione di Draco…

- Nella quale non c’entra niente Richard Greengrass.

Il sorriso di Pansy apparve più tirato mentre si voltava verso Blaise.

- Non capisco a cosa ti stia riferendo, caro Blaise.

- Ti prego, togli quel “caro”: mi hai fatto venire i brividi!

- Non hai saputo del matrimonio? – la punzecchiò Gregory, felice che Theodore avesse finalmente smesso di concentrarsi su di lui, concedendogli così di riprendere a mangiare le ciambelle alla crema in pace.

- Ah, sì, roba di poco conto, - liquidò la faccenda Pansy. – Non crederete certo che il signor Greengrass abbia aiutato Draco ad ottenere la promozione solo per consentire a quella vipera di metterlo alle strette.

- Me ne hai appena dato la conferma, - esclamò Blaise, alzando il bicchiere di vetro. – Un brindisi per la vecchia Pansy!

- Ma cosa…? E tu, idiota di un facocero, vedi di tenere quella roba lontane dal mio vestito! – sbottò Pansy, scansandosi in fretta mentre la crema dell’ennesima ciambella addentata da Gregory cadeva sul punto in cui fino a qualche istante prima si trovava il suo vestito.

 

La situazione non era delle migliori a Villa Malfoy.

Lucius passeggiava sovrappensiero lungo il tappeto verde che copriva quasi interamente il pavimento del suntuoso salotto, le dita intrecciate dietro la schiena; in quegli anni non aveva perso lo sguardo fiero che lo aveva sempre caratterizzato, ma c’erano momenti – come quello – in cui una ruga di nervosismo e indecisione gli solcava la fronte pallida. Narcissa lo osservava muoversi in silenzio, sorseggiando nervosamente un bicchiere di Vino Elfico.

Dopo avere raggiunto per la centotrentacinquesima volta il camino ed essere tornato verso la porta della cucina, Lucius si lasciò cadere sulla poltrona di velluto verde, senza nemmeno preoccuparsi di assumere una posizione dignitosa per un mago della sua classe.

- Matrimonio combinato, - decretò con un sospiro.

Narcissa balzò in piedi, rigirandosi il calice tra le mani. – Pensaci ancora, Lucius…

- Ancora? Ci rifletto da ieri, ma non riesco a trovare un’altra soluzione: Draco dovrà sposare la figlia di Richard Greengrass.

- Ma lui non vuole!

- Te l’ha detto, Cissa?

Lucius si voltò verso la moglie, sperando in una risposta che potesse rendergli la decisione più facile; Narcissa abbassò lo sguardo, esitante.

- No, non lo ha fatto. Ma lo vedo nei suoi occhi, Lucius! Draco non sposerebbe mai una donna che non conosce…

- Se stai per dire che nostro figlio è alla ricerca del vero amore, saltiamo la scena patetica.

- Asteria non è adatta a lui.

- E chi lo sarebbe?

- Pansy! Lo conosce da sempre, vive praticamente qui ed è evidente che prova qualcosa per lui. Asteria… No, non lo ama.

Lucius sospirò ancora una volta. – Ma potrebbe imparare a farlo. Come… come noi due.

- Parla per te, io ti ho amato fin dal primo momento.

L’uomo si ritrovò a sorridere: Narcissa sapeva essere una fredda, distaccata Purosangue e allo stesso tempo la ragazza dolce per cui aveva perso la testa. Non glielo aveva mai detto, però, aveva finto di essersi innamorato di lei dopo le nozze; confessare che era stato lui stesso a spingere Abraxas Malfoy a farle sposare proprio quella Black sarebbe significato ammettere di avere un animo più delicato di quanto volesse farle credere. E a quel tempo temeva che Narcissa amasse solo il Serpeverde dallo sguardo gelido.

- Comunque, - riprese, tossendo, - non stiamo parlando di noi.

- Hai iniziato tu.

- Lo so. Potremmo discuterne oggi a cena… Che ne dici?

- Davanti a Pansy? Sei la delicatezza fatta persona, Lucius.

- Quando sarà andata via, allora. Sei d’accordo? Chiederemo a Draco cosa ha intenzione di fare; dopodichè, decideremo insieme come agire.

- Lo spingerai a sposarla, non è vero?

Lucius portò lo sguardo sugli occhi chiari di sua moglie, poi lo distolse in fretta senza rispondere.

 

- Perché stavi recitando?

Pansy aggrottò la fronte, infastidita, e incrociando le braccia al petto prese posto su una sedia – lontano dal pasticcio che aveva combinato Gregory sul divano – prima di rispondere alla domanda di Theodore.

- Prove generali, - sbuffò.

- Per il matrimonio? – scherzò Gregory, guadagnandosi la più ostile delle occhiate di Pansy; si ritrasse nel divano mentre Theodore gli strappava dalle mani l’ultima ciambella al cioccolato rimasta.

- Ve l’ho detto, i Malfoy mi hanno invitata a cena: voglio essere impeccabile.

- Andiamo, Pansy, - esclamò Blaise, - Lucius e Narcissa ti adorano, non c’è bisogno di fingersi diversa!

- Non parlavo di fare bella figura con loro.

Blaise, Theodore e Gregory si scambiarono uno sguardo allarmato: dopo anni di conoscenza, Pansy era pronta a rivoluzionare l’immagine che mostrava di sé al suo amato.

- Vuoi conquistare Draco?

Pansy si strinse nelle spalle. – Non ci ho mai provato veramente, è arrivato il momento.

- Sì, è proprio quello giusto, - osservò Blaise. – Una pazza smorfiosa reclama la mano di Draco minacciando di portargli via i pavoni e tu ti fai bella per piacergli. Non potevi scegliere un momento migliore, i miei complimenti.

- Pazza smorfiosa? – chiese Pansy, ignorando il resto del discorso di Blaise.

- Beh, per come si è comportata! Daphne mi ha raccontato tutto.

- Ah, - esclamò Pansy, sorridendo di nuovo in maniera snervante per i gusti dell’amico, - te l’ha detto Daphne. Sì, Asteria è veramente tremenda con lei, non si comporta per niente da sorella… Ad ogni modo, ho deciso di cambiare: non voglio più essere l’amica che si accontenta di averlo  accanto senza mai mostrare il suo amore.

- E quando di preciso avresti tentato di nascondere la tua cotta?

- Parla, Pansy, - intervenne Theodore. – Non sei certo qui per farci vedere il vestito.

Pansy fece una smorfia divertita. – Che succede, Theo, sei curioso di sapere cosa ho in mente?

- No, sono terrorizzato da quello che dirai, per cui fallo subito.

- D’accordo. – Finse di scrutare con attenzione le proprie dita prima di parlare di nuovo, come se volesse rendere palpabile la tensione. – Mi servono degli alleati per togliere di torno quella… Come l’hai chiamata, Blaise? Pazza smorfiosa.

Nessuno replicò; Pansy aggrottò la fronte, confusa da quel silenzio di risposta.

- Avete capito cos’ho detto?

- Va bene, - disse Theodore. – Dicci quello che dobbiamo fare e noi lo faremo.

- State scherzando?

- No, - esclamò Gregory, sospirando. – Tanto ci obbligheresti a farlo comunque, non ha senso contraddirti.

- Ah. – Pansy sgranò gli occhi, piacevolmente sorpresa da quella reazione.

- A meno che, - intervenne Blaise sovrappensiero, - Draco non voglia sposarla.

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Ed ecco il quinto capitolo (che a me, personalmente, non soddisfa molto)! Mi dispiace avervi fatto attendere (ma c'è veramente qualcuno che attende? u.u) per tanto tempo, ma pensavo di avere meno impegni e più ispirazione: dovrei decidermi a tirare giù uno schema della storia, mh.

Comunque, come al solito grazie a chi sta seguendo la storia; nel prossimo capitolo vedremo la pazza fur... ehm, Asteria!


Medusa

   
 
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