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Autore: hopelove    15/05/2012    13 recensioni
"- Ammettilo, ti diverti. – affermo togliendo il giubbetto e cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue gambe.
- Mi diverto?
- Si, ci hai preso gusto a farti vedere in accappatoio e a sedurmi.
Bella arrossisce ma subito dopo sorride maliziosa. Ecco, ci siamo.
- Se avessi voluto sedurti, ti avrei accolto in un altro modo…
- Ah si? Sentiamo!
- Dunque… Avrei potuto far cadere l’accappatoio inavvertitamente a terra mostrandoti cosa c’è sotto. – sussurra stringendosi a me e accarezzandomi le braccia." (Tratto dal cap. 21)
Bella ed Edward umani, che dopo qualche difficoltà iniziale si innamoreranno più che mai, trovandosi dopo essersi a lungo cercati. Spero vi piaccia, con tutto il cuore.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Sono emozionata. Ho iniziato a scrivere questo primo extra un po’ a fatica, innervosendomi a tratti perché non riuscivo ad esprimermi come avrei voluto. Ma poi ho pensato a mio marito, a quando mi ha chiesto di diventare sua moglie. E mi sono emozionata. Dedico ogni mia parola a lui.

A lui, ma anche a tutti voi che mi avete accompagnato lungo questo viaggio. Grazie per avermi sostenuto e grazie infinite a chi vorrà farlo ancora.

Ci rileggiamo di sotto,

un abbraccio,

Vane

P.S: La prima citazione non centra molto con il capitolo. Ma è per Samuel e per Bella, ma soprattutto per chi come lei in questa storia, ha perso una persona cara.

La seconda citazione… è per chiunque creda nella semplicità dell’amore.

Scusatemi se vi sto annoiando, oggi mi sento un po’ troppo poetica! ;)

 

La chiave che può aprire tutte le porte del'impossibile....l'amore

Extra 1 - Mille volte si

Quello che i morti lasciano ai vivi è certo un dolore inconsolabile,

ma anche un maggior dovere di vivere,

di compiere la parte di esistenza da cui i morti hanno dovuto apparentemente separarsi,

e che però resta intatta.

 

François Cheng

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non so dove vada la mia strada,

ma cammino meglio quando la mia mano stringe la tua.

 

Alfred De Musset

 

 

Pov Edward

Digito “proposte di matrimonio originali” sulla tastiera. In 0,19 secondi, Google mi propone 230000 risultati.

Però! Allora non sono l’unico idiota che trascorre la serata davanti al pc, cercando un’idea singolare per chiedere alla donna che ama di diventare sua moglie.

Oddio.

Sto davvero pensando di chiedere a Bella di sposarmi?

Sto davvero pensando di cambiare la mia vita totalmente?

Sto davvero pensando a “finché morte non ci separi”?

Si.

Si.

Si.

Ancora mille volte si.

Ci sto realmente riflettendo da quindici giorni, da quando ci siamo visti l’ultima volta a New York. Cavolo, sono già due settimane che non vedo Bella, non pensavo diventasse sempre più difficile starle lontano. Credevo che col tempo sarei riuscito ad abituarmi, dopotutto sono già passati più di tre anni. Ce la stiamo cavando bene, nonostante le giornate stressanti, gli esami complicati e i 307 km di distanza che a volte sembrano insormontabili. Ci incontriamo il più frequentemente possibile, provando di tutto per far combaciare i mille impegni di ognuno, spesso vedendoci a metà strada.

Eppure mi manca sempre di più. Mi manca stringerla a me, baciarla per ore, fare l’amore con lei o semplicemente guardare un film abbracciati mangiando una pizza. Non faccio altro che sognarla, notte e giorno. Mi sembra di vederla ovunque: durante le lezioni, durante il mio tirocinio all’ospedale, per le strade di Boston.

In poche parole: è molto peggio dei primi tempi. Perché?

Beh… Ho il terrore di perderla, nonostante Bella non abbia mai fatto nulla per farmelo pensare. Ho il timore che qualcuno me la porti via. Ho paura che lei si stanchi di me.

Angosce certamente non nuove, visto che le ho sempre avute. Ma le sento ancora più concrete e reali dal mio ultimo viaggio a New York, durante il quale… ho conosciuto un suo compagno di studi alla Juilliard. Averla vista parlare con quel Jonathan mi ha scombussolato la bussola. In questi anni, la gelosia non mi ha mai abbandonato, ero sicuro che qualche ragazzo ci avrebbe provato. Ne ero consapevole. Ma vedere con i propri occhi quel tipaccio accarezzare Bella, la mia Bella, mi ha mandato fuori di testa.

La amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non riesco ad immaginare la mia esistenza senza di lei e voglio averla al mio fianco “in salute e in malattia”, “in ricchezza e in povertà”. Perciò, si… voglio sposarla, alzarmi con lei accanto ogni giorno e presentarla all’universo intero come mia moglie.

Accidenti, Cullen, questo si che potrebbe andare bene come discorso! Meglio che me lo scrivo, non si sa mai. Distrattamente, inizio a leggere la classifica delle venti proposte di matrimonio più creative che si siano mai sentite. C’è chi ha accompagnato la propria donna a un distributore automatico dove le ha offerto di prendere qualcosa, ma anziché la bibita scelta ha tirato fuori l’anello di fidanzamento. C’è chi ha organizzato fuochi d’artificio sulla spiaggia. Oppure la classica romantica cena a lume di candela.

        -   Ehi, Edward! Pensavo dormissi.

La voce di Jasper mi fa sussultare. Ero talmente concentrato sulla lettura da non averlo neanche sentito rientrare. Lo sto ospitando da due giorni nella mia stanza al college visto che si fermerà a Boston per una settimana.

        -   Non ho sonno. Sei tornato presto. – esclamo mentre lui si siede accanto a me.

        -   Mica tanto, sono le due passate.

        -   Le due? Accidenti, ho perso la cognizione del tempo.

        -   Che leggi di così interessan… O cavolo! Proposte di matrimonio?

        -   Era così per farmi un’idea.

        -   Vuoi chiedere a Bella di sposarti?

La domanda di Jasper è essenzialmente semplice ed io conosco perfettamente la risposta. Ma dirlo ad alta voce… fa un certo effetto, ecco. Dopo aver tentennato un po’, lo ammetto:

        -   Si. Cioè… non lo so. Ma si che lo so! Si, mille volte si!

        -   Fantastico Ed! Davvero, sono felice per voi!

        -   Non credi sia troppo presto?

        -   Siete una coppia bellissima, state insieme da anni ormai, anche se il tempo non conta. Importa solo l’amore e voi vi amate moltissimo, è lampante.

        -   Ma se non accettasse? Forse sarebbe meglio aspettare la mia laurea o almeno il suo diploma alla Juiliard.

  -   Edward, mica vi dovete sposare subito! Prendi me e tua sorella: gliel’ho chiesto due mesi fa e ci sposiamo fra un anno! Alice vuole organizzare tutto nel minimo dettaglio, sai come è fatta.

  -   Già. Sono contento che diventi mio cognato! La tua proposta di matrimonio sarebbe sicuramente in cima alla classifica di quelle più originali! – esclamo facendolo arrossire e commuovere.

Alice ne ha parlato per giorni interi. Ricordo perfettamente ogni sua telefonata per tenermi aggiornato: mi ha raccontato la proposta fin nel minimo particolare.

Jasper le aveva suggerito un po’ di shopping, portandola nel negozio di abbigliamento preferito di Alice. D’accordo con le commesse, aveva applicato un cartellino rosso su ogni etichetta dei vestiti presenti all’interno. Alice aveva le lacrime agli occhi leggendo “Marry me” ovunque.

        -   Non è importante come glielo chiederai, Ed. Non serve niente di eclatante. Pensa a Bella e troverai sicuramente le parole giuste e il luogo magico per dirgliele.

Si, forse Jasper ha ragione. Sorrido, colto da un’improvvisa rivelazione.

So cosa fare. Prima cosa: prenotare il biglietto aereo per New York. Vado dalla mia fidanzata.

 

******

Pov Bella

        -   Dai, Bella, resta ancora un po’!

Il volto e la voce di Susan sono così supplichevoli da essere quasi convincenti.

Alterno lo sguardo tra lei e l’orologio, indecisa se cedere agli occhi imploranti della prima o all’ora tarda mostrata dal secondo. È quasi mezzanotte, accidenti. Domani mattina, le lezioni cominceranno presto e non posso permettermi di arrivare tardi.

        -   Ti prego, ti prego, solo dieci minuti!

        -   E va bene! Ma non un istante di più! – acconsento capitolando alle preghiere della mia coinquilina mentre lei mi abbraccia di slancio.

Scoppio a ridere, divertita dalla sua esuberanza. Adoro Susan, la mia eccentrica, travolgente compagna di stanza qui alla Juilliard. Per certi aspetti, mi ricorda Alice.

Quanto mi manca Alice! E Rosalie. Jasper. Emmett.

Edward.

Mi basta pensare a lui per una frazione di secondo per prendere in mano il cellulare. Nessuna chiamata persa, nessun messaggio. Mi aveva promesso che ci saremmo sentiti questa sera visto i pochi minuti di conversazione telefonica di ieri. Sospiro, inquieta.

Mi manca da impazzire, non ci vediamo da quattordici giorni e ci sentiamo pochissimo, a causa dei mille impegni. Dove sei amore mio? Cosa stai facendo? Hai compagnia?

Piantala, Bella, sei tu quella che doveva restare in camera e invece sei nel living della Juilliard insieme ad una trentina di ragazzi.

Il suono del telefono mi fa sobbalzare. Velocemente, afferro il mio cellulare ma… non è il mio a squillare. È quello di Susan. Cerco di mascherare la delusione guardandomi intorno quando lei mi afferra per un braccio, dopo aver rifiutato la chiamata.

        -   Vieni Bella! Torniamo in camera!

        -   Ma non volevi restare un altro po’?

        -   Ho cambiato idea!

Perplessa, la seguo. Chissà cosa le è preso. Ci avviamo verso la nostra stanza al secondo piano, Susan cammina talmente veloce che faccio fatica a seguirla.

        -   Si può sapere che succede?

        -   Niente!

        -   Come niente! Perché tutta questa fretta? E chi era al telefono?

        -   Quante domande Bella! Senti, io vado avanti, tu fai con comodo! Vedrai, dopo mi ringrazierai!

Sospiro, guardandola correre lungo il corridoio e rinunciando a capirla. Per quanto non vedo l’ora di andare a dormire, non ho proprio voglia di mettermi a galoppare per seguirla. Magari potrei chiamare Edward, sentire come sta, parlare un po’, cercare di organizzarci per incontrarci.

Persa nei miei pensieri, non mi rendo neanche conto di essere arrivata in camera.

Susan ha lasciato la porta accostata, ci sono tutte le luci accese e… c’è Edward al centro della stanza con il suo sorriso mozzafiato.

Edward. Non può essere.

Sbatto le palpebre più volte, incredula. Edward è sempre lì davanti a me. Devo avere le allucinazioni. Mi manca talmente tanto da sognarlo ad occhi aperti.

        -   Bella, svegliati! Il tuo fidanzato è a pochi metri da te! Datti una mossa e saltagli addosso!

Dopo le parole schiette di Susan, Edward scoppia a ridere. È il suono della sua risata a scuotermi. Mi tuffo letteralmente tra le sue braccia, respirando appieno il suo profumo, per poi baciarlo un attimo dopo. Lui mi stringe fermamente a sé, mentre le nostre lingue si rincontrano con passione e dolcezza insieme e le nostre mani accarezzano frenetiche ma pazienti l’uno il corpo dell’altra. Mi sento a casa, stretta a lui mi sento al sicuro. Lui è il mio porto, il mio rifugio, il mio riparo. Passo mentalmente in rassegna ogni libro romantico che ho letto o i film d’amore che ho visto ma nessuna frase letta o sentita può aiutarmi ad esprimere ciò che sento. Lo amo, più di ogni altra cosa.

        -   È bello constatare che la mia sorpresa è stata gradita. – mi sussurra all’orecchio facendomi rabbrividire.

        -   Oh, si. Non immagini quanto. – acconsento sorridendo sulla sua pelle.

Mi accoccolo meglio sul suo petto e inizio a baciargli il collo. Non ho la minima intenzione di muovermi da qui.

  -   Ok piccioncini, so che vi siete dimenticati da me ma non fate i maleducati. Ringraziatemi piuttosto, visto che ho pure corso per venirti ad aprire, Edward, e che andrò a dormire da un’amica per lasciarvi soli!

        -   Grazie Susan. – borbotto poco convinta tra un bacio e una carezza.

        -   Che entusiasmo! Io vado, non fate zozzate sul mio letto.

        -   Non preoccuparti, l’abbiamo già battezzato l’altra volta.

        -   Che?

        -   Edward sta scherzando, Susan!

        -   Tsè. Bel modo di ringraziarmi per averti anche aiutato con…

        -   Hai ragione, grazie grazie! – esclama Edward, interrompendola di colpo, per poi fulminarla e pregarla allo stesso tempo con lo sguardo.

Sono troppo contenta per chiedermi a cosa si riferisse Susan o perché Edward non le ha lasciato finire la frase. Qualsiasi domanda o spiegazione può essere rimandata a domani.

Sono troppo elettrizzata per rendermi conto che Susan se n’è andata e che siamo finalmente soli. Ci sdraiamo sul letto senza mai smettere di toccarci, incapaci di stare separati dopo tutto questo tempo lontani. Edward si mette su un fianco, appoggiandosi su un gomito e inizia a raccontarmi che gli mancavo talmente tanto da prendere l’unico volo per New York disponibile oggi.

Sono troppo raggiante per ascoltarlo davvero, mentre mi rivela di come si è messo d’accordo con la mia pazza adorabile coinquilina per farmi una sorpresa.

Sono felice, troppo felice di essere insieme.

        -   Sei pronta a ricevere tutti i baci che non ho potuto darti in queste due settimane?

        -   E quanti sarebbero?

        -   Quattrocento venti, visto che ti avrei baciato trenta volte al giorno.

        -   Così pochi?! – scherzo sorridendo, mentre gioco con il bottone dei suoi jeans.

        -   Sei ingorda e insaziabile, Bella. Facciamo cinquecento e non se ne parla più.

E cinquecento baci siano.

******

        -   Porta pazienta ancora cinque minuti, Bells!

Sbuffo, fingendomi scocciata e cercando di trattenere l’ennesimo sorriso della giornata.

Non posso fare a meno di sorridere, nonostante la stanchezza, il mal di piedi e la seccante benda che mi copre gli occhi.

La stanchezza, per non aver chiuso occhio tutta la notte. Io e Edward avevamo di meglio da fare e soprattutto non volevamo sprecare neanche un minuto del tempo a nostra disposizione.

Il mal di piedi, per aver camminato tutto il pomeriggio durante l’ennesimo giro panoramico della città. Ogni volta che Edward mi raggiunge a New York, adoriamo passeggiare mano nella mano nei principali punti turistici della Grande Mela, mangiare il gelato l’uno dal cono dell’altro, scherzare ed abbracciarci a Central Park.

La benda sugli occhi, fastidiosa più che altro perché mi impedisce di vedere dove stiamo andando in questo momento.

Dopo una doccia veloce nella mia camera, Edward ha insistito per uscire ancora, nonostante io avrei preferito rilassarmi un po’ tra le sue braccia e approfittare dell’intimità della stanza per stare soli soletti. Ma lui ci teneva così tanto che non sono riuscita a dirgli di no. D’altronde, ciò che conta è stare insieme, non mi importa dove. Ho persino saltato le lezioni per trascorrere tutta la giornata tra le sue braccia. O incollata alle sue labbra. O con la mano sul suo sedere, ecco.

Sorrido, ricordando il nostro primo appuntamento all’osservatorio astronomico di Forks. Proprio come questa sera, Edward mi aveva bendata anche allora, regalandomi una delle serate più magiche della mia vita. Chissà dove mi sta portando adesso… Quando ha dato le indicazioni al tassista, ha parlato talmente piano che non sono riuscita a capire neanche una parola. So solo che si tratta di un’altra sorpresa…

Sono talmente concentrata tra mille ipotesi e dolci ricordi da accorgermi appena di essere scesi dal taxi. Edward ancora non si decide a togliermi la benda, anzi. Mi afferra la mano, facendomi strada.

        -   Dai, amore, quanto manca?

        -   E va bene... Ma solo perché siamo arrivati! – acconsente ridendo e sciogliendo il nodo.

Batto le palpebre lentamente, ma prima di guardarmi intorno per cercare di capire dove siamo, resto catturata dai suoi occhi.

Il suo sguardo è… è emozionato. Impaziente. Forse anche un po’ nervoso. Ma soprattutto è così intenso e innamorato da farmi scoppiare il cuore di felicità.

Incollo le mie labbra alle sue, baciandolo dolcemente, per ringraziarlo di tutto l’amore che riesce a donarmi. Non so ancora dove siamo, è troppo buio per riconoscere l’edificio di fronte a noi, ma so che di qualsiasi posto si tratta sarà speciale perché Edward l’ha scelto pensando a me. Lui ricambia il bacio stringendomi a sé, facendo scorrere la mano destra lungo la mia spina dorsale, per poi fermarsi birichina sul mio fondoschiena, in un gesto sensuale e malizioso. Le mie dita si intrufolano sotto la sua maglia, accarezzandogli il petto e gli addominali.

        -   Non sei curiosa di entrare? – Edward ferma la mia mano all’altezza del suo cuore, sorridendo e parlandomi dolcemente.

        -   Decisamente si. Dove mi hai portato?

        -   Siamo all’osservatorio astronomico nei pressi di New York.

Dopo qualche istante di smarrimento, gli butto le braccia al collo, entusiasta.

        -   Oh Edward! Non potevi farmi sorpresa più bella! Mi sembra di tornare indietro nel tempo! – esclamo sincera, per poi correre all’interno dell’edificio.

È molto più grande, equipaggiato e caratteristico rispetto quello vicino Forks. Ma è ugualmente magico, un posto fuori dal tempo e dallo spazio.

I ricordi indelebili del nostro primo appuntamento si mescolano ai momenti felici che stiamo vivendo adesso, tra cannocchiali antichi e nuovi, telescopi di ultima generazione, rappresentazioni astronomiche dipinte sui soffitti, illustrazioni delle costellazioni, coccole, abbracci e baci a fior di labbra tra l’immagine di una galassia o una cometa.

Dopo avermi spiegato che è stata Susan a procurargli le chiavi dell’osservatorio, io e Edward non parliamo molto, ci limitiamo a sorriderci e a guardarci negli occhi, comunicando più parole restando in silenzio di quanto faremmo discorrendo.

In silenzio, seduti sulla più grande terrazza panoramica che abbia mai visto, sotto un mare di stelle.

In silenzio, illuminati dalla luce soffusa della luna.

In silenzio, circondati da un’atmosfera semplice ma suggestiva e surreale, naturale ma magica e fatata, ordinaria ma calda e romantica.

In silenzio, Edward gioca con le dita della mia mano sinistra, soffermandosi con particolare attenzione sull’anulare.

Poi, mi porge un’elegante scatolina di velluto blu.

Trattengo il fiato. Stupita. Meravigliata. Sbalordita. Immobile. In silenzio.

 -   Ho pensato in continuazione a quale sarebbe potuto essere il luogo perfetto per aprirti il mio cuore. Ti ho portato sotto le stelle, perché qui ci siamo baciati la prima volta ed io ho iniziato a vivere davvero da quel momento, quando tu sei entrata nella mia vita, Bella.

La sua voce è incerta, esitante, piena di sentimento ed emozione, e io già sento nascere dentro ai miei occhi la prima di una lunga serie di lacrime di gioia.

Resto in silenzio, con il cuore che batte come impazzito e la mano che mi trema mentre Edward la prende dolcemente.

 -   Ho pensato in continuazione a quali potevano essere le parole giuste. Mi ero preparato mille discorsi, frasi ad effetto, termini importanti. Ma in questo momento riesco a dirti solo che ti amo follemente e che mi renderesti l’uomo più felice della terra se tu accettassi di sposarmi.

Eccola, la prima lacrima è scesa. E anche la seconda, la terza… Sto piangendo, in silenzio.

Commossa come mai prima d’ora, emozionata, raggiante. Vorrei tanto gridargli con tutto il fiato che ho che desidero diventare sua moglie più di ogni altra cosa al mondo ma la voce non si decide ad uscire. Continuo a guardare i suoi occhi blu, perdendomi nella luce che sprigionano. Apro e chiudo la bocca più volte, facendolo sorridere.

Quando sto per parlare, Edward mi posa dolcemente un dito sulle labbra.

 -   Ho pensato in continuazione a come avresti potuto reagire alla mia proposta. So che mi ami, so che vuoi stare al mio fianco. Ma so anche che il nostro futuro professionale è incerto e che dobbiamo ancora lavorare molto. Perciò se preferisci aspettare, lo capisco. Qualsiasi sia la tua risposta, mi renderai felice ugualmente, basta che continueremo a stare insieme. Ma non riesco più a trattenermi dal chiedertelo: Bella, vuoi diventare mia moglie?

Questa volta, non posso più restare in silenzio. I miei occhi gli hanno già risposto, ne sono sicura. Ma le parole escono da sole mentre lo abbraccio con tutta la forza di cui sono capace. Impazienti, emozionate, tremolanti.

        -   Si, si, si! Mille volte si!

Sento Edward rilasciare un sospiro di sollievo e gioia sul mio collo. Quando rialza il viso facendo riallacciare i nostri sguardi, noto che anche i suoi occhi sono lucidi.

Ci baciamo a lungo, manifestando ciò che proviamo con il linguaggio del corpo. Sono i nostri sensi a parlare, adesso.

Ci sorridiamo, senza poterne fare a meno, amandoci sotto la magia delle stelle. Forse anche mio fratello è uno di quei puntini luminosi che brillano nel cielo.

Sono sicura che anche lui sta sorridendo lassù.

 

 

Eccomi qui!

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, ci terrei davvero molto a sapere il vostro parere.

Ancora tante, tante grazie per il vostro appoggio.

A presto con il secondo extra.

Un baci8 a voi tutti,

Vane!

Le mie storie:

 

Oceano...- Ultimo capitolo

Estate, sole, mare. Bella Swan inizia il suo nuovo lavoro come bagnina… Ad attenderla, un collega tremendamente sexy in pantaloncini rossi con i suoi pregiudizi sulle donne.

Tratto dal 1° cap: - Come diavolo fa una ragazza a mettere in salvo un uomo di 90 kg che sta affogando, eh? Me lo spiegate? – esclamo senza rendermene conto, dando voce ai miei pensieri. - Dai, Edward! Non farla tanto lunga, se ha superato tutte le prove d’esame e ha preso il brevetto significa che è in gamba. - Non penso proprio Jazz, significa che ha aperto le gambe. Spero solo che abbia la torretta di avvistamento il più lontano possibile dalla mia. - Mi dispiace deluderti, Cullen. Lavorerò alla 13, alla tua destra. Ma non preoccuparti, cercherò di non invadere i tuoi spazi… con le mie gambe, le mie tette e tutto il resto.

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Arancione ] [ Genere: Commedia, Romantico ] [ Capitoli: 4 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 29/08/11 ] [ Aggiornata: 20/03/12 ] [ Note: AU ] [ In corso ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 113 recensioni ]

 

Più di ieri, meno di domani 1° classificata al contest "La strada della neve" indetto da Noemix.

"So che siamo giovani. So che stai per laurearti mentre io lavoro solo da un anno. So che non abbiamo tantissimi soldi. Ma so che ti amo da impazzire e che il mio più grande desiderio è diventare tuo marito. Renderti felice, giorno dopo giorno. Svegliarmi con te accanto in una casa tutta nostra, la mattina. Fare il nostro albero di Natale ogni anno, magari con l’aiuto di qualche pargoletto. Ti amo, più di ieri e meno di domani. Vuoi diventare mia moglie?"

[ Autore: hopelove ] [ Rating: Verde ] [ Genere: Sentimentale ] [ Capitoli: 1 ] [ Personaggi: Bella/Edward, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti ] [ Pubblicata: 08/01/12 ] [ Aggiornata: 08/01/12 ] [ Note: One-shot ] [ Completa ] [ Categoria: Libri > Twilight ] [ Contesto: Nessun libro/film ] [ Leggi le 14 recensioni ]

 

Fateci un salto se vi va, ne sarei felicissima!

 

Grazie anche a tutti coloro che hanno inserito La chiave che può aprire tutte le porte dell'impossibile... L'AMORE  tra le storie preferite, chi tra le seguite e chi tra quelle da ricordare! Siete sempre più numerosi! E grazie anche a che legge semplicemente! Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione! A presto!

 

QUESTI PERSONAGGI NON MI APPARTENGONO, SONO DI PROPRIETA’ DI STEPHENIE MEYER. QUESTA STORIA E’ STATA SCRITTA SENZA ALCUN SCOPO DI LUCRO.

  
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