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Autore: akiremirror    09/12/2006    8 recensioni
Ipotetico settimo libro. La ricerca degli Horcrux, la guerra che dilaga, ma non solo questo, anzi. Essendo una ostinata sostenitrice di Severus Piton, la mia storia non può che concedergli molto spazio, anche se indirettamente. Attraverso gli occhi e il cuore di un mio personaggio originale si scoprirà il vero Severus, il suo passato, le sue motivazioni, i suoi sentimenti. Il tutto tratteggiato lungo il cammino che Harry dovrà compiere per arrivare alla resa dei conti con il suo unico vero nemico. Per chi ha pazienza, perchè sarà lunghetta...
Genere: Azione, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Harry Potter e la Chiave dell'Amore

 

Disclaimer: I personaggi e i luoghi di questo racconto appartengono quasi tutti a J.K. Rowling. I luoghi nuovi e il personaggio di Dana Deepfeel sono invece di mia creazione.

 
        Prologo

 

La nebbia fitta era diventata ormai una costante. Troppi Dissennatori in giro. Per quanto il Ministero stesse cercando un modo per metterli fuori combattimento e riportare soprattutto sulla capitale un po’ di sereno, ogni tentativo era risultato del tutto fallimentare.
Harry finì di sistemarsi il mantello scuro. Era arrivato il momento. Hermione e Ron lo avrebbero raggiunto a momenti, e allora sarebbero partiti verso la loro più ardua avventura. Sarebbero tornati tutti interi? Il cuore gli si strinse al solo pensiero che potesse succedere qualcosa anche a uno solo di loro due. Aveva già perso molte persone…
L’immagine di Silente gli si presentò davanti agli occhi con prepotenza, ma lui la ricacciò indietro, cercando di distrarsi pensando ad altro. Terribile e perversa, la sua mente lo condusse allora verso altri ricordi.
Il Matrimonio di Bill e Fleur…oh, era stato spettacolare, vivace e colorato, come se servisse ad esorcizzare la consapevolezza che ormai tutto era cambiato. Bill, nonostante i brutti segni sul viso, era evidentemente raggiante, e per l’occasione era arrivato persino Percy, che tuttavia non era risultato troppo gradito a certa parte della famiglia (Fred e George avevano tentato di fargli diventare i capelli verdi, ma Charlie li aveva fermati in tempo…).
Fleur era fantastica, veramente molto bella nell’abito da sposa azzurro che la famiglia le aveva confezionato, e aveva suscitato inevitabilmente l’invidia di Ginny e Hermione. Harry sorrise e pensò dentro sé che quelle due erano veramente incredibili. Non avevano alcun motivo per invidiare Fleur, perché tutte e due avevano avuto addosso, per praticamente tutto il giorno, gli sguardi della persona che amavano.
Ron non era riuscito a trattenersi dal rimanere a bocca aperta quando Hermione era scesa tra gli ospiti, dopo aver finito di prepararsi. Harry dovette dargli uno spintone per farlo ridiscendere sulla terra, ma poi lo aveva imitato non appena aveva visto Ginny.
Dio, era veramente bellissima. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che guardarla di nascosto. Apparentemente entrambi avevano continuato a comportarsi come sempre, ma quante parole non dette c’erano negli sguardi che si rubavano appena? Non riuscivano a guardarsi in silenzio per troppo tempo, perché poi saliva nel petto quella sensazione dolcissima e devastante che li opprimeva da quando era finita la scuola. Ginny aveva capito il discorso di Harry e lo aveva assecondato, ma sapeva bene che anche per lui non era facile. Con il silenzio si erano detti molte cose, e alla fine erano riusciti a separarsi.
Poi Harry era tornato dagli zii solo per qualche giorno. Controllando di avere la bacchetta in buone condizioni, Harry si concesse il tempo di rievocare il momento in cui si era allontanato definitivamente dalla casa di Privet Drive… aveva detto agli zii che se ne sarebbe andato già la sera prima e li aveva visti accogliere la notizia con prevedibile sollievo. Durante la notte però era successo l’imprevedibile. Non riusciva a dormire, così era sceso in cucina per andare a prendersi un bicchiere di acqua, e lì aveva trovato sua zia.
Per la prima volta dopo diciassette anni lei lo aveva guardato con umanità.
"Cos’è questa cosa che devi fare? Questa missione…" gli aveva chiesto sottovoce, mentre la mano le si chiudeva spasmodicamente sulla tazza di the che si era preparata.
"Lo sai." Aveva risposto lui, un po’ bruscamente.
"Lo devi proprio affrontare?"
"Si."
"Ma…a cosa ti serve vendicarti?"
"Non è per vendetta…non solo. Pare che io sia l’unico in grado di farlo. O vivo io o vive lui, secondo la profezia che ha decretato la morte dei miei genitori. Non posso farci molto. E poi, anche se potessi rimanere con le mani in mano, non lo farei. Ha già ucciso troppe persone che amo."
Quanto gli era parso strano parlare con lei di quelle cose…
"Quindi…potrebbe pure essere che…che morirai?"
"Potrebbe." Aveva risposto Harry, mestamente.
Era calato un silenzio decisamente strano, e Harry si era chiesto cosa stesse provando sua zia Petunia nel parlare con lui di quelle cose. Forse disgusto…del resto era quello che aveva sempre dimostrato di provare verso il mondo magico. Però c’era dell’altro.
"Io…io spero che non ….beh, che tu riesca a batterlo." Aveva detto con un filo di voce, tenendo gli occhi fissi davanti a sé. Poi si era alzata con il suo solito modo di fare tutto rigido e si era allontanata dalla cucina, lasciandolo solo.
La mattina dopo erano arrivati Ron e Hermione, e con loro si era allontanato, ma prima di uscire aveva incrociato lo sguardo della zia per un attimo. Cosa vi aveva letto? Non ne era certo, ma gli era sembrato che fosse del tutto conscia di quello che lui avrebbe dovuto affrontare, da quel momento in poi.
Chissà, magari, se fosse sopravvissuto di nuovo glielo avrebbe fatto sapere.
Poi erano arrivati a Godrig’s Hollow, e si erano fermati lì per un po’, giusto il tempo di preparasi agli esami di Smaterializzazione. Non che ormai non sapessero Smaterializzarsi alla perfezione tutti e tre, ma la burocrazia non si fermava davanti a nulla, nemmeno davanti ad una guerra di dimensioni non ancora chiare.
La visita alla tomba dei suoi genitori era stata dolorosa, ma necessaria. Vedere quelle lapidi, che nella sua mente si erano sovrapposte per un attimo a un velo e a un’altra lapide bianca, gli aveva fatto trovare tutta la determinazione di cui aveva bisogno. Non si sarebbe fermato davanti a nulla, avrebbe tenuto gli occhi e le orecchie sempre aperti, per poter uccidere il più in fretta possibile il suo nemico e per riavere indietro la sua vita.
Così ora, con un biglietto nella tasca dei jeans e nella mente gli insegnamenti di Moody e di Tonks, si stava preparando all’inizio della sua guerra.
E al suo fianco erano arrivati anche Ron e Hermione, come sempre presenti, come sempre disposti a rischiare con lui, come sempre uniti.
"Andiamo."
Li vide annuire, e insieme si Smaterializzarono.
  
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