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Autore: Sybeoil    22/05/2012    1 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza? E se suddetta ragazza si trovasse a dover affrontare il nemico peggiore di ogni tempo: l'amore?
***
La vita di Charlotte Lily Potter è sempre stata complicata ma qualcosa, accaduto subito dopo la fine dell'ultima battaglia con il Signore Oscuro, la renderà ancora più caotica. Un bacio, un singolo unico bacio, sconvolgerà per sempre la vita sua e dei suoi amici. Un bacio dato da una persona della quale non ci si deve fidare, soprattutto se il nome di questa persona è Malfoy.
Cosa accade quando la Slavatrice del Mondo Magico, cade preda delle spire di una serpe come lui?
Quali conseguenze può portare l'amore di un magiamorte per una Potter?
Cosa accade quando il cuore di una Fenice si lascia intossicare dal veleno di una Serpe?
***
DAL SECONDO CAPITOLO
< Qualcosa di divertente Potter? > chiese con la sua solita aria di superiorità. < In effetti si, Malfoy > replicai io placidamente. < E mi renderesti partecipe del tuo divertimento? > chiese lui alzando elegantemente un sopraciglio. < Certo > risposi divertita < Si da il caso che il mio divertimento provenga da te >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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ANGOLO AUTRICE:

Bentornatiiiiiiiiiiiiiiiii, chiedo immensamente scusa per il ritardo. Mi prostro ai vostri piedi, imploro la vostra pietà ed il vostro perdono! Avviso che molto probabilmente questo sarà l'ultimo capitolo per un bel po' di tempo, gli esami di maturità si avvicinano e bisogna darci dentro più che mai. Ad ogni modo, per parlare di cose più interessanti che il mio imminente ed atroce destino, passiamo a commentare il capitolo che segue. Parto dicendondvi che so perfettamente che non è neè il migliore che abbia mai scritto nè tanto meno il più interessante o lungo, ma serviva per far proseguire la storia. Chantal torna alla carica più convinta che mai e devo dire che questa volta, riesce, almeno in parte, nel suo intento. La mora invece, che abbiamo sempre visto combattiva e fiera, sembra aver perso quel suo spirito battagliero che ne ha fatto la portavoce di Grifondoro più audace degli ultimi vent'anni. 
Le notizie riguardo al bel biondo scomparso invece scarseggiano. Nessuno sa dove sia, con chi sia o cosa stia facendo. Le spie del Ministero sono comunque sulle sue tracce e presto si avranno notevoli colpi di scena che vedranno coinvolta l'intera famiglia Malfoy.
Se siete curiosi vi prego di non abbandonare questa storia ma conservarla nelle vostre liste in attesa che la scuola mia dia pace ed io possa tornare ad occuparmi dei miei amati piccoli personaggi *.*
Alla prossima, Sybeoil!





Capitolo 31

 

 

 

 

 

 

Ormai Dicembre era passato ed anche Gennaio si preparava alla fine. Consistenti quantità di candida neve bianca continuavano ad innaffiare i contorni del castello, i giardini e le acque scure del lago nero.

Il freddo pungente di quelle terre a nord del Regno Unito non lasciava un solo giorno di tregua agli studenti di Hogwarts che, avvolti nei loro mantelli, si aggiravano per i vari corridoio bui.

La notizia della scomparsa del biondo era presto circolata tra le varie casate con conseguente scandalo e spavento di molti degli studenti.

Una nuova minaccia da parte di quei pazzi era l’ultima cosa di quei ragazzi, già provati dalle tragedie della guerra precedente, avevano bisogno.

Se prima gli sguardi che andavano posandosi sulla figura minuta di Charlie erano di ammirazione, adesso si erano trasformati in qualcosa di più freddo e doloroso.

Gli sguardi che la seguivano giorno e notte, nei sogni e negli incubi, nelle lezioni e nelle pause, erano sguardi di chi teme la verità.

Erano gli sguardi di ragazzi impacciati, intimiditi e impauriti da ciò che sarebbe potuto accadere, da come lei si sarebbe potuta comportare ma soprattutto, impauriti dal ruolo che lei aveva potuto avere nella scomparsa del Principe.

Quasi l’intera casata di Salazaar, esclusi i pochi a conoscenza del segreto, la ritenevano responsabile della scomparsa del biondo, affibbiando a lei ogni colpa ed ogni vergogna.

Persino la Parkinson, che sapeva benissimo il vero motivo della scomparsa del biondo e il desiderio della mora di ritrovarlo sano e salvo per mettere finalmente fine a quella pazzia, concordava sul fatto che in fondo fosse colpa sua.

< Charlie non devi ascoltarli, sono solo dei deficienti > gli sussurrò la rossa una mattina a colazione mentre la mora si divertiva a giocare con il suo porridge senza toccarlo.

< Lo so > rispose automaticamente. Lo aveva detto talmente tante volte, agli altri e a se stessa, che ormai se ne era quasi convinta.

Poi però tornavano a galla i ricordi, quelle parole incise a fuoco nella sua memoria e con l’inchiostro sulla carta, e le sue convinzioni andavano a farsi benedire.

Sapeva che in fondo, era un po’ anche colpa sua se Malfoy era stato rapito da quel folle del  padre. Se lei e il biondo non avessero mai cominciato quella stupida, insensata e dolorosamente ingiusta relazione, tutto quello non sarebbe successo.

Lucius forse si sarebbe anche dimenticato di avere un figlio o per lo meno, lo avrebbe ritenuto tanto incapace quanto rammollito, da non volerlo mai più al suo fianco. Si sarebbe vergognato di lui quel tanto che bastava a concedere a Malfoy almeno l’apparenza di una vita normale.

Invece no! Loro due avevano dovuto innamorarsi, avevano dovuto iniziare quell’assurda relazione.

Un improvviso boato echeggiò per l’intera Sala Grande catturando l’attenzione di tutti meno quella di Charlie che, imperterrita, continuò a giocare con la sua ciotola di porridge.

Poco dopo una testa tanto bionda quanto vuota le si accosto al viso sorridendo perversa.

< Sai moretta > cominciò a dire < Non sembri più tanto combattiva > disse estraendo la bacchetta dalla tasca della divisa striminzita che indossava e puntandola al petto della ragazza.

< Chantal > si limitò a sussurrare la mora prima di alzare gli occhi e incontrare quelli della serpe < Non è il momento, smamma > aggiunse tornando a concentrarsi sul cibo ancora intatto.

< Hai sentito? > intervenne la riccia sperando non succedessero casini ma tenendosi comunque pronta < Vattene > aggiunse assottigliando lo sguardo.

< Non mi fai paura riccia > sputò la bionda spostandosi i capelli da una spalla all’altra < Potrai anche essere intelligente quanto vuoi, ma scommetto che non sei altrettanto brava con la bacchetta > ghignò tornando a concentrarsi su Charlie che sospirò affranta.

< Ho una vendetta in sospeso > sussurrò la bionda all’orecchio della mora < E intendo portarla a termine oggi >

Detto questo la ragazza sollevò la bacchetta e pronunciò un incantesimo di disarmo che colpì Charlie in pieno petto sbalzandola via dalla panca e facendole cozzare la schiena contro la dura pietra della parete dietro di lei.

< Ma sei impazzita > urlò la riccia accorrendo dall’amica rimasta a terra con gli occhi spalancati per la sorpresa.

< Niente affatto > rispose quella andando verso le due sotto gli sguardi stupiti degli studenti < Sto solo portando a termine la mia vendetta >

Un fiotto di luce rosso scarlatto investì la ragazza che, sbalzata via dal suo posto, si ritrovò stesa a pancia in su sul tavolo Grifondoro.

< Un’altra mossa e giuro che ti spezzo le gambe > sussurrò il rosso a pochi centimetri dal suo orecchio < Sono stato chiaro? > domandò rinfoderando la sua bacchetta e voltandole le spalle.

Purtroppo per lui, non tutti in quella scuola erano leali come i Grifondoro o corretti come i Tassorosso, in quella scuola c’era anche gente scorretta e codarda che preferiva attaccare alle spalle.

Un incantesimo Elettro infatti colpì il rosso alle spalle facendolo accasciare al suolo. 

< Mi spiace Rosso > disse la bionda avvicinandosi nuovamente a Charlie e ad Hermione < Ma la vendetta non può attendere >

Fu allora che in Sala Grande si scatenò il caos. Neville, Seamus, Dean, Gin ed Hermione si pararono davanti alla mora ancora bloccata a terra con le bacchetta sguainate pronti a dar battaglia a quella specie di Barbie senza cervello.

Hermione stava giusto per pronunciare la formula di un incantesimo che avrebbe fatto tacere quell’oca un volte per tutte quando l’urlo di richiamo della preside la bloccò.

< Cosa sta succedendo qui? > domandò avvicinandosi al tavolo rosso-oro dove erano riuniti i ragazzi.

< Niente > disse Charlie prima che gli altri potessero parlare e spiegare la situazione < Un piccolo inconveniente > aggiunse abbozzando un sorriso e alzandosi a fatica da terra. 

Le sarebbero sicuramente usciti dei grossi lividi.

< Ad ogni modo > borbottò la preside scuotendo la testa < Nel mio ufficio Potter. Porta anche Weasley, Wesley e Granger > 

La preside si allontanò di qualche passo prima di voltarsi nuovamente e fissarli tutti negli occhi < Ripulite questo schifo > disse rivolgendosi in particolar modo alla bionda e agli altri.

Tutti annuirono tranne Chantal che, dopo aver lanciato un sorriso di vittoria e soddisfazione a Charlie ed ai suoi amici, si allontanò dal tavolo rosso-oro sculettando.

< Io quella l’ammazzo > sibilò Dean tra i denti < Sarà anche bella ma giuro che l’ammazzo > aggiunse scatenando una risata collettiva che, almeno in parte, restituì un minimo di serenità.

 

***

L’ufficio della preside non era mai sembrato tanto accogliente come in quel momento. Dopo il breve duello avuto con la bionda in sala grande, dove si era lasciata “pestare a sangue”, Charlie sentiva un lancinante dolore a tutta la colonna vertebrale. 

< Tutto bene, Charlie? > le domandò la riccia notando le smorfie di dolore che le incupivano il viso ad ogni movimento.

< Si sto bene > rispose abbozzando un sorriso di circostanza < Non preoccuparti >

La riccia annuì per niente convinta lasciando nuovamente sola l’amica per tornare accanto al suo ragazzo.

Nonostante fossero stati convocati dalla McGranitt, con particolare urgenza, della vecchia preside non vi era traccia.

La grande scrivania in legno scuro era, come sempre, ricolma di carte e documenti, mentre le stramberie collezionate da Silente nel corso degli anni in cui era stato a capo della direzione della scuola di magia e stregoneria più famosa, facevano bella mostra di se dagli scaffali.

Un flebile fischio si spanse per la stanza annunciando l’arrivo di qualcuno  via camino. 

< Mi spiace avervi dovuto far attendere > cominciò la McGranitt una volta completamente dentro la stanza < Ma avevo questioni importanti da discutere con il Primo Ministro > aggiunse lanciando una suggestiva occhiata a Charlie.

< Di cosa si tratta? > chiese infatti quella capendo che in qualche modo, loro quattro ne facevano parte.

< Io e il Ministro abbiamo discusso a lungo riguardo una decisione che all’inizio ci sembrava esagerata ma che, visto il progredire delle cose, sembra essere quella più adatta per tenervi al sicuro > esordì la preside accomodandosi alla poltrona dietro la scrivania e servendosi del tè caldo.

< E di cosa si tratterebbe? > domandò questa volta Ron con la curiosità dipinta negli occhi chiari.

< Abbiamo deciso di farvi seguire un corso da Auror > esclamò la vecchia preside esalando un sospiro che sapeva di preoccupazione e di notti insonni.

< Che cosa? > sbottarono all’unisono la rossa e la mora sollevandosi dalle rispettive sedie e avvicinandosi impercettibilmente alla scrivania.

< Ma è impossibile > disse d’un tratto la riccia < Bisogna essere diplomati per accedere al corso di Auror ed inoltre bisogna superare alcuni test pratici e teorici > spiegò molto velocemente.

< Lei ha ragione signorina Granger > acconsentì la preside < Ma la situazione straordinaria nella quale ci troviamo, richiede misure straordinarie e questo era l’unico modo per essere sicuri che voi foste pronti >

< Quando cominciamo? > chiese Charlie con tono mesto, pensando a chissà che cosa.

< Domani pomeriggio arriverà dal Ministero uno dei migliori Auror di sempre. Si occuperà lui dei vostri allenamenti > spiegò la preside posando la tazzina sul piattino di fronte a lei < Ovviamente siete esonerati da tutte le attività extrascolastiche come il Quiddich > aggiunse socchiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie rugose.

In risposta giunsero solo quattro sospiri sommessi e dei passi che si allontanavano. Charlie aveva saputo ciò che le interessava e adesso era pronta ad andarsene, qualcuno le avrebbe insegnato come difendersi (come se non lo sapesse) e lei certo, gliene era grata, ma adesso doveva pensare a cosa fare di concreto per ritrovare il biondino.

 

Quella sera il dormitorio delle ragazze di Grifondoro era tanto buio quanto silenzioso, tanto silenzioso che persino i pensieri cominciavano a farsi sentire. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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