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Autore: eripicturesofyou    23/05/2012    1 recensioni
"Sinceramente, non mi era mai capitato di dover rincorrere una ragazza. Avanti, avete gli occhi, mi vedete. Non ho mai dovuto chiedere per ottenere qualcosa dall'altro sesso. E ora mi ritrovo ad inseguirne una con nessuna voglia di farsi prendere. Risultato? Oh, quello è da scoprire".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erika.

Riapro gli occhi, passandomi una mano sulla faccia nel tentativo di svegliarmi. Di nuovo.
Non mi ero aspettata altre due ore di viaggio in pullman per arrivare al luogo stabilito dalle famiglie e così, a causa della noia e del sonno insieme, mi sono addormentata appena dopo essere salita. Marta è seduta accanto a me, e sta ascoltando della musica dal.. ehi, ma quello è il mio Ipod!
Le do un leggero pizzicotto sul braccio, sbadigliando.
- Carino da parte tua chiedermi il permesso - la rimprovero una volta che ha tolto le cuffie.
Lei sorride, perchè sa che non sono realmente arrabbiata con lei. Capita un sacco di volte di ascoltare la musica insieme. Certo non la mia, ovviamente, ma capita.
Appena prima di addormentarmi, coomunque, sono riuscita fra uno sbadiglio e l'altro a raccontarle, a grandi linee, quello che è successo sul volo. Dopo avermi maledetta per la mia fortuna sfacciata, è tutto tornato come prima fra noi due. Come me, anche lei è giunta alla conclusione che è finita, che è stato bello ma che non li rivedrò più. Lei, comunque, mi ha fatto notare che Zayn sembrasse convinto di un secondo incontro. Ma lo diranno a tutte le fans, sicuro le ho risposto. 
Ci sono stati chissà quanti casi di baci con le fans, probabilmente con alcune ci saranno anche andati a letto - Harry sicuro - vuoi che non gli abbiano promesso mari e monti? E' ovvio che a volte abbiano garantito di tenersi in contatto quando, nella realtà, non si sono fatti più sentire.
Alla fiine, quindi, si è trovata d'accordo con me, e la discussione si era conclusa con un "peccato" detto da lei. 
Già, un peccato davvero. Sarebbe stato bello se fosse stato come nei film, dove per uno strano scherzo del destino ti ritrovi per esempio bloccata in ascensore con il tuo idolo, col tipo figo o direttamente con l'amore della tua vita.
Quei film dove le cose vengono da sè, dove l'amore supera tutte le difficoltà.
Tzè, bastasse quello, saremmo tutti felicemente sposati e ognuno di noi avrebbe il suo lieto fine. 
Comunque, il mio caso è totlamente diverso, e nemmeno si sta parlando di amore, adesso che ci penso. 
O forse sì, visto che solo un'interesse particolare da parte loro potrebbe permettere un secondo incontro. 
- Cosa ascolti?- le chiedo, curiosa. Non ci sono molte cose tra la quale scegliere.
- One thing- risponde, tranquilla.
Rido appena - Ma non facevano schifo?-
- Questa no, questa mi piace. Lo ammetto- dichiara, alzando gli occhi al cielo. 
Finalmente, dopo un sacco di tempo impiegato per farglielo ammettere, ce l'ho fatta. Sorrido.
- E' un inizio-  commento, sistemandomi composta a sedere.
- Non ci contare, non diventerò una direction o qualunque sia il vostro nome. Mi piace una loro canzone, fine della storia - mi blocca, già a conoscenza della mia campagna per la sua conversione. 
- Certo, certo- lascio cadere il discorso, assecondandola senza convinzione.
Ormai ha cominciato la discesa nel baratro, ammettendolo a sè stessa e poi a me ha cominciato la lenta discesa che tutte le fans hanno affrontato prima di arrendersi al fatto che, per quanto lottassero, ormai controllavanoperennemente il loro profilo di twitter, che involontariamente parlavano di loro con chiunque. Conclusione, prima o poi diventerà anche lei una dei nostri. Forse anche una fans più accanita di me, chi lo può sapere.
- Ragazzi, ragazzi- un boato improvviso del microfono interrompe l'insegnate. Troppo vicino alle casse, temo. - Oh cielo - silamenta lei - Dicevo, ragazzi, un attimo di attenzione, prego!-
Qualche risata si sparge per il mezzo, ma poi finalmente si crea il silenzio desiderato.
- Molto bene- commenta la professoressa, sorridendo.
Penso che questa sia la prima volta in tre anni che ci ha per studenti che ci vede stare veramente zitti. Potrebbe commuoversi.
- Beh, facendola breve stiamo per arrivare. Stiamo per arrivare nella piazza che abbiamo scelto come punto d'incontro con le famiglie che vi ospiteranno per questa settimana. Vi ricordo, anzi, vi prego, di non mostrarvi maleducati e cercate di non fare la figura degli scimmioni analfabeti, d'accordo? Studiate inglese da otto anni, doivreste essere in grado di fare un discorso come si deve - ci avvisa con aria minacciosa.
Alzo gli occhi al cielo. C'era proprio bisogno di darci degli scimmioni analfabeti? 
- E per il resto mi raccomando, fate i bravi. Comportamento decoroso, ordine e pulizia. -
- Per la pulizia credo parli di te. In effetti puzzi un sacco - suggerisco a Marta, sottovoce. 
Immediata è la sua reazione, perchè i miei capelli vengono improvvisamente scompigliati dalla sua mano.
- idiota- mi risponde, sempre a voce bassa.
Rido e mi allontano di nuovo, cercando di sistemarmi in qualche modo i capelli. Ci tengo a fare bella figura.
- Secondo te saranno simpatici?- le chiedo.
Marta mi guarda, si stringe nelle spalle. - Non saprei.. con tutto quello che fanno, magari non li vedremo nemmeno. Loro hanno un sacco di impegni, noi abbiamo un sacco di impegni.. il contatto sarà minimo, no?-
Il suo ragionamento effettivamente non fa una piega.
Le nostre famiglie ospitanti sono forse alcune delle più indaffarate del mondo. 
Per quanto riguarda me, è una famiglia piuttosto ricca - un giardino enorme sul retro e la piscina, non so se mi spiego-, ed è assolutamente inglese. Completamente. I figli - due femmine ed un maschio- praticano sport come cricket, polo, golf. I genitori, oltretutto, fanno orari lavorativi molto lunghi, che li costringono fuori casa fino a tardi, verso le nove di sera. 
La famiglia di Marta, invece, è ancora più ricca, perchè possiedono una casa con tre piani, il doppio giardino - uno davanti e uno sul retro, entrambi enormi- e la piscina. 
I meno fortunati sono invece Marco e Laura, due nostri compagni di classe, capitati in famiglie con case fin troppo modeste, che purtroppo assomigliano a delle baracche. Vi chiederete come mai abbiamo tutte queste informazioni.
Semplice, le abbiamo apprese attraverso dei fogli che ci hanno consegnato a scuola ormai mesi fa, con tutte le informazioni del caso, per sapere con chi avremmo avuto a che fare. 
A me è stata quindi destinata la famiglia Hutton. Quella di marta, invece, è la famiglia degli Smith. 
- Quindi spero vivamente che non ci facciate fare una pessima figura. - conclude l'insegnante, credo più rivolta a sè stessa che a noi - anche perchè sarebbe l'ultima volta che vi portiamo in giro per cui occhio, ragazzi. - ci minaccia alla fine.
Qualche sbuffo si sente, in giro per il mezzo, e noto molti di noi che alzano gli occhi al cielo. - Per il resto, prendete le vostre cose, su. Azione, stiamo per scendere! -
Il cuore comincia a battere più forte a quelle parole. E' tutta la vita che spero di poter arrivare in Inghilterra anche solo per un'ora, e sapere che sta per succedere è la cosa più bella del mondo. O quasi.
L'autobus perde velocità, fino a quando non si arresta completamente. L'autista apre le porte e le insegnanti, sorridenti, ci intimano di scendere. Ordinatamente e senza spingere, possibilmente.
Prendo un grande respiro, alzandomi e accodandomi al resto dei miei compagni fino a quando, finalmente, i miei piedi toccano terra, dopo circa quattro ore di viaggio.
Fuori, ad aspettarci, ci sono un sacco di persone: anziani, adulti, bambini. Persone di ogni genere. Una sola cosa hanno in comune: parlano tutte inglese. Sorrido. Amo l'inglese, ed ho sempre sognato poter vantare di averla come lingua madre.
- Okay, sto cominciando ad agitarmi.- mi sussurra Marta, appena scesa anche lei. 
Posso comprendere la sua sensazione, anche io mi sto agitando parecchio. Una settimana intera, da sola, in casa di sconosciuti che, oltretutto, nemmeno parlano la tua lingua. Potrebbe succedere di tutto. No, non intendo qualcosa di negativo tipo violenze di qualunque genere. Sono solo abituata a fare figuracce, e non vorrei continuare questa tradizione pure all'estero. Vorrei cercare di mantenere integra la mia reputazione, almeno qui.  
- Non me ne parlare... - le sussurro in risposta, avvicinandomi agli altri.
L'insegnante d'inglese è la prima ad avvicinarsi a quella massa di gente, rivolgendo sorrisi a chiunque e attirando l'attenzione di tutti battendo le mani.
- Innanzitutto - comincia, parlando in inglese - vorrei salutarvi. Grazie a tutti voi che siete qui, oggi.-
- Questa è una grande opportunità che ci avete offerto, o perlomeno, che avete offerto a questi ragazzi, assolutamente desiderosi di imparare e di arricchirsi...-
- Oh no, ricominciamo con i soliti discorsoni - sussurra Asia, una mia compagna, sofferente all'idea. Mi stringo nelle spalle. Che ci vuoi fare se abbiamo un guru per insegnante?
- Ma non gli si seccherà la gola ogni tanto?- mi chiede ancora sorridendo appena. Credo stia cercando un modo per distrarsi. Sorrido. 
- Speriamo che succeda. Con questo freddo, poi, credo che ci siano buone probabilità - rispondo, stringendomi contemporaneamente nel mio giubbotto. Sorrido, quando ricordo la scena in aereo. 
- E ora basta con le raccomandazioni, sono sicura che non avrete problemi con i ragazzi- conclude l'insegnante, facendoci l'occhiolino come fossimo complici, quando invece siamo le vittime sacrificali.
- Quindi, vi prego di avere ancora un attimo di pazienza. Qui abbiamo la lista. Prego alla famiglia di farsi avanti quando viene chiamata, e allo studente corrispondente di andargli incontro con tutti i propri bagagli.-
Stavolta il cuore si ferma direttamente. Comincia il mio sogno. Si sta avverando sul serio, non me lo sto immaginando.
- Williams, con  Levi e Mantovani- è il primo nome. Le due amiche si fanno avanti, timide ma felici, e raggiungono la loro famiglia con le loro valigie.
- Grant, con Rossi e Cirelli - La seconda coppia si avvicina, meno timida della prima, in attesa di poter partire per la casa a cui sono state destinate.
- Hutton, con Lorenzini - mi chiama l'insegnante, controllando che io abbia sentito. Mi riscuoto dal mio torpore immediatamente, afferrando la mia valigia, la borsa e cominciando a camminare. La mia famiglia è fra quelle disposte davanti, in prima fila, e mi sta guardando sorridente. 
Il padre è un uomo pressochè normale, sulla cinquantina, con dei fitti capelli marroni e dei profondi occhi blu mare. La madre, invece, è bionda e ha gli occhi scuri, ma tutto sommato ha un'aria dolce e comprensiva. Per quanto riguarda i tre figli, invece, non c'è molto da dire, se non che non si assomigliano per niente. Non avrei mai detto che avessero legami di sangue: la prima figlia possiede il color cioccolato dei capelli del padre, ma gli occhi azzurri della madre. La seconda figlia, invece, ha dei capelli di una colorazione leggermente più chiara ma gli occhi castani, come la madre. Il figlio maschio, invece, non ho proprio idea di come abbia fatto ad avere questa fisionomia, o perlomeno, ad avere quei colori. Per l'espressione e i lineamenti ricorda molto la madre, ma possiede dei capelli rosso fuoco e degl'occhi verdi che di sicuro non ha preso da nessuno dei due genitori. Magari qualche nonno, o qualche parente lontano.
- Ciao - saluto in inglese, accennando ad un sorriso. 
- Ciao - mi risponde la madre, facendomi segno di passare le valigie al marito che le sistema, veloce, nel bagagliaio dell'auto.
L'elenco dell'insegnante continua, fino ad arrivare a Ronconi, che viene smistata con gli Smith. E una volta che anche lei raggiunge la famiglia, la professoressa ci concede, finalmente, di poter andare. 
- Su, sali in macchina. E tranquilla, il viaggio non è molto lungo.- mi tranquillizza il padre, aprendomi gentilmente lo sportello dell'auto.
- Come ti chiami?- mi chiede la più piccola - che, se non ricordo male, deve avere 6 anni-
- Erika. Mi chiamo Erika -. 



Capitolo di passaggio, care! Cosa ne pensate?? Fatemi sapere! Accetto anche possibili scenari futuri, voglio proprio vedere cosa riuscite ad immaginare! ; D 
  
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