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Autore: Viola Doodle    24/05/2012    3 recensioni
"La felicità non esiste, pertanto non ci resta che essere felici senza." -Jerry Lewis- Questa maledetta citazione attanagliava la mente del piccolo Niall da ore ormai, non riusciva a smettere di pensare che se l'avesse baciato ora non si troverebbe in quella situazione. Ma non l'aveva fatto, per paura, paura di perderlo per sempre.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Liam, posso parlarti?” Louis entrò in cucina a testa bassa, Liam non l’aveva mai visto tanto serio.
“Certo amico, siediti.” Louis si sedette di fianco al moro su uno degli sgabelli alti della cucina dei Payne.
“Ehm … -esitò prima di proferire parola- i miei si stanno separando, la situazione a casa è insostenibile. Ho bisogno di parlarne con qualcuno.” Louis prese un profondo respiro prima di portare i suoi occhi azzurri sul viso del moro che era rimasto alquanto scosso dall’ultima affermazione.
Rimasero in silenzio per un po’, un silenzio nel quale sul bancone di marmo cominciarono a schizzare lacrime salate, quelle di Louis. Non singhiozzava, le lacrime scendevano e basta, rigando il viso del ragazzo.
“Rimani qui, abbiamo la stanza degli ospiti.” Liam si avvicinò al ragazzo dagli occhi blu colmi di lacrime, lo strinse tra le sue braccia possenti. Louis affondò il viso nella camicia di Liam, il quale gli accarezzava teneramente i capelli.
“Però lo dici tu a Mika!” Aggiunse Liam provocando un piccolo sorriso sulle labbra di Louis.
“Chi mi vuole?” Azzardò Mika sentendo pronunciare il suo nome.
“Louis rimane da noi per un po’.” Liam sorrise pregando che la ragazza non cominciasse a imprecare.
“Va bene.”
Liam, stupito dall’accettazione della sorella, lasciò soli i due in cucina, Mika prese da bere e lo offrì anche a Louis, il ragazzo tentava di mascherare il proprio umore davanti alla piccola di casa, ma tanto a Mika non si poteva nascondere nulla.
Ancora tristezza.
Ancora senso di colpa e di vuoto.
L’umore del ragazzo non era cambiato di una virgola, Mika però avrebbe aspettato che Louis le raccontasse da solo quello che sentiva. Passarono dei minuti interminabili nei quali Mika per sviare allo sguardo di Louis si era affaccendata a mettere in ordine qualsiasi cosa le capitasse sotto mano.
Intanto Louis giocherellava con il bicchiere pieno di coca-cola, lo stomaco chiuso non l’avrebbe digerita.
“I miei si separano. Non posso rimanere a casa mia, crollerei.” Louis non aveva distolto lo sguardo dal suo bicchiere. Odiava farsi vedere in difficoltà, ecco perché era così dannatamente idiota con tutti, era una maschera e Mika lo sapeva bene.
“Oh.” Un sospiro, solo un misero sospiro uscì dalle labbra rosse della ragazza.
“Già, mi dispiace molto. Dillo, me lo dicono tutti, solo questo sa fare la gente. Dispiacersi.” Aggiunse Louis, dato che Mika non aveva intenzione di aprire bocca.
“No, non mi dispiace.” Sussurrò Mika sottovoce. Louis incontrò gli occhi della ragazza che quel giorno erano stranamente verdi.
“Non ti dispiace?” Chiese stranito.
“No, tu sei qui, è questo che conta.”
Silenzio.
“E poi non la penso come te Louis, se i tuoi non vanno d’accordo perché continuare a stare insieme? So che dentro quella tua testaccia c’è qualcosa di funzionante, quindi cerca di capirli.- Mika si fermò a prendere fiato- Sono felice che tu stia qui.”
Louis rimase senza parole, completamente interdetto, felice ma senza uno straccio di risposta da dare alla ragazza, che lo lasciò a bere la sua coca-cola in pace.
--
Niall avrebbe dovuto pranzare con Mika quel giorno, ma la ragazza era rimasta a casa per un motivo che il biondo ignorava. Un ragazzo moro alzò una mano, Liam. Gli fece cenno di avvicinarsi e pranzare con lui e Niall non poteva essere più felice. Erano bastate due frasi di Liam per scaldare il cuore all’irlandese: Ti lascio il mio panino e domani c’è chimica, stasera mi aiuti a studiare.
Niall si sorprese di quanto la seconda frase non fosse una domanda bensì un’affermazione, il ragazzo non avrebbe potuto sottrarsi alla volontà di Liam. Un po’ perché in chimica andava malissimo, un po’ perché era il suo Liam e voleva passare sempre più tempo con lui.
Liam era felice della risposta affermativa di Niall al suo invito, anche se sapeva che non gli avrebbe mai detto di no.
E allora cosa causava tutta quella felicità che cresceva sempre di più ogniqualvolta Niall gli sorrideva, gli parlava o semplicemente gli stava vicino. Liam lo sapeva, eccome se lo sapeva. Avrebbe voluto anche ammetterlo a se stesso e agli altri ma Niall di sicuro non era come lui, gliel’avrebbe confessato altrimenti.
“Cos’ha tua sorella?” Chiese il biondo con il viso immerso nel panino datogli da Liam.
“Louis si trasferisce per un po’ da noi, e visto che oggi non aveva niente di importante da fare a scuola è rimasta ad aiutarlo con il trasloco.”
“Mi dispiace per Lou.” Gli occhi azzurri dell’irlandese si rattristarono improvvisamente e Liam non poteva fare a meno di trovarlo incredibilmente tenero. Senza pensarci Liam poggiò la sua mano su quella del biondo, Niall sentì il calore del ragazzo attraversargli tutto il braccio. Il battito cominciò a farsi incontrollato e l’irlandese non sapeva spiegare quello che gli stava accadendo. Si limitò a rivolgere un tenero sorriso al suo amico, il quale provò le stesse sensazioni.
--
Louis non si era mai sentito così solo. Mai in vita sua aveva provato simili sensazioni. Odiava i suoi genitori tremendamente, perché l’avevano lasciato solo, l’aveva abbandonato costringendolo a trasferirsi dai Payne. Perché non poteva avere una famiglia normale, con dei normali genitori e una normale vita famigliare?
“Che minchia c’è qua dentro?!” Mika stava trasportando un grosso scatolone. L’avrebbe portato Louis se solo la ragazza fosse stata meno testarda e non si fosse opposta. Lei era la solita femminista che si oppone a far fare tutto il lavoro pesante all’uomo, e così aveva trasportato uno scatolone enorme da sola su per le scale. Ben le stava, pensò il ragazzo dagli occhi azzurri.
“I miei vestiti.” Rispose Louis non smettendo un minuto di cercare un difetto sul viso della ragazza, si meravigliò esplodendo in un sorriso, Mika non ne possedeva nemmeno uno, almeno Louis la vedeva così.
“Impossibile!” Sbuffò la ragazza appoggiando per terra lo scatolone.
“Perché?”
“Là ci sono i tuoi vestiti, qui ci sono i tuoi vestiti, in quella borsa ci sono i tuoi vestiti! Che cazzo Louis!” La ragazza sgranò gli occhi.
“Che c’è, ho molti vestiti.” Si limitò a spiegare il moro.
“Non ci staranno tutti là dentro.” Rispose Mika indicando un armadio a muro incapace visibilmente di contenere l’immensità dei vestiti di Louis.
“Merda.”
“Ho un armadio che non uso. Puoi usare quello, però è in camera mia. Mettici le cose meno indispensabili e bussa prima di entrare!” La ragazza abbandonò la stanza e Louis si sentì invadere da un senso di accoglienza immenso. Nonostante l’acidità della ragazza le aveva offerto lo stesso il suo armadio e di questo Louis ne era felice, estremamente.

Ciao! 
Pensavo di chiuderla con lo scorso capitolo questa FF dato che non mi entusiasmava più come prima, ma ho deciso lo stesso di continuare grazie a una persona davvero speciale. E' stata la mia prima vera "fan" su EFP e questo non lo dimenticherò.
Comunque spero che vi piaccia e che continuiate a seguirmi!
A presto un bacio!
  
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