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Autore: ALEXIANDRAisMe    02/06/2012    0 recensioni
Una raccolta sul personaggio di mia invenzione di nome Alexiandra, lei rappresenta me e le storie raccontano di come una ragazza testarda, bastarda e impulsiva si faccia strada nella vita con amici e parenti, sopratutto la sorella gemella con cui condivide aspetto, carattere e parte del nome.
Genere: Avventura, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sorelle

- Cosa davvero? Bene! –dicevo euforica al telefono.
Ero al settimo cielo. Emis avrebbe preso l’aereo di lì a poche ore per arrivare poi questa sera stessa.
Questo non centrava molto col fatto che Sira non sarebbe potuta venire alla festicciola organizzata da Alexia.
Ero già a casa sua quando ricevetti la telefonata.
- Mi dispiace.- disse con tono addolorato.
- Non ti preoccupare, è lavoro. – risposi.
Alexia mi guardò con fare di chi la sapeva lunga prima di affermare – Emis non verrà vero?-
- No – risposi soltanto, abbassando lo sguardo.
Non avevo voglia di deprimermi e piangere, perciò evitai sfoghi e crisi isteriche che sarebbero scaturite da un’esposizione più dettagliata dei motivi per cui non aveva preso quell’aereo.
Alle venti in punto il campanello suonò. Due ragazze con un sorriso forzato fecero irruzione nel grande appartamento al settimo piano. Una con i capelli scuri, lunghi e lisci, tirati indietro in un’alta coda e una con i capelli altrettanto scuri, ma corti e spettinati. La prima nei suoi jeans e camicetta impeccabili e l’altra con una maglietta lunga e larga gialla sopra a dei pantaloncini arancio.
Guardai i suoi occhi incorniciati da occhiaie ben visibili, simbolo di chi come nel mio lavoro rimaneva sveglia notti intere per rispettare la consegna di manoscritti e capitoli.
- Non dovevi lavorare? – chiesi a Siria.
Sbuffò scocciata – L’hai detto, Dovevo. Melly mi ha trascinata qui dopo che Ale ci ha informate di Emis. –
- Dopo verrà anche Justin, dopo gli allenamenti voleva farsi una doccia. – disse Mel e mentre pronunciava l’ultima frase arrossì.
Siria ed Alexia da una parte ridacchiavano, mentre io intenerita davo voce ai loro pensieri – E perché non l’hai aspettato? – dissi esternando tutta la malizia dalla mia voce.
A quel punto Alexia non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere sorniona e Siria rimanendo scioccata si buttò sul divano, ignorandoci e iniziando a dormire.
Verso le ventuno circa anche Justin fece il suo ingresso e passammo la serata tra un film, pacchi di pop-corn e patatine e carte di scala quaranta.
Siria mi fregò persino la birra – Sei incinta non puoi bere! –
- Uffa, già ho smesso di fumare! Un bicchiere non può fare male! – risposi scocciata.
Ci rifletté un po’ su, poi ancora insicura si sporse per porgermi la bottiglia a metà. –
- Siria da gliela e ti spezzo la mano! – sibilò maligna al voce.
Siria ritrasse subito la mano sinistra borbottando – Io con questa ci lavoro! –
Mi voltai di scatto dopo essermi ripresa da quello stato d’immobilità che mi era preso. – Emis? – lo chiamai piano guardandolo.
Lui sorrise raggiungendoci al tavolo dopo aver lasciato sulla soglia la valigia e il trolley.
Mi abbracciò dietro dandomi un bacio sulla guancia.
- Appena in tempo, solo altri dieci minuti e ti avrei raggiunto solo per... – Alexia lasciò la frase in sospeso, giusto per intendere qualcosa di poco piacevole come ad esempio “staccarti le palle a morsi”.
Sentì Emis deglutire alla minaccia della mia carissima sorella che aveva fatto in modo di rendermi così felice e soddisfatta.

  
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