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Autore: Strega_Mogana    22/12/2006    9 recensioni
Cinque ragazze, cinque ragazzi, cinque amori.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inner Senshi, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Allergia all’amore (parte seconda)

Riapro lentamente gli occhi, il bianco accecante dell’infermeria quasi mi acceca, li richiudo un poco iniziando a ricordare perché mi trovo qui.
Ricordo che mi sono avvicinata al tabellone dei punteggi del test, ricordo Minako che mi diceva di non spaventarmi, ricordo il mio stupore quando mi sono accorta che non ero l’unica ad aver raggiunto un punteggio molto elevato. Ricordo a mala pena Minako che mi raccontava tutto quello che sapeva sul mio rivale e poi il volto di Zoisite.
Già Zoisite…
La testa torna a girarmi, mi risdraio e scuoto il capo, devo aver studiato troppo in questi giorni.
- Ami ti sei svegliata!
Usagi e le altre entrano nella piccola aula che la scuola usa come infermeria e si avvicinano al letto.
- Stai bene? – domanda Rei.
- Sei pallida. – constata Makoto.
- Tu studi troppo!- mi rimprovera Minako scuotendo il capo mestamente come se studiare fosse una punizione e non la mia passione più grande.
- Cos’é successo?- domando lievemente confusa, non credo di essermi ripresa ancora del tutto.
- Sei svenuta,- mi spiega Usagi prendendo la mano – hai visto i risultati di quello stupido test e sei svenuta. Ami tu studi veramente troppo!
- Già… il test…- mormoro con un filo di voce, ho la gola secca e mi fa male… forse ho preso un virus - Non preoccuparti Usagi. – cerco di tranquillizzare la mia amica ma non credo che il mio tono di voce sia abbastanza convincente – Stamattina non ho fatto colazione, molto probabilmente è stato solo un calo di zuccheri.
- Per fortuna. – fa una voce alla porta, alzo un poco la testa mentre le altre si voltano, Zoisite è appoggiato allo stipite di legno pitturato di arancione, sorride e guarda tutte.
Le altre si lanciano un’occhiata molto eloquente… quando si guardano in quel modo non è mai un buon segno.
- Beh..- fa Minako in tono falsamente distratto – io devo andare… ho gli allenamenti di pallavolo.
- Sì..- echeggia Makoto alzandosi dopo di lei – io devo andare a fare qualche giro di corsa nel capo di atletica.
- Io..- continua Rei seguendo le altre – devo studiare storia, Usagi tu vieni con me vero?
- Ma veramente…
- Vero? – domanda con più enfasi nella voce e lanciandole un’occhiata di fuoco.
Usagi fa un sospiro tragico e si alza a capo chino.
- Sì… vengo con te…- un altro sospiro doloroso che mi strappa un sorriso – a studiare. Ciao Ami.
Ecco ora sono sola con Zoisite e mi sento quasi nuda davanti alle sue iridi verdi.
Zoisite le guarda uscire poi si avvicina al letto e si siede sul bordo.
Perché mi manca il respiro?
- Sono sollevato che tu stia meglio.
- Sollevato? – io sono solo sollevata di non esser in piedi o le mie gambe cederebbero all’istante.
- Beh quando sei svenuta ho creduto che fosse per colpa di un possibile trauma che avevi ricevuto questa mattina quando ci siamo scontrati.
Arrossisco anche se sarebbe meglio dire che sto andando letteralmente a fuoco.
- La tua fama ti precede Ami Mizuno. – continua non notando il mio notando rossore o facendo finta di non notarlo, in entrambi i casi gli sono grata per aver cambiato discorso.
- Per… perché? – sto balbettando… o mio dio… io non balbetto mai! Che mi succede?
- A Osaka ho letto la tua relazione sulla possibilità di altre forme di vita intelligenti nell’universo. E’ sbalorditivo come le tue idee sembrano così chiare anche se non del tutto basate su delle teorie scientifiche. E’ un discorso che ho trovato molto interessante.
Sono sbalordita, nessuno aveva mai letto la mia relazione, Usagi si era addormentata alla seconda pagina, Minako e Makoto non avevano capito metà delle parole e Rei aveva solo finto di capirci qualcosa… ma, in fondo, hanno provato a leggerla e questo è quello che conta, hanno finto di capirci qualcosa, esultando di fronte alle mie teorie. Sono state molto carine… molto gentili… sono le migliori amiche che una ragazza può desiderare.
- Dove hai trovato la mia relazione?
- Sul sito internet della scuola; prima di trasferirmi qui ho fatto delle ricerche… il tuo nome spiccava a lettere cubitali, c’era scritto che sei la migliore di tutta la provincia di Tokyo e volevo leggere qualcosa di tuo.
Sorrido comprensiva, mi sarei comportata nello stesso modo pure io, fare delle ricerche per cercare di capire il luogo dove mi sarei trasferita. E’ un comportamento razionale che comprendo molto bene…
Improvvisamente mi sento nervosa, questo ragazzo sembra quasi un alieno. Non c’erto per il suo aspetto, è alto, molto bello, occhi verdi e penetranti, un sorriso perfetto, lineamenti dolci ma non femminili, che non stonano con il suo corpo muscoloso.
Proprio un bel ragazzo… una volta credevo che i bei ragazzi fossero tutti idioti narcisisti che amavano solo il loro riflesso… invece lui è molto intelligente, acuto, un gran nuotatore… e, dal modo in cui si è preoccupato per me è anche molto dolce.
È venuto in infermeria… solo per me…
Che colore c’è dopo il porpora?
No, perché sono certa che il mio viso abbia proprio quel colore ora.
- Ami stai bene?
La sua voce calda mi accarezza il cuore come le carezze affettuose e passionali di un dolce amante. Alzo lo sguardo ed incrocio i suoi occhi verdi.
Mi manca il respiro.
Il mio sguardo si allontana dal suo volto e la mia attenzione è catturata dalle lancette dell’orologio.
- O mio Dio!- urlo balzando giù dal letto e spaventando a morte il povero Zoisite.
E da quanto lo chiamo povero?
- Ami che succede?
- Sono in ritardassimo! – faccio raccattando le mie cose che, per qualche insulsa ragione, sembrano ovunque in questa piccola stanza che ora mi sembra immensa come un castello – Alle 16:00 inizio le lezioni di approfondimento nell’istituto in centro e non posso tardare!
- La Tomaka? – mi domanda lui osservandomi mentre sistemo la borsa alla bene e meglio sulle spalle – La scuola privata in centro?
- Sì, vado lì ad approfondire certe materie come l’informatica, l’inglese e alcune materie scientifiche… oooh ma io sono qui a perdere tempo con te invece devo correre! – mi infilo le scarpe e corro fuori quando lui mi ferma.
- Ti do un passaggio se ti va.
Credo che il mio cuore abbia appena mancato un colpo, mi volto per fissarlo, ha un’espressione dannatamente seria, non sta scherzando e non mi sta prendendo in giro.
- Non so se è il caso. – dico con un tono non molto convincente.
- Ci metteremo poco prometto! – sorride questo strano ragazzo mettendosi una mano sul cuore – Anch’io odio arrivare tardi a lezione… ti capisco.
E’ ufficiale, Zoisite è un alieno.
Un bellissimo alieno.
- Allora accetto molto volentieri.
Cosa? Come? Ami! Ma cosa combini? Lui può anche esser carino ed intelligente ma è comunque un estraneo, un ragazzo che consci molto poco, potrebbe rapirti e fare di te la sua schiava!
Ma è così gentile…
Scuoto il capo con forza seguendolo fuori dalla scuola e andando verso i parcheggi dove i ragazzi più grandi, solitamente, parcheggiano le moto.
Ed eccola li, una moto di grossa cilindrata, blu elettrica.
Alza il lungo sedile di pelle nera e tira fuori due caschi, uno nero per lui e uno dello stesso blu della moto per me.
Prendo il casco che mi porge e poi guardo la moto.
- Sicuro che sai guidarla?
La sua risata è soffocata dal casco che ha già indossato ma posso vedere distintamente la sua espressione divertita.
- Avanti.. non correrò troppo… sali.
Titubante mi metto a cavalcioni dietro di lui indossando il casco.
Non dovrei accettare un passaggio da un ragazzo che conosco a malapena ma non posso ceto arrivare in ritardo!
- Tieniti forte!
Circondo il suo torace muscoloso con le mie esili braccia, sento il suo respiro regolare, appoggio la guancia, o meglio la parte del casco che copre la guancia, sulla sua schiena e il suo profumo si fa strada da sotto il casco risalendo lungo le mie narici. Ha un buon odore, sa di bagnoschiuma alle erbe, caffè, cloro, libri e un dopobarba di quelli economici, di quelli che trovi a dozzine nei supermarket, quelli dall’odore forte che solitamente non sopporto ma addosso a lui, mischiato con gli altri aromi crea una miscela perfetta.
Mette in moto la motocicletta e ci dirigiamo verso la scuola.
Arriviamo all’istituto Tomaka alle 15:45.
Perfettamente puntuale come al solito.
Però questa volta avrei voluto arrivare un po’ in ritardo.
- Grazie. – gli dico con un lieve inchino dopo che gli ho restituito il suo casco.
- Di nulla. – risponde garbatamente sempre con il casco in testa – Ci si vede a scuola Ami!
Lo vedo allontanarsi a tutto gas, il suo codino biondo spunta da sotto il casco.
Sospiro ed entro nell’edificio, mi sembra cupo e vuoto… triste… perché sono scappata così?
La mia mente non riesce a razionalizzare come vorrebbe.
Forse ho veramente un calo di zuccheri.

***
Non riesco ad evitarlo.
Continuo a pensare a lui.
Ai suoi capelli, a quella strepitosa miscela di profumi, al suo fisico tonico in piscina, alla sua intelligenza.
I miei pensieri vanno a lui e la mia mente non ragiona più come al solito.
Sono distratta, un po’ smemorata, sulle nuvole.
Così non va bene.
Per questo non amo stare con i ragazzi, mi fanno perdere la concentrazione necessaria per i miei studi.
Se voglio diventare una brava dottoressa devo studiare. E io voglio diventare una brava dottoressa!
Da quel pomeriggio non ci siamo più visti, o meglio, l’ho incontrato solo un paio di volte nei corridoi, ci siamo scambiati qualche battuta veloce e poi lui doveva scappare. Forse aveva solo da studiare. O forse mi voleva evitare.
Io non lo so. So solo che mi sento uno schifo e che non studio come vorrei da qualche giorno.
Odio sentirmi in questo modo!
- Ami… Ami… sei tra di noi?
Sbatto le palpare un paio di volte mettendo a fuoco i volti delle mie amiche, siamo a casa di Rei a studiare. Anzi loro studiano mentre io mi perdo in inutili pensieri sciocchi.
- Che c’è?- dico in malo modo vedendo che tutte mi fissano come se avessi una fetta di formaggio appiccicata in faccia.
- Non ti abbiamo mai visto con la testa tra le nuvole. – fa Makoto.
- Solitamente è Usagi che dobbiamo svegliare dai suoi sogni ad occhi aperti.
- Non è vero Rei! - urla Usagi rossa in volto.
Arrossisco un attimo colta in flagrante… che imbarazzo… beccata mentre pensavo ad un ragazzo. Io Ami Mizuno che pensa ad un ragazzo! Ma fatemi il piacere!
- Dicci cosa ti preoccupa. – mi incoraggia Minako – Cosa potrebbe mai distrarre la grande Ami Mizuno dai suoi libri?
- Nulla…- mormoro poco convinta prendendo il libro di algebra e mettendolo davanti al viso aperto ad una pagina a caso – Non avevo la testa tra le nuvole… io… stavo solo riflettendo su questa equazione. – indico un punto sul foglio, non so neppure che c’è scritto.
- Ami…
- Si Makoto?
- Stai tenendo il libro alla rovescia.
Finalmente il mio cervello si decide a collaborare e mi rendo conto che effettivamente sto tenendo il libro di testo al contrario.
Scoperta subito… beh non sono mai stata brava a dire bugie.
- C’entra un ragazzo vero?- domanda Minako con l’aria di una che la sa lunga.
- Diciamo di si…- ammetto non senza vergogna, so che sono le mie migliori amiche ma mi imbarazza parlare di queste cose – Ma non è quello che pensate voi! – mi affretto a dire – Lo trovo… interessante.
- Lo sapevo!- esulta la mia amica bionda scioccando le dita – Zoisite è fortunato.
- E tu… tu cosa ne sai?
- Anche i sassi vedono quanto siete carini insieme. – echeggia Rei – Belli ed intelligenti… una splendida coppia.
Scuoto il capo… qui si parla di amore… ammetto che quel ragazzo mi piace ma solo perché è un ragazzo interessante e molto intelligente.
- State fraintendendo… - cerco di spiegare – Zoisite mi interessa solo come compagno di studi niente di più!
- A chi vuoi darla a bere?- fa Minako dandomi una lieve spintarella – Classico caso di colpo di fulmine.
Sospiro sconsolata.. Minako e le sue favole d’amore sempre con il lieto fine.
- Minako,- inizio io con il tono da dottoressa fredda ed insensibile al mondo – quante volte devo dirtelo che non ci sono prove che identifichino quello che tu chiami “colpo di fulmine”. L’amore arriva dopo un lungo periodo di conoscenza non all’improvviso è illogico.
- Anche tu sei illogica quando parli come un dizionario!- mi rimprovera lei – E sei anche un caso da manuale di allergia all’amore!
- La cosa?- fanno in coro le altre.
- Allergia all’amore. – ripete lei come una professoressa ben preparata in materia.
- Mi stai dicendo che Ami si potrebbe riempire di bolle come me quando mangio le noccioline?
- No, Usagi non è una cosa fisica ma mentale. Quando una persona particolarmente intelligente come Ami si innamora il cervello non riesce a analizzare il sentimento come vorrebbe, l’amore rende vulnerabili, un po’ svampiti e, nel caso di Ami, la sua mente si rifiuta ancora di perdere un po’ del suo rigido autocontrollo. La cura si divida in due parti: prima bisogna ammettere il sentimento, accettarlo con tutte le sue conseguenze e poi magiare tanto gelato…
- Wow Minako ma dove le hai imparate tutte queste cose?- fa Usagi visibilmente colpita.
- Stai parlando con un’esperta d’amore!
- Minako tu stai parlando di una patologia che non esiste, che non può esser analizzata ne, tanto meno, curata con una soluzione così assurda. Stai parlando di fatti impossibili, come ti ho già detto l’amore arriva con il tempo, con la conoscenza approfondita dell’altra persona, arriva dopo mesi, a volte un anno, ma non come un bambino grasso con il pannolone che ti lancia frecce nel sedere! E poi io non sono innamorata! Zoisite è un ragazzo molto intelligente, acuto, ha letto la mia relazione sulla vita nell’universo e volevo dei consigli tutto qui.
Minako alza un sopracciglio e guarda le altre con un’espressione vittoriosa sul volto.
- Visto? Rifiuta l’evidenza: allergia all’amore!
Le altre annuiscono iniziando a darmi tutti consigli che ritengono in qualche modo. utili
- Ami é normale esser spaesati.
- Se vuoi facciamo dei biscotti così puoi portaglieli.
- E io ti aiuto a mangiare il gelato!
- Usagi ma che c’entra?
- Beh... io non so nulla di relazioni amorose! Voglio fare pure io la mia parte!

***
Allergici all’amore...
Si può esser allergici ad un sentimento?
Minako può aver ragione?
Sono così razionale e analitica che non riesco ad esprimere al meglio quello che provo... sono così persa in libri e studi che ho quasi dimenticato la passione e l’istinto. Sono così atrofizzata nei miei studi che, quando il mio cuore prende il sopravvento, sono confusa, spaesata e sto male.
Allergia all’amore.
No, impossibile!
Non esiste una patologia del genere! Minako vede tutto sotto la lente rosa del romanticismo, per lei tutto si risolve con amori e baci.
Io non sono innamorata, non ci si innamora così. Di un perfetto estraneo che con cui ho parlato rare volte.
Minako ha torto!
Il centro della città é piano questo pomeriggio, sono andata via prima dalla casa di Rei con la scusa che dovevo ritirare dei testi in biblioteca per la scuola privata. In realtà volevo solo riflettere a mente lucida, volevo qualche minuto per restare da sola con i miei pensieri.
Attorno a me vedo solo coppie, sembra che tutti siano fidanzati in questi periodo! Possibile che io sia la sola che non ritiene necessario un uomo? O forse sono così presuntuosa da credere che mi basta stare sola per vivere serena?
Sospiro mentre l’ennesima coppietta a braccetto mi passa accanto, lei ride felice, o così sembra, stringe il braccio del suo ragazzo e il mio stomaco fa una capriola... forse un po’ l’invidio.
Entro nella prima libreria che vedo in strada: bene il mio ambiente naturale... qui dovrei ragionare senza interferenze dall’esterno. Afferro i miei occhiali dalla borsa e li indosso leggendo distrattamente qualche libro a caso, dai romanzi rosa a quelli di saggistica, dai libri di fotografia e quelli si storia dell’arte. Predo uno dei artbook impilati nel settore artistico e lo sfoglio, questo fotografo ha fissato nel suo obbiettivo immagini splendide come montagne e prati fioriti ma anche molte persone comuni: una donna che fa la spesa, un uomo seduto a leggere il giornale, dei bambini al parco giochi... a quest’uomo piace riprendere la gente, cattura la loro naturalità... é veramente molto bravo, sembra quasi che queste persone possano all’improvviso muoversi e parlare. Giro l’ultima pagina e mi trovo davanti una foto in bianco e nero: una coppia di anziani che si tengono per mano mentre passeggiano in un parco che non conosco, probabilmente straniero. Sorrido mentre sento il mio cuore pervaso dalla dolcezza di questa foto. Rimetto a posto il libro e torno indietro, ho deciso: devo fare qualcosa. Non voglio arrivare alla vecchiaia sola e acida, così calcolatrice e prevedibile da non aver mai conosciuto l’amore.
C’é una grande pila di libri nella sezione dei manuali, sul cartone pubblicitario alto quanto me c’é una bella donna, sembra avere la mia età ma so per certo che é una trovata pubblicitaria per vedere il libro alle donne di tutta età. Davanti a lei c’é un volume rosa pastello, con un cuore rosso in copertina, il fumetto sopra la sua testa dice: “Prima ero solo una ragazza noiosa... poi ho scoperto che amare rende unici!” . Mi incuriosisce e mi avvicino ai libri: Manuale dell’amore – Come gestire l’amore nel migliore dei modi – recita il titolo.
Un manuale per l’amore... che possa servirmi?
- Leggi libri interessanti. – fa una voce alle mie spalle.
Mi volto di scatto, é dietro di me... Zoisite é dietro di me!
Arrossisco... con quel maledetto libro rosa tra le mani.
- No, é che io... non volevo leggerlo... ero solo curiosa...
Ridacchia divertito e io mi sento ancora più stupida, ora penserà che sono una di quelle ragazze che pensa solo a trovare un buon fidanzato.
Rimetto a posto il libro molto velocemente e cerco di riprendere il controllo delle mie azioni.
Andiamo cervello dammi una mano!
- E tu cosa ci fai nella sezione di libri femminili? – gli domando con una nota divertita nella voce, nota che nasconde alla perfezione la mia vergogna.
Le sue guance si imporporano lievemente di rosso, una piccola risata mi scappa involontariamente dalle labbra, mi copro la bocca con la mano e lo fisso divertita.
- Cercavo... l’uscita...- mormora imbarazzato e si capisce che non é la verità.
- Credo che i romanzi rosa possano aiutare a rilassare la mente.
- Non leggo romanzi rosa!
Rido un po’ più forte e, anche se cerca in tutti i modi di non cedere, gli angoli delle sue labbra tremano, chiaro segno che non vuole scoppiare a ridere per darmi questa soddisfazione.
- Senti..- fa continuando a fingersi imbronciato – vado a pagare questi libri e poi ti va se beviamo un caffè?
Smetto immediatamente di ridere, sento che sono impallidita di colpo.
- Insieme?
- Beh sì... l’idea é questa.
Ora sono rossa come un pomodoro.
Non so che fare? Dirgli di no o accettare?
Cosa farebbe Minako in una situazione come questa?
Immagino la mia amica mentre si lancia verso di lui giuliva.
Ricaccio indietro un’altra ristata e annuisco.
Mi sorride... l’ho già detto che ha un bellissimo sorriso?
- Allora ci vediamo fuori, farò presto.
Lo aspetto fuori solo per poco, alle casse non c’era nessuno, arriviamo al piccolo bar e ordiniamo due caffè.
- Allora che libri hai preso?
- Qualcuno di storia rinascimentale e un thriller... per alleggerire la mente.. Adoro i gialli.
Parliamo tutto il pomeriggio seduti a questo tavolino in fondo al locale.
Entrambi amiamo i libri, l’acqua, i momenti di relax in perfetto silenzio, non siamo circondati da molti amici ma quelli che abbiamo ci bastano e sono sinceri. Mi ha raccontato il difficile rapporto tra i genitori, come abbia sofferto per la separazione ma che ora é riuscito a perdonarli entrambi e non si sente più abbandonato. Gli ho raccontato del futuro che immagino, dei miei sogni, delle mie aspirazioni.
E’ incredibile quanto ci assomigliamo in certi punti.
Si é alzato per pagare i due caffè e io rimango seduta a fissare la sua schiena alla cassa.
Mi piace.
Anzi, mi piace molto.
Minako aveva ragione su tutto.
Il mio sguardo cade nel sacchetto della libreria posta ai piedi della sua sedia, vedo i tre libri che ha comprato e poi, tra un grosso tomo e l’altro, ne vedo un quarto, piccolo, quasi invisibile confronto agli altri. Non c’é bisogno di vederlo per capire cos’é: lo stesso stupido manuale che stavo leggendo io.
Allargo il sorriso e torno a fissarlo.
Sì, siamo proprio usuali.
Entrambi allergici all’amore.
Mi tornano in mente le parole di Minako: ora devo solo magiare un gelato.

FINE
   
 
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