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Autore: SofyMalox    07/06/2012    0 recensioni
Quando finì, Aelita era sprofondata nel sonno, rannicchiata intorno a Mr. Puck.
La ragazza si alzò dalla sedia e mise a posto il libro. Mentre stava uscendo dalla porta, sentì Aelita che le diceva qualcosa. -Ti voglio bene sorellona...- Talia si girò con gli occhi un po' in lacrimati e con un sorriso sul volto affaticato. -Anch'io...e non sai quanto sorellina...-
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

La ragazza riapri gli occhi, spaesata. Si ritrovò davanti alla faccia qualcuno e spaventata, gli tiro un pugno.

-Ahi!- Urlò questo. -Ma che combini Talia?- -Oh, scusami...ahm... Odd?- -No, sono Ulrich...- -scusami, mi hai spaventata- -beh, ti credo, ritrovarsi una facciona come la sua appena svegliata, ti capisco se ti spaventi- disse sarcastico Odd. La ragazza sorrise. -Piantala piccolo sbruffone! Non sei affatto divertente! La prossima volta prova a beccarti tu un bel pugno in faccia- Disse l'amico.

Talia rise, ma poco dopo una smorfia di dolore si fece notare sul suo volto. -Qualche problema?- Chiese preoccupata Aelita. Talia si sedette sul divano, guardandosi la gamba ferita che era stata medicata al meglio con una garza e del disinfettante. -Si...la gamba, come l'avete medicata?- -Beh, siamo andati dall'infermiera della scuola e gli abbiamo chiesto cosa ci potesse servire per medicare una ferita un po' estesa e profonda sulla gamba. Ha detto che dovevamo disinfettarla e metterci una garza- spiegò Odd -e dopo avercelo spiegato, quando se n'è andata le abbiamo prese dall'infermeria- aggiunse Ulrich. -E' un piccolo dettaglio, non serviva che lo aggiungessi...- sbottò il ragazzo.

Talia cercò di alzarsi, per andare a prendere il kit di pronto soccorso che aveva nel garage, ma la gamba gli doleva troppo, ricadendo sul divano. -Non devi sforzarti, altrimenti non guarirà- disse Yumi. Talia sorrise -ma neanche con questi medicamenti guarirò...mi serve il kit che ho in garage, almeno posso evitare un'infezione. Poi l'indomani arriverà Yarael che saprà come rimarginare la ferita per bene- a dire il nome di Yarael arrossì lievemente, per sua fortuna nessuno se ne accorse.

-Vado a prenderlo io, dov'è?- Domandò Yumi -vengo anch'io- disse Ulrich -lo vedi, è una scatola di plastica con una croce rossa sul coperchio- -ok, andiamo-.

Tornarono di sopra con la scatola, consegnandola a Talia.

Mentre cercava di sistemare la ferita, Jeremy domandò

-ora ci spiegheresti la conversazione con X.A.N.A. e il tuo strano fatto?- Talia si fermò un attimo, guardandosi i piedi. -Ah...se ci tieni tanto...va bene-. I ragazzi si misero comodi.

-Tempo fa, quando noi abitavamo ancora nella casa in montagna e papà stava lavorando per questa organizzazione, la Green Phoenix, costruì “Cartagine”. Cartagine, per farvi un'idea, è come Lyoko, hanno la stessa funzione, solo che quest'ultimo, serviva come antidoto a Cartagine.

Quando completò tutto, voleva provare a interagire con esso. Ma non vi riuscì subito, inizialmente, solo i ragazzi potevano entrarvici. Quindi domandò a me, che lo stavo aiutando con piccoli progetti insieme a nostra madre, ad entrare in quella sua creazione. Nostra madre era del tutto contraria, dato che nessuno dei due sapeva cosa sarebbe accaduto. Io, al contrario di loro, ero entusiasta all'idea di provare quell'invenzione così assurda, ma dato che non si fidavano, proposi di creare un programma con la quale mi sarei aiutata. Lavorai per tre anni a quel progetto...quella specie di “umano digitalizzato” con la quale gli diedi il nome di X.A.N.A.- prese fiato, poi continuò -quando lo idealizzai, pensai che mi servisse solo per tranquillizzare i nostri genitori, ma ben presto mi accorsi che poteva diventare qualcosa di più di un semplice programma. Iniziai a lavorare con X.A.N.A. cercando di insegnargli le emozioni umane. Il lavoro proseguiva bene, aveva già appreso molte emozioni, solo che quelle più difficili, la quale temevo lo avrebbero cambiato, erano la rabbia e l'odio. Che a quanto pare... adesso le conosce bene...ma non furono queste a cambiarlo, in verità, neanche adesso lo so, ma credo che sia un virus. Papà aveva cercato di migliorarlo, ma alla fine, l'ha solo peggiorato.

Comunque, tre settimane prima che...accadesse la tragedia, quando papà cercò di farmi tornare sulla terra accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettata. X.A.N.A. cercò di trattenermi, di non farmi più tornare indietro, qualcosa l'aveva cambiato, almeno così credevo. Ma mi sbagliavo. Non me ne andai e gli chiesi per quale motivo non mi faceva andare. Lui mi rispose che prima doveva fare una cosa, ma non avrei mai pensato a quello che avrebbe fatto...mi prese la mano. Venni sollevata da terra e una luce azzurra in lontananza si dirigeva verso di me a gran velocità. Quando mi raggiunse mi ricoprì tutta creando attorno a me una specie di bozzolo. Quando quell'esperienza finì e la luce scomparve, domandai a X.A.N.A. cos'era successo, ma non mi rispose, dicendomi solo che adesso potevo andare e che l'avrei scoperto da sola.

Passarono i giorni e ancora pensavo a quello che era successo. Mio padre mi aveva vietato per un po' di tempo di andate su Cartagine e così mi annoiavo a morte. Almeno Aelita mi teneva impegnata, con tutti i giochi che voleva fare mi ritrovavo sempre esaurita mentre lei era ancora bella pimpante.- Talia ridacchiò, ripensando a quei giorni. Aelita non si ricordava niente, ma sorrise e dentro di se rideva. La ragazza riprese a parlare -Un giorno, però, mentre ero andata a fare un po' di snowboard e provare un nuovo percorso più ripido e difficoltoso, caddi dalla tavola, rotolando per un paio di metri, cadendo in un burrone. Quando mi risveglia, mi trovavo a casa sul divano e con papà che mi stava guardando e mamma che mi stava medicando il braccio destro, mentre te, Aelita, ti ho ritrovata che dormivi alla mia sinistra, accoccolatami.- Si fermò ancora, a ripensare a quel momento, era il ricordo più bello che avesse. Ma poco dopo continuò. -Cercai di alzarmi, ma non ci riusci perché ogni movimento che facevo mi procurava un acuto dolore. I miei genitori erano sbalorditi che fossi ancora viva, dato che una cosa del genere solitamente uccide un umano, ma non è stato lo stesso per me. Stavo benissimo, a parte qualche ossa rotta e una frattura al collo. Mi sembrava impossibile essere viva, ma lo ero e grazie a X.A.N.A.- a quel punto Ulrich domandò -ma...come grazie a lui? Cos'aveva fatto?- -Non lo so ancora con precisione cosa accadde, so solo che da quella volta, riesco a fare cose diverse, come guarirmi o avere flashback...non so come spiegarvelo, dato che neanch'io conosco i limiti di questo potere che ho assunto. E' anche per questo che non credevo che X.A.N.A. fosse diventato malvagio...- -capisco...ma cosa intendeva dire quando tu hai detto “X.A.N.A. questo non è il tuo mondo” e lui ha replicato “ma neanche il tuo”?- Talia abbassò lo sguardo, poi spiegò ancora -infondo, ha ragione...finché avrò questo “dono”, anch'io sarò come lui. Infondo, sono poteri “digitali” questi, è per questo che posso guarirmi e contrastarlo...-

Vi fu silenzio assoluto per quasi cinque minuti, ma che sembravano un'eternità. Jeremy guardò l'orologio e vide che erano quasi le 19.00, si era fatto tardi.

-Ragazzi è tardi, ci conviene andare- disse Jeremy. Aelita lo guardò un po' triste, avrebbe voluto restare con sua sorella. -Così tardi? I miei mi uccideranno! Ragazzi io devo proprio scappare, ciao a tutti!- Disse Yumi -ciao!- risposero gli amici.

-Io vorrei restare con te...- disse triste Aelita rivolgendosi a Talia -anch'io, ma devi andare, puoi sempre tornare qui domani- le disse con un sorriso dolce, che gli era così famigliare.

La ragazza, rassegnata annuì. -Dai Aelita! Almeno mancano pochi giorni alle vacanze!- Tutti se n'erano dimenticati, tranne Odd che l'aveva appena urlato. Sui loro volti si vedeva una certa amarezza, tranne su quello di Ulrich, ma per cosa Odd ancora non lo capiva.

-Perché quei musi lunghi? Qual'è il problema?- Domandò il ragazzo -X.A.N.A. è il problema...potrebbe attaccare durante le vacanze...- a quelle parole, il ragazzo si demoralizzò. Vedendo tutte quelle facce tristi, Talia cercò ti tirarli un po' su -non pensateci, se volete ci penso io- loro la guardarono. Aelita poi aggiunse -si e l'aiuterò anch'io, voi godetevi le vacanze!-

I tre ragazzi si guardarono perplessi. Si girarono, dando le spalle alle ragazze, per mettersi d'accordo. Alla fine, Jeremy sentenziò -va bene, ma noi accorceremo le vacanze. Io posso tornare tra una settimana- -pure io. Posso dire a mio padre che ritorno a scuola per fare degli esami di prova e migliorarmi- disse Ulrich -per me non ci sono problemi, posso anche rinviare, saranno pure più contenti se vado da loro un mese dopo, dato che avevano anche altri pensieri.- disse Odd.

-Va bene, ora dobbiamo solo avvertire Yumi, domani ci ritroviamo qui, così decideremo- -va bene- risposero gli altri due ragazzi. Le due ragazze restarono solo li a guardare, con un sorriso quasi identico sul loro volto. -Va bene allora, fate come credete- disse rassegnata Talia.

I tre ragazzi e la ragazza si avviarono al collegio, per gustarsi “l'ottima” cena di Rosa. Prima di andarsene, Aelita aveva salutato per bene Talia, la quale ricambiò con un abbraccio.

  
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