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Autore: msmerybolla21    11/06/2012    9 recensioni
Eccomi finalmente con una storia.
Il titolo è tratto dal libro della scrittrice Rosa Viola.
Non sarà molto lunga. Ha inizio dalla fine del Cell Game.
Dal prologo:Il piccolo Trunks, avvertita l'aura del suo papà, aveva smesso di piangere ed aveva iniziato a guardarlo, curioso e felice di rivedere quel viso familiare, ma molto spesso assente
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un po' corto anche questo capitolo, ma prometto di rifarmi nei prossimi.
Spero sia di vostro gradimento.



Cap. 3.

Le albe e i tramonti si erano alternati un susseguirsi innumerevole di volte senza che gli anni sembrassero andare via così velocemente e volutamente.
Guardavo la luce penetrare dalle serrande dell'ampio balcone. Un'altra giornata era iniziata e sembrava non voler tardare ad arrivare. Tra poco le sveglie avrebbere iniziato a ringhiare e il caffè ad odorare l'intero edificio.
Gettai il braccio verso l'altra parte del letto, scoprendola vuota, ancora una volta. Era raro trovare Vegeta alle sei del mattino ancora rannicchiato nel letto. I suoi allenamenti iniziavano sin dall'alba e continuavano fino all'ora di pranzo senza break o minuti di solo riposo.
Con lentezza suadente, mossi il capo, scuotendo il caschetto appena tagliato ed apprezzando l'odore di fragola mischiato al fumo ed all'odore di maschio. Quell'odore mi rimaneva impresso sul corpo dopo ogni notte. Ero nata per assaporarlo con la lingua e le narici. Ero nata per amarlo.
Con un movimento pigro mi misi a gambe incrociate sul letto, vedendomi nuda e priva di un qualsiasi lenzuolo. Ricominciai a pensare a quanto tempo fosse passato dai fatidichi 10 giorni anticipanti il torneo di Cell: due anni, quasi tre.
Il piccolo Trunks aveva iniziato ad allenarsi ardentemente con suo padre, pronto a sferrare calci e pugni a volontà, anche se con un minimo di forza. Ma forse, il suo lato terrestre, aveva fatto si che, molte volte, rifiutasse di addestrarsi, suscitando nell'amato principe i pensieri più oscuri. Continuava a ripetere che avrebbe preferito marcire tra le fiamme dell'inferno invece che vivere in una casa di scansafatiche.
Oh, quel Vegeta, così cocciuto e orgoglioso da non poter accettare il fatto che vivere con noi non era un dispiacere, amarci era piacevole. Pian piano l'umanità lo stava ammorbidendo oppure rammollendo, come amava dire lui.
Sfiorai con le dita il copri-materasso, ancora piegato nella posizione originale del principe. Quel alieno, così ripugnante, sucitava in me i desideri più proibiti. Sorrisi, sapevo che amarlo non sarebbe stato facile. Lui, l'erede al trono di una stirpe di assassini, il tanto temuto principe dei saiyan, aveva voluto solo me, un'insulsa terrestre, debole e forte allo stesso tempo.
Le sveglie presero a suonare, ero ora di alzarci da quel letto pieno d'amore, riconoscendo che mi madre non poteva cucinare da sola per due saiyan affamatissimi.
A piedi nudi mi diressi verso il bagno annesso al mia camera e feci scorrere lentamente l'acqua nell'enorme vasca cosparsa di sali e profumi.
Controllai che la temperatura fosse adatta alla mia pelle e mi immersi dolcemente, facendomi cullare dalla schiuma e dall'odore del bagnoschiuma al cocco.
Non avevo molto tempo da concedermi quella mattina, una riunione mi attendeva dalla parte opposta della città e dovevo mangiare velocemente per poi accompagnare il saiyan alla scuola materna.
Era stato un colpo al cuore lasciarlo lì, con persone che nemmeno conoscevo, che lui non conosceva, ma sapevo che non sarebbe successo niente al mio bambino, per metà guerriero.

'Tesoro, la colazione è in tavola!' sentii mia madre gridare dal piano di sotto e così decisi di uscire dalla vasca da bagno per dirigermi in camera. Mi asciugai velocemente e, dopo aver indossato un elegante abito, mi diressi in cucina.
Velocemente mangiai una brioche all'amarena e bevvi un caffè. Spronai Trunks a cambiarsi e cinque minuti dopo eravamo già in macchina per raggiungere la scuola.
L'accompagnai in classe, notando i visi gioiosi dei bambini, intenti a disegnare cosa più li ispirasse. Con un bacio salutai il piccolo, ritrovandomi ancora in macchina, a viaggiare alla velocità della luce.

'Dannatissima donna, quando avrai intenzione di venire a dormire?! Sono ore che sei chiusa in quel dannato bagno.' La voce di Vegeta echeggiò in tutto l'edificio.
Non era la prima volta che rimanevo chiusa in bagno per più di un'ora a spazzolarmi i capelli ed a improfumarmi. Quella sera però, mi ero trattenuta nel bagno a causa del mio continuo capogiro.
Erano alcuni giorni che mi sentivo mancare, come se l'ambiente che mi circondava piano piano diventasse sempre più stretto.
Sentii borbottare e subito dopo aprire la porta.
Mi ritrovai un Vegeta furente, con la vena sulla tempia che si gonfiava e sgonfiava ad ogni suo respiro.
'Ti decidi a venire a letto?!' Sentii le parole rimbombare nella mia testa, come un ricordo oramai lontano. Non ce la feci più e cedetti. Mi accascia sul morbido tappeto del bagno, perdendo del tutto i sensi.
Le mie orecchie percepirono solo un urlo assordante, un: 'Bulma!' emanato del mio adorato principe, poi il nulla.
  
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