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Autore: mery_mp8    11/06/2012    5 recensioni
E' la mia prima originale, o almeno la prima che pubblico. Parla di Mya, vocalist di una band ancora poco conosciuta che si diverte a provarci con le sue fans. Non è solo una storia yuri, parla anche di musica, di dubbi, di rapporti con le persone, della crescita delle ragazze che vengono "catturate" da Mya. L'ho scritta inizialmente con l'intenzione di aggiungere una storia yuri originale alle pochissime che ci sono già.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un’altra serata si avvicinava, dovevano suonare in un locale in centro. Certo non era proprio un locale in vista, era imbucato in uno dei vicoletti vicino la piazza principale, ma geograficamente era senza dubbio in centro. Mya era pronta, quella sera avrebbe suonato la canzone che aveva scritto e composto la settimana prima, ed era sicura che sarebbe stato un successo. Gli spettatori erano per lo più formati dai soliti fans, si aggiungeva poi qualche curioso, qualche pervertito, qualche ragazzino scappato da chissà dove, ma Mya si era abituata a quel genere di spettatori e non ci faceva più caso. Era una ragazza bellissima, con i capelli castani, gli occhi di un verde intenso e le gambe lunghe, che di certo non aveva paura di mostrare. Infatti gli abiti erano come parte delle esibizioni; fra le pause cambiava spesso completo ed era anche questo ad attirare i curiosi. Quella sera avrebbe indossato una cortissima minigonna nera retta e un corpetto nero a strisce trasparenti con sopra una giacca di pelle, il tutto completato da stivali alti e una semplice collana con un ciondolo verde smeraldo, oltre ai soliti numerosissimi anelli. Si trovava in quello che le piaceva definire camerino, ovvero un piccolo stanzino del locale stesso. Aveva le pareti in pietra e la porta di un leggero legno mezzo marcio, al centro della parte di fronte alla porta si trovava un mobile con uno specchio e accanto c’era una piccola brandina con sopra un ammasso di vestiti. Ai piedi del letto c’erano almeno 5 paia di scarpe diverse e vicino al muro Mya aveva riposto la sua valigia. Stava provando mentre controllava che gli abiti fossero a posto, quando entro Sean: “Hey Mya, quella gonna non ti sembra esagerata?”
“Forse alle altre serate eri troppo sbronzo e occupato ad adorare il tuo basso per notare i miei body”
“Ammesso e non concesso che io fossi sbronzo ho comunque guardato le foto sul web, eri indecente”
“Ho la faccia di una a cui importa?”
Sean non rispose neanche, era inutile parlare con lei di certe cose... Lui era in bassista del gruppo, era un ragazzo intelligente, coi capelli mori e la passione per le stelle. Aveva conosciuto Mya 4 anni prima ad un festival alternative metal e tra una birra e l’altra avevano scoperte di avere molte passioni e idee in comune, tanto che si scambiarono il numero di cellulare. L’indomani, ripresasi dalla sbornia, Mya aveva chiamato il numero che si era ritrovata nel push-up, e Sean, che la sera prima era meno sbronzo di lei, le raccontò cosa era successo. Il seguito della storia è facilmente supponibile. Le disse di sbrigarsi perché Joe era già dietro la batteria e Miss stava andando a collegare la chitarra all’amplificatore. Mya diede un ultimo tocco al trucco e, presa una sigaretta, uscì dallo stanzino, con Sean che la seguiva scuotendo la testa in segno di rassegnazione.
Fuori la gente acclamava urlando “Massive Jay! Massive Jay!” ed erano tutti già nella sala sempre più impazienti; poi si spensero le luci.
Una striscia blu passò veloce sul palco, illuminando per un secondo 4 figure. La chitarra partì con un suono strisciante e le ragazze del pubblico urlarono come forsennate, poi le luci sul palco si accesero e Mya brillò come una supernova nera, cominciando a cantare. Si accorse che c’erano molte ragazze e questo le fece piacere, anche se non era sicura che fossero li per lei e per uno dei suoi compagni.
“I dreamed you,
it was horrible,
it was a nightmare!
You wasn’t the girl that I know, so different...”
Posò il microfono sull’asta e mimò le parole della strofa:
“Hands on you,
Your legs so long and slim
Lips on you, your face so satisfied
And I, powerless, distant, upset
And, I admit, so jealous..”
Il pubblico era in delirio, ed era solo la prima canzone. Mya ne approfittò, riprese il microfono in mano, continuando a mimare:
“...cause your hair make me dazed
Your lips make me smelt
Your eyes make me feel so crazy
Cat eyes, talking eyes...”
Con movenze feline si diresse verso Miss accarezzandogli la schiena e durante gli ultimi versi della canzone andò anche da Sean e Joe. Senza ringraziare il pubblico fece cenno a Joe di partire col pezzo dopo, Line, che suonarono con le solite luci gialle per creare la giusta atmosfera. Finita Line fu la volta di Bye bye sun e dopo una breve pausa, in cui Mya aveva tolto la giacca ed era rimasta solo con il suo mini-top, tornarono sul palco con Blue ring. Lei l’aveva scritta da poco e l’avevano suonata solo un paio di volte, infatti il pubblico non la riconobbe subito, fino al primo verso:
“I’m doing some circles on the air
My finger is bleeding
But I must do this draw
No one can see it
But I can...”
La voce straziata e l’aria sconvolta di Mya creò un’atmosfera irreale:
“I’m blind
I scream
No one hears me
This place is sweating, is rotten
Close...”
Era la parte che il pubblico preferiva, i pochi brevi versi che rappresentavano meglio la canzone, forse anche più del ritornello, e Mya li interpretava così bene da far accapponare la pelle:
“...I can’t escape
From this world
Hands are trembling
Light is blue
Like this ring
Like this sea...”
Blue ring e il pezzo successivo scivolarono fuori dagli amplificatori in un attimo e con Miss inspiration ringraziarono il pubblico che acclamava, Mya illuminò tutti col suo sorriso malizioso e lasciarono il palco lasciando il pubblico con ancora il sapore in bocca del loro ritmo. Tornarono dietro le quinte (o quello che doveva rappresentarle) e andarono tutti nei rispettivi stanzini per rinfrescarsi dopo l’esibizione, Mya ne approfittò anche per cambiare abito. Mezz’ora dopo Sean bussò alla porta: “Mya sei pronta? Dobbiamo andare...” Nessuna risposta, bussò più forte. “Mya diamine datti una mossa!”
“Sono alle prese con le scarpe Sean, aspettatemi in macchina!”
In effetti scegliere delle scarpe adatte ad un completino pantaloni-top non era cosa semplice; o almeno era quello che lei credeva. ‘Solo’ 10 minuti dopo uscì dallo stanzino, senza la valigia dato che l’aveva già data a Joe per caricarla in macchina. Si accese un’altra sigaretta e uscì dal locale nella strada deserta illuminata solo dalla luna, la macchina si trovava dietro l’angolo. Poso l’accendino in tasca e quando alzò lo sguardo si trovò davanti una ragazza. Era poco più bassa di lei, coi capelli mossi, lunghi e biondi, gli occhi grandi ma di un colore indistinguibile a causa della scarsa illuminazione. I jeans non aiutavano molto per quanto riguardava la statura, ma la canottiera risaltava le sue forme. Si avvicino timidamente con in mano una foto e un pennarello e disse di chiamarsi Livia:”...posso chiederti un autografo...?” Era incredibilmente tenera... E questo eccitò Mya, che le chiese: “Dimmi Livia, cosa ci fai qui da sola a quest’ora? Non c’era nessun’amica che potesse tenerti compagnia mentre mi aspettavi? Potrebbe essere pericoloso rimanere qui da sola”
Buttò la sigaretta per terra e le si avvicinò “N-no...sono dovute andare via-disse tremando-però io sono voluta rimanere, non potevo perdere questa occasione...La tua performance è stata grandiosa stasera, una delle tue migliori...”
“Sei venuta a vedermi altre volte allora...che carina”. Mya si avvicinava sempre di più, le sorrise e le tolse dalle mani il pennarello e la foto, era una di quelle che avevano scattato nel locale vicino casa sua qualche mese prima e rappresentava lei sul palco mentre cantava rivolta verso l’obbiettivo. “E’ una delle foto più belle che mi abbiano mai scattato...”
“Sono pienamente d’accordo..-disse Livia –l’ho scelta per questo...”
Si accese la lampadina e Mya non ci pensò due volte, si avvicinò alla ragazza, le accarezzo una ciocca di capelli e poi la avvicinò per il mento, baciandola. Il bacio durò pochi istanti ma a Livia sembrò un’eternità. Quando Mya staccò le labbra dalle sue tolse il tappo dal pennarello e fece l’autografo sulla foto, mentre la ragazza la guardava con gli occhi lucidi, che adesso brillavano dorati sotto la luce della luna. La cantante le restituì la foto “Adesso va a casa, è tardi” e se ne andò, lasciando Livia ancora sconvolta. Svoltò l’angolo e montò in macchina. Sean buttò la sigaretta e una volta salito anche lui mi se in moto: “Non credo che tu ci abbia messo così tanto solo per scegliere le scarpe...”
“Le solite cose, Sean.”
 
 
 
 
Eeeeeecco la fine del primo capitolo *O* sono emozionata lo ammetto D: Se questa prima parte vi è piaciuta VI PREGO commentate, recensite, fatemelo sapere in qualche modo >_< altrimenti non credo continuerò a pubblicare e passerò ad un’altra storia...grazieee *A* ah...i testi delle canzoni sono mieimieimiei, non copiati, non rivisitati, li ho scritti io, quindi mi raccomando *ifyouknowwhatImean* Aspetto recensioni *D*
  
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