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Autore: maryfantastica_98    12/06/2012    4 recensioni
Rachele va in palestra per cercare la sua migliore amica, Daria, e la trova. Ma senza vita. Da quel giorno niente è più lo stesso: la sua vita, la sua famiglia, la sua mente. Una civetta bianca si insinua nei suoi sogni e nella sua vita. Quella civetta vuole dirle chi ha ucciso Daria? Oppure scoprirà l’assassino da sola capendo allo stesso tempo molte cose su se stessa e sul suo legame con Daria?
E’ la mia prima storia originale. Spero che vi piaccia quanto a me piace scriverla. ;D
Genere: Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il volo della civetta bianca

 

Scusate il ritardo spero di farmi perdonare con l’insolita lunghezza del capitolo. :P

A Ilaria...

Capitolo 5

I segreti di Daria

 

Gli occhi spalancati, i denti che tremavano, il suo corpo rigido come il marmo. Rachele non ci credeva... non voleva crederci. All’improvviso guardò il ragazzo dritto negli occhi. Li aveva già visti quei bellissimi occhi verdi. Lui era quello che era scappato dalla panchina appena l’aveva vista.

<< Tu la conoscevi. Tu conoscevi Daria Dominici >> esclamò Rachele con un tono accusatorio, mentre indietreggiava a piccoli passi da Alessandro.

<< Si la conoscevo >> disse lui neutro.

<< Come facevi a conoscerla? >>

<< Ci siamo conosciuti per caso qualche mese fa. >>

Gli occhi di lui stavano diventando più rossi ogni secondo che passava.

<< Perché stai piangendo? >> chiese Rachele con un tono più dolce.

<< Perché lei era tutta la mia vita. >>

<< Che cosa? >> gridò Rachele spalancando gli occhi per l’ennesima volta.

Il ragazzo si girò a guardare la finestra e Rachel e si avvicinò ancora di più a lui.

<< Come facevi a conoscere Daria? >> gridò ancora più forte Rachele.

<< Calmati... ora ti spiego >>

Alessandro cercava in tutti i modi di riunire i ricordi.. in modo che potesse spiegare al meglio quello che teoricamente fu solo un semplice incontro, ma che in pratica fu il momento in cui cambiò non solo la sua vita ma anche quella di Daria.

Il mercoledì tutte le classi della scuola escono regolarmente alle 12: 15, quel girono però Alessandro doveva fare un corso d’informatica e sarebbe uscito qualche ora più tardi. Finito il corso la professa andava sempre fuori al balcone della scuola per fumare una sigaretta, Alessandro non fumava, ma usciva comunque insieme alla prof. Per prendere un po’ d’aria prima che lo venissero a prendere i suoi genitori. All’improvviso gli sembrò di sentire un singhiozzo, guardò giù dal balcone e vide una ragazza sopra una bicicletta gialla, che si dirigeva probabilmente al cortile della scuola.

In alcuni momenti ci sono cose che per qualche inspiegabile ragione siamo destinati a fare. 

Alessandro, quel giorno, ebbe uno di quei momenti.

Si allontanò dalla professoressa e senza pensare nemmeno una volta scese le scale per andare nel cortile. Non la conosceva nemmeno quella ragazza, ma una parte di lui sapeva che doveva essere lì in quel preciso istante, e fu proprio quella parte di lui a spingerlo da lei. Però non arrivò al cortile, perché incontro la ragazza alle scale del terzo piano.

Il fatto è che la ragazza era in piedi sopra la ringhiera.

 Stava tentando di suicidarsi.

Il cuore di Alessandro perse un battito appena la vide.

<< Non lo fare >> disse lui con un coraggio che non sapeva di avere.

La ragazza girò un po’ la testa e poi tornò a guardare il vuoto davanti a sé.

<< Voglio farlo >> disse lei.

Alessandro le si avvicinò ancora di qualche passo. << Dai non fare sciocchezze. Perché mai dovresti farlo? >>

<< Ho le mie ragioni >> disse lei mettendo le mani nella tasca, da cui estrasse un foglio di carta <<  Eccone  una! >> urlò .

Alessandro la prese e ne lesse il contenuto.

<< E’ una lettera di rifiuto da parte della scuola Holden >> spiegò quella singhiozzando. << E’ una scuola dove ti insegnano a scrivere... >> continuò asciugandosi le lacrime.

<< Puoi sempre scegliere un’altra università >>

<< Non devo andare all’università! >> gridò girandosi << C’è un corso per ragazzi dai 14 ai 17 anni >> continuò con più calma . << E non mi hanno accetta... >>

Alessandro la guardò allibito.<< E vuoi ucciderti per una stronzata del genere? Ci sono tantissimi corsi di scrittura creativa in Italia! >> disse lui  mettendosi vicino alla ringhiera.

L a ragazza lo guardò per un secondo, e lui fece lo stesso.

Ci volle così poco per farli innamorare.  

Gli occhi di quella ragazza erano di un castano dorato decisamente bellissimo nonostante le lacrime, e appena incontrarono gli occhi di Alessandro i loro cuori si sciolsero. Lui fece molta fatica a trattenere un sorriso di fronte a quei bellissimi occhi.  Per un attimo entrambi si dimenticarono quello che stavano facendo.

Purtroppo quell’attimo durò poco.

La ragazza ricominciò a piangere guardando di nuovo il vuoto.

<< Non è solo questo... >>

<< Cos’è allora? >>

<< I miei genitori non mi ritengono normale! Il mio fidanzato non mi ama... e non mi ha mai amato secondo me... ho appena preso un brutto voto in latino che non riuscirò mai a recuperare, e poi... la mia migliore amica, anzi l’unica mia amica, non mi conosce... potrei essere morta e lei non se ne accorgerebbe neppure! >> La ragazza affondò il viso nelle maniche della felpa grigia che portava addosso.

<< Sarò io il tuo migliore amico! >> le gridò Alessandro senza pensarci una volta.

Lei  tolse le mani dalla faccia e si girò guardandolo stranita .<< Cosa? >>

<< Sarò il tuo migliore amico... il tuo fidanzato... tuo padre... te lo prometto! >> Alessandro le porse una mano sperando con tutto se stesso che lei l’avrebbe presa.

Questa lanciò un singhiozzo e poi allungò la mano esitando. << Me lo prometti? >> chiese lei guardandolo di nuovo negli occhi.

<< Sì. Te lo prometto >>

Alessandro le strinse la mano sorridendo e poi la prese in braccio come una principessa. Si guardarono negli occhi per un attimo e Daria gli buttò le braccia al collo,stingendolo in un dolce abbraccio. Singhiozzava ancora e Alessandro le diede istintivamente un bacio sulla guancia per calmarla.

<< Smettila di piangere >>disse con un leggero sorriso sulle labbra << Sei salva adesso. E’ tutto apposto >>

Daria annuì << Ora puoi anche lasciarmi scendere >>.

<< Oh. Sì... scusa >>esclamò lui con molto imbarazzo.

<< Ehm... grazie Alessandro >>disse Daria con un filo di voce

<< Alex. Gli amici mi chiamano Alex >>

<< Ah. Okay. Grazie Alex >> sussurrò Daria mentre si avvicinava alla sua bicicletta.

<< Aspetta ti accompagno >>

<< No...non ti preoccupare. Ho la bicicletta >> Daria indicò la bici gialla lasciata a terra.

<< Ti accompagno lo stesso. Ci  sono molte macchine che corrono a quest’ora. Non vorrei rischiare che cadessi nella tentazione >> disse Alex facendola ridere.

<< Okay, fai come vuoi. Ma la bici la porti tu. >>

***

<< Quindi la mia migliore amica stava cercando di suicidarsi >>

<< Esatto >>

<< E tu l’hai salvata in tempo >>

<< Esatto >>

<< E poi vi siete innamorati? >>

<< Bhe... sì >> rispose Alessandro a Rachele.

<< M-ma tu lo sapevi che era fidanzata >> disse Rachele guardandolo stranita. Non stava capendo proprio niente di tutta quella situazione.

<< Loro due non si amavano più >> Alex disse parole con una naturalezza che fece innervosire Rachele.

<< E allora perché Daria non lo lasciava? >>

<< Perché non poteva >> Alex alzò gli occhi al cielo << Massimo stava attraversando un brutto periodo a scuola e Daria non voleva stressarlo ulteriormente. Sai com’era fatta>> fece una pausa per cacciare indietro le lacrime <>

<< ...ferire nessuno >> completò Rachele

<< Già >>

Passarono due minuti avvolti in un silenzio triste e imbarazzante,ma poi Rachele non ce la fece più e iniziò a piangere.

<< La mia migliore amica aveva tentato di... suicidarsi. A-aveva un amante! E io non ne sapevo niente! >>

<< Shh... calmati. Ho una cosa per te >> disse Alex avvicinandosi al suo zaino.

<< Che cosa? >>

<< I-il diario di-di Daria >>disse balbettando mentre le porgeva un enorme diario con la copertina marrone chiaro. Sembrava proprio uno di quei vecchi taccuini che si usavano molto tempo fa per le proprie memorie.

<< Daria lo aggiornava ogni giorno. Ma può esserti d’aiuto >>

<< Come mai lo avevi tu? >>

<< Daria lo nascondeva sempre dietro quella finestra >> Alex la indicò.

Così a Rachele venne in mente la civetta.

<< Aspetta un attimo...poi perché la civetta si chiama Daria? >>

Alessandro si lasciò scappare un sorriso

<< Bhe quella è un’altra storia >>

***

Il giorno dopo al suo tentato suicidio Daria si presentò a casa di Alex. Alla porta aprì un signore dal viso appuntito,gli occhi di un verde brillante e le orecchie un po’ a sventola; indossava dei semplici jeans con i mocassini in tinta con la camicia viola chiaro.

<< Ehm...salve sono un’amica di Alessandro. E’ in casa? >> chiese Daria con un sorriso raggiante

Il signore la guardò un po’ stupito. Evidentemente credeva che fosse tutto uno scherzo << S-sì. Adesso te lo chiamo. Vuoi entrare? >> chiese

Daria ci pensò un attimo e realizzò che sarebbe stato davvero scortese rifiutare << Mmm...sì grazie >>

L’uomo la scortò alle scale principali della casa.

<< Ale! Vieni subito c’è una visita per te! >> gridò lui,poi si girò verso Daria << Comunque piacere io sono suo padre Aldo >> disse porgendole la mano destra,Daria la strinse << Piacere io sono Daria >>

Alex scese subito dopo con un’aria mol scocciata, ma si ricompose appena vide Daria vicino a suo padre.

<< Daria! Che ci fai qui? >>

La ragazza l’aveva proprio preso alla sprovvista con quella visita.

Daria stava per rispondere, ma Aldo la precedette.

<< Alex! Ma che modi sono?! >>

<< Scusa Daria. E che... non me l’aspettavo proprio che venissi a casa mia. A dire il vero non sapevo neanche che avessi il mio indirizzo >>

<< Mel’ha datola professoressa Melano,quella che gestisce il corso d’informatica >>

<< Vabbè  io vi lascio soli. Per qualsiasi cosa io sono nello studio >> si intromise Aldo. Appena se ne andò Alex chiese a Daria per quale motivo fosse venuta.

<< Devo parlarti >>

<< Ah allora vieni  ti accompagno in giardino. Vuoi toglierti la giacca? >> chiese il ragazzo indicando la sua giacca di pelle, lei rispose di no e si avviarono nel giardino sul retro.

Era un giardino davvero molto curato con tanti fiori colorati e un bellissimo cespuglio di rose bianche posizionato proprio al centro, ai lati di questo c’erano due sedie a dondolo, Alex si sedette e Daria fece lo stesso.

<< Quando mi hai accompagnato a casa non ci siamo detti praticamente niente >> cominciò la ragazza << E mi sembrava alquanto stupido chiederti questa cosa in quel momento >>

Alex la guardò fisso negli occhi,leggermente impaurito dalla “cosa” che lei stava per dire.

<< Tu non lo dirai ai miei genitori,vero? >>chiese Daria << O al mio fidanzato?O...ai professori? >>

Lui la guardò stupito. << No,non lo dirò a nessuno,ma...hai fatto tutta questa strada solo per chiedermi questo? >>

<< Bhe sì >> rispose lei con naturalezza.

Lui incrociò le braccia al petto.

<< Non ci credo >>

Daria si morse un labbro e poi continuò << Senti la situazione è questa: la mia migliore amica non mi sopporta e in classe poche persone sanno chi sono e ho un fidanzato che sinceramente odio e non mi ama... >>si spostò una ciocca di capelli dal viso << E inoltre ho appena scoperto di non saper scrivere... il che è una tragedia dato che è l’unica cosa che so fare >> fece una pausa per respirare e poi si corresse << Che credevo di saper fare >>

Alex si lasciò scappare di nuovo un sorriso anche se in quel momento non c’era nulla di divertente. E poi capì.<< Tu sei qui per chiedermi di mantenere la promessa,quella di diventare il tuo migliore amico >>

Daria chiuse gli occhi. << Lo so è squallido >>

Il ragazzo mise le mani  avanti. << No,non penso che sia sq... >> non riuscì a terminare la frase perché si ritrovò sul braccio un piccolo voltile.

Era la civetta. La civetta bianca.

Questa striò e Daria aprì gli occhi,impauritasi alzò anche dalla sedia.

<< Questa è una vera civetta o sto sognando? >>

Alex le accarezzò dolcemente un’ ala << E’ vera. Ma se ti fa paura la caccio via >>

La bocca spalancata di Daria divenne un ampio sorriso. << No-no-no. Io adoro i gufi e le civette. Posso toccarla? >>

Alex la guardò negli occhi << Certo che puoi >>

Daria si sedette e iniziò ad accarezzare la testa del volatile,poi il ragazzo le prese dolcemente la mano per farle accarezzare anche le ali.

<< Avete gli stessi occhi >> esclamò rompendo il silenzio che si era creato.

<< Non è vero >> disse Daria arrossendo un po’

<< Guarda:lei ha gli occhi dorati e tu di un castano dorato molto simile >>

<< Lei? Non ha un nome questa piccoletta? >> chiese Daria

<< Bhe no. So che è una femmina,ma non le ho dato ancora un nome >>Alex appoggiò la civetta al bracciolo della sua sedia << L’ho trovata con un’ala ferita qualche settimana fa. L’ho curata e poi l’ho aiutata a volare di nuovo,ma lei ritorna ancora qualche volta. Però non penso di tenerla >>

<< Perché? >>

<< Perché stavo pensando di darla a qualche zoo,o alla nostra scuola per metterla in giardino >>

Daria fece una smorfia << Quindi vuoi farla mettere in gabbia? >>

Alex si grattò la testa << Non è una buona idea,giusto? >>

Daria scosse il capo.

Il ragazzo immobilizzò la civetta bianca stringendola dolcemente con due mani e le diede un piccolo bacio sulla testa.<< Piccola Daria benvenuta in famiglia! >> esclamò con un ampio sorriso stampato in faccia.

<< Le hai dato veramente il mio nome? >> chiese Daria ridendo.

<< Sì. E’ un bellissimo nome,e poi questa piccoletta mi ricorda te >>Alex liberò la civetta dalla sua stretta che si posò sulle gambe di Daria desiderosa di altre coccole.

<< Dovrei comprarle qualcosa da mangiare. Ti và di accompagnarmi? >> chiese il riccio

Daria stava per rispondere,ma lui la interruppe << Oh no,scusa... è sabato,evidentemente hai degli impegni con il tuo ragazzo >>

Daria si lasciò scappare un sorriso << Non ho nessun impegno,e tu? Non devi uscire con la tua ragazza? >>

Alex prese la civetta << Non ho una ragazza >>

Daria si alzò dalla sedia e si mise le mani sui fianchi

<< Bene. Allora dove si và? >>

***

Si era creato un brutto silenzio tra Rachele e Alex appena lui finì di raccontare la storia. Il silenzio fu rotto dal rumore della campanella,che segnava l’inizio dell’intervallo.

Alex se ne stava andando senza dire una parola,ma Rachele lo fermò

<< Ho bisogno riparlarti ancora. Ci possiamo vedere domani sera? >>

Il ragazzo annuì  << Alle sei e mezza vicino alla statua del parco? >>

<< Okay >>

Rachele prese il diario e se ne andò in classe senza pensare a niente. Quando non capiva qualcosa faceva sempre degli schemi,era una specie di rituale che l’aiutava sempre,per questo appena entro in classe la prima cosa che fece fu prendere il suo Coolorbook verde. Poi iniziò a scrivere... e pensare:

Daria era fidanzata con Massimo.

Daria non amava Massimo

Daria non lasciava Massimo per non ferirlo

Daria amava Alessandro

Daria aveva tentato il suicidio

Daria non era stata ammessa alla scuola di scrittura.

Rachele rilesse i punti che aveva scritto e fece una smorfia... si rese conto che doveva ordinarli

1.     Daria era fidanzata con Massimo

2.     Daria non amava Massimo

3.     Daria non lasciava Massimo per non ferirlo

6.     Daria amava Alessandro

5.     Daria aveva tentato il suicidio

4.     Daria non era stata ammessa alla scuola di scrittura

 

 

Dopo aver messo i numeri sui punti era abbastanza soddisfatta, sentiva di aver capito la maggior parte degli avvenimenti,ma le mancava ancora qualcosa...

Allora mise un asterisco.

*6.Daria amava Alessandro

*Chi è Alessandro?

 

<< Che cosa stai scrivendo? >>chiese un ragazzo apparso improvvisamente davanti a lei

<< Niente >> rispose Rachele mentre alzava gli occhi.

Era Massimo

Rachele inarcò un sopracciglio << Che ci fai qui? >>

Massimo mise le mani in tasca.<< Niente...volevo solo vederti. Ti va di uscire stasera? >>

Avete presente cos’è la coscienza? E’ quella vocina che ti dice sempre se una cosa è sbagliata; solo che quella vocina è molto esile e non sempre riusciamo a sentirla. Oppure a volte la sentiamo pure,ma la ignoriamo decidendo di sbagliare.

In quel momento Rachele sapeva quello che la coscienza le stava dicendo: Rachele, non accettare. Tu lo sai che lui non esce mai il sabato sera,perché mai dovrebbe invitarti a uscire? Pensi che ti abbia invitato perché sua madre lo assilla dicendo che deve uscire un po’? Ti sbagli Rachele. Ti prego non accettare...

<< Va bene >> rispose Rachele.

Aveva deciso di sbagliare.

 

Angolo della civetta

Dire che questo capitolo è stato difficile da scrivere è un eufemismo!! XD

Sul serio si sono state moltissime cose che hanno ostacolato la pubblicazione di questo capitolo,lo so che non vi interessa sapere quali cose,ma io ve le dico lo stesso!

1.     La scoperta di una scrittrice bravissima su EFP. E’ una scrittrice di fan fiction su Glee,precisamente sulla coppia CrissColfer e ha scritto due storie da 30 capitoli l’una quindi ho letto prima le due storie e poi dopo ho iniziato a scrivere.( Sinceramente non so se scriverò molto dato che deve scrivere il trequel quest’estate XD)

2.     Il mese pieno di compiti e interrogazioni finali. (fortunatamente l’anno si è concluso senza debiti :D )

3.     Ultimo ma non meno importante: LA ROTTURA DELLA MIA TASTIERA! Mi si è rotta la barra spaziatrice  della tastiera!!!

 

Ragazzi buone vacanze anche se vi assicuro che le passerete con me perché credo di scrivere molto nei prossimi mesi: non credete a quello che ho detto prima... XD.

Fare una recensione non costa nulla...regalane una ad una povera depressa squilibrata!

P.S. Nel prossimo capitolo vi rivelerò come mi è venuta in mente la storia...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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