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Autore: martamatta    12/06/2012    1 recensioni
cari lettori vi ringrazio per spendere un po' del vostro tempo nel leggere questa storia. essa è ambientata subito dopo i fatti di resident evil 5 è una storia d'amore, di misteri d'azione e di segreti del passato e del presente che verranno svelati per dar luce ad un diverso futuro per il mondo. Forse è vero che una persona può cambiare grazie all'amore e affrontare l'oscurità che ha nel cuore.
di nuovo grazie e buona lettura a tutti. a e vi prego di esprimere le vostre opinioni scrivendo delle recensioni
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Chris era impallidito ed una rabbia  fredda e pericolosa lo invase.
Una voce femminile, proveniente da fuori, parlò dicendo –Ehi Chris è scortese entrare senza permesso! Comunque hai trovato Claire?-, Jill entrò e a sua volta, rimase immobile alla vista di Wesker e mormorò  –Chris…?- , lui rispose in tono freddo –lo so!-. Estrasse il coltello dalla cintura e si lanciò addosso a Wesker, buttandolo a terra e facendogli volare via gli occhiali da sole dal viso, mentre Claire urlava –NO CHRIS!-.
Chris era sopra di lui e gli puntava il coltello alla gola, lo fissava dritto negli occhi, mentre tutti i ricordi legati a Wesker e a quelle iridi rosse, gli passavano davanti. Poi Chris mormorò con rabbia –Perché non reagisci? Perché stavi baciando mia sorella? Vuoi portare Claire contro di me per farmi soffrire, come hai fatto con Jill? Vuoi condannare il mondo ancora?-, Wesker lo guardava indifferente ma pensava profondamente “Come biasimare la sua rabbia e la sua paura? Dopo la vita che mi sono lasciato alle spalle, ma che mi tormenta tutt’ora?!”, poi rispose freddamente al suo ex-compagno d’armi –Se reagissi ti fare del male! E se ti facessi del male poi tua sorella ne soffrirebbe e io non saprei perdonarmelo!-. 
Jill rimase a bocca aperta e pensò “questo non è il Wesker che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni! Sembra essere tornato il nostro freddo e saggio capitano della STARS!”. Claire intanto si era avvicinata al fratello, con l’intento di fermarlo e calmarlo, invece Chris a l’udire di quelle parole la sua rabbia era aumentata –Che cavolate dici! Tu hai ucciso i nostri compagni e hai organizzato l’attacco terroristico in Africa per ben due volte! E poi ci hai rubato tutti quei dati in Europa!-, alla fine Claire gli afferrò il polso, quello che reggeva il coltello, e cercava di tirare su il fratello –Lascialo andare! Lascia che ti spieghi la situazione!-. Chris sbottò di rabbia –Perché lo difendi?-, Claire rispose con determinazione e sicurezza –Perché lo amo! E mi ha salvato la vita in Africa durante l’attacco terroristico di cui parli!-. Un pauroso silenzio riempì la stanza, l’unico rumore percettibile era il russare di Leon; proveniente dal piano di sopra.
Chris si calmò ed insieme a Jill ascoltarono ciò che successe in Africa.
 
Alla fine del racconto Chris mormorò –Quindi sei sempre stato tu; quello che Claire ha soccorso nelle vicinanze del vulcano?-, Albert e Claire annuirono e Jill proseguì dicendo –E hai recuperato la memoria durante l’attacco terroristico, ma alla fine l’amore per Claire ti ha cambiato, tanto che dopo lo scontro con un mostro tentacolato, volevi suicidarti nel vulcano?-, Wesker annuì, poi Chris parlò –E adesso cerchi una “cura” in modo da salvare il mondo, e non per condannarlo? E oltretutto non ci sei tu dietro gli attacchi terroristici che Leon ha scoperto, e che la BSAA ha fermato? E allora chi c’è dietro la TRICELL? Credevamo che Excella fosse il capo di questa corporazione e che non ci fosse nessun’altro!-.
Albert stette un momento a pensare poi parlò –In effetti è quello che mi disse lei quando la conobbi, ma tuttavia sono un tipo che di rado si fida della parola data. Così feci delle ricerche e scoprì che in realtà Excella era solo una sottoposta di alto livello. Ho cercato dappertutto che fosse il vero leader della TRICELL, ma senza risultati. È un tipo che sa come tenere le cose segrete; e io con il mio piano in Africa, che in breve tempo si sarebbe attuato, non gli ho dato peso.
Poi durante l’attacco terroristico all’ospedale, capì subito che era tutta opera della TRICELL; siccome il mostro che ha attaccato l’ospedale era infettato con UROBOROS, un virus che ho creato io con l’aiuto di Excella. E quindi chi non altro se non lei aveva passato la formula del virus…-.
Cominciarono tutti a pensare profondamente e le stesse domande riecheggiavano nella mente dei quattro presenti “chi c’era dietro la TRICELL? E che intenzioni aveva?” . 
Claire ruppe quel silenzio dicendo –Leon mi ha detto che quando è andato in Sud America ha incontrato Krauser!-, Jill e Chris si guardarono confusi, invece Wesker era rimasto immobile a riflettere, poi parlò –Bisogna aspettarselo visto quello che si è iniettato!-. Jill disse confusa –Chi è questo Krauser?-, Albert rispose pensieroso –Jack Krauser è stato un mio sottoposto, uno dei miei agenti speciali, a mio avviso il migliore che abbia mai avuto. Ma prima di conoscere il mio nome, lui era un ottimo soldato, faceva parte del corpo speciale degli Stati Uniti d’America. Un giorno gli venne affidata una missione particolare con l’agente del governo Leon Scott Kennedy. La missione venne nominata Operazione Javier!- Chris riflette un momento, poi disse –Javier! Ne ho sentito parlare, è quello scienziato che prese a lavorare in Brasile con il virus T-Veronica. Cosa successe a Krauser?-, Albert rispose pensieroso –Lì ebbe modo di conoscere le potenzialità dei virus della Umbrella e di sentire il nome Albert Wesker da Leon! Per non destare sospetti, su ciò che aveva intenzione di fare, quello stesso anno, inscenò la sua morte e si mise in contato con me. Era un uomo che vedeva delle potenzialità nei virus e dopo aver sentito ciò che ero in grado di fare e ciò che avevo fatto a Racoon City e a Rockfort Island mi prese come punto di riferimento; mi considerava un icona dell’evoluzione umana, un esemplare che doveva essere preso a modello. Lavorò allungo per me, morì in Spagna dopo uno scontro con il suo vecchio partner Leon. Il suo ritorno è di sicuro opera della TRICELL-, durante il racconto Jill e Chris annuivano interessati.
Ma poi alla fine Claire disse –Adesso credo che basti, siccome è tardi! E poi non è neanche giusto affrontare questo argomento senza Leon! Quel dormiglione si sente fino a qui!-. Albert si alzò in piedi –Venite c’è posto per tutti qui, questa casa è molto grande-, Jill e Chris seguirono Claire ed Albert al piano di sopra. 
Durante il tragitto Albert disse –Dovete dividere le stanze, essendo arrivato da poco qui non ho avuto il tempo di sistemare le altre camere! E poi mi ero preparato nell’ospitare solo due persone-.
Arrivarono alla stanza di Leon e Wesker mormorò –I maschi con i maschi! Quindi Chris credo che dormirai insieme a Leon; invece Claire e Jill divideranno quella stanza-  ed indicò la terza porta sulla sinistra del corridoio in cui si trovavano, -Se avete bisogno del bagno è quest’altra porta qui affianco-.
Chris annuì ed aprì incerto la porta; si ritrovò davanti Leon profondamente addormentato ed avvolto in calde e pesanti coperte. Chris entrò nella stanza, fece un passo, poi si fermò e disse con odio nella voce –Io non mi fiderò mai di te “capitano”! L’unico motivo per cui non ti ho ucciso è perché mi voglio fidare di mia sorella! Ma ti avverto Wesker, un solo passo falso e giuro sulla mia stessa vita che ti ucciderò senza esitare!-, Chris si voltò con freddezza verso Claire –Come fai a dire di amarlo? Non pensi a Steve? Non pensi a quelli che sono morti per colpa sua? Le sue mani e la sua anima sono sporche di sangue innocente-, Chris si chiuse la porta alle spalle dicendo in tono freddo –Buonanotte!-.
Rimasero tutti e tre in silenzio a fissare la porta, poi Albert abbassò lo sguardo e strinse i pugni –E come dargli torto?- disse tristemente –Dopotutto quello che ho fatto!-, Jill lo guardava sbalordita, era sincero, e lei non sapeva proprio chi aveva di fronte ormai.
Alla fine Claire scosse la testa –Quello è passato! Adesso pensiamo al futuro, dormiamoci sopra!- . Wesker annuì e accompagnò le due ragazze alla loro stanza e disse –La mia camera è l’ultima stanza infondo al corridoio sulla destra. Buonanotte ragazze!-, Jill e Claire ricambiarono la buonanotte, ed Albert se ne andò nella sua stanza.
Claire chiuse la porta della loro camera e poi cominciò a prepararsi per la notte e Jill la imitò.
Stettero in silenzio per un po’, poi Jill parlò –Come ci sei riuscita?-, Claire si voltò verso di lei sorpresa dalla domanda, e rispose –A innamorarmi di lui? Io credo che perdendo la memoria lui abbia ritrovato la sua umanità, dimenticando di averla cancellata! Adesso tu lo vedrai come l’ho visto io all’ospedale in Africa, in quei giorni; era gentile e disponibile, rideva e io stavo bene con lui! Poi c’è stato l’attacco terroristico, gli tornò la memoria e le ustioni guarirono…avevo paura dopo aver visto chi era veramente l’uomo di cui mi ero innamorata, ma poi lui mi salvò la vita e mi confessò il suo amore e nei suoi occhi…azzurri o rossi che siano…non vidi un mostro, ma ben si un uomo! Un uomo pentito, pronto ad aiutare il mondo con tutte le sue forze, ed un uomo disposto a proteggere chi ama fino alla morte!-.
Jill rimase incantata da quelle parole e disse –Io, al contrario di Chris, voglio fidarmi di lui! Poiché nelle parole che ho sentito pronunciargli, ho rivisto il mio capitano della STRARS! Dopo Villa Spencer sono stata nelle sue mani per mesi e mesi…ha fatto di me una sua versione femminile, e in tutto quel tempo il mio odio nei suoi confronti si è fatto più grande! Quando Chris mi liberò, mi ritinsi subito i capelli, nella speranza di eliminare il suo possesso su di me; sapendo che era morto volevo cancellare ogni sua traccia! Il mio odio per lui si è rimpicciolito adesso, però come ha detto Chris la sua anima è sporca di sangue innocente! Ma, forse sono pazza o è il mio istinto che da i numeri, voglio fidarmi di lui! Voglio credere nel vostro amore!-.
Claire andò da lei e l’abbracciò forte –Grazie per il tuo sostegno!-, Jill sorrise e disse in tono stanco –Adesso, però, dormiamo un po’!-.   
 
Quando Claire si risvegliò erano circa le sei del mattino, aveva dormito agitata, forse per paura di ciò che Chris ed Albert avrebbero potuto faretra di loro. Oppure per il fatto che il ricordo di Steve era tornato a tormentarla; come poteva Claire dimenticarlo? Gli mancava molto, ma il dolore di Claire verso Steve era scomparso del tutto solo quando lei si era innamorata di Albert.
Lentamente si guardò intorno e vide Jill che dormiva profondamente, immersa da delle calde coperte.
Facendo attenzione a non svegliare l’amica, Claire scese dal letto ed uscì dalla camera silenziosamente. Chiuse delicatamente la porta alle sue spalle, poi si diresse verso la camera di Albert; aprì delicatamente la porta e sbirciò attraverso quel piccolo spiraglio che aveva creato. Una grande letto matrimoniale era situato al centro della stanza, vide Albert girato su un fianco che gli dava le spalle, avvolto da solo un semplice lenzuolo. Claire entrò silenziosamente e si avvicinò al letto con passi calmi e furtivi.
-Non è presto per te, Claire?- disse Albert girandosi verso di lei. Claire sorrise imbarazzata poi si infilò nel letto dicendo –Volevo vedere come era la tua stanza…e se stavi bene…- , appoggiò la testa al suo petto ed Albert ricambiò il gesto stringendola a sé con il braccio. Claire chiuse gli occhi per ascoltare la melodia del suo cuore.
Invece lui la guardava con affetto e rifletteva profondamente “Quanto sei bella Claire! Io non so cosa mi stia prendendo! Fino a pochi mesi fa ho portato avanti un progetto per trasformare il mondo e questa logica perversa non mi abbandona! Il mio cuore si è risvegliato con il tuo amore ed ha liberato la mia luce. Tuttavia la mia oscurità sta pianificando di afferrarmi di nuovo, infatti l’idea di essere un Dio non mi lascia in pace. Insieme al folle desiderio omicida e di odio nei confronti di Chris. Ammetto che ho pensato di disubbidire alla parola data riguardo la cura! Ma poi basta il ricordo del tuo sorriso per salvarmi di nuovo dall’oblio della mia oscurità!”.
-Non hai freddo con solo questo lenzuolo?- domandò Claire, interrompo i suoi pensieri, Albert rispose –A dire la verità per il mio corpo è più che sufficiente-. Claire lo guardò attentamente negli occhi, erano diventati di nuovo azzurri, e disse –Merito del virus immagino…i tuoi occhi cambiano…-, Albert annuì e disse –Dipende dal mio umore, normalmente sono gialli, ma quando mi arrabbio o sono stressato diventano rossi. Invece quando sono felice e sto bene diventano del mio colore naturale, cioè azzurri-.  
 
 
Albert guardò l’orologio, quello che aveva vicino al comodino, e disse –Credo che per me sia il momento di alzarmi! Accendo i riscaldamenti poi vado in laboratorio. Tu dormi un altro po’, poi vai in cucina e mangia ciò che vuoi-. 
Detto questo si alzò, Claire notò che indossava solo la biancheria intima. Si diresse verso l’armadio, che si trovava di fronte al letto sulla destra.
Mentre apriva le ante dell’armadio, Albert disse –Appena si sono svegliati tutti e avete fatto colazione, raggiungetemi in laboratorio. Si trova a qualche metro dalla casa, l’entrata è nascosta a delle grandi rocce ammassate, nei pressi del limitare della foresta-, Claire annuì poi lo osservò attentamente, si stava togliendo la canottiera nera. I suoi muscoli erano ben mantenuti e sembravano forti e rigorosi. Ma il suo sguardo si fermò su una lunga e appena visibile cicatrice, intagliata dagli addominale fino allo sterno.
Claire la guardò attentamente, pensando a cosa fosse stato a scatenare quella cicatrice, ed Albert segui il suo sguardo. E capendo i suoi pensieri disse –Jill e Chris sanno bene cosa è stato ad attraversarmi da parte a parte! Non dimenticherò mai le fredde dita della morte che mi hanno avvolto, fu quando il Tyrant 002 mi trafisse nella Villa sui monti Arklay!-.
Claire lo guardò sorpresa, in effetti Chris gli aveva detto ciò che successe in quel posto nei minimi particolari, soprattutto dopo che incontrarono Wesker a Rockfort Island e in Antartide.
Poi Albert si voltò, ed un'altra cosa attirò lo sguardo di Claire, un grande tatuaggio era disegnato sul tratto lombare della sua schiena, in basso a sinistra. Sembrava proprio il marchio della Umbrella, solo completamente nero. 
Claire si irrigidì e disse tesa –E quello…?-, Albert si girò sorpreso verso di lei e con la mano sinistra andò a toccare il tatuaggio. Rispose –Questo ce lo sempre avuto, da quando ne ho memoria, nessuno mi ha mai detto perché me lo fecero. Ma poi ho capito, è il loro marchio di fabbrica! Hai loro occhi io sono solo un prodotto di ottima qualità di appartenenza alla Umbrella! Ma io non sono un oggetto o una cavia o una animale raro da collezionare! Non appartengo a nessuno, se non a me stesso!-.
A quel punto Albert indossò dei semplici pantaloni e si mise una maglietta a maniche lunghe grigiastra; infine si infilò i soliti anfibi neri e inforcò gli occhiali da sole.
Stava attraversando la stanza quando disse –Dormi un altro po’ Cuore!-, era alla porta quando Claire gli chiese –Albert…devo sapere! Che ne è stato del corpo di Steve?- lui si bloccò e si voltò verso di lei, nonostante le lenti scure si poteva percepire lo sguardo frustato e sorpreso.
-Ti prego dimmelo!- ripeté Claire, lui, stringendo i pugni, rispose –Io ho estratto il virus T-Veronica dal suo corpo e l’ho venduto al migliore offerente per miliardi di dollari o euro. Riguardo al corpo di Steve…l’ho distrutto per impedire che qualcuno si appropriasse del suo DNA! Mi dispiace Claire!-, ed un bagliore rosso divampò dagli occhi di Albert illuminando la stanza.
Claire si domandava se la sua rabbia era dovuta dalla domanda posta, oppure dal senso di colpa delle sue azioni. Alla fine Albert se ne andò dicendo freddamente –Ci vediamo dopo…-.
Claire si sdraiò sul letto matrimoniale ed ascoltò i passi di Albert riecheggiare per la casa fino a spegnersi, poi chiuse gli occhi e cominciò ad annusare il suo odore impresso nel letto e alla fine si riaddormentò.  
 
Quando Claire riaprì gli occhi erano circa le 9 del mattino. Si guardò intorno confusa, cercando di riassemblare nella sua mente le ultime azioni fatte prima che si fosse riaddormentata.
Lentamente si alzò ed uscì dalla stanza sbadigliando, si era fatta un bel sonno e adesso il suo stomaco gorgogliava in cerca di nutrimento.
Quando entrò nel corridoio trovò Jill che stava uscendo dalla stanza; anche lei sbadigliava. –Buongiorno!- mormorò piano Claire, per non disturbare Chris e Leon che stavano ancora dormendo nella loro camera, Jill le sorrise e rispose –Buongiorno anche a te!-. Alla fine entrambe se ne andarono in cucina, al piano di sotto, silenziosamente per non svegliare i due ragazzi.
La cucina era molto grande e una parte del muro era fatta tutta di vetro e si affacciava ad uno splendido porticato.
Entrambe si misero a rovistare tra gli scaffali in cerca di caffè e delle tazze.
-…e poi se ne è andato in laboratorio- disse Claire, che stava raccontando all’amica i fatti successi la mattina presto. –Quel tatuaggio…ma i medici non se ne sono accorti quando l’hanno curato in Africa?- disse Jill pensierosa, Claire scosse la testa dicendo –La sua pelle era completamente ustionata ad alti livelli e quindi penso che quelle ustioni abbiano coperto il tatuaggio…il fatto più strano è che il tatuaggio non si è rovinato minimamente a contatto con la lava! Sembra parte della sua pelle! Oltretutto mi ha detto che ce l’ha sempre avuto…quindi è probabile che glielo abbiano fatto quando lui era molto piccolo. E ciò che mi spaventa è che quel tatuaggio è così splendente, durante gli anni non si è minimamente sbiadito…che può significare?-.
Jill stette un po’ a riflettere –Significa che la Umbrella lascia il suo marchio “splendente” dovunque! Presso dei dati segreti della Umbrella, io e Chris venimmo a sapere che Spencer aveva dato inizio ad un progetto molto speciale: consisteva nel tenere d’occhio decine e decine di bambini in tutto il mondo. Ma non bambini qualsiasi, ma dei bambini che avevano un DNA molto particolare. Questo progetto venne chiamato come lo scienziato che stava lavorando ad esso insieme a Spencer. Venne chiamato progetto Wesker ed ad ogni bambino venne affidato quel cognome.
Raggiunta una certa età a questi bambini, ormai adulti, venne iniettato una dose del virus Progenitor! Da quello che sappiamo è che tutti i “bambini” sono morti o scomparsi…tranne uno!-.
Uno spaventoso silenzio cadde, ma venne interrotto da un urlo proveniente dal piano di sopra. Claire impallidì –è la voce di Leon!- e le ragazze di corsa raggiunsero la camera dei loro compagni.
Quando aprirono la porta, trovarono Leon con gli occhi sbarrati che fissa Chris con stupore e una nota di spavento. In effetti Leon non si era accorto dei fatti accaduti la sera sul tardi, e quindi non sapeva dell’arrivo di Chris e Jill; Così quando aveva aperto gli occhi verso il letto di fronte, che la sera prima aveva visto vuoto, si era ritrovato Chris che lo guardava con occhi rossi, segnati dall’insonnia. E Leon si era spaventato per questo, tanto che urlò credendo di avere di fronte uno zombi, e Chris mormorò in tono irritato –Buongiorno anche a te Leon!-.
Claire e Jill guardarono l’espressione dei due compagni, capirono subito ciò che era successo, e le due ragazze si misero a ridere.
Alla fine tutti si vestirono e poi raggiunsero la cucina, poiché Leon e Chris non avevano fatto ancora colazione ed erano molto affamati.
Leon sedeva nel tavolo al centro della cucina, mentre sorseggiava del caffè, domandò a Claire –Allora…il nostro nuovo amico sta lavorando ad una cura, ma ti ha detto dove vuole iniziare?-, la ragazza rispose –Veramente no! Non abbiamo ancora avuto modo di parlarne…- Leon rimase un po’ perplesso da quella risposta e disse –Ma di che avete parlato ieri sera, dopo che me ne sono andato a letto?-. Claire abbassò lo sguardo pensando alla storia che Albert le aveva raccontato; quella era una cosa tra loro due e Claire non trovava la necessità e l’importanza per raccontarlo agli altri. Così scosse la testa dicendo –Quando sono venuti Chris e Jill abbiamo un po’ parlato della TRICELL e degli attacchi terroristici che la BSAA ha fermato, ma non abbiamo detto niente di che visto che tu non eri presente! E poi era anche molto tardi…-, Leon la guardò con sospetto, mentre sorseggiava il caffè,poi annuì anche se non molto convinto.
-Gli attacchi terroristici che hai scoperto in Sud America, la BSAA è riuscita a fermarli tutti?- disse pensieroso Chris, -Si!- rispose Leon –Appena ho raggiunto il Quartier Generale dopo la missione ho passato tutte le informazioni che ho raccolto, e la BSAA ha mobilitato delle squadre esperte per bloccare i terroristi. Tra le informazioni raccolte, erano anche contrassegnati i luoghi dove questi terroristi si erano rifugiati. Quindi è stato facile trovarli e fermarli!-, Chris fece cenno con la testa per far notare che aveva capito, poi Jill parlò –Leon, tu sei un agente del governo, come mai sei entrato nella BSAA?-, Leon sbuffò –Non è ovvio? Il governo vuole controllare ogni singola mossa dei bioterroristi. E quale altro modo se non mandare uno dei loro uomini più abili e fidati nell’organizzazioni privata anti-terroristica più determinata e forte del pianeta? Io ufficialmente sono un agente del governo, ma anche un soldato della BSAA!- detto questo Leon si alzò bruscamente ed andò a lavare la tazza, ormai vuota, nel lavandino. Poi disse –Avete tutti finito di fare colazione? Non per niente ma sono curioso  di vedere a cosa sta lavorando il nostro nuovo amico-, tutti volsero lo sguardo fuori, a guardare attraverso il muro di vetro, ed ognuno doveva ammettere a sé stesso che era curioso di scoprire se il caro Wesker stava mantenendo la parola data a Claire oppure se fosse ricaduto nel suo oscuro circolo vizioso. 
 
Così, seguendo le indicazioni di Albert, tutti e quattro si diressero al laboratorio.
Uscirono di casa con indosso delle pesanti giacche, camminando lentamente; avanzavano per la strada sprofondando nella neve.
Dopo diversi metri dalla casa raggiunsero la piccola montagnola di pietre, completamente coperta di neve; a prima vista non notarono nessuna entrata, ma poi videro che tra le pesanti rocce, si faceva largo un piccolo e stretto passaggio.
A fatica e lentamente lo attraversarono, per poi trovare delle scale coperte di ghiaccio che portavano nelle profondità della terra. Le scesero con molta attenzione a non scivolare, poi apparve davanti ai loro occhi una porta metallica chiusa. Vicino ad essa si trovava un citofono e una tastiera numerica.
Leon, che era il più vicino alla porta, spinse il pulsante del citofono. Dopo pochi secondi la porta scattò rimbombando per l’ambiente circostante.
Diffidenti e curiosi entrarono; davanti a loro si stagliò una stanza completamente bianca: larga a occhio, più o meno, tra i 50 e i 60 metri quadri. Davanti a loro, appoggiati al muro, si trovavano dei computer accessi, sembravano nuovi, ma anche molto usati. Vicino c’era una scrivania con vari fogli sparsi e un microscopio con vicino fiale e dei vetrini, vuoti e pieni, messi l’uno sull’altro in varie file senza un ordine preciso. Di fianco alla scrivania, attaccato al muro, si trovava una bacheca di legno, in cui erano inseriti con delle spille diversi fogli, e tra di essi una fotografia un po’ rovinata e vecchia. Dall’altra parte della stanza c’era una parete di vetro, che separava quel piccolo laboratorio da una specie di obitorio; c’erano delle celle frigorifere e un grande armadio metallico, chiuso.
 
Albert si trovava di fronte alla scrivania, teneva in mano una cartella, poi alzò lo sguardo e disse freddamente –Vi aspettavo più presto! Comunque benvenuti nella mia tana!-. I quattro ragazzi si guardarono intorno e Chris disse –Cosa hai in mente? Tramortirci e usarci per degli esperimenti? Io so come sei Wesker! Sono sicuro che stai macchinando qualcosa contro di noi ed il mondo!-. Tutti guardarono Chris con aria di rimprovero, eccetto Albert che abbassò lo sguardo e rispose –hai ragione! Tu sai come sono fatto, e l’oscurità dentro di me non vede l’ora di entrare in azione uccidendoti lentamente e dolorosamente, godendosi ogni singolo momento della tua sofferenza…-, tutti si irrigidirono e Chris posò la mano sulla pistola (che aveva attaccata alla cintura), ma Wesker proseguì -…solo che Claire ha risvegliato il mio cuore, che credevo congelato e sepolto da tempo! Ed esso sta cercando con tutte le sue forza di reprimere questi istinti di odio…-.
Nella stanza cadde un cupo e spaventoso silenzio, ma poi Jill lo ruppe dicendo –Allora! A che cosa stai lavorando?-, Albert scosse la testa e disse –Per prima cosa ho incominciato a raccogliere dei dati e dei campioni in alcuni dei laboratori della Umbrella; in modo da non ricominciare tutta la ricerca da capo, poiché per scoprire la cura bisogna analizzare attentamente ogni singola parte del virus…-, Leon interruppe il suo discorso dicendo –Ma se c’è già un vaccino a che può servire una cura?-, Wesker sbuffò e disse –Il vaccino che tutti voi conoscete funziona solo se il virus non è ancora entrato in funzione nel DNA o nel sangue. Io invece voglio creare una cura che ritrasformi le BOW in esseri umani. Voglio cancellare per sempre i virus che la Umbrella a seminato per il mondo!-. Leon lo guardò con stupore, e si ricordò cosa Claire gli aveva detto riguardo a Wesker parecchio tempo fa:
 
“Per mio fratello è stato un grande soldato, lui mi ha detto che una delle qualità migliori del suo capitano era il modo di parlare; Per ogni cosa sapeva spiegare bene tutto e quando parlava lo faceva sempre in modo autoritario e la sua voce era impossibile da non ascoltare, poiché risuonava sempre forte e audace!
 Io penso che Chris, nei confronti di Wesker, sia invaso più dalla tristezza che dall’odio. La tristezza e il rimorso di non essere riuscito a salvare il suo capitano dall’oscurità…”
 
Albert riprese a parlare in tono convinto e sicuro –Come dicevo; prima bisogna analizzare il virus in ogni parte per creare la cura. Quindi ho incominciato dal virus “portante”, cioè dal primo che la Umbrella ci ha messo le mani sopra e dal quale succedono tutti gli altri, il virus Progenitor! Ho cominciato immediatamente ad analizzarlo, ed è molto più complesso di quello che sembra; il punto è che per fare un analisi completa e precisa ci vorranno almeno altri 2 mesi, come minimo, invece per la cura dai 6 a i 9 mesi. Nonostante il mio intelletto sovraumano, da solo e con spazio ed attrezzature limitate i tempi vanno per le lunghe-.
Cominciarono tutti a grattarsi la testa per trovare una soluzione nell’accorciare i tempi, visti anche i movimenti della TRICELL. Poi a Jill venne un idea –Ci sono! E se entrassi a far parte della squadra degli scienziati di ricerca della BSAA? Avresti colleghi con cui consultarti, insieme a più spazio e ad attrezzature più avanzate-, tutti i presenti si stupirono, guardarono Jill con soddisfazione e sorpresa. 
Claire sorrise e disse –Non è una cattiva idea, e dato che Wesker è “morto” dovremmo darti una nuova identità, così sarà tutto più semplice!-, Jill annuì –E dato che io e Chris fra qualche giorno andremmo in un nuovo campo della BSAA, staremo vicini al capo e così potremmo parlare di te con lui e farti entrare facilmente nel team, tanto se siamo noi a raccomandarti ti accetterà immediatamente!-.
In fine Chris ruppe l’allegra conversazione dicendo –Ehi! Stiamo calmi! Vuoi davvero che entri nella BSAA? In modo  che così prenda tutte le informazioni dell’organizzazione? Per poi tradirci ancora?-, alla fine fu Leon a parlare contro Chris dicendo in tono di rimprovero –Readfield! Stai diventando paranoico! Tua sorella non è una stupida sa bene con chi ha a che fare! Io mi fido  di lei! Almeno dagli una possibilità!-.
Chris si irrigidì –D’accordo!- disse, poi si rivolse ad Albert –Almeno ci puoi dire cosa ci fa un obitorio qui dentro?-, Albert si voltò ad osservare le celle frigorifere e disse –Quando comincerò a lavorare alla cura mi serviranno delle cavie, quindi pensavo di  infiltrarmi nel cimitero della città e di prendere in prestito un morto; da cui gli inietterò una dose del virus, e secondo i miei calcoli il virus dovrebbe riportarlo in vita trasformandolo in un BOW. E da lì la userò per i miei esperimenti-, Chris lo guardò diffidente e poi disse –Sorvolando sulla profanazione della tomba di un morto, saresti in grado di gestire la cosa? Sai che cosa succederebbe se una di quelle cose andasse fuori!?-, Albert sbuffò - Readfield sai perché la Umbrella ha scelto questo posto per costruire un laboratorio? Perché questa è una delle zone più fredde della nazione, i virus si immobilizzano e regrediscono se esposti a basse temperature – disse Albert in tono di superiorità –E poi Chris credi davvero che permetterei ad una preziosa cavia di andarsene bello e tranquillo? Ed anche se si ribellasse e mi attaccasse…sai di che cosa sono capace….sai bene ormai che cosa sono!-, nella mente di Chris si mossero molti ricordi che gli fecero gelare il sangue nelle vene.
Wesker sorrise leggermente, poi proseguì –E se ti interessa sapere cosa c’è dell’armadio metallico, sono i virus che ho raccolto, più diversi campioni di sangue. Tenuti al fresco e al sicuro a basse temperature-.
 
Mentre Wesker parlava, Leon si era un momento allontanato dai suoi compagni,  senza che se ne accorgessero, si era diretto verso la bacheca. La cosa che lo incuriosiva di più era la fotografia appesa.
Essa raffigurava tre ragazzi tra i 20 e i 25 anni che sembravano ridere e scherzare:
uno di essi era Albert, collocato sulla sinistra della foto, Leon lo riconobbe subito per gli occhiali da sole e il colore biondo acceso dei capelli, stranamente spettinati; il ragazzo sulla destra ci mise un po’ a riconoscerlo, ero lo scienziato William Birkin, il padre di Sherry, in effetti Leon aveva saputo che Wesker e Birkin si erano frequentati, ma non pensava che fossero così amici; infine il ragazzo al centro Leon non lo aveva mai visto, aveva gli occhi verdi e i capelli castano scuro, con un po’ di barbetta sul viso.
Alla fine preso dalla curiosità Leon disse –Ehi Al! Posso chiederti una cosa?-, Albert si girò e solo in quel momento si accorse di Leon che era andato a curiosare sulla bacheca.
Poi Albert gli rispose –Certo, dimmi!-, Leon annuì e disse –Chi è il ragazzo che sta al centro della foto?-. Chris, Jill e Claire rimasero perplessi dalla domanda e incuriositi si avvicinarono alla foto, e dopo avergli dato una rapida occhiata guardarono Albert con aria interrogativa. Wesker abbassò lo sguardo  e stette per alcuni secondi  in silenzio, poi scosse la testa e disse con voce fredda, ma che nascondeva un cenno di tristezza –Quello è solo una parte del mio passato che cerco tutt’ora di dimenticare…-.                     
 
 
Nota dell’autrice:
OK non uccidetemi! Scusate per il ritardo è che ho avuto gli esami di terza superiore e sono dovuta stare a studiare. Ma alla fine gli incubi passano e per festeggiare l’inizio dell’estate e la fine della scuola (soprattutto degli esami), Ecco a voi il nuovissimo capitolo.
Vi chiedo scusa se possa risultare noioso, o meglio lungo ma questo capitolo lo centrato su le spiegazioni di varie cose, soprattutto su ciò che ha in mente di fare il nostro protagonista. Ci sono ancora molte domande però di cui la storia ancora non risponde, tipo come ha fatto Albert a sopravvivere al bagno di lava. Portate un po’ di pazienza, fra qualche capitolo avrete la risposta.
Diciamo che prima tratterò della storia del nostro nuovo personaggio, in cui vi posso solo dire che entrambi hanno un legame molto speciale tra di loro.
Poi c’è anche la storia del marchio (cioè tatuaggio), non preoccupatevi ci si arriva con calma anche a quello vi metto solo un po’ di condimento nel piatto della curiosità dicendo che chi ha fatto il marchio sulla schiena ad Albert èlo stesso uomo che è a capo della TRICELL.
Si vede nella mia storia come l’oscurità di Albert va e viene, amplificando questo conflitto interiore dentro di lui (che può fare l’amore).
Ci sarà da divertirsi, almeno per me che sono la regista, quindi fidatevi di me e continuate a seguirmi xD
Allora vi saluto e vi auguro un buon inizio estate. E un grande ringraziamento a chi segue questa storia insieme ad un super abbraccio a chi deciderà di scrivere una recensione!
 
Baci, martamatta   
PS: a si un ultima cosa il capitolo lo intitolato “Difficoltà” per intendere la difficoltà che sta avendo Albert nelle sue ricerche per la cura.  
  
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