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Autore: LadySherry    15/06/2012    0 recensioni
« Ci sono due cose che ho imparato da quando sono qui. La prima: mai fidarsi degli estranei. La seconda: mai fidarsi di Bill Kaulitz.»
(...)
«Ma tra il bivio del prendere o lasciare, avevo deciso di prendere.»
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19.
 
Non che non amassi tutte le attenzioni di Tom, ma è dall’era giurassica che si dice che quando un uomo è troppo gentile con una donna è perché nasconde qualcosa di importante, molto importante.
E a me i segreti non sono mai piaciuti. Primo, perché si finisce sempre col mentire in qualcosa e fa parte del codice morale di ognuno non mentire. Secondo, non ne vedo l’utilità. Via il dente via il dolore, no?
No, secondo Tom Kaulitz.
«Amore, domani vengono a cena mamma e Gordon, che ne dici?» mi urla dal salotto, dove è comodamente stravaccato sul divano a guardare il Jersey Show.
«Dico che potevi dirmelo con un pizzico di anticipo in più. Domani sono via tutto il giorno, non avrò il tempo di cucinare e lo sai!» borbotto.
«Amore, non ti preoccupare. Ci penso io» dice, affacciandosi alla porta della cucina.
«Sì, certo. Pizza e patatine» rido, alzando gli occhi al cielo.
«Non puoi chiedermi di più, mi spiace».
Da due giorni a questa parte, Tom non fa che iniziare ogni frase con “amore” o “cucciola” o “piccola”. Se fino a un anno fa non poteva vedermi, ora deve avermi scambiato per una Dea. Non che la cosa mi dispiaccia, anzi, ma ero abituata al suo essere rude e grezzo anche nelle situazioni, come dire, sdolcinate. Invece di dirmi “ti amo”, una volta preferiva dirmi “sei la prima cosa che viene dopo la musica, mio fratello, la mia famiglia e le chitarre”. Ero questo il massimo del suo romanticismo e io, da brava “fidanzata” ci avevo pure fatto l’abitudine.
Sento due braccia cingermi i fianchi da dietro e sobbalzo, per la sorpresa.
«Quanto ti manca?» chiede, senza staccare le labbra dall’incavo del mio collo.
«Abbastanza, perché?».
«Ho fame» dice.
Lo sento sorridere e tento, per quanto possibile, ti tirargli un piccolo schiaffo sulla testa. «Idiota».
«Tu ami questo idiota, fattene una ragione».
«Prenderò le tue parole alla lettera, ma poi non ti lamentare se deciderò di abbandonarti in mezzo alla strada perché diventi troppo sdolcinato!».
«Ti piacciono gli uomini aggressivi, ho capito!».
Mi gira fino a guardarlo negli occhi, poi inizia a farmi il solletico.
Mi divincolo e, dopo aver saggiamente abbandonato il cucchiaio sporco di sugo sul ripiano della cucina e non per terra, inizio a scappare.
Mi rincorre per tutta la casa finché le sue gambe chilometriche riescono a raggiungermi e le sue braccia, troppo forti perfino per me, non mi catturano imprigionandomi con la schiena al muro.
«Tutta la tua ginnastica sta facendo effetto, vedo» sussurra, col fiatone.
«Sono molto soddisfatta, in effetti».
Mi guarda negli occhi per un periodo tempo che mi pare interminabile. Come sempre, come ogni volta, finisco per contemplare i suoi occhi nemmeno fossi stata soggiogata. Non è che sono stupida – almeno lo spero – ma i suoi occhi sono veramente qualcosa di…illegale.
«Mi nascondi qualcosa» dico, prima di avvicinare le mie labbra alle sue.
Si stacca e sorride, con quel suo sorriso sghembo che lo fa tanto sembrare idiota, in effetti.
«No».
«Sì».
«No».
«Sì e sai perfettamente che è così!» sbuffo, incrociando le braccia al petto.
«D’accordo, ma non è niente di grave, amore. Davvero…!».
«Dimmelo!».
Abbasso lo sguardo e milioni di dubbi mi invadono la mente, mandandomi nel panico. Immagino le cose più assurde, più sconvolgenti, catastrofi in arrivo e vari cataclismi.
Poi, con un sussurro quasi impercettibile, dire: «A fine anno ci trasferiremo a Los Angeles».
 
 
Note: scusate il ritardo, ma tra vari impegni non ho avuto tempo! Buona lettura ;D
  
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