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Autore: guns_and_butter    19/06/2012    2 recensioni
Una meravigliosa raccolta di storie (per lo più non correlate) ispirate dagli aforismi di Oscar Wilde.
[Sirius Black. La sua Casata, i suoi amici, i suoi professori, il suo amore più grande.]
[One: I figli si affacciano alla vita amando i genitori. Dopo, li giudicano. Raramente, se poi davvero succede, li perdonano. Orion, Sirius.]
[Two: Uno dovrebbe assorbire i colori della vita, senza mai ricordarne i dettagli. I dettagli sono sempre volgari. James, Sirius, Lily.]
[Three: I veri amici ti pugnalano al petto. Sirius, James.]
[Four: Quando gli dei desiderano punirci, essi esaudiscono le nostre preghiere. Sirius, James.]
[Five: Il pubblico è meravigliosamente tollerante. Ti perdona tutto, tranne la genialità. Minerva, Sirius.]
[Six: Troppo spesso la vita vera è quella che non viviamo. James, Sirius.]
[Seven: La poca sincerità è pericolosa, ma molta sincerità è fatale. James, Sirius.]
[Eight: Se non ci metti troppo, ti aspetterò per tutta la vita. James, Sirius.]
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Famiglia Black, I Malandrini, James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: Missing Moments, Raccolta, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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 Titolo: Anything But Temptation, parte sesta.
Autore: [info]guns_and_butter
Traduttore: [info]ary_true
Fandom: Harry Potter
Personaggi/Pairing: Sirius Black, James Potter, Lily Potter, Harry Potter. James/Sirius, riferimenti a James/Lily.
Rating: PG13
Warnings: angst, what if
Link alla storia originale/Permesso per la traduzione: Versione originale qui, permesso dell'autrice qua. ♥
Disclaimer: Tutte bugie.
Introduzione: Troppo spesso la vita vera è quella che non viviamo.





I.

 

 

 

Sirius arriverà da un momento all'altro.

 

I rapporti tra loro tre sono ancora tesi— ma, lentamente, le cose stanno iniziando a cambiare. Dopo tutto, è un periodo di morti improvvise e di affetti mancanti. Di questi tempi, non c'è spazio per il risentimento.

 

Sì, Sirius arriverà presto. Giocherà un po' con suo figlioccio; il bambino è pazzo di lui, proprio come tutti. Poi Lily porterà Harry a letto, e loro tre si siederanno a chiacchierare.

 

Sirius aggiornerà James e Lily su quanto accade nel mondo al di fuori delle loro mura domestiche. Gli darà informazioni sulla guerra, e condividerà con loro le nuove notizie dell'Ordine. Forse, se il suo umore sarà particolarmente buono, gli racconterà qualche pettegolezzo su Remus e Peter e gli altri vecchi compagni di scuola.

 

Lily farà il tè. Sirius sorriderà e accetterà la tazza che lei gli offre, poi la poggerà sul tavolo e la lascerà lì, intatta.

 

Sirius gli lancerà delle occhiate

 

(veloci ferite rassegnate)

 

durante il pomeriggio, e James le ignorerà. Lily lo prenderà per mano, e stringerà le sue dita con troppa forza.

 

Ci sarà una pausa lunga, strana, alla fine della serata

 

("Sai che non potrà mai essere come quello che abbiamo noi. È questo che vuoi?")

 

fino a quando, alla fine, Sirius si alzerà in piedi, tossendo leggermente e sostenendo di essere stanco morto.

 

È sempre la stessa storia, ogni volta.

 

Solo che, questa volta, Sirius non viene.

 

*

 

James resta in piedi per la maggior parte della notte, e ignora le suppliche di Lily affinché vada a dormire.

 

Fissa il fuoco, osserva le fiamme farsi sempre meno intense. Pensa che probabilmente dovrebbe aggiungere un ramo o due.

 

Remus gli ha insegnato come fare un vero fuoco, una volta. Era inverno; erano sgattaiolati fuori, nel tentativo di passare la notte nella Foresta Proibita. James ricorda che, in quel momento, gli era sembrata un'idea brillante. C'era anche un freddo fottuto, però. Remus li aveva istruiti per una buona mezz'ora sui ramoscelli e la legna asciutta e il dover formare "una specie di piramide", fino a quando Sirius non aveva buttato da una parte i propri bastoncini umidi e dichiarato che non si sarebbe ghiacciato il culo per una stupida tradizione Babbana. Avevano acceso il fuoco abbastanza in fretta, dopo. Tutti e quattro si erano stretti attorno al calore, spalla contro spalla, e James aveva stretto le mani congelate di Sirius nelle sue, finché queste non si erano scaldate un minimo.

 

Dov'è Sirius?

 

Magari è solo un gioco di potere. Magari Sirius sta cercando di dimostrargli che è ancora lui, in qualche modo, ad avere il controllo della situazione. Magari sta solo essendo geloso

 

("Non sono una cazzo di troia di seconda scelta che puoi scoparti quando non hai niente di meglio da fare, James!")

 

e infantile, nel tentativo di dimostrare che è lui ad aver ragione.

 

Ma, no. Sirius potrà essere una testa calda, ma non sarebbe mai così sconsiderato. Non in questi giorni bui.

 

Qualche tempo dopo, le braci si raffreddano nel camino. James non se ne accorge.

 

*

 

Lily lo trova così, la mattina: esausto e consumato dall'ansia. Lo costringe ad alzarsi dalla sedia e lo trascina in cucina, spingendolo ad accomodarsi al tavolo e dicendogli che non gli consentirà di lasciare la stanza se prima non avrà mangiato qualcosa.

 

Mentre prepara la colazione canticchia tra sé, rivolgendosi occasionalmente anche a Harry, che gorgoglia felicemente in risposta. James osserva la sua schiena, le onde rosse e libere dei suoi capelli che gli scivolano di fronte.

 

"Sta bene, James," dice, versando l'acqua nella teiera. "Probabilmente sarà nel letto di qualche ragazza, a smaltire il peggior dopo sbornia che abbia mai avuto. Lo sai, lo conosci." Lei gli sorride da sopra la spalla. I suoi occhi sono scuri e colmi di paura.

 

*

 

Pads,

 

dove cazzo sei?

 

Prongs

 

*

 

Le sue mani sono lodevolmente ferme mentre lega la pergamena al suo gufo. Apre la finestra, accogliendo la brezza di Novembre, e guarda l'uccello volare in direzione dell'appartamento di Sirius.

 

Ritorna solo ore dopo, e il messaggio è ancora stretto attorno alla sua zampa.

 

*

 

La risposta di Silente arriva nel giro di qualche ora.

 

Vieni immediatamente a Hogwarts. Usa la Metropolvere e passa per il mio ufficio. Ti aspetterò qui.

 

*

 

Silente sembra terribilmente, terribilmente stanco.

 

"Mi dispiace, James."

 

*

 

Il mondo si annulla. Pensieri attraversano la sua mente, pungenti nel mezzo della confusione.

 

Pensa, Ma io lo amo.

 

Pensa, Spero che sia morto.

 

Pensa, Sirius.

 

Questo è tutto quello che riesce a mettere insieme, prima che qualcosa all'altezza dello stomaco si strappi, e il mondo finisca.

 

 

 

II.

 

 

 

James non riesce ad alzarsi dal letto, oggi.

 

("Prongs. Oi, Prongs, lo so che sei sveglio, razza di stronzo. Ora alzati e preparami la colazione.")

 

(Lily li chiama i suoi Giorni Stanchi, per il bene di Harry. "Papà sta avendo uno dei suoi Giorni Stanchi, tesoro," dice, guidando loro figlio nel corridoio. "Dovremmo lasciare che riposi."

 

Se lei volesse essere particolarmente precisa, li chiamerebbe i suoi Giorni Stanchi e Luttuosi e Singhiozzanti e Strazianti e Pieni di Sensi di Colpa. Ma è probabile che Harry ancora non sia esattamente pronto per quel genere di informazione.)

 

Non pensa alla sua famiglia— non alla sua paziente, dolcissima moglie, o al suo brillante, giovane figlio. Non pensa ai suoi amici— a Remus, che si consuma di fronte all'incalzante luna piena. Non pensa all'Ordine, o ai suoi genitori morti, o a se stesso.

 

Sono passati cinque anni da quando Sirius è sparito, e oggi James non riesce a vivere con questa consapevolezza.

 

Remus non gli dirà mai

 

(non ci riesce)

 

cos'ha trovato quella notte.

 

(Dice solo che aveva intenzione di passare da Sirius per controllare come stesse, dal momento che quello si era lagnato, dicendo che era annoiato e solo. James si pone delle domande. Sa che Sirius non si fidava di Remus, e sa che non gli ha mai detto il suo nuovo indirizzo. Sa, ma non chiede, e si pone delle domande.)

 

La maggior parte delle persone dirà che Sirius ha lottato.

 

Remus non parlerà mai delle macerie e del devasto che deve aver trovato— i muri graffiati da venature di sangue, i vetri spaccati, il legno scheggiato.

 

James l'ha vista tante volte, la devastazione che i Mangiamorte si lasciano alle spalle

 

(l'aria appesantita dal potere che ancora permane e dalla ferocia disperata)

 

e ha degli incubi su quello che Remus non dice.

 

Ci sono giorni in cui si pente di non aver mai visto l'appartamento di persona— ma per la maggior parte del tempo, è grato di non averlo visto, e se ne vergogna. Sirius è morto

 

(per favore, per favore)

 

e il minimo che si merita è che James impazzisca dal dolore per la sua perdita.

 

Quello di cui si pente davvero è di non aver avuto l'occasione di uccidere Peter. Peter, il fottuto topo traditore, che ha scoperto che Sirius era il Custode Segreto e non ha esitato un secondo prima di dirlo a Voldemort.

 

(A James viene la nausea solo a pensarci— per così tanto tempo, loro non hanno sospettato niente. Per anni, l'assassino ha imprecato e pianto e sofferto con loro. I Malandrini avevano vissuto il lutto insieme, per tre anni, prima che la verità venisse a galla.)

 

Alla fine, è stato Snape a rivelare come Peter fosse il traditore. Snape, senza dubbio fresco di visita a Voldemort, con il sangue di persone innocenti ancora fresco tra le dita— è stato colui che ha detto a Silente cosa Peter avesse fatto, il prezzo che aveva pagato per il favore di Voldemort.

 

Sono due anni ormai che Snape è diventato la spia dell'Ordine, e James ancora si fida di lui giusto quel tanto che gli impedisce di lanciargli addosso una maledizione. L'uomo aveva ragione su Peter. Non può che pregare affinché sia ugualmente onesto in merito anche ad altri argomenti.

 

("È morto. È passato molto tempo. Noi— loro lo hanno distrutto, ma non sono riusciti a farlo parlare. Il Signore Oscuro alla fine si è stancato di lui. Era inutile cercare di cavargli fuori delle informazioni, a quel punto. Alla fine, non diceva più una parola sensata.")

 

Snape. Peter. Sirius.

 

James resta sdraiato, fermo, e cerca disperatamente di non pensare. Una vita normale sembra una meta impossibile da raggiungere, distante e impensabile.

È scosso dalla sola idea di uscire dal letto, di vestirsi

(tendersi invitante di denim su pelle soda, jeans consunti pericolosamente bassi su fianchi stretti)

 

e di scendere al piano di sotto, per sorridere alla sua amorevole famiglia in attesa.

 

Li ama, Lily e Harry— fieramente e senza riserve. Lily è tutto ciò che ha sempre sognato in una moglie, e anche più; e loro figlio è la luce dei suoi occhi.

 

Ma non ha bisogno di domandarsi se lo scambio sia stato equo o meno— il suo migliore amico

 

("Non c'è nessuno che regga il tuo confronto…")

 

per la sua famiglia. Conosce già la risposta.

 

James non riesce ad alzarsi dal letto, oggi.

 

 

 

III.

 

 

 

È solo un cane.

 

James se lo ripete di continuo, è solo un cane è solo un cane è solo un cane no no no, ma non riesce a smettere di fissare il corpo ricurvo, disteso sul marciapiedi.

 

È solo un cane, sporco e scheletrico— un profilo nero e ossuto contro le mattonelle. Da questa distanza, non riesce neanche a capire se respiri ancora. Probabilmente è morto. Merlino solo sa da dove sia sbucato, o come sia finito là.

 

("Mi dispiace. Cazzo. Sono un casino. Non volevo— cazzo, mi dispiace, mi dispiace. Vuoi che vada via?")

 

È solo un cane— ma se invece non fosse così? Se invece fosse vivo? Se invece avesse bisogno di aiuto? Se invece fosse— ma, no. Non lo è.

 

Ma se invece lo fosse?

 

Qualcosa di potente gli squassa il petto, implacabile e angoscioso e pieno di speranza, e si appoggia al vano della porta, cercando di respirare.

 

("Signora Potter— Proprio il viso che speravo di vedere! Splendida come sempre, ovviamente. Sì, verrei dentro molto volentieri, grazie. James è terribile nel fare gli onori di casa, sa, ma è suo figlio, quindi presumo ci sia ancora speranza, per lui.")

 

E poi c'è una mano sulla sua spalla, e una voce. Harry. "Papà? È tutto a posto?" Il ragazzo sembra preoccupato.

 

È tutto a posto, Harry, cerca di dire, ma ha la gola secca. Avanti, torniamo dentro casa.

 

È solo un cane, prova a dirlo, ma non gli vengono le parole.

 

"Papà? Hai bisogno che ti chiami la mamma?"

 

Scuote la testa. No. Non Lily. Non ora.

 

Perché esita? Sta aspettando qualcosa— che il cane si muova, che si sollevi, che cambi

 

(pelo nero e arruffato che si scioglie in una carne bianca come ossa, lunghi arti fragili, profilo aguzzo di un osso coperto di pelle trasparente)

 

o che sparisca. Ma il cane è solo un cane, probabilmente pure morto. Tutta l'attesa del mondo non cambierà questo fatto.

 

E se invece lo facesse?

 

Che ne sarebbe della sua famiglia? Che ne sarebbe della sua vita? Non è questo il caso, ma se lo fosse— cosa ne sarebbe di tutto, a quel punto?

Cambierebbe ogni cosa. Potrebbe rinunciare a tutto— e per cosa?

 

(scheletro rotto di un amante perso da tempo)

 

(torturato fantasma di un uomo rovinato)

 

(eco vuoto di una vita abbandonata da troppo)

 

Certamente non è disposto a pagare quel prezzo.

 

"Papà?"

 

Certamente.

 

Il cane trema, all'improvviso— uno scuotersi del pelo scuro, a malapena visibile da questa distanza. Il minimo movimento della testa arruffata, un tonfo pesante contro il marciapiedi. Un suono leggero, quasi inudibile, a metà strada tra un guaito e un piagnucolio.

 

La voce di Harry che lo richiama è più forte, ora, ma James non la sente. Sta già correndo.






Note della traduttrice: ASDFGHJKL, scusate tutti se non ho postato per mesi. Diciamo che ho avuto altre cose (meno piacevoli) per la testa.

Sarò brevissima: questa storia è il motivo essenziale che mi ha spinto a tradurre l'intera raccolta. La considero la mia preferita, e, a mani basse, anche la più ragionata e intensa tra tutte. Voglio dire, è incredibile quanto sia capace di trasmettere in così pochi momenti, no? Mi viene da piangere ogni volta, e non so bene neanche commentarla, perché è sinceramente troppo. James è splendido, splendido di uno splendore che è tutto imperfezioni e vulnerabilità e dolore, ed è così tremendamente umano che non si può far altro che soffrire con lui per la sua angoscia e i suoi giorni stanchi e tutto, e infine quella sua corsa finale può essere tranquillamente annoverata tra una delle cose più belle che mi sia mai capitato di leggere, in assoluto. Una conclusione tanto bella da spezzarti il cuore ;_; *sclera intimamente e piange nuovamente tutte le sue lacrime*
Spero che voi possiate apprezzarla quanto la apprezzo io.
Un abbraccio,
Ary.

  
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