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Autore: Nonoko    20/06/2012    0 recensioni
Isabella, Dust, Ross, Manuel, Reginaldo, Diego e Beat sono pronti a tornare a sfidare la mitica Cruely 69 sui campetti dell'isola.
Quanto si è disposti a scendere in basso, per vincere una battaglia in cui si crede?
Quanti limiti si possono abbattere, quanti patti con il diavolo si possono fare per una semplice partitella di calcio?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sole che batte sui palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere  che tira vento,
e poi magari piove
Nino cammina che sembra un uomo
Con le scarpette di gomma dura
Ma ha dodici anni e il cuore pieno di paura…"

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Introduzione sopra il mare.
 
Isabella è una lettrice accanita.

Nel senso che si accanisce contro i libri , li stropiccia, tortura le pagine,  finisce di leggerli in un tempo massimo di tre giorni, e da loro l’aspetto di libri reduci dalla seconda guerra mondiale.

 Isabella è una lettrice accanita che ascolta Elvis e beve acqua brillante.

È il perfetto miscuglio di follia e sensibilità che la porta per definizione ad essere Isabella.
Sì , se mi dessero la vasta scelta di un miliardo e mezzo di aggettivi per descriverla, sceglierei sicuramente “ folle”.
Non è certo una persona con cui si può intraprendere conversazioni normali, sicuramente non la vedrai mai ad esporre concetti umanamente consistenti, fa scelte di vita assolutamente discutibili e si veste di magliette lunghe con fantasie atroci ( fiori, righe) e scarpe rubate a sua madre nei suoi tempi d’oro.
Il vento sulla barca le scompiglia i capelli ,mentre appoggiata al misero bordo della barchetta fissa il mare con folle attenzione.

  • Non posso fare a meno di chiedermi se quello non sia un asticello-  sospira fissando il mare, dove un’alga danza sotto il pelo dell’acqua.
La fisso e so che in questo momento è più ad Hogwarts che qua, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine.
  • Se lo dici tu- le rispondo io , tornando alla mia vela.
So che quello è solo un   misero bastoncino e glielo direi volentieri, ma in questo momento Isa, è una delle due uniche persone che mi restano.
L’altro, si chiama Manuel, è un ragazzo della mia età e sicuramente non assomiglia a Isa in nessun modo.

Anche io faccio parte di questo quadro.

Da quindici anni e due mesi sono Diego, sono sulla terra, respiro anche io e sopravvivo anche io.
Per qualche assurda ragione del destino mi trovo qua, in quest’isola a venti minuti di navigazione da casa mia ed il mio maggiore impegno a tempo pieno è lamentarmi del punto a cui la mia vita mi ha condotto, dove ci ha condotto.
Avere Manuel e Isabella oggi , ora che la traccia dell’estate è svanita, mi aiuta, mi da un appiglio.
La verità sul perché la vita mi ha condotto fino a qua , va ricercata nell’estate del 68, quando un Dio scellerato a cui piace rovinare la gente creò mia madre, e successivamente fece sì che io fossi suo figlio.

  
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