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Autore: Flami Destrangis    21/06/2012    8 recensioni
“Per un attimo le sembrò di aver dimenticato tutto. Il telefono perso, il motivo per cui si trovava lì, le preoccupazioni degli ultimi mesi. Kogoro, Shinichi, Conan, Sonoko.. le sembravano solo nomi lontani. Poi, la realtà tornò a bussare con insistenza alla porta. E per quanto lei non volesse aprire, prima o poi la realtà si stufava di aspettare. Estraeva la chiave di scorta e apriva la porticina della sua mente, irrompendo come un fiume in piena.”
In un giorno di primavera, Conan scompare improvvisamente. L’ultima immagine che Ran ha di lui è quella di un bambino che corre, attirato da una strana Porsche nera parcheggiata nelle vicinanze. Due giorni dopo, il suo corpo viene ritrovato nei pressi del porto. Chi è stato? Ran è sempre più confusa, al dolore per la morte di Conan si aggiunge lo strano e improvviso silenzio di Shinichi. Perché non la chiama più?
Per mantenere viva la speranza di ritrovarlo, Ran decide di partire. Un viaggio alla ricerca di Shinichi, un percorso che la porterà in giro per il Giappone, tra città sconosciute, antichi templi e una leggenda che assomiglia fin troppo alla sua storia. Finché la leggenda non si tramuterà in realtà.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Kogoro Mori, Ran Mori | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Quello che conta tra amici non è ciò che si dice,

ma quello che non occorre dire.”

 

(Albert Camus)

 

2. Tornare in cima

 

Si può sapere cosa stai facendo?”

Sonoko aveva strabuzzato gli occhi e pronunciato con voce alquanto stridula quell'inutile domanda. Poteva vedere benissimo da sé cosa Ran stesse facendo: preparava una valigia, buttandoci dentro alla rinfusa i primi vestiti che le capitavano sotto mano. Sembrava anche leggermente affannata, nonostante dalla finestra aperta entrasse una leggere brezza che rendeva la camera non estremamente calda.

A quelle parole Ran sussultò. Solo allora Sonoko si accorse che l'amica non l'aveva nemmeno sentita entrare.

Mi ha aperto Kogoro.” si affrettò a giustificarsi, “E mi ha detto che ti avrei trovata in camera.”

Ran la guardò, sorridendole stancamente. Notando i pacchetti che l'amica aveva in mano, immaginò che fosse nel bel mezzo di un pomeriggio a base di shopping.

Ho pensato che magari andare in giro per negozi ti avrebbe aiutata a rilassarti un po'.” disse, sollevano il sacchetto di un negozio di scarpe, per farlo vedere meglio all'amica “Che ne dici? Ora che la scuola è finita abbiamo finalmente i nostri beati pomeriggi liberi.”

Sì, ora che la scuola era finita avevano intere giornate per sé. Ma era quel finalmente che a Ran non andava a genio. La scuola era l'unica cosa che, in quel periodo, dava ritmo alla sua vita. Ora non aveva più nulla su cui concentrarsi, nulla che la aiutasse a distrarla. Aveva avuto paura di scivolare nell'apatia più totale. Ed era per quello che aveva preso una decisione netta.

Devo finire di preparare la valigia.” rispose, piegando una maglietta verde che proprio Sonoko le aveva regalato qualche mese prima.

L'amica le si avvicinò, strappandole di mano la maglietta, con un fare forse eccessivamente violento.

Valigia? E dove vorresti andare?”

Ran si lasciò sedere sul letto, sospirando. Non aveva ancora comunicato a nessuno questa sua scelta e sapeva che non tutti l'avrebbero accettata facilmente. Soprattutto Sonoko e Kogoro.

Vado a cercare Shinichi.”

Le parole, pronunciate lentamente e con tono cadenzato, trasmettevano in realtà una grande insicurezza. Ran, fino ad un attimo prima sicura come non mai della sua decisione, si ritrovò a dubitarne. Era davvero la cosa giusta da fare? Partire così, senza nemmeno un appiglio.

Tutta la rabbia di Sonoko si sciolse in un attimo. L'amica le si sedette accanto, e le prese una mano fra le sue.

Ran.. lo capisco cosa provi. Ma non puoi abbandonare tutto così, da un giorno all'altro. E tuo padre? Non hai detto che volevi rimanere accanto a lui? Questo è un periodo difficile anche per Kogoro..”

Ran sentì la stizza crescerle dentro. Oltre che apatica, era diventata anche terribilmente nervosa. Sonoko le stava forse facendo la predica? Lo sapeva benissimo che quello era un periodo difficile anche per suo padre. Sonoko non riusciva a capire quanto quella decisione le fosse costata? Non era facile lasciare il certo per l'incerto: ma il desiderio di ritrovare Shinichi era troppo grande. L'amica sosteneva di comprendere i suoi sentimenti: ma come poteva? Nessuno avrebbe potuto capirla in quel momento. Forse perché non riusciva a capire nemmeno lei i suoi sentimenti e quale fosse la scelta giusta da prendere.

No, ormai ho deciso. Non ce la faccio più.”

Riprese a preparare freneticamente la valigia. Non vedeva l'ora di essere da sola e lontana da quella casa.

Ma Ran..”

Niente ma. Partirò domani stesso.”

Cercava di chiudere la cerniera lampo della tasca interna della valigia, ma sembrava essersi bloccata. Provò e riprovò, ma la stoffa doveva essersi incastrata all'interno del meccanismo. Accidenti. Anche quella dannata cerniera sembrava avercela con lei. Le veniva da piangere. Aveva un groppo in gola, senza sapere perché. Pensò di essere sull'orlo di un esaurimento nervoso.

Verrò con te. Non ti lascerò andare da sola.”

La voce di Sonoko sembrava risoluta, mentre prendeva tra le sue mani la valigia e aggiustava la cerniera, chiudendo tranquillamente la tasca.

Lo faremo insieme questo viaggio.”

Ran scosse la testa. Sonoko stava cercando di aiutarla, ma lei in quel momento aveva solo bisogno di stare da sola. Sola con i ricordi e la speranza di ritrovare Shinichi. Per mantenere viva quella speranza, doveva partire alla ricerca di lui.

Non voglio lasciarti andare così.. io potrei aiutarti, darti una mano con le ricerche...”

L'amica esitava, nel tentativo di elencare le cose per cui avrebbe potuto essere utile.

Basta, Sonoko. Ti ho detto che voglio andare da sola.”

Ran sentì la sua voce eccessivamente dura che colpiva l'amica, facendola rabbuiare. Forse aveva esagerato con il tono. Si affrettò a scusarsi.

Perdonami. Non è un bel periodo.”

Il tono era insicuro, le parole rotte dalle lacrime che presto non avrebbe più trattenuto. Aveva ricominciato a piangere.

Perdonami.. non volevo.. ma io..”

Tra un singhiozzo e l'altro, Ran cercava di spiegarsi. Sonoko sorrise lievemente, e abbracciò l'amica, attaccandosi a lei nella speranza di poter prendere un po' di quella sofferenza che stava distruggendo Ran. Loro erano migliori amiche, avevano sempre condiviso tutto. E ora che Sonoko voleva condividere anche quel dolore, per farlo pesare di meno sulle spalle di Ran, trovava la sua amica totalmente chiusa. Ran voleva e non voleva allo stesso tempo privarsi di quel sentimento. Forse perché era l'unico filo che, debolmente, la legava ancora a Shinichi.

Dove sei finito? Perché non ti fai vivo?” pensava Sonoko, mentre cercava di consolare l'amica in lacrime. Solo Shinichi avrebbe potuto porre fine al dolore di Ran. Ma lui dov'era ora?

Prese un fazzoletto dalla sua borsa e iniziò piano ad asciugare il viso della ragazza, con la dolcezza di una madre che stringe a sé la sua bambina. Ran era così inerme. Ce l'avrebbe fatta da sola ad affrontare quel viaggio?

Mi chiamerai, vero?” le chiese.

Ran annuì.

Mi terrai aggiornata, vero?”

L'altra annuì di nuovo.

Ti ricorderai sempre di me, vero? Quando sarai triste, pensa ad una delle mie idiozie. Riderai di sicuro.”

Ran sorrise, un sorriso che sembrò più un sussulto in mezzo a quelle lacrime.

Mi mancherai tanto, Ran.”

La giovane si asciugò il viso con il dorso della mano.
“Anche tu mi mancherai, Sonoko. Grazie di tutto.”

Ebbero entrambe la strana sensazione che quelle parole fossero un inequivocabile addio. Ma nessuna delle due ebbe il coraggio di dirlo.

 

 

Il fischio del treno in partenza le fece portare istintivamente le mani alle orecchie. Aveva sempre odiato i suoni troppo acuti. Si allontanò velocemente, facendo scorrere il trolley rosso sulle rotelle e sistemandosi la borsa a tracolla. Non era quello il binario di partenza del suo treno.

Aveva riflettuto molto sul luogo da cui iniziare la ricerca. Inizialmente, aveva pensato di recarsi da Heiji e Kazuha, passare a salutarli e metterli al corrente della sua decisione. Ma subito dopo, aveva ritenuto opportuno evitare di immischiare anche loro in quella faccenda. Era già stato difficile convincere Sonoko a lasciarla andare, e, nel rivelare le sue intenzioni a Kogoro, si era sentita la figlia più degenere del pianeta.

Gli aveva parlato con calma, dicendogli che non se la sentiva più di rimanere a Tokyo con le mani in mano. Tutto sembrava andare storto in quel periodo, e prima di toccare il fondo voleva cercare di aggrapparsi con tutte le sue forze a quella parete scoscesa che era diventata per lei la vita. Voleva tornare in alto, sulla cima della montagna, per riuscire nuovamente a guardare il futuro che, giovane com'era, aveva davanti. Continuare a scivolare lungo la parete le consentiva solo di rimanere intrappolata nel passato. Bisognava trovare la forza per reagire.

Ad onor del vero, Kogoro, stupito forse in parte dalla maturità che dimostrava sua figlia giorno dopo giorno, aveva acconsentito e, in cuor suo, si era ripromesso di trarre esempio da quella piccola grande donna che aveva davvero molto da insegnargli. Un abbraccio, la promessa di chiamare a casa il più spesso possibile, qualche lacrima, e poi Ran, la mattina successiva, si era recata alla stazione. Kogoro avrebbe voluto accompagnarla, ma Ran aveva preferito procedere da sola. Non voleva che l'addio risultasse più difficile. Ma perché addio? Si era ripromessa di non stare lontana da casa per più di un mese. Eppure anche con Sonoko era stato lo stesso: tutto le sembrava un addio, più che un arrivederci. Forse era per quello che aveva preferito non prendere il treno per Osaka. Non voleva provare nuovamente quella sgradevole sensazione anche con Heiji e Kazuha.

Tornò nel salone principale della stazione e si soffermò a guardare il tabellone delle partenze e degli arrivi. Che treno poteva prendere? Non immaginava minimamente dove potesse essere Shinichi. Magari non era nemmeno più in Giappone.

In quel momento la sua scelta le parve del tutto insensata. Che cosa le era saltato in mente? Forse più che una ricerca la sua era semplicemente la fuga. In fondo al suo cuore, sapeva che le possibilità di trovare Shinichi erano davvero poche. Ma forse quel viaggio l'avrebbe aiutata a ritrovare la se stessa che aveva perduto. Basta, doveva provarci. Non poteva permettersi di lasciare qualcosa di intentato.

Volse nuovamente lo sguardo al tabellone e decise di prendere il primo treno possibile. Passò velocemente in rassegna gli orari ed ebbe chiara la sua meta: il primo treno in partenza era quello per Tottori. Avrebbe lasciato la stazione di Tokyo da lì ad un'ora. Si affrettò a prendere il biglietto, dato che fortunatamente ce n'erano ancora disponibili. Poi si avviò verso il binario quattro, da cui il treno sarebbe partito.

Il gigantesco serpente artificiale era già parcheggiato sui binari e alcuni passeggeri avevano preso posto. Ran scelse un posticino singolo, vicino al finestrino. Sistemò la valigia sullo scompartimento in alto, appoggiò la borsa sulle ginocchia e ne estrasse un sottile plico di fogli tenuti insieme da un elastico. Aveva portato con sé molte foto di Shinichi, alcune di Conan e altre dei suoi cari, come Eri, Kogoro e Sonoko. Accanto a queste c'erano cartine e mappe delle più importanti città del Giappone, insieme ad una cartina del paese stesso. Non ne aveva alcuna di Tottori, ma poco importava, l'avrebbe comprata lì. Pensò che da Tottori avrebbe poi potuto raggiungere Kyoto, che aveva visitato una sola volta nella sua vita, quando era piccola e i suoi genitori erano ancora una coppia felice. Ricordava vagamente i maestosi templi della città dichiarata patrimonio dell'umanità, reliquie di un Giappone non ancora infestato dallo smog delle metropoli e dai fumi invisibili delle centrali nucleari.

Sì, sarebbe tornata a Kyoto. Un po' perché voleva semplicemente rivederla, un po' perché, essendo un importante centro universitario e di studi, poteva comunque essere un luogo da cui Shinichi, smanioso com'era di conoscere sempre nuove cose, era passato.

Il treno era ormai in partenza. Ran si guardò intorno, ma la sua carrozza di seconda classe non era particolarmente affollata. Due anziani signori leggevano un libro. Una coppia di sposini osservava una cartina, indicando le mete più interessanti. Un uomo sulla quarantina lavorava al suo computer, completamente estraniato dall'ambiente che lo circondava.

Anche Ran aveva bisogno di staccare un po' dalla realtà. Prese il suo mp3, caricato il giorno prima, e lasciò che la musica la avvolgesse. Chiuse gli occhi e appoggiò il capo al finestrino. Dal tremolio del vetro capì che il treno aveva cominciato a muoversi. Ma non aprì gli occhi per vedere Tokyo che si allontanava sempre di più dietro di lei.

Non voleva che anche l'arrivederci alla sua città le sembrasse un addio definitivo.

 

 

 

Angolino autrice:

Eccomi qui con il secondo capitolo! E’ un po’ corto, lo so, ma purtroppo nella divisione finale dei vari capitoli questo ci ha rimesso un po’.. spero che vi sia piaciuto lo stesso!

Prima di tutto, vorrei ringraziare chi ha recensito il primo capitolo, cioè 88roxina94, mangakagirl, Crystal Alchemist, Aya_Brea, AliHolmes, Yume98, Silver Spring, Kikari_. Grazie mille, le vostre recensioni mi hanno davvero fatto piacere!

Ringrazio poi chi ha la storia tra le seguite, cioè 88roxina94, Aya_Brea, Marissa Atwood, I_Am_She, BlackFeath,Kikari_. Grazie davvero!

Un ultimo ringraziamento grandissimo a Silver Spring e Kikari_ che hanno aggiunto la storia tra le preferite :)

Piccola comunicazione: le prossime due settimane non sarò a casa, per cui non potrò aggiornare fino al 7 di luglio.. spero che continuiate lo stesso a seguirmi! Mi spiace tantissimo, ma non avrò un computer a disposizione.. :(

Quasi dimenticavo … Grazie anche a chi si limita a leggere!

Un bacione,

Flami

PS: Un grandissimo in bocca al lupo ad eventuali maturandi/universitari/esami di tutti i generi! :)

 

  
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