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Autore: ALEXIANDRAisMe    28/06/2012    0 recensioni
Una raccolta sul personaggio di mia invenzione di nome Alexiandra, lei rappresenta me e le storie raccontano di come una ragazza testarda, bastarda e impulsiva si faccia strada nella vita con amici e parenti, sopratutto la sorella gemella con cui condivide aspetto, carattere e parte del nome.
Genere: Avventura, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Abitudine

- NonononoNo!- urlai –No! Cazzo –
Rimasi a guardare il vaso per terra in frantumi.
Siria mi guardava spaventata – S-s-spolverino! – cercò di giustificarsi.
- Già! Spolverino! Non mazza da baseball! – le urlai contro.
- Eheh... eh – ridacchiò Mel nervosa – Alex calmati, io ripulisco qui, voi andare fuori, in veranda c’è ancora da togliere la terra.-
Quest’anno maggio era entrato con poco sole e tanto vento, non sembrava primavera, non sembrava maggio.
Era il compleanno di Siria perciò decisi di non infierire, non più del dovuto comunque. Bastavano già gli altri.
Erano passati cinque anni da allora, eravamo appena giunte al nord ed eravamo divise tra vita privata, accademia ecc..
Eravamo tutte e tre nell’accademia delle Belle Arti della stessa città, solo in settori diversi. Mel arredamento e io e Siria grafica del fumetto, intanto lavoravo part-time da un fotografo, giusto per mettere da parte qualcosa.
Gli appartamenti li pagavamo con i soldi ottenuti grazie alla vendita e al successo della nostra prima saga che si sarebbe conclusa con l’ultima uscita l’anno successivo.
Il 6 maggio di cinque anni fa frequentavamo il primo anno del liceo Artistico e sei delle otto persone che aveva invitato ai suoi quindici anni non erano riusciti a presentarsi per festeggiare. In compenso tra famiglie bizzarre, una guerra d’acqua in giardino, una sorella rompiscatole e una casa abbandonata ci eravamo divertite. Sempre noi tre: Mel, io e Siria.
Quel giorno il sole era un ostacolo alla mia stabilità, il rischio d’insolazione c’impedì di pranzare in veranda.
A noi tre ragazze e la mamma di Siria si unirono zia e cugina e aumentammo di altri quattro posti all’arrivo della torta.
La mattinata passata a pulire fuori tra una spazzata di vialetto e una lotta con la cannuccia che spruzzava acqua gelida non si fece sentire neanche dopo la sbronza epica della sera. Il pomeriggio a scrivere ascoltando musica con Mel era passato troppo in fretta e la sorellina pestifera con i suoi genitori erano venuti a prenderla.
Il misto tra Rum, birra e vodka ci aveva stordite.
Quel giorno eravamo di nuovo noi tre e preparate alla sbronza che ci saremmo prese quella sera.
La madre di Siria non poteva lasciare il lavoro e noi con gli esami non avevamo fatto in tempo a scendere al sud per festeggiare a casa. I compagni di scuola sia del liceo che dell’accademia erano a loro volta occupati tra esami e privacy. Emis e Mat non si sarebbero fatti vedere per puntiglio, Alexia perché era in Germania e non avevamo legato così tanto con nessun’altro.
Perciò stavamo riordinando per un personale capriccio, festeggiando con torta, tiramisù e salame al cioccolato con Zero Salato, tanta musica e tra un libro e dei fogli bianchi per disegnare o scrivere.
Morale: sono anni che ci fanno notare che la storia si ripete. Nel nostro caso è vero, ma non sembra poi così orribile.
  
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