Buongiorno
Upper East Side!
Avete
preparato gli zainetti di marca? I vostri Frozen Yogurt sono stati
ordinati? Le
limousine sono fuori con il motore acceso?
Eh
sì, domani torniamo tutti a scuola! L’estate
è stata bollente e passionale per
tutti, ma finalmente avrò di nuovo l’intera
situazione sotto controllo!
Ho
già saputo che il nostro B. si è dato alla pazza
gioia in Spagna insieme a
qualche ragazza profumatamente pagata, mentre la nostra piccola P. non
si è
scollata un secondo da R. da brava promessa sposina.
Ma
la notizia bomba è arrivata giusto dieci minuti fa: una
delle mie spie ha
fotografato un ragazzo che non vedevamo da un po’ alla
stazione centrale.
Ha
fatto fatica a riconoscerlo: i suoi capelli sono più lunghi
e gli coprono il
viso, è ancora più pallido del solito e sembra
addirittura dimagrito.
Ma
quelle valigie Louis Vuitton non lasciano il minimo dubbio, e i ciuffi
biondo
platino sono il marchio di famiglia.
Signore
e signori, D. è tornato a Manhattan.
Non
era partito per il college solo pochi mesi fa? Cosa può aver
combinato di così
tremendo da essere stato rispedito indietro?
Lo
scoprirò presto, miei cari, ve lo posso giurare.
In
fondo nessuno può tenere un segreto se io sono nei paraggi.
Godetevi
la vostra tranquillità, perché durerà
ancora poco.
Sono
tornata.
XOXO
Gossip
Girl
Pansy
Parkinson storse il naso e distolse
lo sguardo dalla disgustosa scenetta che aveva davanti.
Sua
madre rideva di gusto, la testa
leggermente inclinata e appoggiata alla spalla di Lucius Malfoy, che
doveva
aver appena detto la battuta del secolo.
Anche
Ron era lì con loro e sorrideva
imbarazzato, prova definitiva che la battuta di Malfoy non
era affatto una bella battuta.
Ma
sua madre doveva sempre comportarsi come
una ragazzina in calore, appena vedeva un uomo più ricco di
lei.
-Oh,
Lucius, mi fai morire!- rise
ancora, sbattendo le ciglia impiastricciate di
mascara.
L’uomo
gonfiò il petto come un piccione e
mostrò in un sorriso i denti sbiancati e allineati.
Pansy
si chiedeva spesso come avesse fatto
un uomo viscido come Lucius Malfoy a generare una creatura
così dolce e
aggraziata come Draco.
Oh,
Draco. Le mancava terribilmente. Ed era
anche tremendamente arrabbiata con lui.
Si
fece coraggio e mosse qualche passo in
avanti, fino a raggiungere il trio.
-Pansy,
tesoro!- cinguettò la madre -Non
sei ancora pronta? Gli ospiti arriveranno a momenti!
-Ero
venuta solamente a chiedere un
consiglio a Ron. Posso rubarvelo un momento?
-Ma
certo! In fondo Ronald si stava
annoiando con due vecchietti come noi!
-Ma
cosa dice, Pamela? La sua compagnia è
sempre un piacere immenso- mormorò Lucius con un tono
talmente viscido che
Pansy ebbe quasi paura che il fiato dell’uomo le si sarebbe
appiccicato
addosso.
I
due ragazzi retrocedettero velocemente e
si rifugiarono in camera di Pansy, accasciandosi sul letto in perfetta
sintonia.
-Mi
hai salvato- gemette Ron -Quei due
stavano per saltarsi addosso, ne sono certo!
Pansy
sorrise e si alzò per versare un po’
di Sherry in due microscopici bicchierini trasparenti.
Porse
un bicchiere a Ron e si sedette
aggraziatamente con le gambe accavallate.
Ron
era davanti a lei, era suo ed era il
più bel ragazzo che potesse desiderare.
Stavano
insieme da un anno abbondante, e
non avevano mai fatto sesso.
Pansy
si sentiva un po’ in colpa di questo,
sapeva che per Ron era una vera tortura dover resistere, ma non si era
mai
sentita pronta.
Eppure
Ron era lì di fronte a lei,
indossava il maglione di cachemire verde bottiglia che lei gli aveva
regalato
ed era incredibilmente affascinante.
Aspettava
da un anno, e lei era vergine da
troppo tempo.
All’improvviso
Pansy seppe di essere
pronta. Bevve un altro sorso del suo Sherry. Oh, sì.
Assolutamente pronta.
Appoggiò
il bicchierino sulla scrivania da
tremila dollari, non curandosi affatto del possibile alone che si
sarebbe
potuto creare sul legno pregiato, e si avvicinò piano a Ron.
Gli
occhi celesti del rosso si accesero di
speranza. Che Pansy si fosse convinta a...
Non
ebbe più dubbi quando la sua ragazza
gli catturò le labbra con le sue, guidandogli le mani ai
bottoni della
camicetta.
Ron
tremava leggermente dall’emozione
mentre faceva uscire i bottoncini di madreperla dalle asole.
Pansy
sospirò e morse leggermente il lobo
del ragazzo dai capelli rossi, facendolo trasalire così
violentemente che perse
la presa su un bottone.
Risero,
innamorati e felici.
Risero
finché i loro cellulari non
avvisarono un messaggio in arrivo, contemporaneamente.
L’eco
di una decina di cellulari che
squillavano arrivò alle loro orecchie: la festa doveva
essere iniziata, e se
tutti avevano ricevuto lo stesso messaggio non poteva essere stata che
Gossip
Girl a inviarlo.
Pansy
si slanciò verso il suo comodino e
afferrò il Blackberry con le dita pallide proprio mentre Ron
tirava fuori il
suo dalle tasche dei pantaloni.
Aprirono
contemporaneamente il messaggio,
lo lessero in fretta e si guardarono con occhi confusi.
Il
testo dell’sms era semplicemente D.
è tornato.
Sotto
alla breve frase c’era una foto a
colori di un ragazzo biondo che rovistava in una cartella di pelle,
appoggiato
a un trolley Louis Vuitton dal gusto un po’ vintage.
Pansy
trattenne il respiro. Ron spalancò
gli occhi.
Sì,
D. era tornato e il suo ritorno si
sentiva particolarmente, in casa Parkinson.
-Avete
ricevuto il messaggio?- domandò
Daphne Greengrass con la sua fastidiosa voce stridula, stretta in un
tubino
Valentino talmente attillato da non farla nemmeno respirare.
-Sì!
L’ho appena letto!- rispose Lavanda
Brown, lieta di potersi unire alla conversazione. Si sentiva
già abbastanza a
disagio per essersi presentata con un abito lungo. Nessuno
indossava abiti lunghi.
-Draco
è tornato- mormorò Daphne,
leccandosi le labbra.
-Siamo
sicuri che sia proprio lui?- domandò
timidamente Padma Patil, portando alle labbra il suo drink.
-Certo
che lo è- le rispose la sorella
gemella Calì -Non lo hai visto? E poi Gossip Girl non
sbaglia mai.
-Sono
sicura che verrà qui!- esultò Lavanda
-Tu che ne pensi Daphne?
Daphne
sorrise, compiaciuta di essere stata
interpellata per un’opinione importante. Quando Pansy non
c’era diveniva lei la
Regina.
-Onestamente
ne sono convinta anche io-
soffiò tra le labbra, accostando anche lei il suo drink alla
bocca.
In
quel momento Pansy scese rumorosamente
le scale dell’ingresso, facendo sbattere un po’
troppo violentemente i tacchi
sottili con il marmo del pavimento. Ron la seguiva a poca distanza.
-Pansy!-
urlò Calì cercando di attirare la
sua attenzione -Siamo qui tesoro!
Lavanda
abbassò lo sguardo arrossendo.
Pansy non indossava nemmeno un vestito! La sua vita sottile era stretta
in una
gonna anni 50 di un blu notte e le spalle fragili erano coperte da una
camicetta color crema.
Sospirò.
Aveva completamente sbagliato la
mise.
-Hai
ricevuto il messaggio?- indagò
immediatamente Calì -Quello su Draco?
Pansy
le ignorò tutte e si diresse a passo
spedito verso il salone. Calì tossicchiò per
mimetizzare la figuraccia appena
fatta e Lavanda colmò le sue lacune conoscitive sulla moda
riempiendole con
dell’alcool.
-Bene,
bene- sussurrò una voce profonda
alle loro spalle. Le ragazze si girarono di scatto e incontrarono gli
occhi
furbetti di Blaise Zabini, le cui dita stringevano una gigantesca coppa
di
Champagne.
-Stavo
giusto iniziando ad annoiarmi-
mormorò distrattamente, prima di muoversi anche lui verso il
salone.
Quegli
stupidi taxi non accennavano a fermarsi.
Era
stanco, aveva viaggiato per ore in
treno e stava trascinando un trolley, un borsone e una tracolla da
circa dieci
minuti, alla ricerca di un mezzo per tornare a casa.
-Taxi!-
gridò di nuovo e gioì internamente
quando l’automobile gialla accostò accanto il
marciapiede.
-Buonasera-
salutò l’autista scendendo
dall’auto.
-Salve-
rispose Draco porgendogli il
trolley e sospirando stancamente. Attese che tutti i suoi bagagli
fossero
caricati e salì sul sedile posteriore.
-Allora,
dove la porto?
-Upper
East Side- disse il ragazzo
-Kensinton Street numero 16. Meglio togliersi subito questo cerotto.
L’autista
sorrise e partì velocemente.
Draco
appoggiò la fronte al finestrino
fresco, intenzionato a chiudere gli occhi almeno fino a casa di Pansy.
Dopo
aver pagato il tassista e avergli
chiesto di aspettare lì fuori per alcuni minuti, Draco si
fece coraggio e salì
le scale che conducevano all’appartamento di Pansy.
Si
rese conto troppo tardi di essere
capitato nel bel mezzo di una festa.
-Draco?-
domandò una voce sorpresa.
Il
ragazzo si voltò imbarazzato e sorrise
dolcemente alla madre di Pansy.
-Buonasera
Pamela.
-Oh,
tesoro! Non sapevo saresti tornato!-
esultò la donna -Aspetta! Tuo padre è qui! Vado a
chiamarlo... e anche Pansy!
-Non
è necessario, io me ne stavo andando
e...
-Draco?
Eccola,
quella voce fredda e strascicata
capace di farlo sentire continuamente sotto esame.
-Draco
ma come diavolo sei vestito?
Il
ragazzo strinse le labbra per non
insultarlo.
-Ero
passato solo a salutare Pansy, non pensavo
ci fosse una festa. Non sono nemmeno passato a casa a cambiarmi.
-Jeans
a sigaretta e Timberland chiare? E
come ti è venuto in mente di arrotolare le maniche a una
camicia bianca?
-Papà,
stavo viaggiando- ripeté
Draco -Ed è caldo!
-Io
non andrei nemmeno a spalare letame
vestito così- sibilò Lucius.
Pamela
ridacchiò per sciogliere un po’
l’atmosfera, ma padre e figlio continuarono a guardarsi con
astio reciproco.
-La
mamma è qui?
-Deve
essere da qualche parte, caro-
rispose la mamma di Pansy.
-Sì,
sta cercando di evitarmi- asserì
Lucius.
-Proprio
quello che cercavo di fare anche
io- mormorò Draco fra sé e sé,
partendo alla ricerca della madre.
Narcissa
Black (ex Malfoy) sorseggiava un
drink seduta sul divano, i lunghi capelli biondi raccolti in una
dignitosa
coda, il fisico esile stretto in un tubino azzurro.
-Mamma-
la chiamò dolcemente Draco.
La
donna si girò di scatto, riconoscendo la
voce del figlio.
-Oh,
Draco! Che ci fai qui? E... ma come
sei vestito?
-Lo
so, me ne sto andando, ero passato solo
a salutare ma non immaginavo ci fosse una festa. Dimmi solo dove
alloggiamo ora
così sparisco.
-Al
Palace- rispose schiettamente la donna,
con aria annoiata -Vai avanti Draco, io ti raggiungerò tra
poco.
Della
serie “Vengo
con te tesoro, mi sei mancato tantissimo e non vedo l’ora di
passare del tempo
con te!” pensò
Draco sospirando e facendo dietro front per uscire dalla sala passando
il più
inosservato possibile.
Ce
l’aveva quasi fatta -aveva quasi
raggiunto le scale- quando si sentì chiamare di nuovo da
quell’irritabile donna
che era Pamela Parkinson.
-Draco!
Draco, ecco qui Pansy!
Si
girò di scatto, con il sorriso più finto
del mondo stampato in faccia.
-Pansy!
Ciao!- salutò l’amica,
vergognandosi ancora di più appena la vide vestita
elegantemente come al
solito, il caschetto nero perfettamente pettinato.
-Ciao!
Sei tornato? Perché non me l’avevi
detto?- chiese Pansy abbracciando l’amico, annusando a pieni
polmoni l’odore
fruttato che emanavano i suoi capelli biondissimi.
Lo
detestava. Perché non le aveva detto
della sua partenza? Perché era tornato proprio quando le
cose si erano
finalmente riaggiustate? Eri lì per rubargli il suo ruolo da
Regina, la sua
popolarità.
Era
sicura di tutto ciò, ma l’odore di
Draco le aveva fatto venire in mente talmente tanti ricordi che non era
riuscita a non sospirare nel suo abbraccio.
-Oh
Pansy, mi sei mancata! Mi dispiace non
averti detto nulla... ti spiegherò, davvero.
-Ti
fermi a cena?- domandò Pamela,
introdottasi nella conversazione.
-Sì,
fermati a cena!
-Oh,
no grazie! Sono sfinito e non mi sento
molto bene, ci vediamo domani a scuola ok?- Draco chiuse
frettolosamente il
discorso e scivolò giù per le scale, sentendosi
addosso gli occhi di tutti gli
invitati.
-Domani
a scuola, eh?- mormorò Pansy alle
sue amiche -Quindi è tornato per restare.
-Ma
tu non lo sapevi?- domandò Lavanda
spalancando gli occhioni.
Pansy
trasalì, ma si sforzò di non darlo a
vedere.
-Sì,
certo, lo sapevo.
La
mora si staccò dal gruppo, dirigendosi
nella sala dove stava per essere servita la cena. Le quattro amiche la
seguirono in fretta, sculettando sui tacchi e con i menti
all’aria.
Blaise
Zabini, invece, era affacciato sulla
tromba delle scale e seguiva ogni movimento del biondino. Era sempre
stato
ammaliato dal suo corpo: così femmineo e longilineo,
così magro e aggraziato.
Non
staccò gli occhi dal sederino di Draco
finché il biondo non alzò gli occhi magnetici in
alto, tre piani più giù.
Vide
Blaise, non sorrise, non fece alcun
cenno. Lo guardò per pochi brevi istanti, il tempo che
impiegò l’altro ad
alzare il calice in segno di saluto, e riprese la sua corsa verso
l’uscita.
Blaise
tracannò il liquido rimanente e se
ne andò lentamente in sala da pranzo, gongolando tra
sé e sé.
Draco
era tornato, e Draco portava sempre
con sé una serie di intriganti e scandalosi eventi.
Il
biondo uscì di corsa dall’edificio e si
fiondò sul taxi, indossando gli occhiali da sole nonostante
fosse sera
inoltrata.
Dall’altra
parte della strada un ragazzo
dai folti capelli neri guardò il taxi finché non
scomparve dietro una curva. A
quel punto scosse la testa e spinse gli occhiali sul naso.
Infilò
le mani nelle tasche dei pantaloni e
iniziò a camminare lentamente verso la fermata del bus.
Aveva
visto quello che voleva vedere.
Buonasera
Upper East Side!
La
notte è scesa sul nostro ultimo giorno di vacanza, e che
ultimo giorno!
Sollevate
i vostri bicchieri e brindate al ritorno di Draco! Speriamo si sia
portato
dietro un po' ’i segreti da svelare!
D.
ci ha deliziati con il suo rientro in società stretto in un
paio di jeans da
quattro soldi. Mi dicono che nonostante la scarsa qualità
modellavano comunque
alla perfezione il suo (scusate il francesismo) meraviglioso culo.
D.
si è presentato a casa della sua migliore amica P. giusto in
tempo per
interrompere il suo tentativo di rendere finalmente appagato il
fidanzatino.
Chi
era alla festa ha potuto sentire l’aria vibrare per le
scintille di tensione
che c’erano tra gli sguardi di D. e P. nonostante ce
l’abbiamo messa tutta per
non darlo a vedere!
Si
dice anche che B. non abbia mai levato gli occhi dal fondoschiena di
D., ma chi
lo farebbe?
Intanto,
a sopportare stoicamente l’ultima calura di agosto, un
Ragazzo Solitario emerso
dalle profondità di Brooklin ha seguito il nostro biondo
preferito fino a casa
Parkinson, per poi rimanere a fissare il marciapiede vuoto per almeno
dieci
minuti.
Ragazzo
Solitario, è inutile! Draco non fa particolari distinzioni
tra uomini e donne,
questo è vero, ma non è roba per te! Dovresti
avere minimo un conto in banca
trenta volte superiore a quello che hai adesso!
Oh,
ma guardate un po’! Sono già le undici! Non
vorrete andare a letto tardi?
Domani vi aspetta il primo giorno di scuola dell’anno!
Mettete
le vostre maschere idratanti sul viso, stendete le uniformi sulla
poltrona e
preparate le scarpe.
Domani
si balla.
Buonanotte
Upper East Side.
XOXO
Gossip
Girl
ANGOLINO
E
buongiorno a voi, frequentatori di EFP! Per chi mi conosce, sa bene che
questa
è una storia un po’ fuori dal mio stile, ma amo
talmente tanto Gossip Girl che
mi è venuta un’incredibile voglia di scrivere
qualcosa di simile con i nostri
personaggi preferiti come protagonisti.
Spero
seguirete la storia, perché da questo momento in poi le cose
si faranno un po’
più piccanti ^^
Grazie
per aver letto, fatemi sapere quello che pensate tramite recensione.
Gossip
Girl ha bisogno di opinioni per vivere.
XOXO
Tita