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Autore: Nicolessa    30/06/2012    0 recensioni
I fratelli Winchester e la ribelle Jo Harvelle si ritrovano a dover lavorare ad un caso insieme. Riusciranno a concluderlo senza volersi sbranare a vicenda?
- «Stai flirtando con me, Jo?» rise. Rise davvero divertito e anche molto soddisfatto di quella situazione mentre lei cercava di rigirare la frittata in modo da far credere al cacciatore che avesse frainteso.
Entrambi aspettavano soltanto che qualcuno dicesse qualcosa di più del solito e, quel qualcuno, era stata Jo. Praticamente aveva salvato la dignità del cacciatore.
«Non sperarci troppo, Winchester! Sei troppo convinto di quello che pensi» gli disse lei, mentre tentava sicuramente e disperatamente di ritornare in sé e lasciare il comando alla mente.
«Non mi pare che tu mi stia allontanando» aggiunse Dean.
Beh, erano quasi arrivati a pochi centimetri di distanza, ma stranamente nessuno dei due spingeva l'altro per liberarsi da quell'imbarazzante situazione, anzi uno dei due, Dean, la aggravava, la alimentava; un po' per divertimento, e uno po' per capire come funzionassero quei maledetti complessi meccanismi che si trovavano al centro del suo petto. -
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Role
Capitolo 1 - Che lo spettacolo abbia inizio.


Operazione pedinamento in corso.

Il caso che aveva accennato a Dean qualche giorno prima alla Roadhouse era lo stesso che stava trattando quella calda mattina, stesa nel prato verde e rilassante solo alla vista di una piccola università per ricconi. 
Non credeva che avrebbe mai più rimesso piede in un' università dopo quello spiacevole incidente con il set di coltelli e tanto meno lo voleva ma.. circostanze lavorative glie lo imponevano.
Mentre il calore del Sole le rendeva la pelle appena bronzea, Jo fingeva di leggere un libro di astronomia, puntando però lo sguardo su una ragazza bruna a ore dieci, circa a quindici metri da lei. La vedeva parlare con una sua coetanea, il tono di voce era basso e il loro sguardo sfuggente era molto, molto sospetto. Aggrottò la fronte e assottigliò lo sguardo sperando nella lettura del labiale ma niente da fare: il Sole rendeva a dir poco impossibile tale operazione.
«Devo avvicinarmi a quelle due..» mormorò tra sé e sé mentre sfogliava distrattamente una pagina di quel libro a suo avviso molto inutile.
Un caso di streghe: a questo pensava Jo. Considerava quella classe come quella più.. fastidiosa. Erano semplici umani che presi da manie di protagonismo o smanie di potere vendevano l'anima al diavolo e tanti saluti a famiglie intere di conigli del tutto innocenti.
Al solo pensiero arricciò il naso come ad esprimere il suo disgusto e subito dopo, capendo di doversi dare una mossa, si alzò dal suo piccolo rettangolo di prato e raccolse l'asciugamano usato come base del corpo.
Non aveva problemi a mostrare il suo fisico, infondo non aveva nulla che non andasse: era snella e non possedeva quei mostruosi muscoli che caratterizzavano la maggior parte delle cacciatrici che aveva visto entrare nella Roadhouse... e poi tutti lì erano a torso nudo o in costume pronti a prendere il Sole quindi era tutto normale, imbarazzo zero (sempre che lei fosse in grado di provarne per quelle situazioni).
Mentre si avvicinava alle due, rifletté su come poter attaccare bottone senza esser considerata una "rompiscatole", cosa ricorrente considerate le tizie snob che popolavano quel posto.
«Ehi, sta attenta!» si sentì rispondere subito dopo aver scontrato la spalla di qualcuno per potersi fare strada verso le ragazze che continuavano a parlare ad un volume impercettibile.

Ebbene si. Dean era finito in una fottutissima università. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi all'interno di un'istituto per secchioni, nemmeno per fingersi uno di loro.
«Sai Sammy? A pensarci bene non è male come copertura!» gli disse quando gli venne assegnata una bella stanza tutta per loro.
Le tasse le avrebbero pagate con la nuova carta di credito falsificata di due tizi di nome Fred e Simon Spencer.
Non era male fingere di essere due ricchi figli di papà che studiavano filosofia e tutte le altre stronzate che andavano a braccetto con quella materia. Si sentiva quasi importante, poteva sentire la potenza di Fred Spencer, anche solo impugnando la sua carta di credito. Sam invece voleva soltanto concludere il caso e, riguardo la loro copertura, fece una stupida battuta del tipo ''il nome Simon non mi dona". 
Erano arrivati lì da nemmeno un giorno e già Dean aveva fatto conquiste, diventando l'argomento della settimana tra le ragazze. Sam invece restò come al suo solito vago con tutti, forse era dovuto al fatto che si sentiva abbastanza affascinante con un libro aperto alto un metro sotto il naso.*
«Allora... abbiamo un caso di stregoneria o cosa?» chiese Dean al fratello, seduto ai piedi di un albero, con la schiena contro il tronco di quest'ultimo, mentre osservava la situazione in quella specie di ''giardino dei sogni''.
Sam alzò le spalle e aggrottò la fronte, tirando un sospiro. 
«Non ne ho idea. Al momento è quello che sembra..» rispose soltanto, sfogliando il libro che teneva sulle gambe. 
«Guarda un pò... mi sembra di stare a figolandia! Perché tutti si credono di essere Naomi Campbell? ». Una delle sue squallide, retoriche, domande/battute, alle quali ovviamente Sam era del tutto indifferente.
Gettò un'occhiata alle pagine di quel libro e scosse la testa roteando gli occhi al cielo. «Non ti starai calando un po' troppo nella parte?» 
Forse al fratellino mancava la sua vecchia vita, l'università. Ma come poteva biasimarlo? Era il futuro che avrebbe voluto per se stesso, mentre Dean pensava di averlo salvato da una vita noiosa. 
«Sta zitto!» lo ammonì e lui abbozzò un sorrisetto.
Guardandosi un pò attorno, distrattamente notò una coppia di ragazze che chiacchieravano in modo molto ambiguo. Che fossero le presunte streghette? Che ne sapessero qualcosa? 
«Torno subito» disse.
Si alzò in piedi e si avvicinò a loro, ma nel tragitto si scontrò con qualcuno, sentendosi dare una spallata. Si voltò di scatto e, con la finezza di un ippopotamo, urlò: «Ehi sta attenta!» 
Quando notò di chi si trattava, sgranò gli occhi e si bloccò di colpo, inarcando le sopracciglia.
Jo? Ma che cavalo ci faceva lì? Anzi, no: che cavolo ci faceva lì, in bikini?

E come stupirsi: Dean Winchester era sempre pronto a rovinarle la festa proprio quando meno se lo aspettava... e pensare che aveva scelto quel posto proprio perchè sperava di non trovarsi faccia a faccia con lui.. non le sembrava affatto un tipo da università, nemmeno sotto copertura e per poche ore!
Inclinò di poco la testa e sospirò a pieni polmoni come a voler svelare la frase che pensava, senza però proferire parola: "Non è possibile, sei anche qui!".
Poi collegò... o meglio, l'espressione imbambolata/sorpresa/sconfitta di Dean le fece ricordare un piccolo particolare: era in bikini di fronte a lui.
A Dean. 
Perchè fino a quel momento non si sentiva affatto al centro dell'attenzione? E soprattutto perchè iniziava a sentirsi.. in imbarazzo? Noo, non era da lei, minimamente. Era solo una sua stupida impressione destinata a sparire e presto anche.
Per deviare quella sensazione totalmente sconosciuta, Jo cercò di mettersi come al solito sulla difensiva, tornando a concentrarsi sul lavoro: cosa che la faceva tornare con la testa sul collo.. finchè ne aveva una come aggiungeva saggiamente la madre per intimorirla. Cosa che ovviamente non funzionava mai!
«Chiudi quella bocca o mangerai mosche per pranzo» riferì forse senza molta gentilezza mentre, posando due dita sotto il mento del ragazzo, fece il gesto che tanto rispecchiava la sua indole da falsa snob.
Difendersi in quel modo era l'unica cosa che le riusciva meglio ultimamente, nonostante riscontrasse diverse lamentele da parte della madre e anche dai clienti, sempre meno disposti ad alzare le mani sul suo tanto desiderato di dietro... infondo questa era una cosa positiva: niente bottiglie volanti per calmare dei vecchi cacciatori in astinenza.
Uscì da quella specie di tunnel che aveva nel cervello e gettò uno sguardo alle ragazze che divertite si gustavano la scena.
Inutile dire che a Jo dessero fastidio.. e non poco.
«Possibile che tu sia ovunque io vada? Capisco che tu possa sentire la mia mancanza ma, per favore, datti un contegno!» lo coglionò con un sorrisone stampato in faccia mentre stava ben attenta a non farsi sfuggire il suo nome, il suo vero nome.
Sapeva bene come funzionassero quelle cose, carte di credito false= nomi ed identità false. Era talmente tanto "esperta" che aveva pensato bene di adottare anche lei quella tecnica, evitando così di farsi scoprire anche da Ash, totalmente incapace di raccontare bugie all'espressione intimidatoria di Ellen.
La faccia di Dean era abbastanza eloquente, non occorreva sentirlo anche parlare per sentirsi dire quanto fosse poco credibile quella sua affermazione ironica.
«Comunque grazie per il pensiero, come vedi sto bene e non ho bisogno di aiuti nella ricerca... di astronomia» aggiunse subito dopo controllando con la coda dell'occhio quelle due presunte streghe. Sapeva che non l'avrebbe avuta vinta, purtroppo Dean era più testardo di lei.

Non si sarebbe mai aspettato di vederla lì di fronte a lui, con quell'aria da ragazza snob che non le donava affatto, un libro tra le braccia e in bikini. Non l'aveva mai vista ''mezza nuda'' e, si poteva pur dire, che si era perso uno spettacolo niente male. Fino ad ora.
Ringraziando il cielo, aveva il buon senso di non pronunciare il suo vero nome. Lì lo conoscevano tutti come Fred Spencer, soprattutto tra le ragazze, anche quelle che era sedute lì a quattro passi da loro, a godersi la scena mentre ridacchiavano sottovoce. 
Chiuse la bocca quando Jo posò il pollice e l'indice sul suo mento e si inumidì le labbra, cercando di frenare la voglia di ridere e poi gettò un'occhiata alle presunte streghe che ancora osservavano tutto come se fossero sedute sulle poltrone di un cinema.
Tornò a guardare Jo, lanciandole un'occhiata d'intesa e poi inarcò le sopracciglia, incrociando le braccia al petto. 
«Dolcezza, se fossi bella dentro come sei fuori, saresti l'ottava meraviglia del mondo».
Abbozzò un sorrisetto sghembo -uno dei suoi soliti per attirare l'attenzione- e poi si avvicinò con pochi passi a Jo, che era proprio di fronte a lui, e arrivò a sfiorarle il naso con il suo.
Un gesto molto provocatorio, tipico di lui, ma soprattutto pericoloso. 
«E comunque, non pensare di essere sempre al centro dei miei pensieri. Ho cose molto più importanti a cui dedicarmi. Come queste due belle signore» mormorò, non esattamente a bassa voce: voleva che quelle due ragazze lo sentissero.
Praticamente aveva preannunciato la sua presentazione.
Guardò Jo molto divertito e poi le posò un bacio sulla guancia.
Quello non fu affatto un gesto finto o provocatorio. Forse un pò lo era stato, voleva soltanto stuzzicarla. Ma poteva anche essere ben inteso come un gesto tra il vero Dean e la vera Jo, come se avesse voluto dirle ''sono contento di rivederti''.
Si inumidì le labbra e poi si avvicinò alle ragazze sedendosi in mezzo a loro, sempre con una certa classe.
Era praticamente circondato da ricconi in bikini e lui iniziava a sentirsi particolarmente a disaggio, forse era l'unico ad essere vestito. 
«Salve ragazze. Ci hanno già presentati?» chiese guardando prima una e poi l'altra. «Suppongo di no! Io sono Fred. Fred Spencer» disse  incrociando le braccia, con una mano rivolta ad entrambe in attesa che gliel'avessero afferrata.
Voleva fare il simpaticone e ci stava riuscendo benissimo.

La volontà di replicare alle parole di Dean si era praticamente dissolta nell'aria nel momento in cui iniziò a mormorare qualcosa a pochi centimetri dal suo viso. 
Non entrò in "iperventilazione" come avrebbero fatto tutte le altre ragazze del mondo ma semplicemente non azzardò una mossa, avendo forse paura di un qualsiasi movimento sbagliato e sopratutto involontario: meglio concentrarsi sul lavoro.
Aggrottò la fronte al suo gesto così insolito e lo guardò da vicino, come se fosse stato posseduto... eppure sembrava che stesse al massimo del suo splendore, cosa ancora più strana a suo avviso. 
«Oh certo, il bacio di Giuda!» pensò scherzosa tra sé e sé mentre lo vedeva allontanarsi per dedicarsi alla sua splendendente presentazione da ragazzo affascinante ed esperto.
Non potè nemmeno fare a meno di sorridere.. prima di scoppiare inevitabilmente a ridere sentendolo parlare.
«Fred Spencer? Sul serio? Non poteva trovarsi un nome più.. credibile? E poi cos'era quell'uscita alla James Bond?» si ritrovò a chiedersi, trattenendo una risata plateale che l'avrebbe fatta passare per una pazza. 
Solo dopo qualche secondo, mentre girava i tacchi per andarsene e rinunciando così alla sua chiacchieratina con le streghette, notò Sam a pochi metri da loro che, pensieroso, si domandava che diavolo stesse succedendo. 
«Beh, almeno non alza gli occhi al cielo dopo avermi vista!» continuò con le sue considerazioni mentali mentre lo salutò con un sorrisetto acceso quasi senza rendersene conto: le veniva troppo naturale essere gentile con "il piccolo Sam". Dopotutto lei ricambiava con la stessa moneta l'immensa pazienza del fratello ragionevole ed intelligente.
«Fred! » lo chiamò per attirare la sua attenzione e per rivelargli una delle sue frasi che da cacciatore a cacciatore avrebbero avuto un significato diverso dal normale contesto in cui venivano spesso pronunciate. «Per la ricerca.. sai, io ho già pensato alla prima parte. Magari appena finisci la seconda vieni in camera mia così la completiamo. Da quanto ho capito è l'unico modo che abbiamo per uscirne illesi tutti e due» propose con un falso tono gentile e disponibile che nascondeva -come Dean sapeva bene- una certa minaccia non irrilevante.
Infondo era sempre così quando si ritrovavano a lavorare tutti allo stesso caso: nessuno dei due avrebbe mollato la presa, tanto valeva darsi da fare per completare l'opera il prima possibile!
«Stanza 107, non perderti. Non vorrei che quell'antipatica della professoressa Ellen venisse a sapere che mi hai aiutata, sai com'è fatta, se la prenderebbe anche con te!»
"Soprattutto con te" avrebbe voluto aggiungere.. ma alla fine l'importante era che il messaggio gli arrivasse chiaro e tondo.
Dopo un rapido cenno della testa a mo di saluto, attraversò tutto il giardino per tornarsene nella sua stanza a "ripassare" gli elementi del caso. Magari avrebbe anche fatto irruzione nella stanza delle due sospettatate ma.. prima doveva mettersi qualcosa addosso!

Era ovvio che ormai entrambi avrebbero dovuto arrendersi alla loro stessa volontà.
Dean non avrebbe mai lasciato un caso di sua competenza, non in mano ad una cacciatrice alle prime armi come Jo almeno, e lei lo stesso anche perché era davvero testarda, forse più di lui.
Perciò dovevano accettare la situazione com'era e affrontare la cosa tutti insieme e nel migliore dei modi, cercando di non prendersi con le unghie e i denti.
A volte pensava che l'unico più maturo tra loro era proprio Sam, una specie di santo in pratica. 
Non ne ricavò molto stando lì tra quelle presunte streghette. Sembravano sospettose, ma in realtà erano solo le classiche ragazzine pettegole. Dean avrebbe voluto sapere qualcosa di più sulle stranezze accadute in quell'istituto, ma l'unica cosa che era riuscito a sapere era che Lindsay Farrell era andata a letto con quasi tutti i ragazzi del suo corso di studi. Beh, esaltante.
Si sarebbe procurato il numero di Lindsay, per il resto ora erano proprio al punto di partenza.
«Scoperto niente?» gli chiese Sam quando lui tornò da lui, ma Dean fece una smorfia e alzò le spalle con indifferenza.
«Oltre al fatto che qui danno un premio a chi apre le gambe per prima? No, zero!» rispose sarcastico sedendosi di nuovo accanto a lui, proprio sulle radici dell'albero.
Piegò le gambe per avvicinarle al petto e ne posò i gomiti, guardandosi attorno con altro fare indagatorio, strinse gli occhi per la troppa luce del sole che lo colpiva in pieno viso e poi sospirò, gettandogli un'occhiata.
«Hai visto Jo?»
«Probabilmente Ellen non sa nulla..» rispose Sam accennando un sorrisetto divertito. 
Sapevano tutti e due i fratelli che Jo aveva l'abitudine di scappare e raccontare frottole a sua madre, inventandosi una bella meta sulla quale non avrebbe potuto avere i suoi dubbi.
Strano! Perché l'ultima volta che le disse che sarebbe andata a Las Vegas, Ellen chiamò Dean costringendolo a giurarle che non era lì con lui.
«Dobbiamo tenerla d'occhio. Se Ellen viene a sapere che sta seguendo un caso e noi siamo qui con lei, ci uccide»
«Ci ucciderebbe in ogni caso, Dean»
Sam chiuse il libro e poi si alzò in piedi.
«Se non hai trovato nulla sarà meglio esaminare la situazione. Vediamo cosa ne pensa Jo...»
Dean emise un altro profondo sospirò e poi roteò gli occhi, mormorando: «D'accordo! Andiamo da Jo...»

------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Salve! Se hai letto questo primo capitolo: sei un gran figo!
Se stimi/ami/invidi/adori questa coppia: sei un gran figo!
Se l'hai letto solo perchè c'è Dean Winchester e guardi Supernatural.. beh si, hai capito, sei un gran figo!
In ogni caso ti avverto che questa fanfic è stata scritta anche grazie a Moonlight93, che ringrazio dal profondo del mio cuore per avermi sopportato quando non avevo né tempo né abbastanza ispirazione per continuare questa storia. Sei una grande Ale!
Come avrete notato, in alcuni pezzi in particolare, si mette a fuoco il pensiero di Jo (di cui mi sono accupata personalmente, tentando di ragionare come lei) mentre in altri quello di Dean (quindi per i dialoghi geniali dei fratelli Winchester potere venerare Alessia!). 
Quindi, detto ciò, vi invito cordialmente a proseguire la lettura perchè la caccia è appena iniziata! u.u
  
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