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Autore: Saeko_chan    12/07/2012    2 recensioni
Giulia Wagner, itala-tedesca, 15 anni, nata e cresciuta in Italia, a Lucca per essere precisi. All'improvviso si deve trasferire in una città piuttosto piccola del Canada assieme al padre e al fratello gemello.
Giulia nasconde un segreto che l'ha portata a non aver mai avuto una vera e propria vita sociale. In Canada ripartirà da zero, s'innamorerà e stringerà una fortissima amicizia con le persone sbagliate, gente che lei dovrebbe uccidere, cacciare... una giovane cacciatrice in mezo a una guerra e che non sa da che parte stare. Licantropi che vivono a stretto contatto con gli umani e vampiri privi di un'anima, anche se di norma non uccidono, ma aggrediscono facilmente, tranne una vampira che ha dei sentimenti.
[AVVISO! Non leggere se siete omofobi o cose simili (anche se non sarà fra i temi principali parlarerò comunque di relaizoni omosex), fissati coi vampiri alla "Twilight" (solo una dei miei vampiri ha un'anima e comunque nessuno di loro, neppure quella con dei sentimenti, sarà come quelli di "Twilight") e soprattuto se non sopportate le relazioni sentimentali con più di 10 anni di differenza]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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LasScuola.

 

Il cellulare posato sul comodino suonò più volte, finché Giulia non aprì gli occhi e non spense la sveglia che si era messa proprio sul cellulare.

Primo giorno di scuola... speriamo in bene”, si disse, scendendo dal letto e andando verso l'armadio, per poi aprirlo e tirar fuori la divisa scolastica, cioé, una gonna lunga completamente nera a pieghe, una camicia anch'essa nera col distintivo della scuola che frequentava, un paio di calzettoni del medesimo colore, un papillon, un paio di scarpe anch'esse nere.

A quel punto la ragazza uscì dalla propria camera e andò in bagno, dove si sciacquò il viso, si lavò i denti e fece i suoi bisogni, quindi, andò velocemente al piano di sotto, dove trovò suo padre intento a cucinare e suo fratello già a tavola.

-Che ore sono?- chiese la ragazza, sedendosi di fronte a suo fratello.

-Le 07:20. Sei sicura di voler far colazione in divisa? Per me te la sporchi...- l'avverti il gemello, mentre loro padre serviva a Logan un piatto con uova, pancetta, maionese, pane e due frittelle, mentre a Giulia serviva un piatto quasi del tutto identico a quello di Logan, con l'unica eccezione fatta per la pancetta.

-Ragazzi, io ho già mangiato, quindi, vado, ci si vede- li informò il padre, prima di prendere una valigetta che si trovava su una delle sedie del tavolino ed uscire in tutta fretta.

Giulia iniziò a mangiare, ripensando ai pochi giorni trascorsi in quella nuova città.

Dopo la sera in cui aveva mangiato con Matteo loro due si erano visti soltanto poche altre volte e soltanto una volta avevano passato seriamente del tempo insieme.

Dopo la sera in cui avevano cenato insieme c'era stato un pomeriggio in cui Matteo e Giulia erano stati a casa di Matteo a suonare insieme e a parlare e per Giulia era stato sin troppo strano, diverso... non era abituata, per nulla.

-Stai pensando a lui, vero?- Logan prese la ragazza in contropiede e infatti Giulia sospirò ed abbassò lo sguardo.

-Lascia stare...- ma ovviamente la giovane non ripensava al fatto che fra gemelli ci corre sempre una certa alchimia e anche se Logan era psicologicamente un maschio l'alchimia che c'era tra di loro ci sarebbe stata per sempre.

-Sono tuo fratello, certe cose le capisco, lo dovresti sapere, ormai. E comunque, io stesso mi vedo col fratello di Matteo. Certo, il nostro primo appuntamento é stato organizzato totalmente da te e da Matteo, però dovremmo rivederci dopo domani e devo ammettere che é un bel ragazzo ed é pure molto simpatico, gentile e un sacco di altre cose- Giulia finì di mangiare, si ripulì la bocca e quindi si alzò, sospirando e tenendo sempre lo sguardo e la testa bassa.

-Io ho 15 e lui 31, ti dice niente? In più per noi cacciatori queste cose dovrebbero essere vietate! Si può avere una relazione solo con un altro cacciatore, é tropo rischioso mettersi con qualcuno che non sa nulla di nulla sul nostro stile di vita! Vampiri, licantropi... come credi che la prenderebbe se lo sapesse!?- era esplosa.

Per lei la vita era sempre stata durissima, non aveva mai potuto avere dei veri amici per colpa di ciò che faceva e tutto ciò le dava non poco fastidio.

Logan prese il proprio zaino e quindi si alzò, andando dalla gemella emettendole una mano sulla spalla.

-Fidati, andrà tutto bene. E adesso vai a prendere lo zaino che dobbiamo andare a scuola- le disse, per poi aspettarla, mentre Giulia trattenendo le lacrime andava a prendere il suo zaino, il suo cellulare e tutto ciò di cui aveva bisogno, per poi inforcare gli occhiali, buttare nello zaino un paio di paletti di frassino, un pugnale d'argento, un paio di bottigliette d'acqua santa e una croce, per poi tornare dal fratello.

 

I due ragazzi avevano preso un pullman che li avrebbe portati direttamente a scuola.

Il viaggio fu piuttosto corto, in cinque minuti furono già arrivati.

-Siamo in anticipo di circa un quarto d'ora, passiamo dalla segreteria- suggerì Logan e quindi Giulia accettò e lo seguì sin dentro l'istituto, un edificio non troppo grande dove c'erano molti ragazzi che aspettavano di entrare, anche se il portone era già aperto.

Molto probabilmente volevano entrare tutti all'ultimo minuto.

Comunque, Logan e Giulia a quel punto si tolsero gli occhiali da Sole, visto che dentro la scuola non servivano.

I due ragazzi si ritrovarono subito in un atrio semi-deserto dove c'erano alcune stanze che dovevano servire da laboratori e alcune pure da aule, in più c'erano pure un paio di corridoi, una rampa di scale, un ascensore e pure la segreteria e la presidenza.

I due gemelli andarono davanti alla segreteria e bussarono.

-Avanti- disse loro una voce femminile e quindi Giulia aprì la porta.

-Siete ragazzi di prima? Avete bisogno di sapere dov'é la vostra classe? O siete semplicemente nuovi?- domandò una signora sulla quarantina dai lunghi capelli biondi e dal sorriso dolce e materno seduta dietro alla scrivania, mentre un'altra signora li salutava sempre da dietro una scrivania.

Molto probabilmente nella segreteria ci lavorano in due.

-Siamo nuovi, ma oltre a dover sapere dove sta la nostra aula dobbiamo sapere pure un'altra cosa, o meglio, io la devo sapere- iniziò Logan e quindi Giulia comprese.

Pure nella vecchia scuola era andata allo stesso modo, soltanto che lì avevano ragioni più che valide per dirgli di no, senza contare che comunque era l'Italia, quindi...

-In che classe siete iscritti?- domandò loro la donna.

-II C- disse Giulia, per poi vedere la donna cercare dei fogli ed annuire.

-Siete al primo piano, corridoio C. C'é scritto, non potrete sbagliarvi. Siete nella tessa classe, quindi? Comunque dimmi pure, caro, dove sta il problema?- domando, rivolgendosi in tono cordiale e calmo a Logan, mentre Giulia sperava vivamente di non arrivare in ritardo proprio il suo primo giorno di scuola.

Il ragazzo le rispose in tutta calma, ma con un certo tono pratico.

-Ho intrapreso la strada per diventare un maschio a tutti gli effetti. Prendo gli ormoni da ormai un mese, ma all'anagrafe sono ancora una femmina. All'appello dovrò rispondere al mio nome femminile? E per quanto riguarda i bagni e gli spogliatoi?- appunto.

Come aveva previsto.

Nella vecchia scuola obbligarono il fratello di Giulia ad andare nei bagni e negli spogliatoi femminili, ma come Giulia ben sapeva era sopratutto perché ancora Logan non prendeva ancora gli ormoni e anche perché erano in Italia.

-Ah sì... tu devi essere Logan Wagner, me ne hanno già parlato della tua condizione. Comunque, per i bagni e gli spogliatoi mi spiace, ma sin dopo l'operazione vera e propria e il cambio di sesso effettivo e pure di nome non se ne fa nulla. Idem per quanto riguarda l'appello- spiegò la donna, quindi, Giulia mise una mano sulla spalla al gemello, comprendendo l'irritazione di lui.

Logan rimase in silenzio, ma dopo poco sbuffò ed alzò gli occhi al soffitto, stringendo i pugni, mentre Giulia tentava di consolarlo come meglio poteva.

-Grazie comunque- disse Giulia, guardando la donna e sorridendole appena, -allora noi andiamo in classe- concluse Giulia, per poi andarsene seguita a ruota da Logan, il quale non parlò per un bel po'.

-Mi girano i coglioni. Ed é come se ce li avessi, te l'assicuro- disse Logan, mentre Giulia apriva la porta della loro classe ed entrava.

I due ragazzi si ritrovarono davanti un'aula di circa diciotto persone con solo due banchi liberi.

Giulia andò a sedersi accanto a una ragazza in seconda fila e Logan fece lo stesso, sedendosi, però, in terza fila e dalla parte opposta della sorella, accanto a un ragazzo.

I ragazzi della classe subito guardarono Giulia come se si fosse messa in una situazione bruttissima, cosa che lei non comprese affatto.

La compagna di banco di Giulia era una ragazza corvina dai lunghi capelli e dagli occhi del colore della pece, mentre la pelle era bianchissima, quasi cadaverica.

-Voi due siete quelle nuove, giusto? Per favore, presentatevi- disse la professoressa seduta dietro la cattedra, la quale era una donna di mezz'età dai corti capelli grigi e dallo sguardo sicuro di sé e deciso.

Logan si alzò e si presentò per primo, specificando, senza però specificare la sua situazione.

Non sa mai come potrebbero prenderla gli altri” si ritrovò a pensare Giulia, per poi alzarsi a sua volta e parlare.

-Io sono Giulia Wagner ed io e Martha siamo gemelle monozigoti. Ho 15 anni, mi piace molto il soprannaturale, m'intendo molto di leggende soprattutto occidentali e cose simili. In più sono un'amante della musica e dei cartoni animati e fumetti in generale, soprattutto di quelli giapponesi- disse, per poi tornare a sedersi.

Parte di ciò che aveva detto non era vero, ma era lo stesso.

Lei non era un'amante del soprannaturale, semplicemente era una cacciatrice, era obbligata ad averci a che fare sempre e comunque.

-Ciao, io sono Rosalya Blood, piacere- si presentò la sua compagna di banco, allungando la mano verso Giulia.

Giulia gliela strinse, ma fu come avere freddo all'improvviso.

La mano di Rosalya era sin troppo fredda.

Giulia sorrise in modo assai forzato, ma riuscendo a mascherare i suoi dubbi.

C'era qualcosa che davvero non le tornava.

Le due ragazze bloccarono lì la conoscenza, almeno per il momento, visto che la professoressa iniziò a spiegare il programma di francese e a chiedere ai due gemelli dove fossero arrivati col loro programma e se avessero mai fatto francese prima di quel momento.

Purtroppo i due ragazzi alle medie e in prima superiore avevano fatto spagnolo e anche se durante l'estate si erano mesi in pari come meglio potevano non avevano di sicuro capito tutto quanto, visto che il primo anno di superiori lo avevano fatto altrove.

Al suono della ricreazione Giulia andò verso la porta della sua classe con l'idea di farsi un giro, ma di scatto si ritrovò a girare la testa verso Rosalya, come incuriosita da quella ragazza.

-Oh, esci?- s'informò l'altra, sfogliando distrattamente un libro e sorridendo appena.

-Che ne dici di portarmi a visitare la scuola? Sai, sono nuova e tutto il resto, quindi...- azzardò Giulia, pensando di conoscere meglio Rosalya, visto che le sembrava una ragazza strana, ma comunque piuttosto interessante.

-Sei sicura? Non hai visto come ti guardavano prima?- le fece notare Rosalya, guardando con tranquillità Giulia, la quale si ricordò di quelli sguardi.

-Sì, perché? Sei vista male qua dentro? Pensi che mi rovinerei la reputazione? Oppure essendo nuova non sono nessuno per girare in tua compagnia?- chiese Giulia, continuando a sostenere tranquillamente lo sguardo dell'altra.

Rosalya dopo poco sorrise divertita, come se fosse rarissimo trovare qualcuno disposto a sostenere una discussione con lei senza problemi.

-Mi temono. Sicuramente pensano che potresti finire male. Magari credono che potrei ucciderti quando meno te lo aspetti o cose del genere... vuoi ancora fare il giro della scuola con me?- le domandò, con un tono piuttosto divertito.

Giulia si ritrovò a trattenere una risata.

Uccidere me? Sì, come no... come se fosse così semplice” pensò, passandosi una mano fra i capelli e sorridendo divertita e quasi sprezzante a Roslaya.

Certo, Giulia non era abituata a parlare molto con gli altri, ma Roslaya sembrava quasi assomigliarle.

-Anche a me mi temevano nella mia vecchia scuola. Sai,hanno sempre pensato che io e la mia famiglia praticassimo la magia, soprattutto io, quindi immaginati quanto avessero paura di me- si ritrovò a dirle, sorprendendosi della facilità con cui si stava aprendo a una che poteva benissimo una sconosciuta.

Rosalya, quindi, si alzò e andò verso Giulia, tenendo, però, le mani rigorosamente in tasca.

-Allora, andiamo? Sembri una tipa interessante. Però, ricordati che dobbiamo tornare in classe in tempo, prima che suoni la campanella di fine ricreazione. Il professore d'inglese non é un tipo raccomandabile, per quanto mi riguarda- le spiegò la corvina e quindi Giulia si ricordò ciò che le aveva detto Matteo a proposito di quel che lui insegnava in quella scuola.

-Come si chiama il professore d'inglese?- domando, quindi, l'albina a Rosalya, mentre s'incamminavano fra i corridoi della scuola e Giulia non ripensava più al fatto d'aver lasciato in cartella un pugnale, dei paletti di frassino assai appuntiti, un crocefisso e dell'acqua santa.

-Matteo Wolf, comunque, questi sono i bagni, adesso ti porto a vedere il resto

 

Angolo autrice:

 

Capitolo pessimo, lo so, ne sono più che cosciente.

Comunque, non sapevo davvero che scrivere e sto tentando di portare avanti quattro storie, di cui tre (contando questa) in fase di pubblicazione, quindi... comunque, per favore, recensite! :)

   
 
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