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Autore: _YeongWonhi_    15/07/2012    4 recensioni
"Prendete due gruppi famosi con due generi musicali completamente differenti e metteteli sul palco degli Mtv World Stage Malaysia. Da una parte i Thirty Seconds To Mars e dall’altra i Beast. Vi chiederete cosa mai potrà esserci che li accomuna… e se fosse una ragazza? Non una ragazza e basta,ma la sorella adottiva dei fratelli Leto, grande amante del ballo hip-hop che si troverà a dover fare una scelta che le cambierà completamente la vita. E,come se non bastasse, si troverà a fare i conti anche con qualcosa che non si può scegliere… l’amore."
Se non conoscete i "Thirty Seconds To Mars" non è un problema,loro sono solo dei personaggi marginali che sostituiscono una potenziale famiglia per la protagonista. La vicenda,invece,coinvolge in primis i Beast. Premetto che questa è la mia prima fan fiction su di Loro, spero che possa essere di vostro gradimento!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“LOVE ISN’T A CHOICE…IT’S A SHOCK!!”

 

EPILOGO: “A New Life!”

_Evelyn

Erano passati tre mesi precisi da quando decisi di rimanere a Seul, ed erano stati i mesi più belli della mia intera esistenza.

Ero riuscita a trovare un posto in cui vivere, ma, soprattutto, a trovare persone che mi amassero per ciò che ero. E non c’era vincita più grande di quella per me.

Avevo una nuova famiglia, avevo degli amici, avevo lui. Non avrei potuto chiedere niente di più.

Poi, si era aggiunta una novità a tutto. Una cosa che avrebbe cambiato definitivamente la mia vita, rendendola più impegnativa si, ma anche più felice. Era qualcosa di indescrivibile, e comportava bensì il coinvolgimento di due persone in primis.

Forse avete già capito… ero rimasta incinta, e dovevo dare la notizia a Gi-Kwang.

Quella mia nuova situazione mi avrebbe costretto a smettere di lavorare, ma avevo già avuto il mio momento di gloria, quindi non lo interpretai come un problema. Ah, già! Ancora non vi ho detto in cosa consisteva il mio lavoro…beh, ogni tanto venivo chiamata per ballare nelle coreografie degli idols. Alla fine ci ero riuscita.

Insomma, l’unico problema che poteva portare il mio stato era una maggiore attenzione da parte di lui nei miei confronti e in quelli del bambino, ovvero una maggiore disattenzione sul lavoro. Ma mi ero promessa di impegnarmi completamente in quella nuova responsabilità, cercando il più possibile di alleggerire i doveri di Kikwang.

Ed ora era arrivato il momento di dargli la notizia, visto che l’avevo scoperta io stessa quella mattina. Così, aspettai che tornassero dalle prove per il nuovo video.

Ero agitata, non potevo negarlo, ma pensai subito alla gioia che una nuova vita avrebbe potuto portare nella nostra. Forse ero un po’ giovane, venti anni e diventare madre non sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma non lo sarebbe stato mai. Io mi sentivo pronta, ed importava solo questo.

Sentii il rumore della chiave inserirsi nella serratura della porta d’ingresso, per poi scattare ed aprirla, permettendo ai ragazzi di entrare.

Li salutai uno per uno, chiedendo loro come era andata a lavoro, ma dalle espressioni che avevano dipinte in faccia si vedeva chiaramente che erano sfiniti. Mi dispiacqui, così mi promisi di prepararli una cena sostanziosa e appagante, almeno avrebbero recuperato le forze, anche se di poco.

Poi, presi Kikwang per mano, dicendogli che dovevo parlargli. Così lo condussi velocemente in camera, impaziente di dargli la notizia. Gli altri non si fecero troppe domande sulla nostra “fuga” momentanea, ormai ci stavano facendo l’abitudine a vederci scomparire di tanto in tanto.

Lo feci letteralmente sedere sul bordo del letto, facendo forza con le mani su entrambe le sue spalle. Lo sguardo che mi rivolse era a dir poco confuso. Notai che non aveva la più pallida idea di cosa dovessi riferirgli, se ne stava lì seduto, a guardarmi circospetto, e pazientemente in attesa.

Quando vide che ero incerta sulla cosa, dato che non sapevo da dove cominciare, inarcò leggermente un sopracciglio, spronandomi silenziosamente a parlare.

-“Beh, ecco… ultimamente non…” era più difficile del previsto “…non siamo stati attenti e… si, insomma, io credo di… hai capito no?” Perfetto! Non ero riuscita a formulare nemmeno una frase per intero.

Nonostante ciò, vidi la sua espressione cambiare velocemente, sembrava che si stesse leggermente incupendo  mentre corrugava la fronte. Assunse addirittura un colore più bianchiccio, che sembrava indicare un lieve stato di malessere. Come reazione non prometteva niente di buono. E infatti…

-“N- non può essere.” inspirò profondamente dalle narici, cercando di elaborare mentalmente la situazione. “Tu…tu vorresti dirmi che…che sei…Oddio! Non riesco nemmeno a dirlo. Non è uno scherzo vero?”

L’ultima frase mi colpì al petto come se fosse stata una frustrata. Come dovevo interpretarla?

-“Secondo te sarei in grado di scherzare su una cosa del genere?” sbottai offesa ed incapace di trattenermi. La sua risposta mi aveva ferito, e non riuscivo a tenere dentro quella sofferenza improvvisa.

Lui non sembrò minimamente scalfito dalle mie emozioni, sembrava entrato in trance. Fissava il vuoto davanti a sé, ricordandomi quando gli detti la notizia della mia partenza. In quest’ultimo caso era stata la tristezza ad indurlo in quella situazione… che si trattasse di infelicità anche ora?

Quel pensiero arrivò troppo velocemente. Doppia frustrata al petto.

-“Ho bisogno d’aria.” sussurrò allora lui, prima di alzarsi dal letto ed uscire dalla stanza sbattendo la porta.

Io mi lasciai cadere sul materasso, congiungendo le mani sul grembo e torturandomi le dita a forza di stringerle tra loro. Non sapevo cosa fare, non avevo la più pallida idea di come avrebbe potuto reagire, ma non mi aspettavo certo che avvenisse così.

Sospirai pesantemente, rimanendo in silenzio in quella stanza che sembrava diventata di ghiaccio. Non fui in grado di fermare le lacrime che ormai scendevano copiose sul mio volto. Cos’avrei dovuto fare? Se Kikwang non avesse voluto un figlio non avrei abortito, la sola idea mi dava il voltastomaco; anche se sapevo perfettamente che ciò avrebbe potuto compromettere il nostro rapporto.

Possibile che fosse sempre tutto così difficile?

Non mi accorsi subito che in camera non ero più da sola ma si era aggiunta una nuova presenza. Le sue braccia forti mi strinsero dolcemente in un abbraccio, dandomi quel poco di conforto di cui necessitavo proprio in quel momento.

-“Grazie.” più che una parola, il suono che mi uscì fuori sembrò un sussurro flebile.

Il rapper non replicò, limitandosi ad aumentare la stretta e accarezzandomi i capelli con ritmo regolare e a dir poco tranquillizzante.

-“Cos’è successo?” chiese poi. “Kiki è appena uscito, e non mi sembrava molto…calmo, ecco. Yo-Seob stava per venire da te ma io l’ho anticipato sul tempo, così è andato da lui.”

Alzai lo sguardo per poterlo fissare negli occhi. L’affetto con cui mi stava guardando mi spinse a dirgli la verità, tanto, prima o poi, sarebbero dovuti venirlo a sapere anche gli altri.

-“Gli ho appena detto che sono incinta.” dissi, un po’ intimorita anche della sua reazione.

-“Oh…ehm…wow.” era imbarazzato, non si poteva non notarlo. “Auguri. Cioè, si usa fare gli auguri in queste circostanze, vero?” si portò una mano al collo, pensieroso.

Quell’immagine mi fece sfuggire un lieve sorriso, era abbastanza raro vedere Jun-Hyung in evidente difficoltà, e la cosa mi divertiva un po’.

-“Si, credo di si.” risposi, tornando al mio stato d’animo precedente.

-“Ne deduco che non l’ha presa molto bene, giusto?” domandò.

-“Esattamente. Sembrava quasi che gli scocciasse, ed io non so proprio cosa fare.”

-“Sono sicuro che ha solo bisogno di un po’ di tempo per rendersi conto della situazione. Credimi, conoscendo la sua idea sui valori della vita, penso proprio che si assumerà le sue responsabilità con piacere. E poi ti ama, quindi già questo dovrebbe farti capire molte cose.”

-“Spero che tu abbia ragione.” replicai, non riuscendo però a dimostrare totale fiducia nelle sue parole.

In  quel momento, la porta cigolò appena, rivelando una figura. Più precisamente la sua. Così,il rapper uscì silenziosamente dalla stanza, lasciandoci soli a chiarire. Notai che sullo stipite, fino a qualche secondo prima, c’era anche Seobie, il quale lo aveva sicuramente aiutato a ragionare. Alla fine aveva ragione Jun-Hyung, anzi… come tempistiche erano state alquanto brevi.

Mi sforzai di sorridergli, ma ciò che venne fuori fu una smorfia appena accennata. Poi lui si sedette accanto a me, prendendomi dolcemente una mano.

-“Scusami per prima, è solo che…mi hai colto impreparato. Spero di non averti dato un’impressione sbagliata. Avrai sicuramente pensato che io non voglio questo bambino, ma non è affatto così, non lo devi pensare neanche. Tutto ciò che riguarda noi due può solo portare gioia nel mio cuore, e lo sai. Ho solo paura di non essere in grado di gestire bene la situazione, ho paura di non essere un buon padre…non so se mi spiego…”

Non lo avevo mai sentito parlare così carico di sentimenti, non che non avesse mai fatto un ragionamento serio e ricco d’amore (per così dire), ma quel suo discorso aveva più sfumature che stavano a rappresentare più emozioni messe insieme, e mi faceva piacere riscoprire anche quel suo lato.

Nel suo tono di voce c’erano le scuse che mi aveva rivolto, nonché il risentimento per aver reagito senza pensare.

C’era l’amore che provava per me e che pronunciava ad alta voce ogni volta che ne aveva l’occasione, per ricordarmi quanto fossi amata da lui.

E poi c’era quella paura che, in qualche modo, provavo anche io. Ovvero la paura di non essere in grado di quel ruolo che, forse, è il più difficile da affrontare in tutta l’intera esistenza dell’essere umano e non.

E se non fossimo stati dei bravi genitori? E se non fossimo riusciti a farci amare o a fargli capire che noi l’amavamo? E se… e se qualcosa fosse andato storto durante la gravidanza?

Era normale avere questo genere di dubbi, lo sapevo. Quindi, cercai di trovare le parole adatte per calmare sia lui che me. Così afferrai il suo volto tra le mani, costringendolo a guardarmi negli occhi.

-“Ehi… sono più che sicura che sarai un ottimo padre perché so perfettamente che ti impegni a pieno in qualsiasi cosa. So anche che crescere un figlio è diverso dallo svolgere un compito, ma ciò che conta è la tua dedizione in tutto e l’amore che sei in grado di dare agli altri, quindi non hai niente di cui temere. Tutto verrà spontaneo, non esistono dei veri manuali in grado di insegnare il ruolo del perfetto genitore. Quest’ultimo può esistere solo se si segue il cuore che ti porta ad amare incondizionatamente il frutto dell’amore tra due persone, il sangue del tuo sangue. Dobbiamo solo amare. E dobbiamo farlo insieme.”

-“Evelyn…come fai?” sussurrò, sembrava quasi sull’orlo di una crisi nervosa.

-“A fare cosa?” domandai a mia volta.

-“A rendere tutto più… facile.

-“Non lo so.” sorrisi per essere riuscita nel mio intento, scrollando le spalle.

-“Dio quanto ti amo!” esclamò poi, dirottando l’argomento verso un'altra direzione.

-“Anche io ti amo.” replicai.

Le sue mani si posarono dolcemente sulla mia pancia, accarezzandola dall’altro verso il basso e viceversa, ed ogni tanto le sue dita disegnavano piccoli cuori intorno all’ombelico.

-“Non è facile pensare che qua dentro si sta formando una nuova vita nell’istante esatto in cui sto dicendo queste parole. Non riesco ancora a concepire bene la cosa. Da qui nascerà il nostro bambino. Mamma Lyn, non sembra incredibile anche a te?”

Risi di gusto, felice della piega che aveva preso la situazione. Non potevo desiderare nient’altro.

-“Certo papà Kwang.”

Continuando ad accarezzarmi ci baciammo dolcemente, continuando a pensare al nostro futuro insieme.

 

Nove mesi dopo…

_Kikwang

Non riuscivo ancora a crederci, per me poteva anche trattarsi solo di un bellissimo sogno. E invece era la realtà.

Stavo tenendo tra le braccia nostro figlio, quel corpicino caldo che si stava adattando alla mia stretta delicata era del nostro bambino.

L’emozione che provai in quel momento era struggente. Sentivo le lacrime pungermi insistentemente agli angoli degli occhi per la felicità, mentre una nuova sensazione di calore mi stava afferrando all’altezza del cuore, avvolgendolo completamente.

Guardai mio figlio negli occhi, e mi parve di sciogliermi al suolo. Quello sguardo innocente e caldo, ancora ignaro della vita e dei segreti del mondo in cui era appena nato, mi fece sentire una persona nuova e migliore. Cristo! Ero diventato papà di una creatura meravigliosa.

Posai il suo tenero corpicino sul petto della madre, prima che i medici lo sottrassero a noi per i controlli necessari. Lo sguardo di Evelyn era lucido ed innamorato quanto il mio, con l’aggiunta della stanchezza che si celava perfettamente dietro la sua gioia incontenibile.

Abbracciai entrambi, prima di posare le mie labbra su quelle della ragazza che mi aveva stravolto l’intera esistenza. La baciai come non l’avevo mai baciata.

Perché in quel bacio era racchiuso tutto l’amore che provavo per lei misto a quello nuovo che mi stava devastando e che nutrivo nei confronti di quella nuova e meravigliosa vita.

Tutto ruotava intorno all’amore. Aveva avuto ragione Evelyn quando aveva detto che l’unica cosa che dovevamo fare era amare.

Perché era l’amore che ci aveva portati fino a lì, finalmente felici e sicuri di ciò che volevamo.

 Ed era l’amore che aveva permesso la nascita di nostro figlio. Ovvero del segno inconfutabile che i nostri sentimenti erano reali.

Era l’amore che ci aveva fatto comprendere a pieno il significato della parola “vita”.

Ed era sempre l’amore la forma più bella dello “shock” che potesse mai esistere.

 

Intanto, lo sguardo ignaro (a detta dei genitori) del loro piccolo, stava osservando la scena, orgoglioso di essere figlio di quelle due persone stupende che già amava.

Perché ogni bambino, per quanto innocente e ignaro possa sembrare agli occhi degli adulti, in realtà comprende più cose di quanto possano fare più persone adulte messe insieme. Perché il loro cuore è ancora puro e privo della malignità degli uomini.

Parola di Lee Joseph.

                                               
                                                   ...The End....




O mio Dio! Non riesco ancora a credere che sia finita davvero ç_ç Veramente, sono a corto di parole, non so veramente cosa dire se non che sono tremendamente felice di aver condiviso questa fan fiction con tutti voi! Mi ci sono impegnata al massimo, dal primo all'ultimo capitolo, e ne è valsa veramente la pena perchè ho trovato delle lettrici favolose *-* E, a proposito di ciò, ringrazio per l'ultima volta, :'( , coloro che mi hanno affiancata in quest'esperienza fino alla fine, specialmente:
-Ace_B2uty95, per avermi accompagnata sin dal primo capitolo e aver creduto in questa storia anche quando non sapevo nemmeno io come sarebbe andata a finire. Grazie mille, davvero! <3
-lil_monkey, per essersi risparmiata di uccidermi più volte (u.U), e per il suo sostegno. Per non parlare del mio nuovo sprannome da lei affibbiatomi "fottuto genietto" :3, lo adoro! <3 Grazie cara!
-macky_love, per avermi detto sempre quello che pensava riguardo la storia, senza peli sulla lingua. Gomawo! <3
-Yoona Hye, per avermi recensito ultimamente, nonostante all'inzio non seguisse questa storia *-* e per avermi detto che sono una delle sue preferite. Thank you darling! <3
Forse vi sembrerà strano, ma vi voglio bene!
E poi, ovviamente, grazie a tutte voi che avete letto silenziosamente, apprezzando questi miei scleri! Ve ne sono grata!
Gomawo & Fighting! *-*

PS: Scusate il ritardo!!

 

   
 
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