“LOVE
ISN’T A CHOICE…IT’S A SHOCK!!”
EPILOGO:
“A New Life!”
_Evelyn
Erano
passati tre mesi precisi da quando decisi di rimanere a Seul, ed erano
stati i
mesi più belli della mia intera esistenza.
Ero
riuscita a trovare un posto in cui vivere, ma, soprattutto, a trovare
persone
che mi amassero per ciò che ero. E non c’era
vincita più grande di quella per
me.
Avevo
una nuova famiglia, avevo degli amici, avevo lui.
Non avrei potuto chiedere niente di più.
Poi,
si era aggiunta una novità a tutto. Una cosa che avrebbe
cambiato
definitivamente la mia vita, rendendola più impegnativa si,
ma anche più
felice. Era qualcosa di indescrivibile, e comportava bensì
il coinvolgimento di
due persone in primis.
Forse
avete già capito… ero rimasta incinta,
e
dovevo dare la notizia a Gi-Kwang.
Quella
mia nuova situazione mi avrebbe costretto a smettere di lavorare, ma
avevo già
avuto il mio momento di gloria, quindi non lo interpretai come un
problema. Ah,
già! Ancora non vi ho detto in cosa consisteva il mio
lavoro…beh, ogni tanto
venivo chiamata per ballare nelle coreografie degli idols. Alla fine ci
ero
riuscita.
Insomma,
l’unico problema che poteva portare il mio stato era una
maggiore attenzione da
parte di lui nei miei confronti e
in
quelli del bambino, ovvero una maggiore disattenzione
sul lavoro. Ma mi ero promessa di impegnarmi completamente in quella
nuova
responsabilità, cercando il più possibile di
alleggerire i doveri di Kikwang.
Ed
ora era arrivato il momento di dargli la notizia, visto che
l’avevo scoperta io
stessa quella mattina. Così, aspettai che tornassero dalle
prove per il nuovo
video.
Ero
agitata, non potevo negarlo, ma pensai subito alla gioia che una nuova
vita
avrebbe potuto portare nella nostra. Forse ero un po’
giovane, venti anni e
diventare madre non sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma non lo
sarebbe stato
mai. Io mi sentivo pronta, ed importava solo questo.
Sentii
il rumore della chiave inserirsi nella serratura della porta
d’ingresso, per
poi scattare ed aprirla, permettendo ai ragazzi di entrare.
Li
salutai uno per uno, chiedendo loro come era andata a lavoro, ma dalle
espressioni che avevano dipinte in faccia si vedeva chiaramente che
erano
sfiniti. Mi dispiacqui, così mi promisi di prepararli una
cena sostanziosa e
appagante, almeno avrebbero recuperato le forze, anche se di poco.
Poi,
presi Kikwang per mano, dicendogli che dovevo parlargli.
Così lo condussi
velocemente in camera, impaziente di dargli la notizia. Gli altri non
si fecero
troppe domande sulla nostra “fuga” momentanea,
ormai ci stavano facendo
l’abitudine a vederci scomparire di tanto in tanto.
Lo
feci letteralmente sedere sul bordo del letto, facendo forza con le
mani su
entrambe le sue spalle. Lo sguardo che mi rivolse era a dir poco
confuso. Notai
che non aveva la più pallida idea di cosa dovessi
riferirgli, se ne stava lì
seduto, a guardarmi circospetto, e pazientemente in attesa.
Quando
vide che ero incerta sulla cosa, dato che non sapevo da dove
cominciare, inarcò
leggermente un sopracciglio, spronandomi silenziosamente a parlare.
-“Beh,
ecco… ultimamente non…” era
più difficile del previsto “…non siamo
stati
attenti e… si, insomma, io credo di… hai capito
no?” Perfetto! Non ero riuscita
a formulare nemmeno una frase per intero.
Nonostante
ciò, vidi la sua espressione cambiare velocemente, sembrava
che si stesse
leggermente incupendo mentre
corrugava
la fronte. Assunse addirittura un colore più bianchiccio,
che sembrava indicare
un lieve stato di malessere. Come reazione non prometteva niente di
buono. E
infatti…
-“N-
non può essere.” inspirò profondamente
dalle narici, cercando di elaborare
mentalmente la situazione. “Tu…tu vorresti dirmi
che…che sei…Oddio! Non riesco
nemmeno a dirlo. Non è uno scherzo vero?”
L’ultima
frase mi colpì al petto come se fosse stata una
frustrata. Come dovevo interpretarla?
-“Secondo
te sarei in grado di scherzare su una cosa del genere?”
sbottai offesa ed
incapace di trattenermi. La sua risposta mi aveva ferito, e non
riuscivo a
tenere dentro quella sofferenza improvvisa.
Lui
non sembrò minimamente scalfito dalle mie emozioni, sembrava
entrato in trance.
Fissava il vuoto davanti a sé, ricordandomi quando gli detti
la notizia della
mia partenza. In quest’ultimo caso era stata la tristezza ad
indurlo in quella
situazione… che si trattasse di
infelicità anche ora?
Quel
pensiero arrivò troppo velocemente. Doppia
frustrata al petto.
-“Ho
bisogno d’aria.” sussurrò allora lui,
prima di alzarsi dal letto ed uscire
dalla stanza sbattendo la porta.
Io
mi lasciai cadere sul materasso, congiungendo le mani sul grembo e
torturandomi
le dita a forza di stringerle tra loro. Non sapevo cosa fare, non avevo
la più
pallida idea di come avrebbe potuto reagire, ma non mi aspettavo certo
che
avvenisse così.
Sospirai
pesantemente, rimanendo in silenzio in quella stanza che sembrava
diventata di
ghiaccio. Non fui in grado di fermare le lacrime che ormai scendevano
copiose
sul mio volto. Cos’avrei dovuto
fare? Se
Kikwang non avesse voluto un figlio non avrei abortito, la sola idea mi
dava il
voltastomaco; anche se sapevo perfettamente che ciò avrebbe
potuto
compromettere il nostro rapporto.
Possibile
che fosse sempre tutto così difficile?
Non
mi accorsi subito che in camera non ero più da sola ma si
era aggiunta una
nuova presenza. Le sue braccia forti mi strinsero dolcemente in un
abbraccio,
dandomi quel poco di conforto di cui necessitavo proprio in quel
momento.
-“Grazie.”
più che una parola, il suono che mi uscì fuori
sembrò un sussurro flebile.
Il
rapper non replicò, limitandosi ad aumentare la stretta e
accarezzandomi i
capelli con ritmo regolare e a dir poco tranquillizzante.
-“Cos’è
successo?” chiese poi. “Kiki è appena
uscito, e non mi sembrava molto…calmo,
ecco. Yo-Seob stava per venire da te ma io l’ho anticipato
sul tempo, così è
andato da lui.”
Alzai
lo sguardo per poterlo fissare negli occhi. L’affetto con cui
mi stava guardando
mi spinse a dirgli la verità, tanto, prima o poi, sarebbero
dovuti venirlo a
sapere anche gli altri.
-“Gli
ho appena detto che sono incinta.” dissi, un po’
intimorita anche della sua
reazione.
-“Oh…ehm…wow.”
era imbarazzato, non si poteva non notarlo. “Auguri.
Cioè, si usa fare gli
auguri in queste circostanze, vero?” si portò una
mano al collo, pensieroso.
Quell’immagine
mi fece sfuggire un lieve sorriso, era abbastanza raro vedere Jun-Hyung
in
evidente difficoltà, e la cosa mi divertiva un po’.
-“Si,
credo di si.” risposi, tornando al mio stato
d’animo precedente.
-“Ne
deduco che non l’ha presa molto bene, giusto?”
domandò.
-“Esattamente.
Sembrava quasi che gli scocciasse, ed io non so proprio cosa
fare.”
-“Sono
sicuro che ha solo bisogno di un po’ di tempo per rendersi
conto della
situazione. Credimi, conoscendo la sua idea sui valori della vita,
penso
proprio che si assumerà le sue responsabilità con
piacere. E poi ti ama, quindi
già questo dovrebbe farti capire molte cose.”
-“Spero
che tu abbia ragione.” replicai, non riuscendo
però a dimostrare totale fiducia
nelle sue parole.
In
quel momento, la porta cigolò appena,
rivelando una figura. Più precisamente la sua.
Così,il rapper uscì silenziosamente dalla stanza,
lasciandoci soli a chiarire. Notai
che sullo stipite, fino a qualche secondo prima, c’era anche
Seobie, il quale
lo aveva sicuramente aiutato a ragionare. Alla fine aveva ragione
Jun-Hyung,
anzi… come tempistiche erano state alquanto brevi.
Mi
sforzai di sorridergli, ma ciò che venne fuori fu una
smorfia appena accennata.
Poi lui si sedette accanto a me, prendendomi dolcemente una mano.
-“Scusami
per prima, è solo che…mi hai colto impreparato.
Spero di non averti dato
un’impressione sbagliata. Avrai sicuramente pensato che io
non voglio questo bambino, ma non
è affatto così,
non lo devi pensare neanche. Tutto ciò che riguarda noi due può solo portare gioia
nel mio cuore, e lo sai. Ho solo
paura di non essere in grado di gestire bene la situazione, ho paura di
non
essere un buon padre…non so se mi
spiego…”
Non
lo avevo mai sentito parlare così carico di sentimenti, non
che non avesse mai
fatto un ragionamento serio e ricco d’amore (per
così dire), ma quel suo
discorso aveva più sfumature che stavano a rappresentare
più emozioni messe
insieme, e mi faceva piacere riscoprire anche quel suo lato.
Nel suo
tono di voce c’erano le scuse che mi aveva rivolto,
nonché il risentimento per aver reagito senza pensare.
C’era
l’amore che provava per me e che pronunciava ad alta
voce ogni volta che ne aveva l’occasione, per ricordarmi
quanto fossi amata da
lui.
E poi
c’era quella paura che, in qualche modo, provavo anche
io. Ovvero la paura di non essere in grado di quel ruolo che, forse,
è il più
difficile da affrontare in tutta l’intera esistenza
dell’essere umano e non.
E se
non fossimo stati dei bravi genitori? E se non fossimo
riusciti a farci amare o a fargli capire che noi l’amavamo? E
se… e se qualcosa
fosse andato storto durante la gravidanza?
Era
normale avere questo genere di dubbi, lo sapevo. Quindi, cercai di
trovare le
parole adatte per calmare sia lui che me. Così afferrai il
suo volto tra le
mani, costringendolo a guardarmi negli occhi.
-“Ehi…
sono più che sicura che sarai un ottimo padre
perché so perfettamente che ti
impegni a pieno in qualsiasi cosa. So anche che crescere un figlio
è diverso
dallo svolgere un compito, ma ciò che conta è la
tua dedizione in tutto e
l’amore che sei in grado di dare agli altri, quindi non hai
niente di cui
temere. Tutto verrà spontaneo, non esistono dei veri manuali
in grado di
insegnare il ruolo del perfetto genitore. Quest’ultimo
può esistere solo se si
segue il cuore che ti porta ad amare incondizionatamente il frutto
dell’amore
tra due persone, il sangue del tuo sangue. Dobbiamo solo amare.
E dobbiamo farlo insieme.”
-“Evelyn…come
fai?” sussurrò, sembrava quasi sull’orlo
di una crisi nervosa.
-“A
fare cosa?” domandai a mia volta.
-“A
rendere tutto più… facile.”
-“Non
lo so.” sorrisi per essere riuscita nel mio intento,
scrollando le spalle.
-“Dio
quanto ti amo!” esclamò poi, dirottando
l’argomento verso un'altra direzione.
-“Anche
io ti amo.” replicai.
Le
sue mani si posarono dolcemente sulla mia pancia, accarezzandola
dall’altro
verso il basso e viceversa, ed ogni tanto le sue dita disegnavano
piccoli cuori
intorno all’ombelico.
-“Non
è facile pensare che qua dentro si sta formando una nuova
vita nell’istante
esatto in cui sto dicendo queste parole. Non riesco ancora a concepire
bene la
cosa. Da qui nascerà il nostro bambino.
Mamma Lyn, non sembra incredibile anche a te?”
Risi
di gusto, felice della piega che aveva preso la situazione. Non potevo
desiderare nient’altro.
-“Certo
papà Kwang.”
Continuando
ad accarezzarmi ci baciammo dolcemente, continuando a pensare al nostro
futuro insieme.
Nove
mesi dopo…
_Kikwang
Non
riuscivo ancora a crederci, per me poteva anche trattarsi solo di un
bellissimo
sogno. E invece era la realtà.
Stavo
tenendo tra le braccia nostro figlio,
quel corpicino caldo che si stava adattando alla mia stretta delicata
era del nostro bambino.
L’emozione
che provai in quel momento era struggente. Sentivo le lacrime pungermi
insistentemente agli angoli degli occhi per la felicità,
mentre una nuova
sensazione di calore mi stava afferrando all’altezza del
cuore, avvolgendolo
completamente.
Guardai
mio figlio negli occhi, e mi parve
di
sciogliermi al suolo. Quello sguardo innocente e caldo, ancora ignaro
della
vita e dei segreti del mondo in cui era appena nato, mi fece sentire
una
persona nuova e migliore. Cristo! Ero diventato papà
di una creatura meravigliosa.
Posai
il suo tenero corpicino sul petto della madre, prima che i medici lo
sottrassero a noi per i controlli necessari. Lo sguardo di Evelyn era
lucido ed
innamorato quanto il mio, con l’aggiunta della stanchezza che
si celava
perfettamente dietro la sua gioia incontenibile.
Abbracciai
entrambi, prima di posare le mie labbra su quelle della ragazza che mi
aveva
stravolto l’intera esistenza. La baciai come non
l’avevo mai baciata.
Perché
in quel bacio era racchiuso tutto l’amore che provavo
per lei misto a quello nuovo che mi stava devastando e che nutrivo nei
confronti di quella nuova e meravigliosa vita.
Tutto
ruotava intorno all’amore.
Aveva avuto ragione Evelyn quando aveva detto che l’unica
cosa che dovevamo fare era amare.
Perché
era l’amore che ci aveva portati fino a lì,
finalmente felici e sicuri di ciò che volevamo.
Ed era l’amore che
aveva permesso la nascita di nostro
figlio. Ovvero del segno inconfutabile che i nostri
sentimenti erano reali.
Era
l’amore che ci aveva fatto comprendere a pieno il
significato della parola “vita”.
Ed era
sempre l’amore la forma più
bella dello “shock” che potesse mai esistere.
Intanto,
lo sguardo ignaro (a detta dei genitori) del loro piccolo, stava
osservando la
scena, orgoglioso di essere figlio di quelle due persone stupende che
già
amava.
Perché
ogni bambino, per quanto innocente e ignaro possa
sembrare agli occhi degli adulti, in realtà comprende
più cose di quanto
possano fare più persone adulte messe insieme.
Perché il loro cuore è ancora puro
e privo della malignità degli
uomini.
Parola di Lee Joseph.
...The End....
O mio Dio! Non riesco ancora a credere che sia finita davvero ç_ç Veramente, sono a corto di parole, non so veramente cosa dire se non che sono tremendamente felice di aver condiviso questa fan fiction con tutti voi! Mi ci sono impegnata al massimo, dal primo all'ultimo capitolo, e ne è valsa veramente la pena perchè ho trovato delle lettrici favolose *-* E, a proposito di ciò, ringrazio per l'ultima volta, :'( , coloro che mi hanno affiancata in quest'esperienza fino alla fine, specialmente:
-Ace_B2uty95, per avermi accompagnata sin dal primo capitolo e aver creduto in questa storia anche quando non sapevo nemmeno io come sarebbe andata a finire. Grazie mille, davvero! <3
-lil_monkey, per essersi risparmiata di uccidermi più volte (u.U), e per il suo sostegno. Per non parlare del mio nuovo sprannome da lei affibbiatomi "fottuto genietto" :3, lo adoro! <3 Grazie cara!
-macky_love, per avermi detto sempre quello che pensava riguardo la storia, senza peli sulla lingua. Gomawo! <3
-Yoona Hye, per avermi recensito ultimamente, nonostante all'inzio non seguisse questa storia *-* e per avermi detto che sono una delle sue preferite. Thank you darling! <3
Forse vi sembrerà strano, ma vi voglio bene!
E poi, ovviamente, grazie a tutte voi che avete letto silenziosamente, apprezzando questi miei scleri! Ve ne sono grata!
Gomawo & Fighting! *-*
PS: Scusate il ritardo!!