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Autore: Allegra_    17/07/2012    5 recensioni
"Noemi, per tutti conosciuta come Noe, è una sedicenne fiorentina che ha solo un pilastro portante nella sua vita: l'amore che provano verso di lei i suoi amici ed i suoi familiari, i quali la sostengono sempre e la accompagnano in ogni sua mossa.
Ma il suo equilibrio inizierà a rompersi man mano dopo la separazione dei suoi genitori ed il suo trasferimento a Torino, città nella quale Noe imparerà cosa significa amare ed essere amata davvero."
Spero vi piaccia, mi sono impegnata davvero molto per scriverla, quindi lasciate una recensione se avete cinque minuti, ve ne sarò grata
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 : Ricordi


- Hey Noe !! Che ti succede ?? – mi domandò preoccupata Hill, abbandonando per un attimo la sua animata discussione con Mic.
- Fra’ !! – sbottai scocciata sedendomi in mezzo alle due sul muretto esterno all’istituto.
- Giuro che gli spaccherei quella faccia odiosa che si ritrova !!! Prima mi dice di non illudermi, e poi mi fa una scenata di gelosia perché Davide mi ha chiesto di uscire !!! – buttai fuori tutto insieme credendo di riuscire a sbollire la rabbia in quel modo, ma evidentemente non funzionava.
Da quando ero piccola, l’unica maniera per calmarmi dopo una lite o qualunque cosa, era sempre stata la boxe … adoravo quello sport, e nonostante fossi una ragazza più che femminile, tiravo pugni meglio di tutti i maschi che conoscevo.
- Aspetta aspetta aspetta !!! – m bloccò subito Mic dal continuare a raccontare e a sfogarmi.
Lanciò uno sguardo a Hill che subito ricambiò con complicità, prima di esclamare: - Non so se sia più scandaloso che tu esca con Dav, o che Fra’ sia geloso di te !! –
- No !! – strillai accompagnandomi con un teatrale gesto delle mani – Dice di non essere geloso !! Cioè … capite fino a dove arriva ??? –
- Calmati tesoro !! Respira … - mi intimò Hilary portando le mani dall’alto verso il basso, inspirando ed espirando lentamente, cosa che subito imitai.
- Ma che respira e respira !!! – borbottò Mic bloccandomi i polsi in malo modo – L’unico modo per calmarti e dargliele di santa ragione, andiamo !! – fece per trascinarmi, quando il suono della campanella ci avvisò dell’inizio della quarta ora di lezione: matematica.
Hilary ci salutò con un sorriso, non prima di avermi fatto ripetere l’esercizio di qualche minuto prima per un centinaio di volte, mentre Mic al mio fianco continuava a dirmi di doverlo picchiare per ottenere un buon risultato.
Inutili entrambe le cose.
Respirare era la cosa più stupida di questo mondo, che non metteva per niente l’anima in pace né placava la rabbia, e farle prendere a Fra’ era totalmente fuori discussione: il sacco che avevo appeso sul soffitto della mia stanza e che scendeva lungo il muro avrebbe fatto proprio a caso mio.
I miei pensieri però vennero di colpo interrotti dall’entrata del preside in classe.
Tutto il gruppo studenti si alzò in piedi prima di risedersi ad ascoltare l’uomo sulla cinquantina appoggiato davanti alla lavagna ed io, incerta sul da farsi, li imitai in ogni loro mossa.
- Buongiorno a tutti ragazzi !! Volevo avvisarvi che da oggi inizieranno le prove per lo spettacolo di Natale, il quale avrà luogo i primi giorni di Dicembre.
Abbiamo un mese per preparare il tutto, e come sempre parteciperanno tutte le classi dell’istituto, rappresentando ognuna una diversa forma artistica. –
Che cosa ?? Saggio di Natale ??? Ma non eravamo un po’ troppo grandi per pensare a queste cose ??
Da una parte però la cosa mi piaceva, sarebbe stato divertente mettere in scena uno spettacolo, e soprattutto avremmo potuto saltare parecchie ore di lezione per farlo.
Mi chiedevo solo quale arte ci fosse toccata …
- Voi, 3 B, metterete in scena l’arte  - il preside sembrava aver capito perfettamente cosa esigevo sapere – canora !!! – esclamò con così tanta felicità, che se avesse iniziato a saltare e battere le mani ritmicamente mi sarebbe sembrato normale.
Fece per uscire dalla classe quando, voltandosi di nuovo verso di noi, annunciò: - Ah, alla prossima ora non avrete matematica, ma musica per iniziare a scegliere i rappresentanti della vostra sezione !! –
E allora il caos che per troppo tempo era stato placato, fuoriuscì da ognuno di noi riempiendo pienamente la classe.
- Hey ragazzi un po’ di calma !! – esclamò la professoressa Ginetti, docente di musica, mettendosi a sedere sul bordo della cattedra.
Tanta era stata la confusione a sapere che non avremo dovuto lottare per un’intera ora contro numeri e simboli, che non mi ero neanche accorta dell’uscita di scena del preside, e dell’entrata della donna abbastanza in carne e formosa la quale in quel momento sorrideva entusiasta guardandoci tutti.
- La Ginetti è un’appassionata di spettacoli a teatro !! – mi sussurrò Mic all’orecchio mettendo a tacere tutti i miei dubbi sul perché fosse così eccitata.
- Bene ragazzi – cominciò la donna – Datosi che le classi a partecipare allo spettacolo sono davvero molte, avremmo a disposizione solo 2 esibizioni canore da mettere in scena, e ho intenzione di far brillare la vostra sezione !! –
Entusiasta era dire poco, quella donna era praticamente in estasi, ma la cosa che mi sorprendeva di più era che il merito fosse tutto di uno spettacolo scolastico per Natale … roba da non credere !!
- Bene, ho già presenti tutti i vostri diversi timbri di voce, l’unico che non conosco è quello della signorina nuova – puntò un dito in mia direzione facendomi segno di alzarmi e di andare verso la lavagna.
Obbedii anche se un po’ in imbarazzo, prima di ascoltare la sua richiesta.
- Noemi vuoi cantarci qualcosa ?? –
- Certo professoressa Ginetti – sorrisi falsa quasi quanto la sua dentatura.
Amavo cantare, ma farlo davanti alla mia classe era qualcosa che mai avevo pensato di dover fare: a Firenze non c’erano saggi cui partecipare e talenti da mettere in mostra, non c’ero abituata !!
Deglutii pesantemente trovando nello sguardo di Mic un po’ della sicurezza che mi serviva, quindi iniziai a cantare quella canzone che sempre avevo adorato, ma alla quale solo in quel momento riuscivo ad attribuire un significato diverso.
When You’re Gone di Avril Lavigne, le cui parole riuscivano a farmi pensare ad una sola persona: mia madre.


“Ho sempre avuto bisogno di tempo per me 
non ho mai pensato che avrei avuto bisogno
 che tu fossi lì quando piangevo “

Avevo sempre creduto che l’unica cosa di cui avessi bisogno fosse starmene da sola in camera, sapendo che lei e papà erano di là sul divano, ma solo dopo averla persa comprendevo quanto avrei voluto starmene abbracciata a loro due a vedere un film, mandando al diavolo i miei pensieri che adesso reputavo solo inutili.

“ E i giorni sembrano anni quando sono sola 
e il letto dove sei disteso è messo a posto dal tuo lato 
quando vai via conto i passi che fai 
vedi quanto ho bisogno di te adesso? “

E adesso si, avevo comunque papà accanto a proteggermi e darmi forza, ma non era lo stesso.
Lui non poteva rivestire il suo ruolo, nessun altro avrebbe potuto: ormai ero marcata a vita, e questa era la cosa che mi faceva più male.
Perché non avrei potuto sostituirla, perché adesso che l’avevo persa in una maniera orrenda e crudele, capivo quanto avessi bisogno di lei.

“ Quando sei lontano 
i pezzi del mio cuore sentono la tua mancanza 
quando sei lontano 
manca anche il volto che conoscevo 
quando sei lontano 
mi mancano le parole che ho bisogno di sentire

per farmi sempre andare avanti
fino alla fine della giornata 
mi manchi “

Conclusi la canzone con gli occhi ormai velati dalle lacrime e dopo aver chiesto il permesso alla professoressa con la voce stozzata che fuoriusciva a malapena, corsi verso il bagno.
E allora non cercai più di frenare le lacrime, perché dopotutto, anche se mi dimostravo una persona forte che non necessita altri per andare avanti, il fatto che lei mi avesse abbandonata mi faceva sentire inutile, vuota, persa, come se fosse stato al contrario, ed io non servissi nemmeno a coloro che di aiuto ne necessitavano tanto.
- Perché !! ?? – strillai sbattendo la porta alle mie spalle e buttando la testa all’indietro appoggiandomi al muro di fronte allo specchio.
E per la prima volta da quando avevo scoperto cosa fosse, lasciai da parte la mia immagine riflessa in esso, chiudendo gli occhi e lasciandomi andare completamente all’angoscia e alla malinconia.
D’un tratto vidi la maniglia della porta abbassarsi e una persona entrare, ma mai avrei neanche solo provato a pensare che quella persona potesse essere Francesco.
- Guarda che non c’è bisogno di piangere !! Non stoni poi tanto, dovresti sentire me … - sorrise ironico dandomi motivo di credere che non aveva capito un tubo del perché delle mie lacrime.
- Guarda che non piango per quello !! E poi io non stono !! – provai a sbottare, anche se la mia voce rotta dal pianto che usciva a singhiozzi mi aiutò ben poco.
- Ho capito allora … il cretino di 3 A ti ha dato buca !! Che peccato !! – esclamò fintamente dispiaciuto facendomi accennare ad un sorriso, per poi fare cenno di no con la testa.
- Ce l’ho !! Sei distrutta perché muori dalla voglia di baciarmi, ma non ne hai il coraggio !! – la sua espressione saccente mi fece ridere per qualche secondo, ma lui ignorò la cosa aggiungendo subito dopo – Beh, è comprensibile che tu non resista però … -
- Zitto e abbracciami !! – sbottai mettendolo a tacere e lasciandolo per un attimo interdetto.
Ma quando mi avvicinai a lui e gli buttai le braccia al collo non esitò nemmeno un secondo ad avvolgermi la vita e a stringermi forte accarezzandomi la schiena con le mani.
- Hey se vuoi abbracciarmi invece che baciarmi o prendermi a parole vuol dire che stai proprio male !! – buttò giù ironico dopo un attimo di smarrimento, per poi domandarmi quasi dolcemente – Vuoi dirmi che ti succede ??? –
In risposta lo strinsi più forte, facendogli comprendere chiaramente che non avevo voglia di raccontarglielo.
Non lo avevo detto alle mie amiche più care di quel momento, figuriamoci a lui che non faceva altro che mandarmi continuamente in confusione !!
- Fra’, nonostante tutto … grazie. – sussurrai al suo orecchio senza interrompere l’abbraccio, cosa che non fece neanche lui, e che per uno strano motivo mi fece sentire estremamente bene.

 
Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !! Ci tengo a questo capitolo, perché Noe ricorda sua madre e ci sta male ovviamente, e poi Fra’ che prova a consolarla facendo il cretino mi piace troppo !!
Ho notato che lo scorso cappy ha avuto solo una recensione, quindi vi dico: se non vi piace la storia basta dirlo, non vi preoccupate, accetto i giudizi negativi ;-)
Un bacino <3

   
 
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