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Autore: Always Sil    18/07/2012    4 recensioni
FAN FICTION SOSPESA, RIPRENDERA' QUANDO LA FANTASIA RITORNERA'
- Spoiler per chi non avesse letto " Il canto della rivolta" -
Cosa sarebbe successo se, alla fine dell'edizione della memoria, avessero recuperato Peeta al posto di Katniss?
Cosa sarebbe successo se Katniss fosse stata torturata, mentre Peeta era sano e salvo al distretto 13?
Insomma, il libro "il canto della rivolta" un tantino diverso dall'originale.
[Dal primo capitolo:
La sua voce è fredda e distaccata, ma i suoi occhi lo tradiscono.
È angosciato, preoccupato e triste.
Non c’è bisogno che gli chieda il perché, tanto la risposta la conosciamo tutti e due.
Un solo nome, il suo.
Katniss. ]
Genere: Guerra, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La mia vita è come una tela bianca se non ci sei tu a colorarla.
 

Sono accovacciato per terra davanti alla panetteria, o meglio, davanti a quel che ne resta.
Ho capito che sono qui perché ho riconosciuto il forno dove tutta la mia famiglia cuoceva il pane, altrimenti l’avrei sorpassata senza neanche accorgermene.
Le mie mani sono appoggiate a terra, nere, come la polvere di carbone che ricopre tutto il distretto 12.
In lontananza le miniere bruciano ancora, disperdendo nell’aria un fumo grigio, ma nessuno preoccupa, perché il distretto è deserto, o meglio ci sono solo io e un paio di hovercraft che volano invisibili sopra la mia testa.
-Peeta, tutto ok?- la voce di Plutarch Heavensbee mi distrae dai miei pensieri.
-Si, faccio ancora un giro e arrivo- dico, parlando ad alta voce.
Mi sento uno stupido, è come se parlassi da solo, ma in questo momento non mi interessa granché fare la figura dell’idiota.
Mi alzo lentamente, togliendomi la cenere dalle mani e dai pantaloni, e mi dirigo verso il villaggio dei vincitori, l’unica parte di distretto 12 ancora in piedi.
È una carognata per i pochi di noi rimasti vivi, è come dire “abbiamo distrutto tutto il distretto ma le case che contano le lasciamo in piedi” oppure quando vengono i giornalisti, sempre i più sfortunati perché nessuno vorrebbe venire qui adesso, devono avere un bel posto dove alloggiare.
Arrivo davanti a casa mia e apro piano la porta, proprio come facevo un tempo, quando uscivo per delle passeggiate notturne per cercare di calmarmi dagli incubi e quando rientravo aprivo la porta piano cercando di non disturbare nessuno.
Ora non potrò mai più disturbare né i miei genitori né i miei fratelli perché, da quando Capitol City ha lanciato le bombe, di loro non si sa più nulla, in poche parole sono tutti morti.
Ogni tanto mi capita di ripensare ai miei fratelli, e quando lo faccio arriva una fitta al petto tanto violenta da farmi mancare il respiro.
Con passo malfermo arrivo in cucina, anche a distanza di tre settimane l’odore del pane e delle focacce ancora invade questa casa.
Il tavolo, le sedie, il piano della cucina, tutto è ricoperto da un sottilissimo strato di polvere, che si alza al mio passaggio, facendomi lacrimare gli occhi.
La testa inizia a pulsarmi dolorosamente, l’aria è diventata soffocante, il cuore aumenta il ritmo dei battiti e il respiro si è fatto irregolare, devo uscire da qui o rischio un attacco di panico.
Mi avvio verso la porta di ingresso, voltandomi un ultima volta a guardare la casa, come se mi aspettassi di vedere mio padre sbucare dal salotto, ma non arriva nessuno.
Esco per andare al prato, dove mi aspetta l’hovercraft per riportarmi al distretto che fino a poco tempo fa’ consideravo distrutto, il distretto 13.
La mia casa è in mezzo, a destra si trova quella di Haymitch, a sinistra quella di Katniss.
Katniss non è qui con me, o al distretto 13, no.
Lei è stata fatta prigioniera a Capitol City subito dopo aver fatto esplodere il campo di forza dell’arena.
Cosa ti stanno facendo Kat?
Sei forte, tu non ti arrendere mai, capito?
Non ti arrendere perché tutti hanno bisogno di te, io ho bisogno di te.
Passando davanti a casa sua noto qualcosa sulla veranda, è piccolo di uno strano colore giallastro.
Mi avvicino e lo guardo meglio, ha un orecchio mozzo e un nastrino azzurro legato intorno al collo.
Ranuncolo, il loro gatto.
È acciambellato su se stesso, quindi non sente i miei passi, però si riscuote quando gli parlo
-Ehi micio, andiamo da Katniss?- chiedo.
Appena sente il nome di Kat inizia a soffiarmi contro, non è molto simpatico questo gatto.
-Allora, non vuoi vedere Prim?- ritento, ed ho fortuna.
Non ho fatto neanche in tempo a dire Prim che lui si struscia sulle mie gambe, lo sollevo e inizio a camminare velocemente verso la mia meta, il prato.
Muovo il braccio in cielo, e un secondo dopo un hovercraft si materializza sopra la mia testa, calando una scaletta sulla quale mi isso, sempre tenendo fermo il gatto tra le mie braccia.
Entro e davanti a me trovo Plutarch, il primo capo stratega  che odia il presidente Snow e collabora con i ribelli, che mi saluta con un sorriso.
Decido di ignorarlo e mi siedo sul sedile vicino al finestrino
-Spettacolo bruttino laggiù, eh?- mi chiede Gale, il migliore amico di Katniss, nonché mio rivale in amore.
Annuisco senza rendermene conto.
-Mi dispiace, per la tua famiglia intendo- continua lui.
Annuisco di nuovo , stavolta guardandolo negli occhi.
La sua voce è fredda e distaccata, ma i suoi occhi lo tradiscono.
È angosciato, preoccupato e triste.
Non c’è bisogno che gli chieda il perché, tanto la risposta la conosciamo tutti e due.
Un solo nome, il suo.
Katniss.

 

Sil's Corner.
Sono pronta per affrontare questa Missione suicida.
Insomma, sto postando quella che in teoria dovrebbe essere
una long fic, a meno che non decidiate di uccidermi prima :)
Allora questo è il primo capitolo(chiedo scusa per l'assenza del prologo)
A presto con il secondo capitolo,
Sil.

   
 
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