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Autore: KayeJ    19/07/2012    5 recensioni
Alzarsi tardi. Scuotere la testa sentendosi stonati, in un letto sfatto, in una camera disordinata.
Sorridi Questo è il tuo mondo Lavi.
[LavixKanda]
[TykixAllen]
N.B: Imposto il rating come arancione, ma è molto probabile che con l'aumentare dei capitoli passi a rosso!
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Miranda Lotto, Rabi/Lavi, Tyki Mikk, Un po' tutti, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda, Tyki/Allen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ogni tanto, c'è anche bisogno di quel giorno in cui il mondo per te si ferma.
Quel giorno in cui decidi che il mondo può andare avanti senza di te per qualche ora, e tu puoi rintanarti sotto le coperte, avvolgertici dentro come in un bozzolo.
Sai che non toglierai il pigiama per tutto il giorno, che ascolterai il rumore della pioggia che ha deciso di cadere nel pomeriggio, oscurando nuovamente il cielo primaverile.
Ti chiuderai in camera, cercando di ingannare quella sensazione di malessere diffusa che provi con libri, tè, caffè, cioccolata, biscotti, musica e internet.
Sì, perchè spesso, parlare con persone che non conosci tramite la rete fa bene.
Come quando sei su un treno e confidi i tuoi più reconditi segreti ad uno sconosciuto, incontrato per caso, ma che negli occhi aveva quello stesso sguardo che avevi tu. Capace di contenere tutto l'universo, eppure in grado di escluderlo totalmente mentre cerchi un qualche senso in quell'universo che hai allontanato.

 

 

A Linalee è capitato.
Quando era più piccola, non abitava a Londra, e spesso per andare a trovare il fratello che lì viveva, prendeva il treno, la domenica mattina.
Le piaceva sedersi affianco al finestrino e ammirare la campagna inglese sfrecciare verde e carica di promesse oltre il vetro.

 

 

 

A Linalee è capitato, una di quelle domeniche mattina che prendeva il treno, di avere undici anni, e di iniziare a leggere il primo libro di una nuova saga. Aveva una copertina molto colorata, e il retro riportava il breve stralcio di una pagina all'interno del libro.
Aveva letto volentieri i primi capitoli di quel libro, entrando in un universo magico fatto di maghi, di draghi, di Harry, Ron ed Hermione, di gemelli Weasley e di Draco Malfoy, di troll nei sotterranei, e di banchetti di Halloween, di partite di Quidditch e di Hogwarts.
Linalee da quel giorno in treno, ha continuato a leggere la saga di quel maghetto occhialuto a cui si è tanto spesso sentita vicino, solo sul sedile foderato dello scompartimento del treno, immaginando di avere ricevuto la propria lettera di ammissione per Hogwarts, e di essere lì lì per iniziare avventure fantastiche.
Suo fratello nel suo immaginario fatato diventava un potente mago, in grado di creare le più strabilianti pozioni, e le sue sarebbero state le prime lezioni che avrebbe frequentato.
Ogni volta che Linalee leggeva sul treno, si immergeva in quel magico mondo, e ne usciva solo al momento di dover scendere, quasi a malincuore.
Harry Potter l'ha accompagnata per anni. L'ha presa per mano da quando aveva undici anni, ogni domenica mattina. E un brutto giorno di luglio, ha deciso di lasciarla per sempre, mentre una lacrima scorreva solitaria sulla sua guancia, nel richiudere la copertina sul libro dopo aver letto l'ultima parola.
Piangeva quella mattina Linalee, sul treno. Sentiva che qualcosa dentro di lei si era chiuso per sempre, allontanato.
Ormai erano passati sette anni da quando Linalee aveva letto il primo libro. Ormai era adulta, aveva diciotto anni. Eppure piangeva come una bambina perchè sapeva che leggere quell'ultima riga avrebbe cambiato molte cose.
Lei non avrebbe più preso il treno per andare da suo fratello, tanto per dirne una.
Quando aveva alzato gli occhi dal libro si era accorta di un ragazzo che la fissava curioso.
Aveva i capelli più strabilianti che avesse mai visto.
Linalee arrossì quando lui le porse un fazzoletto dicendo: «Anche io ho pianto quando Fred è morto.»
Aveva un bel sorriso gentile, ma qualcosa in fondo ai suoi occhi sembrava terribilmente triste.
Il ragazzo si chiamava Allen, e stava tornando a Londra.

 

 

 

A Linalee è capitato anche di stare male, come in quel pomeriggio di Aprile, in cui si era chiusa in camera con il proposito di tenere il pigiama addosso tutto il giorno -biscotti, tè, caffè, cioccolata, musica, libri e internet- e di non vedere niente e nessuno per una giornata.
Proposito inutile, perchè aveva dimenticato il passo più importante: spegnere il cellulare.
Perciò si stupì un attimo, nel sentire una strana vibrazione da sotto il cuscino.
E si stupì ancora di più nel leggere di una certa chiamata, proveniente da un numero sconosciuto.
«Linalee Lee?»
«Sì, sono io. Posso sapere chi parla?» chiese con un tono piuttosto sorpreso dalla voce maschile familiare dall'altro capo del telefono.
«Oh, meno male! Allora il numero di cellulare che Yuu-chan mi ha lasciato non era falso! -una risata spontanea spezzò la frase dello sconosciuto- Sono Lavi.»
«Ciao Lavi! - continuò, comunque sorpresa- Come mai mi hai chiamato? È successo qualcosa?» fece preoccupata per un momento.
«Uhn? No, no. È solo che Yuu mi ha detto della storia dei dischi, e così sono passato a ringraziarti. Adesso sono davanti a casa tua, è un problema se salgo a darti dei dolci che ho appena comprato?»
Linalee guardò per un attimo il proprio pigiama. No, non aveva nessun disegno imbarazzante. Si affacciò alla finestra per controllare e vide effettivamente il ragazzo dai capelli rossi davanti al cancelletto della palazzina dove abitava con un sacchetto colorato in mano, mentre sembrava godersi la pioggerellina primaverile con gioia infantile. Avreste anche potuto dire che aveva un sorriso ebete sul viso, sì. Ma a Linalee piaceva molto scrivere e leggere, per ciò preferiva vederla così.

«Sali pure, adesso ti apro.» gli rispose correndo a piedi nudi a schiacciare il pulsante per aprire.

Puntuale come una goccia di pioggia il ciuffo rosso di Lavi fece capolino pochi secondi dopo da dietro la porta.
«È permesso? »
«Entra pure Lavi, ci sono solo io qui. Ma se puoi, per favore, togliti le scarpe lì all'ingresso.» gli rispose una voce da quello che doveva essere probabilmente il vano cucina. Trovò Linalee intenta a preparare quello che poteva essere solo un caffè all'americana. La ragazza era in pigiama.
«Ma Linalee! Sarei passato in un altro momento se avessi saputo che stavi dormendo!»esclamò, appoggiando i dolci sul tavolo. Tutto sembrava intriso di quella che poteva essere definita come “aria di famiglia” in quella casa.

Era una cosa completamente nuova per Lavi.

«Ma figurati! Prima o poi sarei dovuta uscire da quel letto, quindi meglio farlo per la visita di un amico no?» replicò Linalee con un sorriso gentilissimo.
Sembrava volerti rendere partecipe di qualsiasi cosa facesse, fosse anche solo preparare un caffè. Per Lavi era un gesto completamente nuovo.

«Allora, cosa fai lì in piedi? Siediti pure mentre preparo il caffè. Ah, ti avviso, non sono capace di fare quello con la moka, nel caso preferissi quello. Mio fratello beve sempre solo quello lungo. A dir la verità non sono nemmeno sicura del fatto che ci sia una moka in questa casa.»- disse quasi pensierosa.
Era così spontanea, anche in un gesto così semplice. Linalee era lì, in pigiama davanti a lui, senza nessun problema, quasi fosse un amico di vecchia data, e non uno conosciuto da pochi giorni, e chiacchierava con Lavi del più e del meno, portandolo lentamente a conoscere il suo universo, pezzo per pezzo.

Per Lavi era un gesto completamente nuovo.

Si sedette.
«Volevo sdebitarmi con te, per aver preso i dischi, l'altra sera. Se li avesse presi qualcun altro probabilmente non li avrei mai ritrovati.»
Linalee liquidò il fatto con un gesto della mano, mentre si allungava poi a cercare di prendere delle tazze, palesemente troppo in alto per lei.
Lavi si alzò e ne tirò giù due al posto suo.
Lei si voltò e gli sorrise: «Grazie.»

Essere ringraziato in modo tanto sincero e normale era qualcosa di assolutamente innovativo per Lavi.

«E di che?» si schermì con una scrollata di spalle, tornando a sedersi nuovamente, mentre apriva il pacchetto dei dolci, rivelando tanti biscotti burrosi di tutte le forme e i colori, nascosti dalla carta.
«Oh, ma questi sono biscotti da tè! Se me lo avessi detto prima avrei fatto quello!» ridacchiò Linalee.
«Non c'è problema, a me piacciono anche col caffè.» Lavi le fece l'occhiolino.
«Tanto questo non è vero e proprio caffè.» la punzecchiò giocoso.
«Sì che lo è.» fece Linalee mettendo su un piccolo broncio.
«E invece no. Secondo te qual'è l'ultimo paese che ho visitato?» le chiese lui, spiazzandola completamente con un sorriso.
«Uhn? Non ne ho la minima idea... »
«L'Italia.» Linalee sorrise a quelle parole. «Fidati che quando hai assaggiato quello, qualsiasi altra cosa berrai, non sarà mai più degna di essere chiamata caffè.»
«Ma così non vale! È troppo difficile competere con loro!» ridacchiò la ragazza.
«Eh, Lina-chan, hai scelto un avversario difficile questa volta!» fece Lavi semiserio.
Linalee prese uno dei biscottini al burro fra le dita avvicinandolo senza pudore alle labbra di Lavi: «Linalee contrattacca con biscottino inglese al burro!» esclama ridendo.
Lavi ridendo mangiò il biscotto dalle dita di Linalee: «È superefficace! Lavi è sconfitto.»
Dichiarò ridendo, ripulendosi poi dalle briciole.
«Allora sei umano anche tu, se conosci i Pokémon!» ridacchiò Linalee versando il caffè nelle tazze.
«Ogni tanto sì, dai. Perchè? Non lo sembro?» chiese Lavi curioso afferrando una tazza.
«Fino a un momento fa no.»


Ci fu un momento che fu pieno del rimestare dei cucchiaini delle tazze.


Lavi la guardava di sottecchi, mentre faceva tintinnare il cucchiaino contro i bordi della tazza. Non era esattamente un suono fastidioso, ma sottolineava il silenzio che si era creato.
«Sono nato a Porto Rico, anche se probabilmente ho origini irlandesi o comunque europee. Non me lo ricordo. Sono venuto via da lì che ero piccolissimo, e ho viaggiato costantemente da un paese all'altro fino a un anno fa, quando ho deciso di stabilirmi qui.»
Linalee alzò la testa di scatto a fissarlo per un attimo, poi prese un biscotto e lo addentò: «Perchè me lo dici ora?»
«Non ne ho la minima idea.»
«E comunque, » fece Linalee puntandolo minacciosamente con il cucchiaino del caffè « non ci credo molto, ragazzo che non apprezza il mio caffè.» concluse facendogli l'occhiolino in modo complice.
«Allora quando apprezzerò il tuo caffè, potrai crederci?»
«Può darsi, può darsi.»
«Meglio così, perchè almeno Yuu-chan non potrà mai prendersela con te per quello che ti chiederò ora.» mormorò giulivo Lavi, gustandosi un bel sorso di caffè.
«Uhn?»
«Dovresti darmi il suo indirizzo Lina-chan...» cominciò Lavi guardandola incredibilmente serio e prendendole le mani. «E non dovresti nemmeno chiedermi il perchè, se possibile. Preferirei che il fatto rimanesse solo nella mia testa ancora per un po'. Puoi?
Prometto che non gli farò male, né scherzi di cattivo gusto, né altro.
Anche perchè credo che mi ucciderebbe a mani nude se lo facessi...» borbottò facendo una smorfia di dolore al pensiero.
«Beh, il suo indirizzo potrei anche dartelo, di lui non mi preoccupo...» fece guardando insistentemente il tavolo. «Il punto è: che diamine c'entra Allen?» chiese piuttosto confusa fissando il bigliettino che Lavi le aveva passato silenziosamente sul tavolo.

 

“Portatemi lo Shōnen

al locale stasera.

Devo finire quello che ho cominciato l'altro giorno.

T.M.

 

Ps:... SHŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌŌNEN! ç_ç”

 

Okay, Tyki era sempre un po' troppo melodrammatico per i gusti di Lavi, ma non gli si poteva negare un favore, oh no.
«Ti ricordi il ballerino dell'altra sera al Noah's? Beh, diciamo che è successo “qualcosa” fra lui e Allen, se capisci cosa intendo» disse Lavi con un certo sorrisetto malizioso sulle labbra «Solo che a causa mia Tyki ha lasciato Allen a bocca asciutta, e Allen si è parecchio arrabbiato, e Linalee... dobbiamo rimediare!» dichiarò Lavi con una certa enfasi da cupido in erba.
«Frena le ali, cupido! È un bravo ragazzo questo Tyki?»
«Beh, sì, dai. Può sembrare un po' un idiota, ma garantisco io per lui.»
«Lavi, se Tyki fa soffrire Allen io ti getto in pasto a Kanda, chiaro?»


Lavi soppesò per un momento la possibilità, mentre una ben nota sensazione gli rimescolò piacevolmente lo stomaco. Insomma, essere gettato in “pasto” a Kanda non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto... ma di sicuro Kanda non l'avrebbe mai e poi mai “mangiato” nel senso che intendeva lui.
Se lo sarebbe mangiato vivo. Punto. Condito con tanto di scena splatter rivolta-budella e sangue a volontà. No, decisamente non era così che voleva finire i suoi giorni.

«Hai la mia parola che se Tyki dovesse far soffrire Allen me ne assumerei tutta la responsabilità.»
Linalee lo guardò ancora poco convinta.
«Gli vuoi proprio bene, eh?»

 

Il sorriso di Linalee sapeva di segreti nascosti, cose lontane, gesti dolci e giochi a due lunghi una vita. I suoi occhi non puntavano il caffè, puntavano da qualche parte, lontano, che Lavi non poteva vedere.

Di certo non sapeva che puntavano ad un giorno di quasi un anno fa, ormai. Un giorno in cui un ragazzo dai capelli completamente bianchi le aveva dato una mano con le valige una volta scesa dal treno, che l'aveva addirittura accompagnata a casa di suo fratello, una volta scoperto che abitavano a soli due isolati di distanza, un ragazzo che qualche giorno dopo era andato a portarle dei dolci esattamente come aveva fatto Lavi quel giorno, e con il quale si era messa a parlare di tutto, per una vita intera quasi.

Forse fu per questo, che si fidò di Lavi.

«Beh, è il mio migliore amico. Come potrei non volergliene?»

 

Almeno le piace pensare che fu per questo. Sentiva di potersi fidare come quella volta. Non lo conosceva in fondo quel ragazzo dai capelli rossi, ma c'era qualcosa nel suo sorriso che, fra le tante cose che sembrava raccontare con quelle risposte ambigue, le faceva dire che ci si poteva fidare.

 

 

 

 






















Notes:

Innanzitutto, ci sentiamo di ringraziare chiunque stia continuando a seguire, a preferire, a ricordare, a recensire, a leggere. Il tutto a prescindere da quello che succederà con la lettura di questo capitolo. È vero, può sembrare un attimo fuorviante rispetto al resto della storia, ma non vi preoccupate, è tutto lì. Dobbiamo solo trovare la forza e la voglia di tirarlo fuori in mezzo a queste giornate estive che ci tengono fuori casa anche più del solito.
E come suggerisce puntualmente J, dobbiamo anche avvisarvi del fatto che potremmo essere ancora più scostanti, in questo periodo nella pubblicazione, a causa delle vacanze. Purtroppo non siamo riusciti ad organizzarci con delle vacanze unitarie, ma abbiamo dovuto spezzettarle un po' qui, un po' la, un week-end da una parte, e uno dall'altra.
Quindi la stesura potrà sembrare un po' frammentaria (anche se noi abbiamo cercato di fare il possibile, eh!) ma le critiche nel caso sono ben accette per migliorarci!
Con questo vi salutiamo, e speriamo di rivedervi tutti nel prossimo capitolo!

KayeJ.

  
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