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Autore: msmerybolla21    24/07/2012    14 recensioni
Eccomi finalmente con una storia.
Il titolo è tratto dal libro della scrittrice Rosa Viola.
Non sarà molto lunga. Ha inizio dalla fine del Cell Game.
Dal prologo:Il piccolo Trunks, avvertita l'aura del suo papà, aveva smesso di piangere ed aveva iniziato a guardarlo, curioso e felice di rivedere quel viso familiare, ma molto spesso assente
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 8


Note dell'autrice: discretamente rosso!

"Mamma perchè non mi racconti una storia? Così riuscirò ad addormentarmi." aveva chiesto la bambina dai capelli color dell'oceano alla sua affascinante ed indaffarata mamma, nonchè moglie dello scienziato più importante dell'intero Paese.
Bunny cinghettò felice. Avevo voglia di passare del tempo con la figlia.
"Vediamo un po' cara. Potrei inventarne una!" disse stendendosi accanto alla figlia.
"In una galassia remota, lontana dal nostro mondo, viveva un aitante principe cavaliere, pronto a sacrificare la propria vita per il bene dei suoi sudditi.
Quando un pianeta vicino venne distrutto dalla furia assassina di un mostro demoniaco, non ci pensò due volte ad andare in soccorso alla gente di quel mondo minuscolo, quasi invisibile.
Devi sapere, tesoro, che lì viveva una bellissima principessa, una principessa dai capelli turchini..."
"Come i miei, mamma?" domandò la futura scienziata con gli occhi luccicanti.
"Sì, proprio come i tuoi.
Una lotta continua si costellò tra il mostro ed il principe buono, una lotta senza eguali, che continuò per anni, fino a quando l'orribile mostro, ignaro del potente potere del cavaliere, non distrusse il suo pianeta e la sua stirpe. Allora egli, con tanta furia in corpo, diede vita ad un nuovo guerriero, che ancora oggi vive tra le stelle e che lo distrusse per sempre.
La principessa, che per tutti quegli anni aveva assistito allo scontro, decise di ospitare il principe. Alla fine si sposarono e vissero felici e contenti." Bunny sembrò entusiasta della storia appena inventata. Aveva una fervida immaginazione quella pazza donna dalle buone e angustie maniere.
"Ero io la principessa, vero mamma?" La bambina non aveva smesso per un secondo di guardare la mamma, intenta ora a raddrizzarle le coperte.
"Certo, tesoro. Forse quel principe viaggia ancora su quella stella insieme al tuo alter-ego!" aveva riso la donna, donando un bacio alla figlia, per poi socchiudere la porta.


Ripensò a questo Bulma in tutte quelle ore rinchiusa in quella sterile stanza, dove ogni pensiero solare era impedito.
Trovò inutile cercare una via d'uscita. Ogni scusa, ogni parola, era fermata dalla voglia di star zitta ed aspettare che qualcuno la salvasse, che quel principe cavaliere la strapasse da quel male.
Lei, in fondo, un principe l'aveva trovato, come raccontava la storia della adorata Bunny. Sperava che quel principe assassino la portasse via da quella camera d'ospedale, che quella sofferenza non fosse mai nata, soprattutto in quel momento della loro vita.

Si sentiva debole e sconvolta.
Avrebbe dovuto lasciare Trunks, se qualcosa fosse andata storta, ed anche il bambino.
Sì, perchè quel bambino sarebbe nato, a qualunque costo.
Avrebbe evocato Shenron se fosse servito, per garantire la vita al proprio bambino, al frutto della passione suo e di Vegeta. Un altro saiyan.
Non sapeva con preciso quando fosse stato concepito, forse un mese prima, sicuramente in una delle loro notti di fuoco e tormento, in cui solo uniti si sentivano complici.

Forse la sua famiglia già sapeva della sua malattia e della gravidanza.
Ma il pensiero più importante che le affollava la mente era: come l'avrebbe presa Vegeta?

Mi abbandonerà! pensò amaramente.

Era pienamente convinta di un suo abbandono. Non avrebbe trascorso una vita insieme ad una malata di cancro e due mocciosi.
Le passarono davanti in quel preciso istante, i suoi occhi freddi e distaccati e la sua postura degna d'un principe. C'avrebbe passato la vita insieme, se solo lui avesse voluto, ma sapeva non sarebbe stato così.
La malattia l'avrebbe portata via, o avrebbe portato via lui.

Si ricordo delle loro prime notti di sesso, perchè per Vegeta la prima volta era stato solo sesso. Era stato attirato dal corpo suadente della scienziata, che l'aveva portato a compiere atti impensabili, a trascinarla con la forza verso di sè.
Le aveva avidamente morso il collo, voglioso di possederla, di sentirsi un animale.
Aveva profanato il suo corpo, lasciandole i segni di quella notte sulle coscie e sui teneri polsi, che erano stati trattenuti con forza dal principe, dandole nessuna via di fuga.
Si era sentita imprigionata nella sua morsa, si era sentita in gabbia.
Sapeva di non poter sfuggire da quella morsa dolorosa, da quei denti che le mordevano ogni singola parte del proprio piccolo corpo, ma le piaceva.
Sentiva quel saiyan tanto vicino, quanto lontano. Lo odiava. Odiava ogni parte del suo corpo e del suo carattere, ma al tempo stesso lo desiderava.
Ne aveva fatti di sogni proibiti su quel principe assassino.

Le aveva ordinato di piegarsi quella notte, di fare la puttana per lui, e lei l'aveva fatto.
Aveva schiuso le gambe e l'aveva accolto nella sua carne, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, mentre il sangue verginale le scivolava tra le gambe.
Il suo ex, Yamcha, non aveva mai avuto il coraggio di sfiorare la sua intimità senza il suo permesso. Forse anche per quello la loro storia era finita. Preferiva avere delle scappatelle con delle oche di città, invece che fare l'amore con la sua ragazza.
Vegeta, contrariamente, l'aveva violentata e lei ci era stata, perchè voleva sentire le mani di quel guerriero sul proprio corpo. Voleva sentire la propria sagoma unita alla sua, e lei godeva per tutto questo, ancora.

Si addormentò, finalmente, con il pensiero della loro prima notte insieme, con quel barlume di speranza che le costellava la mente. Sperava che il suo amato non andasse via, che non l'abbandonasse, ma in quel momento le sue energie si annullarono, dando vita ad un profondo e quieto sonno, dopo tanto tempo.


"... Mi dispiace molto signori Brief, aver riscontrato un cancro così a vostra figlia, soprattutto durante una gravidanza, ci mette subito in allerta. Speriamo solo che la signora decida consciamente cosa fare. Aspetteremo fino a domani, dopo di che si vedrà che fare."
Aveva ascoltato il discorso della dottoressa senza muovere un muscolo.
Era sorpreso, arrabbiato, ma non si era mosso.
Aveva assunto la solita posizione: braccia al petto e gamba sinistra rivolta al muro.
Sentiva che qualcosa all'interno del suo corpo lo stava scombussolando. Preoccupazione? Paura?

Perdere quella donna sarebbe come perdere una gamba. Mi serve soltanto. Continuava a pensare solo a quanto quella donna gli servisse.
Masochista. Non sapeva che teneva a lei più di qualunque altra cosa. Altrimenti per quale motivo sarebbe rimasto alla Caspule, non di certo per allenarsi.
Aveva riconosciuto in quella donna una grinta ed un coraggio che poche avevano.
Nessuna ragazza aliena si era permessa di violare la privacy del principe, mentre lei si era infilata nel suo letto più di una volta, senza indugiare, senza terrore di poter essere uccisa.

Aveva violato la sua verginità in maniera animale la prima volta che l'aveva piegato sotto il proprio corpo.
Le proprie gambe pulsavano contro il suo bacino e quelli che riceveva non erano brontolii o urla, ma gemiti di piacere. Aveva sentito la presa di lei farsi sempre più forte. Gli aveva graffiato la schiena, conficcando le unghie nella carne, facendo aderire il suo corpo a quello dell'assassino.

Si bloccò d'impatto.
Sentì un leggero peso sul braccio, un contatto nuovo, un contatto che dava speranza.
Si voltò e vide il sorriso della dottoressa, rugato, che gli chiedeva se volesse far visita alla sua compagna.
Il principe, involontariamente, annuì e si ritrovò d'un tratto davanti alla porta della camera sterile dove la sua donna dormiva beatamente.
Un mascherina gli fu offerta. La donna doveva stare il più lontano possibile dai germi e dalle infezioni, ma la rifiutò. Non avrebbe mai messo quella cosa di plastica davanti la propria bocca.
La scacciò via, non voleva controbbattere contro quella vecchiaccia.

Con fermezza, ma anche prudenza, si apprestò ad abbassare la maniglia della porta.
Con gli occhi chiusi, la richiuse alle spalle e sospirò, come se si era tolto qualche pensiero.
Aprendoli, scoprì il corpo debole della compagna, messo steso sul letto della stanza. Vagava in un sogno profondo.
Con passo flebile, si avvicinò al letto.
E' bellissima. pensò un momento, prima di scacciare quei pensieri smielati fuori dalla sua mente.

Si accorse che la camera era quasi del tutto nella penombra. Non c'era una finestra, sono una flebile luce.
I suoi occhi si spostarono sul respiratore accanto al letto della scienziata. I battiti erano regolari, come il respiro.
Subito dopo, lo sguardo si posò sulla sedia posta vicino al muro bianco e ovattato. Non ci pensò due volte a spostarla vicino alla branda dove era adagiata Bulma.
Con gli occhi, la squadrò da cima a fondo.
Era distesa in maniera fetale, con una mano vicino al viso.
La frangia, spettinata, le ricadeva sulle ciglia lunghe e impastate dal mascara.
La scostò sciattamente e proprio in quel momento, senti il corpo della donna rabbrividire. Le faceva tutto quell'effetto il suo tocco? Sorrise. Quella donna era imperscrutabile.

Piano ,gli occhi dell'azzurra iniziarono a schiudersi, mettendo in evidenza le borse e le occhiaie.
Vide il suo sguardo più acceso di quando l'aveva lasciata l'ultima volta.
Le iridi, ora, erano dello stesso celeste di quando l'aveva conosciuta.
"Vegeta... " disse con la voce impastata dal sonno. "... non te ne sei andato via, vero?" era terrorizzata. Aveva paura di essere lasciata un'altra volta.
"Perchè dovrei?" rispose il saiyan, con la sua solita voce roca e severa, ma avvicinando le proprie labbra alla guancia destra della terrestre.


L'ANGOLO DI BOLLA!

Buon pomeriggio ragazzuoleeeee!
Eccomi qui con l'ottavo capitolo, lo stavate aspettando? *balle di fieno che passano*
Credo che questo capitolo sia discretamente rosso, come ho detto all'inizio. Non sono scesa nei particolari, ma meglio avvertire. Questi pensieri della nostra Bulma non so nemmeno come mi sono usciti ahah.
Comunque spero di non essere caduta nell'OOC, alla fine. Ho cercato di mantenere il più possibile IC il personaggio del principe, spero di esserci riuscita ç.ç
Segnalatemi i dovuti errori, eh.
Ringrazio tutte coloro che mi seguono attentamente!
A prestissimo mie care, Bolla:*
  
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