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Autore: sfiorisci    01/08/2012    5 recensioni
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"Come la chiamiamo?- gli chiese Rena
-Celeste, perchè ha il potere del cielo-"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



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Nel vecchio ospedale non regnava  di certo la calma; infermiere e dottori correvano a destra e sinistra: dopotutto i feriti erano parecchi e si concentravano tutti su un lato dell’ospedale. L’aria era pesante e ovunque Rena si girasse vedeva sangue.
Scosse la testa forte per evitare che le lacrime le scendessero lungo le guance, era anche colpa sua se c’era quella terribile guerra, lei avrebbe potuto fare qualcosa, si sarebbe dovuta accorgere che qualcosa non quadrava. Aveva sempre pensato che fosse la stanchezza e la delusione verso la vita… il trambusto di alcuni dottori che correvano la distrasse dai suoi pensieri, adesso non poteva pensare alla guerra, era lì per un’altra ragione, una ragione molto bella.
Si sistemò i capelli  che le erano sfuggiti quando aveva scosso la testa. Li raccolse con un mollettone argento con le pietre verdi. Era il suo preferito, anche perché le ricordava un sacco di bei momenti… lo portava sempre e solo per le grandi occasioni e quella di certo lo era.
Stava per nascere suo nipote, il suo primo nipote. Non sapeva se fosse maschio o femmina, anche se sperava con tutta se stessa in una bambina, voleva crescere la figlia che non aveva mai avuto. Un ciuffo bianco le cadde davanti agli occhi e corrugò la fronte, poi si rilassò, si era dimenticata che i suoi capelli stavano diventando bianchi… un tempo erano di un nero così lucente… ma gli anni passano per tutti, purtroppo.
Non poteva dire di aver trascorso male la sua vita, c’erano stati alti e bassi, qualche errore lo aveva commesso anche lei, ma era piuttosto soddisfatta della vita che aveva vissuto. All’età di sessanta anni ci si poteva guardarsi indietro per vedere come era andata la vita… lei trovava quasi tutto perfetto, tranne sua figlia forse e quella stupida guerra.
Ora lei non sarebbe dovuta andare all’ospedale da sola per un evento così lieto. Come se non bastasse Clare, sua figlia, era stata piuttosto chiara con lei: dopo aver partorito se ne sarebbe andata lontano con suo marito, lasciandole la figlia. Non capiva cosa aveva sbagliato con lei: le aveva dato tutto l’amore possibile, le faceva avere tutto, anche se non la viziava, suo padre l’adorava… come era diventata un persona meschina e crudele non era mai riuscita a capirlo. Forse sia lei che Daniele avevano troppe aspettative su di lei… già Daniele, chissà dove si trovava ora? Adesso che il suo primo nipote stava per nascere…
Daniele era un altro suo grande sbaglio. Non si pentiva di averlo sposato o averlo amato, ma non essergli stata abbastanza vicino, avere frainteso ciò che voleva ed avergli permesso di trasformarsi nel mostro che era ora.
Ad un certo punto sentì gridare, si spaventò, le grida provenivano dalla stanza in cui c’era sua figlia… si precipitò dentro e vide che l’ora era giunta, Clare stava per partorire… andò vicino alla figlia, ma rimase in disparte non voleva avvicinarsi troppo…  non aveva mai fatto troppo parte della sua vita.
Non l’aveva invitata neanche al suo matrimonio, neanche sapeva fosse fidanzata, infatti. Magari temeva che dicendoglielo lei non lo avrebbe accettato… infatti Rena non l’avrebbe fatto, quell’uomo che aveva sposato sua figlia era meschino e avido, non le avrebbe mai permesso di avvicinarsi a lei, ma ormai quel che era fatto era fatto.
Un altro grido.
Stava davvero soffrendo parecchio… ad un certo punto la porta si aprì di scatto ed un uomo anziano entrò spaesato: Rena lo avrebbe riconosciuto fra mille, era Daniele. Era leggermente sudato e aveva gli occhi lucidi, velati da uno strato leggero di lacrime. Dietro di lui entrò Federico, un caro amico di famiglia, era come un figlio per loro. Daniele si diresse subito da Rena, la donna che aveva amato per tutta la vita, la donna a cui si era completamente dedicato.
«Rena, Rena, Clare non ha ancora partorito vedo… bene… sono arrivato in tempo… non sapevo che stavo per avere un nipote, me l’ha detto prima Federico…» disse Daniele cercando di riprendere fiato.
Rena stava per piangere, finalmente era tornato in sé, il suo Daniele, l’uomo che non aveva mai smesso di amare.
«Avevo paura ad avvicinarti in questi giorni… ma vedo che finalmente sei tornato in te…» gli confessò Rena
«Lo so che ho sbagliato e ho fatto male a tante persone, ma ora basta Rena, è finita. Porrò fine a questa storia, a questa guerra, a tutto. Smetterò di chiamare demoni per combattere contro la gente… mi dedicherò solamente a nostra nipote…»
«Come fai a sapere che sarà femmina?» le chiese Rena incuriosita.
«Una visione, ora so quello che devo fare, so qual è il mio compito… è ciò che aspettavo da una vita…» prese delicatamente le mani di Rena.
«Spero che mi aiuterai a crescere la bambina… io da sola non so se ci riuscirò…»
«Rena, amore mio, ma non hai capito? Io sto morendo… vivo solo per vedere la nascita della bambina… per trasferirle il mio potere e un grande compito: il mio tempo su questa terra è finito.» Rena si sentì come trafiggere. Morire? Daniele? E ora lei cosa avrebbe fatto? Ora le lacrime le scesero e le rigarono le guance…
 
Ecco Clare c’era quasi, stava per partorire, ma si teneva una spalla… come se qualcosa le facesse male… la bambina nacque poco dopo. Era in forma, aveva gli occhi blu e una piccola voglia sulla spalla. Quella voglia, aveva spiegato Daniele, era il simbolo del suo grande potere.
«Benvenuta alla vita, piccola mia» le disse dolcemente quando, non più fra le braccia della madre che le aveva dato la vita e poi abbandonata, era stata messa in una culla.
«Come la chiamiamo?» gli chiese Rena
«Celeste, perché ha il potere del cielo» disse Daniele, poi chiuse gli occhi e si accasciò sulla sedia. Rena spaventata urlava il suo nome, piangendo, ma era tutto inutile: era morto.
   
 
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