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Autore: FioreFrancyStyles    01/08/2012    2 recensioni
''Non giudicare un libro dalla copertina''.
Non l'avrei dovuto fare, ma l'ho fatto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Tutti la attaccavano. O anzi, lei si sentiva così.
Durante il tragitto in taxi per raggiungere la casa pianse silenziosamente.
Non si sentiva capita da nessuno. In quel momento neanche da Faith
Tutti la classificavano come una figlia di papà. Non capiva il perchè. Lei nemmeno ce lo aveva un padre.
Le lacrime grondavano sul suo viso, sciogliendo il trucco nero.
Appoggiò il gomito accanto allo sportello del taxi e guardò il paesaggio che le scorreva davanti agli occhi tristemente.
La strada era vuota.

Chantal arrivò a casa sua. Pagò il tassista ed entrò all'interno della dimora. Vuota, buia, solitaria. Un po' come lei. E il suo animo.
Chiuse la porta alle sue spalle e lasciò scivolarsi sulla porta. Si prese la testa tra le sue mani e continuò a piangere. 
Avrebbe voluto tanto qualcuno che la potesse consolare. No, non si riferiva a Faith. Ma a quei due che le avevano dato la vita. Ed allo stesso tempo che l'avevano lasciata sola.
A volte desiderava di non essere mai nata. Ed una di questa volte era proprio in quel momento. 
La vita per lei aveva il significato di soffrire. Soffrire in amore, in famiglia...
Diede un pugno al parquet sotto di lei.
Qualcuno suonò alla porta.
Si passò velocemente la mano sulle guance e poggiò la mano alla maniglia. 
SI ritrovò davanti Faith. Il suo angelo, la sua salvezza. 
Per fortuna che c'era lei.
Si buttò tra le sue braccia.
''Non l'ha fatto apposta a dirti qulle parole.'' le sussurrò all'orecchio.
Ormai Chantal non diceva una parola. Parlava il suo pianto e il suo silenzio spezzato dai suoi numerosi singhiozzi.
L'amica le sfiorava la schiena, per consolarla.
''Grazie di tutto Fay, se non ci fossi tu...'' lasciò la frase in sospeso la bruna.
Restarono tutta la serata abbracciate, sul divano a ridere come pazze per un film comico. 
Ogni volta che una di loro si 'deprimeva', era quello il loro rito.
Chantal si riteneva sfortunata in tutto. Tranne in amicizia: sapeva che era la persona più fortunata del mondo.

Entrambe sapevano che Chantal aveva sofferto. Faith era una delle poche persone che sapeva di Chantal.
L'unica che sapeva che da piccola, Chanty, si sentiva crollare il mondo addosso quando qualcuno chiamava a casa dei suoi zii, rispondeva lei le chiedevano:''C'è mamma o papà?'' e lei rispondeva che viveva con i suoi zii.
L'unica che sapeva che le faceva male quando tutti i bambini, in occasione della festa della mamma o del papà, scrivevano lettere, riempite da tante inutili parole, concludendole con un freddo ''Grazie'' e lei non sapeva a chi darle, e con le lacrime agli occhi, osservava quelle manine, impugnare una penna, che lasciava tanti segnetti neri su fogli bianchi.

Ma la cosa che, ogni anno, le lasciava una ferita profonda, più delle altre, era nel periodo natalizio.
Ogni bimbo desiderava un nuovo gioco, o delle nuove scarpe. Lei no.
''Caro Babbo Natale, non chiedo molto: vorrei solamente una mamma ed un papà.''
Col tempo, capì che chiedeva tanto. 
Ma purtroppo quel desiderio, che non si era ancora spento dentro di lei, era impossibile. O quasi.

Una persona che Chantal era certa di trovare sempre vicino a lei, era Faith.
Era lei a rammendare i pezzettini del suo cuore e, come un puzzle, a ricostruirlo.
Un Natale nella sua letterina, a sette anni, scrisse che voleva solamente la felicità della sua amichetta del cuore e di regalarle dei genitori. Anche lei era troppo piccola per riconoscere, che quel che desiderava, era tanto e non avrebbe mai, e mai, potuto farle un regalo. Così grande, così impossibile.

- Il giorno dopo -

Faith si era addormentata a casa di Chantal, vedendo un film.
La mora scese dal letto e andò di sotto. Preparò un caffè caldo e lo sorseggiò affacciandosi alla finestra. 
Pioveva. 
Lo scrosciare della pioggia, che si intrufolava tra le foglie, le ricordava le sue numerose lacrime che aveva gettato la sera precedente.
Si avvolse la coperta con la fantasia scozzese, attorno al busto e bevve un po' del suo caffè.

Forse era lei che sbagliava, pensò nella sua mente.
Faith la rimproverava sempre per questo: si sentiva sempre in colpa per tutto.


A interrompere i suoi pensieri fu Faith che, assonata, scese le scale e la salutò.
Afferrò una delle tazze colorate nella mensola e ci si versò del latte.
Erano l'una il contrario dell'altra. Ecco perchè erano migliori amiche: gli opposti si attraggono.
La colazione fu silenziosa. 
Faith amava riflettere mentre beveva il suo latte freddo, e Chantal ne era a conoscenza.
''Fay, mi accompagni a lavoro?'' interruppe il silenzio Chantal.
''Certo tesoro.''
Dopo l'affermazione della bionda, la mora le diede un bacio sulla guancia e si andò a preparare. Stessa cosa fece la sua amica.

Chantal era appena scesa dalla macchina della sua migliore amica. Sventolò la mano in segno di salutò.
Appena la macciùhina partì, Chantal entrò al bar.
Sì: era una cameriera, amava il suo lavoro e ne andava fiera. Le regalava l'indipendenza che voleva. 
Il suo lavoro la costringeva a conoscere tante persone. 

Era già da un'ora che stava servendo le persone che entravano.
Stava preparando un cappuccino, quando alzò lo sguardo ed intravide due occhi celesti in cerca di qualcuno.
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli.
''Ciao'' la salutò lui, sedendosi su una delle sedie libere disposte davanti al bancone.
Non ebbe risposta. In quel momento la folla diminuì come per magia.
La ragazza era curva con una pezza in mano, intenta a pulire la superficie nera lucida.
Lo sguardo del ragazzo era fisso sul volto seminascosto della ragazza.
''Vorrei un cappuccino'' chiese gentilemente rivolgendosi alla bruna.
Mise la pezza nel soppalco inferiore interno (?) del bancone e iniziò a fare quei gesti, che ripeteva ogni mattina.
''Scusami'' sussurrò il biondo.
La ragazza si voltò di colpo e incrociò lo sguardo magnetico del ragazzo.
''Non vo-volevo. Ti prego, cominciamo daccapo.'' esitò qualche minuto e continuò ''Piacere, Niall''.
Niall porse la mano a Chantal. 
La mano della ragazza si avvicinava sempre più ma la ritrasse, quando sfiorò l'altra.
''Scusami, non posso'' sussurrò lei.
Gli diede la tazza col cappuccino e scappò.
Da tutto. E tutti.




  
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