Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _perfectstyles    04/08/2012    4 recensioni
Prologo:
A volte dicono che gli opposti si attraggono, forse per alcune persone sarà vero, ma se c’é una cosa che so per certo é che io non potrò mai, e ripeto MAI andare d’accordo con Harry Styles, il fratello della mia migliore amica Gemma 
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1



-Buongiorno londinesi. Siete pronti ad affrontare questa splendida giornata?-
la voce meccanica del presentatore radiofonico mi strappò dal mio sonno tranquillo e un’ondata di luce mi costrinse ad aprire gli occhi per ritrovarmi davanti quelli azzurri di mia madre
–Ellie? Oh,finalmente ti sei degnata di svegliarti, se non ti sbrighi farai tardi a scuola.-bofonchiai qualcosa e spensi la radiosveglia con una botta.
A malavoglia scivolai fuori dalle coperte calde e mi diressi all’armadio.
Afferrai un paio di jeans e una felpa a caso e li buttai sul letto. Non ero mai stata una di quelle ragazze che si taglierebbero una mano per un vestito firmato e alla moda o che ucciderebbero per il nuovo mascara della Rimmel London. Non mi interessava particolarmente il look, a meno che non dovessi andare ad una festa e, in oltre, ero troppo pigra per passare ore ed ore a prepararmi. Andai a farmi una doccia, mi raccolsi i boccoli in una coda e mi vestii. Presi il mio vecchio Black Berry dal comodino e mi diressi in cucina leggendo i nuovi messaggi.
–Buongiorno- salutai rapidamente i miei genitori e afferrai una mela dal tavolo –Io vado, ci vediamo stasera dopo gli allenamenti.- dissi sbrigativa –D’accordo, ma appena hai finito gli allenamenti dritta a casa chiaro? Ti ricordo che sei ancora in punizione.- disse mia madre agitando il cucchiaio con aria ammonitrice.
Mi ero beccata questa punizione dopo essere tornata ‘leggermente’ dopo il coprifuoco da una festa. Avevo trovato mia madre in vestaglia sul divano al buio (una scena molto stile ‘film dell’orrore’ devo dire) ed era già un miracolo che respirassi ancora autonomamente. I miei genitori si potrebbero definire…beh, all’antica; mi trattano ancora come se avessi quattordici anni. Io per tutta risposta annuii e la lasciai a farfugliare con mio padre.
Mi infilai le Converse nere ormai sbiadite e afferrai la tracolla. L’aria primaverile mi pizzicò il viso, adoravo Londra. Guardai l’orologio e notai di essere un po’ in ritardo, se non fossi arrivata alla fermata degli autobus entro dieci minuti Gemma, la mia migliore amica, mi avrebbe sicuramente ucciso. Intravidi i suoi capelli mori e urlai
–Geeeeeem!-lei si girò verso di me e sorrise.
La raggiunsi ansimando
–Scusa il ritardo, ma il letto non voleva lasciarmi partire.- lei mi abbracciò.
 –Alla buon ora Pierce, credevo fossi morta, mi stavo già preparando un discorso.- le lanciai uno sguardo scioccato e lei rise.
–Scherzavo. Comunque , visto che sei viva, come stai?- domandò –Bene, escluso il fatto che non posso uscire ancora per tre giorni.- lei sbuffò –Che palle, ancora per via della punizione? Ma quando lo capiranno i tuoi che hai diciassette anni ed un piccolo strappo al coprifuoco è normale? Cavolo, non è possibile, ho convinto mia madre a lasciarti venire a dormire da me questo sabato.- sbuffò di nuovo e disse qualcosa di poco carino sulle punizioni. Ci lasciammo cadere sui sedili del pullman e la guardai sospirando –Beh, se trovi il modo di persuadere anche i miei avvisami, non mi fanno passare nulla, ieri, per esempio, ho dimenticato un libro in cucina e mia madre si è messa a urlare come se avessi dato fuoco ai suoi amati divani di pelle.- le feci limitazione di mia madre e lei ridacchiò –Tranquilla, ci penserà mia madre a convincerli. Passando ad altro, indovina chi torna questo weekend?- disse sorridendo –Ehm…lo speciale di Punk’d?- lei scosse la testa –Ma no, Louis Tomlinson.- disse con aria sognante.
La guardai confusa e lei alzò gli occhi al cielo
–Oddio Ellie, ma hai un cervello o della gelatina in testa? L’amico figo di mio fratello.- disse come se fosse ovvio
–Aah, il tipo dalle bretelle? Quello per cui hai una cotta da quando siete piccoli?- lei annuii arrossendo e io misi una mano sul cuore con aria melodrammatica –Oh Louis, perché sei tu Louis? Amami mio dolce ragazzo dalla maglia a righe.- dissi sospirando. Lei si mise a ridere e mi diede una pacca sulla spalla
–Smettila, non è divertente.- disse incrociando le braccia al petto e fingendosi offesa.
Gemma era davvero stracotta di questo Louis, aveva un intero album pieno delle sue foto che mi aveva costretto a guardare almeno sessanta volte. Poi aggiunse ammiccando –A dire la verità mi ha mandato un messaggio per dirmi che non vede l’ora di rivedermi. Peccato- puntualizzò- che oltre a lui torni anche quel cetriolo di mio fratello e gli altri suoi amici. Avrò di nuovo la casa invasa da energumeni sudati per via delle partite di calcio e da puttanelle che li adorano. E come se non bastasse torneranno nella nostra scuola, così, la pace che avevo avuto durante il loro viaggio dello scambio linguistico andrà a farsi benedire. Per questo devi assolutamente venire da me sabato, non puoi lasciarmi sola con loro.- disse portando le mani davanti al petto a mo’ di preghiera facendo gli occhi dolci –Te l’ho detto, se non riesce tua madre a convincerli non posso, lo sai come sono fatti i miei.- ci fermammo davanti al mio armadietto
–Ehm…che lezione abbiamo ora?- la guardai e lei alzò gli occhi al cielo
–Ellie, sei consapevole di avere anche tu una coppia dell’orario?- dovrai impararlo prima o poi non ti pare?- la guardai ridacchiando e lei sbuffò –Va bene, ho capito. Lettere, con la Benson.- afferrai il libro di letteratura e seguii Gem in classe.                                                              

Quel giorno scolastico sembrò eterno, ma finalmente arrivò l’ora degli allenamenti di pallavolo.
Entrai in palestra con Gem e ci andammo a riscaldare –Prima nella pausa ho chiamato mia madre, ha detto che dopo una lunga chiacchierata è riuscita a convincere tua madre. Quindi, sabato, stai a casa mia.- disse facendo una serie di addominali.
–Sul serio? Ahah, tua madre è un genio.- la abbracciai
-Oddio che tenerezza, siamo tornate alle elementari per caso?- disse Hanna, la capo squadra, così lucciola che metà bastava a farsi metà corpo studentesco maschile, sorridendo con il suo sorrisino perfetto che avrebbe indotto anche un santo a picchiarla.
Le lanciai un’occhiataccia –Che problemi hai Hanna? Ti si è rotta un’unghia stamattina o sei soltanto diventata più rincoglionita del solito? – lei alzò gli occhi al cielo in un gesto teatrale e sospirò – La tua eleganza è impressionante Pierce,comunque, non sono qui per parlare con te ma con la cara Gemma- le rivolse un sorriso finto –Allora Gem, ho saputo che tuo fratello torna finalmente, è vero? Mi manca così tanto.- la mia migliore amica le rivolse un sorriso da stronzetta di cui io stessa andai fiera e disse smielata
-Sì, purtroppo torna, immagino che non vedrà l’ora di una scopata con la sua adorata amichetta-usa-e-getta dopo il viaggio.- Hanna stava per ribattere ma per fortuna il coach Martin ci fece iniziare l’allenamento e io trascinai Gem dall’altro lato della palestra.
  
Questa è la seconda FF che pubblico,  spero vi piaccia :)
Vi avviso già che per ora non è successo molto ma nel secondo dovrebbe diventare più interessante, ho già qualche idea :)                                                   
Grazie per aver letto
Harrys_wife_   :)    
           
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _perfectstyles