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Autore: RedFoxx    11/08/2012    4 recensioni
Salve a tutti ☺️
Questa storia narra di regni in crisi e di due ragazzi che cercheranno di migliorare la situazione.
La coppia principale sarà SasuNaruSasu.
Dal testo:
«E così la famigerata Volpe Nera ha deciso di farsi vedere.» Sogghignò la guardia con la lancia. [..]
[...] lui è il principe Sasuke Uchiha, erede al trono ma penso che tu lo sapessi già. E tu sei?»
[...]«Forza compagno. Il viaggio e lungo e tu devi uccidere mio fratello.»
é la prima ff che scrivo, quindi siate clementi :')
Spero di avervi incuriosito e buona lettura:)
-2017= Sto revisionando tutti i capitoli, correggendo errori e cambiando qualche frase. Per ora sono stati modificati i primi quattro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti:)
Scusate se ho aggiornato tardi, ma sono stata in vacanza **
Ecco il nuovo capitolo! Ma prima di leggerlo…i ringraziamenti a chi l'ha messa nei preferiti, chi nei seguiti e chi ha recensito :D
Grazie mille :')
Okay! E ora…buona lettura :3


RedFoxx


Capitolo 4

Stufato, birra e donne



Sasuke si svegliò sentendo il sole scaldargli il viso. Doveva essersi addormentato durante il suo ultimo turno di guardia. Si guardò in torno e notò l’assenza dell’assassino biondo. Si poteva sentire la natura svegliarsi tutt'intorno: gli uccellini cinguettavano e uno stormo di anatre selvatiche passò in cielo starnazzando. Immagginando i peggio scenari possibili, estrasse la spada e decise di cercare l'altro, incamminandosi nel bosco.

Venne attirato da un rumore strano, come se qualcosa avesse colpito un tronco. Avanzò, stavolta più silenzioso, attento a non far scricchiolare troppo le foglie secche con gli stivali e scorse in lontananza Naruto che si allenava. Aveva gli occhi chiusi e si accaniva sull’aria, come su un nemico invisibile, con il pugnale, veloce e letale come un serpente. Brandiva con sicurezza l’arma, come se fosse l’estensione del suo stesso braccio.

Si era tolto la camicia e la pelle ambrata era coperta di sudore. I muscoli guizzavano forti ed elastici sotto l'epidermide. Lanciò il pugnale che andò a conficcarsi con precisione nel tronco dell’albero di fronte a lui e solo allora aprì gli occhi. Sasuke si perse ad osservarli, azzurri e intensi come il cielo finchè non si rese conto che i loro sguardi si erano incrociati per un attimo, poi il biondo si voltò e andò a togliere il pugnale dal legno.

Il principe, svelto ma silenzioso, tornò al campo sperando che non l’avesse notato davvero: insomma, lui era un principe e non rimaneva incantato da un ricercato qualunque. Anche se, bisognava ammetterlo, l’atro era un bel qualunque. Ebbene sì, Sasuke preferiva la compagnia degli uomini e il padre per molto tempo, aveva cercato di tenere nascosta la vera natura del figlio a chiunque a corte perché la giudicava una cosa scandalosa. Per lui invece era una cosa normale, ognuno era libero di amare chi vuole, uomo o donna che sia. Si sedette e cominciò a tirare fuori dal tascapane due pezzi di pane e addentò il suo pensieroso.

«Buongiorno»

Sasuke sobbalzò al suono della voce dell’altro: non l’aveva sentito avvicinarsi. Dopo aver finito la solita sessione di allenamento mattutino, Naruto si era sciacquato via il sudore del torrente vicino e aveva colto l’occasione di riempire le borracce d’acqua.
 
«Le stavo cercando quelle lì»

Disse indicando le borracce nelle mani dell’altro.

«Posso la mia? Ho sete.»

Il ragazzo gliela porse e si sedette a mangiare il suo pezzo di pane silenziosamente. Le goccioline d’acqua continuavano a cadere impertinenti dai capelli finendogli in faccia. Si passò una panno tra i capelli e disse

«Adesso partiamo.»

Mise in bocca l’ultimo pezzo di pane e si alzò, dirigendosi verso il suo cavallo.

«Tra due giorni saremo ai confini tra il Regno del Fuoco e quello dell’Acqua. Una volta entrati, svolteremo verso le steppe di quello che fu il Regno dell’Aria e avanzeremo così fino a quello della Terra. Tutto chiaro?»

Il principe rimase un po’ interdetto ma acconsentì e chiese

«Perché non attraversiamo il regno dell’Acqua? Risparmieremo molti giorni di viaggio.»

Essendo fianco a fianco, Naruto voltò il viso a destra e rispose

«Perché sanno bene chi sei e ti riconoscerebbero subito. Vorrei evitare di dover camuffare i nostri aspetti finchè non siamo in quello della Terra.»

Sasuke annuì con la testa e tornò a guardarla strada e così fece anche l’assassino.

«Senti, oltre ad oziare tutto il giorno sai fare qualcosa? »

«Ovvio. Sono un principe e devo essere una persona capace di tante cose. Da quando mia madre è morta e Itachi se ne andato,scatenando questa guerra, mio padre mi ha fatto allenare dai migliori. Ho partecipato anche ad alcune campagne militari, ma per un po’, poi mio padre non voleva che il suo unico erede morisse in battaglia. Sono molto bravo con la spada: Itachi era il migliore e spero di riuscire a superarlo un giorno. Farlo soffrire come ho sofferto io in questi ultimi anni.»

Gli occhi gli si velarono di nostalgia e a Naruto la cosa non sfuggì.

«Più tardi voglio vedere come te la cavi. Spero che tu sia tanto bravo come dici.»

Cavalcarono per tutto il giorno, mangiando in sella e la sera si fermarono. Il sole stava tramontando e dipingeva di colori caldi tutta la vegetazione circostante.
Dopo aver mangiato intorno al fuoco, il biondo si alzò, prese la sua spada e la sguainò.

«Forza! Alzati e prendi la tua spada.»

Sasuke un po’ sorpreso, prese la spada e la tolse dal fodero e si pose in frontalmente rispetto all’altro.

«Chi cominc…»

Non fece in tempo a finire la frase che l’altro lo aveva già attaccato con una serie di affondi. Riuscì all'ultimo parare un affondo, cadendo però col sedere per terra.

«Ma sei matto?? Dovevo ancora mettermi in posizione!»

Naruto lo guardò alzando appena il sopracciglio.

«Stai scherzando spero? Se cadi in un’imboscata o devi combattere subito e senza pensarci, l’avversario non si fermerà ad aspettare i tuoi comodi, né ti chiederà se vuoi cominciare tu.»

Sasuke, troppo orgoglioso per dargli ragione si alzò e come si aspettava, il biondo lo attaccò subito e riuscì a parare il colpo ricambiando l’attacco con un fendente del basso. Naruto dovette constatare che era abbastanza abile con la spada e contro un normale soldato ce l’avrebbe fatta senza problemi, ma aveva un piccolo difetto. Continuando a combattere, glielo fece notare.

«Hai solo una pecca.»

«A si? E quale?»

«Sei troppo ripetitivo. Fai sempre le stesse mosse in ordine, come da manuale e diventi prevedibile.»

In quel momento le loro lame s’intrecciarono e i loro visi si trovarono a pochissima distanza.

«E l’avversario potrebbe approfittarne.»

Lo spinse e il principe cadde a terra un’altra volta.

«Per oggi basta ma adesso ogni sera ci alleneremo così potrai migliorare ancora.»

Gli tese una mano e Sasuke l’afferrò e si alzò.

«Dormi. Faccio io il primo turno di guardia.»




Viaggiarono per un paio di giorni, mentre il tempo diventava sempre più freddo e ai primi di Novembre varcarono il confine tra Fuoco e Acqua. Si diressero a Sud, seguendo il confine segnato naturalmente da un piccolo fiumiciattolo. Decisero di fermarsi in un piccolo villaggio chiamato Astrid e presero una stanza per una notte.
Mangiarono alla locanda e Naruto aveva ordinato a Sasuke di non togliere mai il cappuccio, essendo troppo riconoscibile. L’ostessa, una donna bassa e grassoccia arrivò al loro tavolo e chiese con voce annoiata

«Che cosa vi porto?»

«Due ciotole di stufato caldo e della birra.»

«Bene.»

Se ne andò urlando a squarciagola l’ordinazione alle cucine.

Naruto si tolse il cappuccio e si scompigliò i capelli con una mano e si rilassò un po’.

«Anch’io voglio togliere il cappuccio.»

Il biondo alzò gli occhi al cielo.

«Che viziato! Ti ho detto che sei troppo riconoscibile. Domani penseremo al travestimento va bene? La cosa l'aggrada, sua eccellenza?»

Il suo tono ironico fece sbuffare Sasuke ma comunque gli scappò un sorriso, celato fortunatamente dal cappuccio. Una ragazza portò loro da mangiare.

«Ecco qua. Lo stufato caldo più buono della città e due bei boccali di birra fresca.»

Dopo aver notato Naruto, assunse atteggiamenti più civettuoli, concludendo con un

«Buon appetito, stranieri.» detto con voce un po’ maliziosa e se ne andò.

Naruto, impassibile, cominciò a mangiare e Sasuke faticava ancora a mandar giù quella scena.

-Ma che è? Non è che forse sono… geloso? Ma di cosa poi! Dio, questa è la fame! Mi gioca brutti scherzi-

Mangiarono in silenzio, finchè Sasuke non intervenne.

«è carina.»

L’assassino non batte ciglio e sorseggiò la sua birra.

«No dico, potresti provarci: penso che non ti rifiuterebbe. Potrebbe essere la futura madre dei tuoi figli.»

Tutto ciò Sasuke lo disse con un noto molto nonchalance. Naruto quasi si strozzò con la birra e tossì, attirando l’attenzione delle persone ai tavoli di fianco e la cosa lo metteva a disagio: non amava stare al centro dell’attenzione.

«Non mi sembra in questo momento, di avere tempo per pensare ad una moglie.»

«Capito. Ti piacciono più…formose?»

Il biondo alzò gli occhi al cielo e riprese a mangiare ma il principe non mollava l’osso e continuò.

«Ma era carina quella. Insomma non puoi pretendere troppo, alla fine chi si accontenta gode.»

Naruto, spazientito guardò Sasuke e sibilò

«Non voglio una moglie e anche se la volessi, non verrei a chiedere il tuo parere.»

Finì lo stufato e bagnò la gola con la poca birra rimasta.

«è comunque non è il mio tipo. Forza, a nanna principino.»

Si alzarono, lo prese per un braccio e lo trascinò su per le scale. La stanza era molto povera in fatto di mobilia: un letto, un tavolino e una cassapanca.
Decisero che Sasuke avrebbe dormito sul letto mentre Naruto per terra, preparando un giaciglio usando le coperte di riserva nella cassapanca.





Nel frattempo, sotto le steppe del Regno dell’Aria…


«Mio signore.»

Una vocina ruppe il silenzio che si era formato nell’ufficio. L’uomo al tavolo continuò a scrivere sulle pagine bianche al lume di candela.

«Che vuoi?»

«è arrivato ciò che attendeva.»

L’uomo posò la penna e spostò il tutto di lato mentre il servitore gli pose sul tavolo un involucro di stoffa. L’aprì e prese in mano il medaglione e accarezzò la copertina del libro.

«Vattene!»

«Si signore.»

Ripose lo schiavo esibendosi in continui inchini e uscì dallo studio.

«Hai visto Konan?»

Una donna uscì dall’angolo buio dello studio e si avvicinò alla scrivania con passo silenzioso e sinuosa come una pantera. Indossava pantaloni e un corpetto neri, e sul petto il simbolo della casa.

«Ricordati che prima dobbiamo catturarlo, Pain.»

«Lo so benissimo. Manda una squadra di 4 assassini a cercarlo e di loro di spiarlo e voglio un continuo aggiornamento.»

«Certo.»

«Grazie a quel moccioso, la Setta della Luna Rossa conquisterà i Regni e allora si, che capiranno cos’è il dolore.»







Spero vi sia piaciuto e recensite, mi raccomando:)
Al prossimo capitolo!
  
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