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Autore: Sybeoil    17/08/2012    0 recensioni
Non è facile crescere in un paese che tutto il mondo critica ma che nessuno si scomoda ad aiutare, non è nemmeno facile crescere in una famiglia speccata come la mia. A dirla tutta non è affatto facile crescere in generale. La vita cambia, i problemi crescono, le delusioni aumentano e i sogni colano a picco. Ti rendi conto che tutto ciò in cui credevi da bambina, tutto ciò che la tua mamma ti raccontava, sono solo bugie vuote.
E così alla fine ti rassegni e ti integri a quel mondo che ti vuole schiava del lavoro. Diventi una dei tanti non una tra i tanti.
Succede però, che a volte e dico solo a volte, il Destino sembra volerti dare una mano e allora... allora succede l'impossibile. Ciò che hai sempre desiderato ti si presenta sotto gli occhi e tu non puoi fare a meno di afferrarlo e tenertelo stretto.
A volte ci si mette anche a l'amore, quello vero che fa battere i cuori e venire il mal di stomaco. Quell'amore così impensabile da sapere che è quello giusto.
Quando tutto va come dovrebbe andare, ci si mette l'amore per il ragazzo riccio conosciuto a Londra!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGOLO AUTRICE:

Bentornateeeeeee....chiedo immensamente scusa per il ritardo ma ho avuto probolemi con la connessione e anche con il capitolo, non voleva farsi scrivere il piccoletto. Voglio ringraziare di cuore tutte coloro che hanno commentato i capitoli precedenti o che semplicemente hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate. Senza di voi non sarei qui!  Dunque in questo capitolo cominceremo a sondare l'animo della new entry che, a quanto pare, sembra attratta dal bel moretto. Che tra i due possa scoccare la scintilla ed incendiare i cuori? Per Bell i due hanno del potenziale quindi mai demoralizzarsi. Bene, vi lascio godervi il capitolo in pace senza la mia onnipresente rottura di balle :)                                                                                 Tutti i commenti, di qualunque genere tranne offensivi, sono più che graditi :D


Capitolo 17

 
 
 
 
 

Trovare quel ragazzo dalla pelle olivastra e i capelli color ebano sul sedile posteriore dell’auto che avrebbe dovuto condurmi a casa mi colse di sorpresa, devo ammetterlo. Ciò che però mi sconvolse di più fu la reazione che il mio cuore ebbe quando i suoi occhi incontrarono i miei fondendocisi. Insomma, mi era già capitato di incontrare bei ragazzi, alcuni ci avevano anche provato spudoratamente pensando fossi una modella o una specie di velina, eppure quando colsi il suo sguardo sentì il cuore accelerare di colpo. 

Fu come se lo avessero spronato a correre i cento metri in due secondi netti. Lo osservai durante tutto il tragitto dall’aeroporto a casa della band del riccio cercando di non farmi notare. Era davvero un bel ragazzo.

La mascella squadrata si sposava alla perfezione con la riga dritta e severa del naso che sormontava delle labbra belle da morire. 

Lo sguardo cupo e misterioso vagava solitario al di fuori del finestrino lungo i paesaggi che la periferia di Londra offriva, mentre il corpo sembrava percorso da centinaia di piccole scosse elettriche che lo paralizzavano. Stava seduto immobile senza muovere un solo muscolo. L’unica cosa che ogni tanto veniva smossa era la bocca che usava per parlare con me o con il ragazzo di Bell. 

La prima impressione che avevo avuto di lui devo dire che non era stata delle migliori. Aveva la classica aria da bello e dannato, a poco servivano quei riccioli e quell’espressione da cherubino innamorato, si vedeva lontano un miglio che era un donnaiolo. 

La cosa mi andava più che bene, in fondo io non sono nessuno per giudicare la vita altrui, ma se solo avesse fatto del male alla mia amica giuro che gli avrei staccato le palle a morsi.

Bell è la ragazza può buona che conosca, forse è addirittura la ragazza più buona dell’intero pianeta. Prima di pensare a sé pensa sempre agli altri, odia quando non può accontentare tutti o quando non riesce a soddisfare le aspettative altrui. 

Ama con un’intensità che non ho mai trovato in nessuno, riesce a darti l’anima per davvero se solo gliela chiedi e non si merita di soffrire ancora.

 

È bastato quello stronzo di Luca a farle passare le pene dell’inferno, non ha di certo bisogno di un altro stronzo che la illuda per poi abbandonarla come un fazzoletto usato. 

Dopo la fregatura che aveva ricevuto con quello stronzo mi ero fatta una promessa. Avevo giurato che mai più nessun ragazzo avrebbe fatto soffrire quella meravigliosa creatura che è Bell e, se solo qualcuno si fosse azzardato a farle del male, se la sarebbe vista con me.

So che posso sembrare piccolina e indifesa, ma ehi, se è il caso picchio duro! 

Dopo gli innumerevoli e, decisamente stupidi, sproloqui mentali nei quali mi ero persa tornai a concentrare la mia attenzione sulla voce soave e delicata della mia amica.

In quel momento stava ridendo ad una battuta che il ricciolino alla guida aveva fatto su qualcuno a me sconosciuto. Bell aveva la risata più bella che orecchie umane avessero mai udito. Era spontanea, solare, realmente divertita ma mai volgare. Credo che anche Harry se ne fosse accorto perché lo beccai a rimirare incantato il viso divertito della bionda al suo fianco. Rimasi ad osservarlo per captare ogni sua reazione e capire quali fossero i reali sentimenti che provava verso la mia amica. Fui sorpresa quando nel suo sguardo, perso nella piega del sorriso incantevole di Bell, lessi solo amore. Si, amore!

Non credo ci fossero altre parole per descrivere ciò che lessi in quello sguardo smeraldino. In quel preciso momento, mentre tutta la sua attenzione era concentrata sulle labbra piene di Bell che rideva sommessamente, il suo sguardo che sono sicura, incantava chiunque, esprimeva amore puro e semplice.

Anche al moretto al mio fianco non sfuggì quello sguardo da pesce innamorato perché lo sentì ridacchiare sotto voce e mormorare qualcosa che non compresi.

Maledetta me e il giorno in cui mi rifiutai di capire l’inglese.

Dato però, che la curiosità era sempre stato il mio più grande difetto, Bell diceva sempre che prima o poi mi avrebbe uccisa, raccolsi quel poco d’inglese che conoscevo e chiesi a Zayn ( mi pare si chiamasse così ) cosa avesse detto.

< Cosa? > domandò ruotando il capo nella mia direzione e mantenendo il tono di voce basso, quasi non volesse farsi sentire dai due davanti. 

< Ti ho chiesto che cosa hai detto prima > ripetei sorridendo divertita dal mio modo di parlare. Sembrava stessi dialogando con un parente di E.T l’extraterrestre. 

< Oh > annuì il moretto < Stavo semplicemente constatando che il cretino del mio amico li davanti si è innamorato > disse.

Istintivamente mi aprì in un megasorriso che andava da orecchio a orecchio.

< Sì, lo credo anche io > confermai battendo le mani come una bambina eccitata alla vigilia di Natale.

< Non l’ho mai visto guardare nessuna ragazza in quel modo > continuò il ragazzo < Insomma quando guarda Bell è come se vedesse il sole per la prima volta. Sembra perdersi in un mondo tutto suo che a noi è precluso a priori. Quando la guarda non esiste più l’Harry famoso, ma solo l’Harold bambino, quello dei sorrisi e delle fossette > 

Rimasi profondamente colpita dalle parole che uscirono dalla bocca di quel ragazzo. Da un tipo come lui mi sarei aspettata parolacce, prese in giro, atti di bullismo non magiche parole capaci di perforarti l’anima.

Sembrava stesse recitando una poesia o uno di quel link che circolano sempre su Facebook. 

Ne rimasi così impressionata che mi incantai ad osservarlo con la bocca leggermente socchiusa e gli occhi che ancora un po’ gli intonavano una serenata.

< Ehi, ehi tutto bene? > domandò schioccandomi due dita davanti agli occhi per farmi riprendere.

< Eh? > saltai su serrando la bocca e assumendo un’espressione meno da pesce lesso e più da ragazza fica < Sì, si tutto bene > dissi poi passandomi una mano in quella sorta di ragnatela che erano i miei capelli.

< Sembrava avessi visto Leonardo Di Caprio > scherzò il moretto tornando a guardare fuori dal finestrino.

< Quasi > sussurrai più a me stessa che a lui. In fondo mica potevo confessargli lo strano effetto che il suo sguardo aveva su di me, lo avrei sicuramente spaventato e rovinato ogni più piccola possibilità che tra noi potesse nascere qualcosa. No, dovevo fare la brava bambina e comportarmi come se nulla fosse, se davvero gli interessavo avrebbe fatto la prima mossa.

O forse la prima mossa l’avrebbe fatta quella sagoma della mia migliore amica. 

< Zayn potrebbe farti da guida turistica personale > disse infatti sorridendomi complice ed entusiasta. Nonostante in quel momento il mio affetto nei suoi confronti si fosse trasformato in sana ed equilibrava voglia di uccidere, devo ammettere che aveva avuto una brillante idea.

Lei e quel suo cervelletto super sviluppato avrebbero conquistato il mondo un giorno, ne ero più che convinta.

 

***

Dopo essere sfuggiti ai mortali flash dei paparazzi appostati sotto casa di Harry, aver parcheggiato nel vialetto di una povera signora ed aver scavalcato almeno cinque staccionate per raggiungere il giardino di casa della band, arrivammo finalmente a casa.

L’appartamento era silenzioso quindi le opzioni su cosa stessero facendo gli altri tre erano solo due: dormire o giocare. 

Io ero più propensa a credere alla prima, in fondo la sera prima eravamo stati alzati fino a tardi perché quel demente di Louis si era intestardito a vedere un orrido film splatter che davano su un canale sconosciuto. Harry invece, che li conosceva molto meglio di me, era sicuro che Liam, Niall e Louis fossero già svegli e stessero giocando alla play in salotto dove si diresse appena mise piede in casa. Io lo seguì per lasciare Zayn e Amalia da soli, secondo me avevano del potenziale come coppia. 

Credo fosse una questione di completezza, uno completava l’altra e vice versa. 

La vivacità, la solarità e la mondanità di Malia facevano da contrappeso alla riservatezza, mistero e profondità d’animo del pakistano. Per di più erano entrambi bellissimi e quindi perfetti l’uno per l’altra.

Appena misi piede in salotto scoppiai in una sonora e sincera risata. La scena che mi si presentò davanti agli occhi era a dir poco comica.

Sdraiati in modo scomposto sul divano, con Liam che aveva la testa a penzoloni giù dal bracciolo, Louis con i piedi poggiati sulla spalla del moro e Niall che se ne stava svaccato con la bocca semi aperta da cui colava un rivoletto di bava, trovammo il resto della band più alla moda d’Inghilterra. Se qualche fan li avesse visti ora, in quello stato pietoso, avrebbe cambiato idea riguardo la loro bellezza e la loro perfezione.

< Sono proprio imbecilli > commentò il pakistano che nel frattempo ci aveva raggiunto con Amalia . 

Spostando lo sguardo sui due notai con piacere che le loro mani erano intrecciate ed, involontariamente, mi ritrovai a sorridere. 

Non scambiatemi per una di quelle ossessionate che vogliono far mettere insieme tutti quanti per forza di cose, però Amalia era la mia migliore amica e per me ha sempre fatto tanto, quello era un po’ il mio modo di ricompensarla. 

In circa quindici anni che la conoscevo non l’avevo mai vista lasciarsi andare. Era capitato solo una volta che, all’età di circa sedici anni, si fosse quasi innamorata di un nostro ex compagno di scuola. 

Si chiamava Matteo ed era bello da togliere il fiato. Capelli nero corvino rasati ai lati della testa e lasciati più lunghi sopra, occhi di un azzurro ghiaccio che non avevo mai più trovato in nessuno e un fisico da far invidia a Luca Marin. Era davvero, davvero bellissimo e, come è naturale pensare, faceva strage di cuori. A scuola tutte lo desideravano e tutte lo volevano; tutte tranne la mia migliore amica. 

Lei era l’unica ragazza in tutto il liceo a cui non interessasse e a cui non facesse né caldo né freddo. Persino io ammetto di essermi presa una bella cotta per lui a quei tempi, ma Amalia nulla, sembrava che per lei non esistesse. Ovviamente questo suo atteggiamento non fece altro che incuriosire il bello e dannato che, non so bene se per vincere una scommessa con se stesso o per dimostrare che lui poteva avere chi voleva quando voleva, si intestardì nel voler conquistare Malia. 

All’inizio credevamo fosse una specie di gioco, una presa in giro, in fondo non eravamo molto popolari all’interno della scuola anche se devo dire che Amalia è sempre stata molto ammirata. 

Con il passare del tempo però Matteo si fece più insistente e Amalia cominciò a cedere. Ogni giorno il suo sorriso si allargava sempre più quando i suoi occhi scuri incontravano quelli chiari di lui per i corridoi. 

Decisero di frequentarsi. Passarono i giorni, le settimane e Amalia sembrava non essere più la stessa. Sembrava vivere in un mondo tutto suo. A scuola era calata, non si preoccupava quasi più di me, della sua famiglia che in quel periodo stava vivendo un brutto momento. Per lei sembrava esistere solo Matteo. Senza che lei se ne accorgesse si stava innamorando di uno stronzo che le avrebbe solo fatto del male. 

La colpa però non fu solo di Matteo ma anche mia. Sembravano così felici, così innamorati che la lasciai andare. Lasciai che si godesse il momento mettendomi da parte senza capire cosa in realtà lui stesse tramando.

A quel tempo Amalia era ancora vergine, e dopo tre mesi che usciva con Matteo decise di fare l’amore. Pensava che sarebbe stato tutto perfetto, che lui l’avrebbe baciata dolcemente, l’avrebbe spogliata con lentezza e poi l’avrebbe fatta sua con delicatezza mentre le sussurrava di amarla. 

Ci furono i baci, ma privi di sentimento. Le tolse i vestiti, ma con poca delicatezza. La fece sua, senza amarla. 

La sua prima volta, la prima volta che si rendeva così vulnerabile e nuda di fronte ad un uomo, fu solo per sesso. Puro, semplice ed effimero sesso.

Come quello che compri all’angolo di una strada. 

Dopo averla avuta l’abbandonò. La lasciò il giorno dopo dicendole che lei non valeva nulla, che era solo una scommessa e che non sapeva nemmeno scopare. 

Ma ciò che rese il tutto ancora più terribile fu il fatto che lo fece davanti agli occhi di metà del corpo studenti. 

La mia Amalia, la ragazza più solare e felice che conoscessi stava piangendo per la prima volta. Per la prima volta si sentiva sola ed indifesa. Osservai la scena da lontano, nascosta dietro due ragazzi di un anno più grandi. Osservai il ghigno demoniaco stampato sul bel viso di Matteo, gli occhi colmi di lacrime della mia amica e le sue mani tremanti strette intorno al bordo della maglietta.

Alla fine, quando tutto stava per avere fine, quando Matteo stava per girare i tacchi e andarsene mi feci largo tra gli altri studenti e mi avviai verso i due.

Mi frapposi tra il ragazzo e la mia amica e dopo averle sorriso mi voltai, osservai i bei lineamenti di Matteo, e gli tirai un pugno dritto sul naso.

Gli ruppi il setto nasale e finì dritta dal preside. 

Quell’anno non venni sospesa solo perché ero la migliore studentessa dell’istituto e non potevano permettersi di perdere l’unica ragazza in grado di far arrivare la scuola tra i primi tre posti delle olimpiadi di matematica e chimica. 

Da quel giorno Amalia non si innamorò più. Giurò a se stessa che mai più avrebbe lasciato campo libero ad un ragazzo. Ebbe molte storie, anche con ragazzi parecchio più grandi, ma non si innamorò mai. 

Nonostante avesse sempre il sorriso stampato sulle labbra e la battuta pronta, si vedeva che le mancava qualcosa. Che era incompleta e, sono sicura, che quel qualcosa si chiami Zayn. 

L’urlo sofferente di Louis che tentava di ribaltare il riccio giù dal divano mi risvegliò dai ricordi nei quali mi ero immersa. 

Ora sul divano, intenti ad imitare un combattimento di wrestling, c’erano il riccio, Liam, Louis, Niall e Zayn. Vederli ridere e giocare come bambini mi fece tornare alla mente la mia infanzia e subito una lacrima si precipitò fuori dall’occhio.

Cercai di ricacciarla indietro prima che qualcuno nella stanza se ne accorgesse ma non feci in tempo. Sentì il pollice di Amalia sfiorarmi la guancia ed asciugarmi la goccia di acqua salata.

< Brutti ricordi? > mi chiese mettendosi davanti a me in modo da nascondere il mio viso ai cinque. 

< Già > mi limitai a rispondere accennando un sorriso. 

< Bell > mi chiamò lei prendendomi il mento tra l’indice e il pollice della mano destra < Tuo padre ormai fa parte del passato. Dimentica ciò che ti ha fatto, dimentica il fatto che ti abbia abbandonata quando eri una bambina o che ti picchiasse. Lui fa parte del tuo passato, non ha diritto di rovinarti anche il presente > 

La osservai commossa e colma di gratitudine. Malia era una delle poche persone che riusciva sempre a farmi stare meglio. L’unica che riuscisse a farmi spuntare un sorriso anche in mezzo alle lacrime ed io l’adoravo per questo. 

< Hai ragione > asserì asciugandomi definitivamente le lacrime e sorridendo < Basta brutti ricordi > aggiunsi abbracciandola. 

Mi era davvero mancata!

 


  
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