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Autore: Disorientated Writer    18/08/2012    2 recensioni
Anno 1216: la pazzia di Gant potra' essere stata fermata, ma la Crociata Albigese no, e in tutta la Linguadoca infuriano battaglie tra i cristiani e gli Occitani.
Nella corte di Filippo Augusto si nasconde una persona pronta a tutto per aiutare la Chiesa ad estirpare l'eresia dall'intero territorio Francese. Pronta perfino ad uccidere il Re, se necessario.
Il Sud della Francia è messo a ferro e fuoco, e da Nord sbarcano flotte di mercenari inviate dai Baroni Inglesi che appoggiano l'incoronazione del piccolo Enrico III, minacciando gravemente l'armata del principe Luigi che a stento riesce a tener testa ai baroni e i loro mercenari.
In questo momento di grande tensione, Hyperversum decide di fare la sua parte, catapultando nel medioevo due fratelli, separandoli e incrociando le loro strade con quelle delle parti in guerra.
Perché se tutto puo' cambiare in un secondo, c'è qualcosa che non muterà mai: l'incredibile, immensa, sfortuna di Ian Maayrkas, il Falco del Re.
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[STORIA IN FASE DI RIEDITAZIONE! POSSIBILI CAMBIAMENTI DRASTICI.]
Fanfiction dedicata a Silvia :3
E possa Guillaume de Ponthieu essere sempre in vostro favore!
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Geoffrey/Brianna, Ian/Isabeau
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I: Attento a cosa desideri, o potrebbe avverarsi. Desidera un panda, un alieno o un orso addomesticato … ma mai di andare nella Francia del XIII secolo.

 
 











 
Non pretendo che questa storia sia migliore delle altre.
Voglio dire, lo è, dal momento che io ne sono la protagonista, ma non voglio sembrare presuntuosa.
Il mio nome è Harley Aires Karjalainen, mia madre è finlandese e non bevo da ... Ops, scusate. 
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Era una fredda giornata di febbraio e pioveva a catinelle quando tornai a casa bagnata fradicia, con i capelli impiastricciati del sugo proveniente dalla mensa scolastica e un gentile invito del preside Foster a non tornare lì l’anno seguente, dal momento che secondo lui la ‘Queen Anne’s Accademy of Phoenix’ non era fatta per me. Parliamoci chiaro: a chi piacerebbe trovarsi in una scuola dove ti costringono ad indossare un’uniforme rosa confetto e le tue uniche compagne sono delle figlie di papà che idolatrano Paris Hilton? … il surrogato di mio padre, il preside Foster e quelle piccole idiote sono esentati dal rispondere. 
Appena varcai la porta di casa, una modesta villetta a cinque piani con piscina interna, esterna e sul tetto (cosa ce ne facevamo noi di tre piscine, non l’ho mai capito), sentii odore di bruciato. Oh no. Era da qualche tempo che il mio patrigno si era messo in testa che dovevamo essere una famiglia esemplare, così aveva costretto me e mio fratello Andrew ad essere a casa per pranzo ogni santo giorno e ingurgitare i suoi piatti bruciacchiati.
Thomas Force era uno dei classici ricconi con millemila catene di negozi sparsi per il mondo. O meglio, lui non era assolutamente niente, ma mia madre, Tatjana Karjalainen, era una famosa stilista e quando lei morì per colpa di un tumore, beh … tutti i meriti del nostro successo economico passarono a lui, che per rispettare il lutto per la perdita di mia madre decise di farsi tutte le top model che gli passavano a tiro. Chissà perché io e mio fratello non gli rivolgevamo parola più del dovuto. Mah, i misteri della vita.
Guardai a destra e a sinistra, accertandomi che non ci fosse nessuno, e corsi in camera mia, al terzo piano.
Era strano agire come un ladro in casa mia, eppure non avevo alternative. Se Thomas avesse visto il sugo avrebbe dato di matto. E quando lui da di matto io inizio a urlargli contro. E quando queste due cose avvengono mentre siamo insieme, succede un putiferio e non ci parliamo per una settimana, giusto il tempo di sbollire una litigata e cominciarne un’altra.
Sospirai, entrando in camera mia e chiudendo la porta a chiave. Gettai la borsa con lo stemma della scuola sul letto (per il cestino non era ancora ora) e mi precipitai in bagno tentando di lavare via il sugo dai miei poveri capelli biondi. Dopodiché, mi fiondai nella Jacuzzi che Thomas aveva comprato e infilato a forza nel mio bagno.
Odiavo essere ricca. O meglio, non mi lamentavo, ma odiavo il fatto che il mio patrigno ritenesse di poter fare tutto solo perché era ricco. E il tentare di acquistarsi il mio affetto con una Jacuzzi non gli aveva fatto guadagnare alcun punto.
Rimasi chiusa in bagno per un’oretta buona, e, mentre le note di Boulevard of Broken Dreams volgevano al termine, Thomas mandò il nostro maggiordomo ad avvertirmi che la cena era pronta.
Se ‘cena’si può chiamare 'sta roba, pensai amaramente, guardando sconsolata il piatto di lasagne bruciacchiate e rotolate nel pan grattato.
Repressi conato di vomito alla sola idea di ingurgitare quella cosa e lanciai uno sguardo di sottecchi a mio fratello gemello, il quale aveva la mia stessa identica espressione dipinta in volto. Avevo sempre pensato che io e mio fratello fossimo stati fatti con lo stampino. Stessi capelli biondo miele, lucenti e ricci, stessi occhi verde-azzurri. Da piccola mi sembrava perfino di riuscire a capire quello che mio fratello provava, e viceversa. Ma quando la mamma morì, Andrew si chiuse in se stesso. In questo siamo molto diversi. Io sfogo il mio dolore su ciò che mi circonda. Urlo, rompo oggetti … al funerale di mia madre sono arrivata a prendere Thomas a pugni.
Il mio gemello, invece, proietta il suo dolore solo su se stesso.
Borbottai qualcosa di incomprensibile al piatto, sperando che si disintegrasse o si teletrasportasse da qualche altra parte, cedendo il posto a qualcosa di più commestibile. Purtroppo, quella stupida lasagna rimase lì dov’era.
« Non ho fame, stasera. » proclamai, perdendo la mia battaglia mentale con il cibo.
Thomas Force inarcò il sopracciglio.
« E da quando in qua non hai fame, Harley? » domandò, posando la forchetta sul piatto.
Io mi strinsi nelle spalle e Andrew ne approfittò per salvarsi lo stomaco.
« Io nemmeno. Oggi a mensa credo di aver esagerato con il riso alla cantonese. Sai, oggi era la giornata della cucina internazionale. » che bugiardo cronico. La sua scuola, il St. John’s, non faceva una giornata di cucina internazionale da … beh, in realtà non ce n’era mai stata una.
Ma, ovviamente, Thomas ci cascò. Lui crede a qualunque cosa Andrew racconti. Devo correggermi: tutti credono a qualunque cosa Andrew racconti. Sarà per la sua faccia d’angelo, i buoni voti a scuola e il modo di vestire impeccabile, non lo so. Fatto sta che se lui dicesse che il cielo è viola tutti sarebbero pronti a confermarlo.
Con me invece … beh, diciamo che io sono più quella che mette soggezione, che quella con cui ti puoi aprire liberamente. Vesto sempre di nero, con borchie e teschi, la matita nera che mi fa sembrare uno zombie non manca mai e le rare volte che sorrido è più per ironia che per felicità. Ah, dimenticavo il piccolo tatuaggio a forma di stella dietro al collo, ma quello non si vede quasi mai.
Il tutto sempre per colpa della morte di mia madre. Sì, direi che mi ha segnata parecchio, questa cosa.
Thomas appoggiò anche il coltello sul piatto. Brutto segno.
« Cos’è, non vi piacciono le mie lasagne? Io, che mi spacco la schiena ogni giorno per farvi avere un posto dove dormire! »
Questa, poi. Sbuffai, un po’ troppo sonoramente. E mio padre inziò a urlare.
« Harley Force, come osi! Io sono tuo padre … »
« Sì, ma io non sono Luke Skywalker e non ho intenzione di stare qui a sentire le tue inutili lamentele! » gridai, alzandomi in piedi e incrociando le braccia al petto. Andrew mi diede un colpetto di ammonimento, ma lo ignorai. 
Thomas aprì la bocca per dire qualcosa ma io diedi un calcio al tavolo e la richiuse, come un baccalà. 
« Vado in camera mia. Non ho fame. » borbottai, prima di poter saltare sul tavolo e chiudere le mani intorno alla gola del mio patrigno.
Salii in camera e per prima cosa accesi il pc con il maxischermo. Subito dopo, premetti il tasto 'on' dello stereo.
Infine, aprii la porta a mio fratello ancora prima che potesse bussare.
Era sempre così quando io e Thomas litigavamo. Tempo dieci minuti, e mio fratello era lì, pronto a farmi da spalla su cui piangere, punching-ball o compagno di avventure in Hyperversum.
E la terza era l’opzione che preferivo, come Andrew ben sapeva.
« Allora, lady Aires, vuole concedermi l’onore di batterla ancora una volta alla corsa dei cavalli? » mi domandò, sornione, mentre si sedeva sul divano e prendeva guanti e visore.
Sorrisi. Hyperversum era un gioco di ultima generazione, ormai al primo posto di tutte le classifiche mondiali e non. Permetteva di vivere avventure nelle diverse epoche storiche, soprattutto nel medioevo. Adoravo quel gioco. Infilai guanti e visore mentre mio fratello selezionava l'icona del gioco sul desktop.
« Allora, dove andiamo stavolta, lady? » mi domandò Andrew, attivando il proprio personaggio, un cavaliere.
Io mi strinsi nelle spalle e gli indicai  una data a casaccio: 16 aprile 1216, Francia.
Il mondo divenne nero, e davanti ai miei occhi apparve una scritta:
 

LOADING …

 
 
 
Sorrisi, emozionata. Volevo solo andarmene via da Phoenix. Lontano. Per sempre, aggiunse il mio subconscio.
La terra iniziò a ruotare e a cambiare. Persone, luoghi … tutto mutava alla velocità della luce.
Poi, infine, si fermò, e noi ci ritrovammo in mezzo ad una radura, nei pressi del confine con la Fiandra.
Sorrisi nuovamente e Andrew diede il segnale d’inizio al gioco.
Un gioco che, ahimé,  non avrebbe più avuto fine. 











Madamoiselle Nina's corner: 
HEEILA', GENTE! C: questa è la mia prima long su questo Fandom, e spero che come prologo non faccia schifo O:
Ah, ho cambiato il nome della protagonista, o meglio ... ho aggiunto 'Harley', come sarà principalmente chiamata d'ora in poi *o*
Vorrei dedicarla ad "Alice". Ti voglio bene, chica! :) 
Essendo questo il primo capitolo, non ho molto da dire, se non: hope you enjoy it! ;)  
Ah, dimenticavo: questo prologo è stato piuttosto cortino, ma i capitoli veri e propri saranno moolto più lunghi! c:
With love,
Madamoiselle Nina /Daniel Freehugs AHAHAHAHAHA.(?)
   
 
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