Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Astrea_    19/08/2012    0 recensioni
Ali è una ragazza solare, allegra, vivace, fidanzata da una vita ed oltre con il suo primo grande vero amore, ma non disposta ancora a credere nei “per sempre”.
Cam, invece, è studiosa, diligente, seria, innamorata dell’amore che non ha mai conosciuto ma che aspetta e cerca con pazienza e devozione.
Poi c’è Mimi, quella bella, seducente, attraente, troppo convinta che l’amore sia soltanto una scusa per chi non ha il coraggio di affrontare la realtà.
Ed infine c’è Aria, intelligente, acida, perfezionista, troppo occupata a fuggire dall’amore stesso per essere davvero in grado di riconoscerlo.
Cosa lega queste quattro ragazze? Semplice, un’amicizia che di normale non ha proprio nulla, o forse tutto, ma è per questo che ve la racconterò…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4

WALL

-What A Lovely Life-

“Labels and kiss”

NOEMI’s pov
“Non farti troppi problemi, non ballerò e basta.”, concluse Aria stizzita.
“Allora ti farò compagnia qui.”, dichiarò sedendosi accanto a lei.
Aria sbuffò, innervosita.
“Ok, basta! Andiamo a ballare!”, sbottò alzandosi di colpo. (Capitolo 11)
---
ARIANNA’s pov
Era la prima volta dopo il poco felice accaduto di quella fatidica notte, episodio che in futuro avrei rinnegato fino allo strenuo, che ci ritrovavamo così vicini e soprattutto da soli, seppur fossimo circondati da un centinaio di persone. Stava superando la distanza di sicurezza, ma mi fu impossibile fare qualsiasi cosa per impedirglielo. Eravamo come il polo positivo e quello negativo di una calamita in quel momento: non potevamo fare altro che attirarci tra noi. Mi maledissi per aver formulato un pensiero del genere: al massimo ero io ad essere attratta completamente ed incondizionatamente da lui e non solo in quel momento. Ma mi maledissi ancora una volta, consapevole che constatazioni di quel tipo non mi erano d’aiuto nell’affrontare la situazione nella quale mi trovavo.
Luca poggiò le mani sui miei fianchi e io non protestai al contatto, troppo concentrata a cercare di mantenere un briciolo di controllo sulle mie azioni e sulle mie imprevedibili reazioni, visto che quelle erano un altro grande problema.
Iniziammo a muoverci a ritmo di musica, senza esagerare nei movimenti. Lui mi sorrise, poi con una calma straziante avvicinò le sue labbra al mio orecchio. Deglutii, cercando di non farglielo notare, di certo di motivi per prendermi in giro ne aveva già a sufficienza per i prossimi due anni.
“Non credi che dovremmo parlare io e te?”, sussurrò, ma nonostante la musica assordante riuscii a sentire perfettamente la sua voce limpida e cristallina.
Il suo tono quella sera era diverso, lo percepii immediatamente. Non c’era la solita ironia o il sarcasmo, non stava cercando di mettermi in difficoltà per l’ennesima volta, per poi ridersela sornione. Mi scansai leggermente, così da poterlo guardare negli occhi. Non erano beffardi, né maliziosi e mi persi in essi.
“Cosa dovremmo dirci?”, chiesi poi, riprendendomi dallo stato di trance in cui sembravo essere caduta temporaneamente, senza comunque rispondere alla sua domanda e lui, ovviamente, non poté non notarlo.
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda.”, mi fece notare con aria da finto saputello.
Lo vidi fermarsi, aveva smesso di ballare e mi fissava dritto negli occhi con un’espressione seria dipinta sul volto. Immediatamente mi fermai anche io.
Presi un respiro profondo e lo fissai di rimando, ma non saltargli addosso mi costò molto più sforzo del previsto.
“E non sono io questa volta ad averti baciata.”, continuò centrando subito il nocciolo della questione.
Abbassai immediatamente il volto, imbarazzata, mentre potevo chiaramente sentire il sangue affluirmi alle guancie.
Come potevo spiegare a lui una cosa che non riuscivo a spiegare neppure a me stessa?
“Tu puoi farlo ed io no? È questo che stai cercando di dirmi?”, lo aggredii come una stupida bambina, tergiversando il discorso.
Si, mi sentivo decisamente ridicola per ciò che avevo appena detto.
“Aria cresci, diamine!”, aveva sibilato lui a denti stretti, stringendo la mano in un pugno.
I suoi occhi fiammeggiavano di rabbia.
“E cosa dovrei fare, sentiamo?!”, lo incitai, posando le mani sui fianchi e guardandolo con aria di sfida.
“Continui a fare solo domande senza dare riposte.”, commentò ed in quel momento parve calmarsi.
Mi quietai anch’io di riflesso e l’atmosfera tra noi si alleggerì notevolmente.
“Possibile che tu davvero non riesca a capire?”, chiese più a sé stesso che a me, tanto che a stento riuscii a sentire la sua flebile voce.
Con calma lo vidi muovere un passo verso di me. Poggiò la sua mano sulla mia guancia, mentre con l’altra spostò dietro l’orecchio una ciocca dei miei capelli. Mi guardò bene negli occhi, scrutandomi, cercando di capire probabilmente cosa stessi pensando in quel momento.
Pochi istanti dopo lo vidi riprendere l’avanzata verso il mio viso, ormai eravamo soltanto ad una spanna di distanza.
Io rimanevo immobile, sotto il tocco delle sue mani, mentre lo guardavo disarmata e ipnotizzata, completamente rapita da lui.
Scappa, urlò quella che riconobbi essere la mia coscienza, ma la ignorai.
“Non scappi, non mi picchi, non mi allontani, rimani immobile… perché?”, soffiò sulle mie labbra, ormai troppo, troppo vicino.
Non riuscivo a formulare una risposta degna di senso compiuto.
“Perché…”, boccheggiai senza giungere ad alcun risultato.
“Perché vuoi baciarmi.”, concluse lui al posto mio.
Riacquistai un minimo di freddezza, ne necessitavo assolutamente per cercare di salvarmi la faccia almeno un pochino.
“Sei tu quello che avanza, non io.”, replicai tentando di sembrare atona, ma non credo ci riuscii per davvero.
Lui sorrise sghembo.
Poi colmò definitivamente la distanza tra noi e mi baciò, dolce.
D’istinto portai le mie mani dietro al suo collo ed iniziai a giocare con i suoi capelli, mentre lui fece scendere un braccio a circondarmi la schiena e con una mano mi accarezzava la guancia.
Ci staccammo solo quando entrambi fummo a corto di ossigeno. I nostri occhi si cercarono, trovandosi subito.
“Pensavo che all’ultimo secondo mi avresti schiaffeggiato.”, confessò con un mezzo sorriso disegnato sulle labbra, facendo sorridere anche me.
“Chissà cosa penserà la gente ora che ci ha visti baciare. T’immagini? Magari crederanno che stiamo insieme!”, esclamò ridendo come un matto.
Le sue parole furono come un tuffo al cuore.
Mi allontanai, svincolandomi immediatamente dalla sua labile presa.
L’aveva fatto ancora, un’altra volta: mi aveva presa in giro, illudendomi.
“Perché è questo che ti preoccupa, no? Cosa penserà la gente di te, di noi? E non dovrei neppure usare il noi, visto che non c’è e non c’è mai stato, per mia immensa fortuna!”, inveii contro di lui alzando di un’ottava il mio tono di voce.
Lui sgranò gli occhi, sorpreso dalla mia reazione e ciò non fece altro che innervosirmi ancora di più.
Credeva di avere a che fare con un’altra delle sue puttanelle?
Lo fulminai con lo sguardo e feci per andarmene, ma lui mi bloccò per un polso.
“Dai Ari, ci stavamo divertendo! E poi non ti sono mai piaciute le etichette!”, aveva provato a dire, cercando probabilmente di farmi ragionare a modo suo.
Ci stavamo divertendo, aveva detto. Mi diedi della stupida per averlo assecondato. Per tutta la serata il suo obiettivo era stato sempre e solo quello: divertirsi.
Sorrisisi amareggiata, svincolandomi nuovamente dalla sua presa.
“Vai a divertirti con qualcun’altra, io ho smesso di giocare. Dovevo crescere, no? Bene, inizio da adesso.”, dichiarai cercando di sembrare sicura e decisa.
Poi a passo di marcia mi allontanai da lui alla ricerca delle mie amiche, ma nella sala non intravidi nessuna di loro. Avevo bisogno di un po’ di aria, ma soprattutto avevo bisogno di restare da sola, necessitavo urgentemente di pensare a ciò che era appena successo. Volevo piangere, urlare, spaccare con le mani il mondo intero, ma tutto ciò che invece riuscii a fare fu risalire le scale e chiudermi nella camera da letto di Camilla, dove trovai l’agognata tranquillità.
Quando mi decisi che si era fatta ora di tornare giù e dare segni della mia esistenza, lo vidi.
Era seduto sulle scale con una bionda ossigenata tra le gambe, circondato dai sui fanatici amici senza cervello. Scherzavano e ridevano insieme, mentre lei cercava di sedurlo con gesti e occhiate che di casto non avevano davvero nulla.
Evidentemente aveva deciso davvero di seguire il mio consiglio.
---



Angolo Autrice  
Sì, questa volta è veramnete finito finito! Allora, ovviamente rinnovo i ringraziamenti a chi ha letto e chi mi ha seguita...
In particolare Aislinn_05, prettyreckles e roxi che hanno tentuto fino alla fine la storia tra le ricordate, grazie mille!
Ringrazio anche
AundreaMalfoy, DreamWriter, Mai Annabeth Lily Cullen, marty_chic, probabilidad, rossy87, TyreKP, _anda e _Liz_ per averla inserita tra le seguite,
davvero grazie di cuore!
Ovviamente riservo ancora un ringraziamento speciale per dream to fly, sperando che anche questi ultimi capitoli ti siano piaciuti.
Bene, bene... mi pare di aver ricordato tutto...
Per chi fosse interessto, alla fine ho deciso di lavorare su un possibile sequel... Insomma, se non s'era capito dalla storia ora lo dico io:
a me non va proprio giù che tra il mio caro e piccolo Luca e Arianna finisca così!ù.ù
Comunque sia, ancora GRAZIE!
Alla prossima,
                                                                                                                                        Astrea_
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Astrea_