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Autore: _Evil    19/08/2012    4 recensioni
Quand'è che una persona qualsiasi diventa un assassino? Quando decide di uccidere? Quando inizia ad elaborare l'omicidio? Quando designa la sua vittima? O soltanto quando finalmente uccide?
Un diciassettenne tenta di fare un esperimento per liberarsi della sua umanità e capire fino a che punto la mente può entrare in armonia con il Tutto e studiarlo non più da essere umano come individuo, ma come specie.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23 Ottobre 2012
 
Se uccidessi una persona, sarei un malvagio?
Se uccidessi una persona, sarei un pazzo? Un malato, uno psicopatico? 
Ci sono molti modi per rovinarsi la vita: furto, aggressione e qualsiasi altra dannata cosa possa sporcare la tua fedina penale. Ma nulla è come l'omicidio. Uccidere un altro essere umano genera un senso di colpa che non ha nulla a che vedere col nostro mondo irrisorio, fatto di sanzioni al limite del ridicolo atte a spaventare il prossimo "attentatore".
 Non che non funzioni: sono moltissime le persone a non aver mai commesso un furto per semplice paura di quel che sarebbe venuto dopo. Ma quando si uccide, quando si mette la parola fine alla vita di un altro essere umano, non è la paura a dominare il nostro essere. Di fronte a quest'atto degenerante l'unica cosa con cui fare i conti è la nostra coscienza, la nostra moralità e, più importante, la nostra umanità. Perché è nella nostra natura, così come in quella di qualunque altro animale, la preservazione della specie. Per motivi evolutivi, questa preservazione deve essere addirittura più potente di quella dell'individuo. Ma noi siamo speciali. Noi possiamo scegliere.
Ho 17 anni e voglio uccidere una persona.
Nessun risentimento, non ho neanche deciso la vittima. So solo che voglio macchiarmi del più efferrato degli atti, voglio attraversare quel ponte che lega una persona qualunque ad un assassino, e farlo lucidamente, a mente fredda.
Chiunque è in grado di uccidere in preda all'ira, per odio e vendetta. Molti sono in grado di uccidere per soldi. Alcuni invece lo fanno per psicopatia. Ma io ucciderò soltanto perché voglio uccidere, e non per una voglia convulsiva: è un esperimento. Nient'altro che un esperimento.
La mia è una vita noiosa e tranquilla come tutte le altre. Fra pochi anni terminerò questa scuola, prenderò una laurea ed andrò a lavorare. Da bravo consumatore mi limiterò a sottostare alle regole del giogo: guadagnare e comprare. Guadagnare e comprare. Guadagnare e comprare. Guadagnare e comprare.
Avrò una moglie e dei figli che cresceranno per fare la stessa identica cosa: guadagnare e comprare. Guadagnare e comprare. Gudagnare per bere. Guadagnare per mangiare. Guadagnare per vivere. 
Avrei voluto una vita dove poter osservare ed allargare i limiti dell'Universo. Una vita che non avrò mai a causa di una società corrotta ed incivilizzata. Però c'è un altro Universo che posso esplorare in queste condizioni: quello della nostra mente. Fin dove può spingersi l'essere umano? Un essere vivente dovrebbe auto-preservarsi, eppure l'uomo commette il suicidio. Un essere vivente dovrebbe preservare la sua specie e l'ambiente in cui dimora, eppure l'uomo uccide, inquina e distrugge.
Perché? A quale scopo il libero arbitrio se il risultato è questo? E' quello che voglio sperimentare. 
Fin'ora non ho mai avuto nemmeno il coraggio di malmenare un animale, ma alla fine diventerò un omicida. Capirò come ci si sente ad aver causato la morte di un proprio simile. La società, nella sua ipocrisia, mi darà la caccia come un demone uscito dall'Inferno. La stessa società che ha sterminato e continua a sterminare intere etnie a favore di noi privilegiati, farà di tutto per punirmi. Ma io non ho paura: io non esisto. Sono l'Uno che cerca di avere coscienza di sé attraverso una soggettività illusoria. Sono l'essere umano che osserva se stesso attraverso la cellula. Sono Dio che osserva se stesso attraverso l'essere umano. 
  
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