Farewell

Capitolo 1.
E' sbagliato

And I know you’re going somewhere to make a better life
I hope that you find it on the first try.
And even though it kills me that you have to go
I know it’ll be sadder if you never hit the road.
(Farewell - Rihanna)

È sbagliato.
Anzi no, egoista è il termine più giusto.
È da egoista pensare certe cose, e lo è ancora di più se a pensarle è uno come me.
Io che ho sempre inseguito i miei sogni senza permettere che nessuno mi fermasse, che ho faticato per arrivare dove sono ora, che ho dovuto fare dei sacrifici per tutto questo.
E ora mi permetto di fermare qualcun altro? Di spegnere le speranze altrui?
Avrei dovuto essere il primo a incoraggiare le persone a seguire i propri sogni, a non mollare mai, a fare di tutto per raggiungerli senza farsi influenzare dagli altri.
E invece? Invece me ne sto qui seduto su una sedia in un bar dell’aeroporto pensando che tutto quello che hai fatto sia stupido.
Ma lo stupido sono io.
Ti sto incolpando di qualcosa che dovrebbe solo far nascere un sorriso.
Allora perché mi sento così male? Perché non sorrido?
Dovrei essere felice per te Nicole.. non dovrei stare qui a serbare rancore per quello che mi sono lasciato sfuggire tra le dita.
Perché non è colpa tua, non sarà mai colpa tua anche se cerco di farlo sembrare così.
Lo faccio per me stesso, per non sentirmi colpevole, per non sentirmi il motivo di tanta rabbia, allora riverso tutto su di te.
Che poi tu neanche sai di tutto questo, tu sei convinta che io sia entusiasta per te, e da una parte lo sono.
Da una parte sono felice che tu abbia finalmente trovato il coraggio di inseguire quel sogno che tanto avevi bramato, te lo meriti; ma dall’altra parte mi sento mancare perché tu eri il mio sogno.
Continuo a girare da ormai dieci minuti il cucchiaino dentro il mio cappuccino, non ho neanche più fame.
Semplicemente questo lento circolo mi rilassa, mi tiene occupato, così che la voglia di alzarmi e salire su quel dannato aereo con te rimanga solo una fantasia nella mia mente.
Perché io andrei ovunque con te, ovunque tu vorrai andare voglio andarci anche io.
Ma hai posto dei limiti troppo vasti per me, per te, per noi.
Ma non è un male, almeno non per te.
È che proprio non riesco ad immaginarti così distante, così distante da me.
Non riesco ad immaginare di non poterti più vedere tutti i giorni, di non potermi più immergere in quei tuoi due occhi color oceano.
Mi ricordo ancora la prima volta che li ho visti, sai?
Forse tu no, ma io lo ricordo come se fosse ieri.
 
- Harry sbrigati, pulisci tutto! Cos’è tutto questo disordine? – mi urlò mia madre con agitazione distogliendomi da una perfetta torre costruita con i lego nel centro del salotto.
- ma mamma.. sto giocando! – protestai sperando di farla calmare o almeno di convincerla che avrei pulito più tardi, cosa che avrei fatto spostando tutto sotto il letto.
- sta arrivando la vicina con sua figlia, non voglio che vedano tutte queste cose in giro – mi spiegò cominciando a riporre i vari pezzi di lego sparsi sul pavimento nell’apposita scatola facendomi sbuffare.
- uffa! Io non le voglio in casa! – sbottai incrociando le braccia minute e mettendo su un broncio triste che non scalfì minimamente mia madre.
- senti Harry.. la vicina deve andare a fare delle commissioni quindi ci lascerà sua figlia per un po’, sono sicura che farete amicizia – tentò di persuadermi chinandosi accanto a me per accarezzarmi la guancia e aprirsi in un sorriso dolce che mi scaldò subito il cuore.
- ma è una femmina – borbottai all’inizio schifato al sol pensiero di giocare con delle bambole, ne avevo già viste fin troppe da mia sorella Gemma.
E ovviamente la piccola di famiglia era con mio padre a fare un giro, quando serviva non c’era mai.
- cosa c’entra?! E poi l’hai già vista, sembra molto simpatica e divertente – cercò ancora di farmi cambiare idea mantenendo il sorriso.
Non risposi, allora lo prese come una resa e mi spettinò con una mano i capelli ricci e corti al tempo, alzandosi per mettere a posto il salotto.
Sbuffai fissando la torre che a fatica avevo costruito prima di buttarla giù per mettere i pezzi dentro la grande scatola di plastica.
Non ci volle molto tempo che il campanello di casa cominciò a suonare con insistenza, allora mia madre con un profondo respiro andò ad aprire per poi trovarsi davanti una donna bionda e sorridente per mano con una minuta bambina che fece zigzagare subito gli occhi chiari lungo l’entrata di casa.
- ben arrivate! – le accolse calorosamente mamma facendole entrare, ma io non volli saperne nulla quindi mi sedetti comodamente sul divano accendendo il televisore che fortunatamente stava trasmettendo uno dei cartoni animati che tanto mi piacevano.
Mi persi ad osservare i vari combattenti magici duellare tra loro tanto che non mi accorsi dell’arrivo di mia madre con al seguito una bambina dai candidi capelli color oro.
- Harry perché non giochi un po’ con Nicole? Anche a lei piacciono le costruzioni – esclamò la donna sorridendomi persuasiva, allora fui costretto a scendere dal divano e raggiungerle.
Appena vide che mi avvicinai alla biondina mia mamma se ne tornò in cucina lasciandoci soli.
- davvero ti piacciono le costruzioni? – chiesi colpito perdendomi in quei suoi occhi azzurro mare quasi irreali.
Imbarazzata riuscì solo ad annuire mordendosi il labbro nervosa e quando quelle guanciotte si tinsero di un rosso più acceso mi decisi di continuare.
- se vuoi possiamo giocare con questi – me ne uscii riaprendo la scatola dei lego che avevo messo a posto poco prima e quando tirai su il coperchio vidi i suoi occhi illuminarsi e un sorrisetto dolce crescere sul suo viso soffice.
- va bene – acconsentì ancora un po’ in imbarazzo allungando un braccio nella scatola per prendere alcuni dei pezzi colorati e incastrarli tra loro felice.
- come ti chiami? Nicole? – chiesi dopo un po’ in conferma rialzando gli occhi nei suoi così accesi e vivi.
- sì, tu? – ribatté lei curiosa e finalmente sentii le prime barriere tra di noi abbassarsi.
- Harry – mormorai fiero accennando un sorriso che lei ricambiò prima che insieme potessimo ricominciare a costruire qualcosa.
Perché in un certo senso capii che quello sarebbe stato l’inizio di qualcosa di grande.






Salve! Anzi, buonsalve! Ok, ora possiamo cominciare ahah
Sappiate che all'inizio questa doveva essere una OS, poi sono arrivata a scrivere questo pezzo e ho pensato di farla diventare una FF.
I capitoli non saranno molto lunghi, tutti più o meno così, e si alterneranno momenti del presente e del passato.
Come avrete capito mi sono ispirata alla canzone Farewell di Rihanna, e la trama dovrebbe capirsi abbastanza già da adesso.. in caso contrario avrete l'occasione di capirci di più nei prossimi capitoli perchè aggiungerò ovviamente sempre più dettagli.
Ci tengo a precisare che questa è la prima FF che scrivo su Harry perchè di solito scrivo SEMPRE su Zayn *il mio ammmore* ma avevo voglia di cambiare un po'.
Spero comunque che questa storia vi abbia incuriosito anche se è solo al primo capitolo, mi piacerebbe sapere cosa ne sapete in una recensione.
Se volete queste sono le mie tre One-Shot su Zayn, chi l'avrebbe mai detto: