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Autore: Lady Lynx    27/08/2012    0 recensioni
“Il Quidditch è solo uno sport.”
Un sorso di Whisky Incendiario, prima di adagiare il bicchierino sul tavolino di legno e afferrare la Gazzetta del Profeta del mattino.
“Il Quidditch fa guadagnare anche se perdi. Quindi non è importante vincere.” [...]
Il Quidditch era solo un gioco, certo.
Ma la gente non faceva altro che prendersi gioco di lei, da quando il Cercatore della Francia le aveva soffiato il Boccino da sotto il naso durante l’ultima partita.

Sulle note di "Minuetto" di Mia Martini.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Cho Chang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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gj Capitolo 3


E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai!
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu,
il resto di una gioventù che ormai non ho più...
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia,
ora ammetto che la colpa forse è solo mia,
avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato.

Finse di dormire, e quando lo sentì spostare le lenzuola per andare in bagno spalancò gli occhi.
La luce flebile del primo sole mattutino le permetteva di distinguere a malapena i contorni dei mobili nella stanza. La luce accecante che si era accesa in lei, invece, le mostrava i suoi dubbi e le sue motivazioni in tutta la loro spigolosa grandiosità.
Uscì a sua volta dal letto, sospirò profondamente quando sentì il rumore dello sciacquone. Pochi minuti e avrebbe dovuto affrontarlo. Estrasse la bacchetta dal cassetto del comodino.
Graham aprì la porta del bagno, si chinò con gesti meccanici per raccogliere i pantaloni dal pavimento, se li infilò mentre con lo sguardo cercava la camicia. Poi incontrò il suo sguardo, la sua bacchetta, e a Cho sembrò che impallidisse nella penombra.
“Sei… sveglia?”
“Acuta osservazione, Montague. Dobbiamo parlare.”
Percepì il suo panico, il suo sgomento. Era un Serpeverde, dopotutto, e il Cappello Parlante non sbagliava mai.
Tenendolo sotto tiro, si alzò in piedi e fece sprizzare qualche scintilla di avvertimento dall’arma. Non aveva un piano preciso, sperava solo di spaventarlo abbastanza da ridurlo al silenzio.
“Sono stanca di essere usata come una sgualdrina, Montague. Non voglio più mettere al repentaglio la mia carriera per te, non voglio più che tu veda la mia casa o le mie stanze come tue, non voglio più vederti. Quindi vorrei che tu te ne andassi, magari senza aprire quella boccaccia infida… magari senza aprirla mai più per pronunciare il mio nome.”
“E’ quindi questo che ti preme, Chang?”, ribatté lui, improvvisamente spavaldo come sempre “Vuoi buttarmi fuori dalla tua vita, ma senza far sapere al mondo che ti ho scopata e che ti è piaciuto? Non illuderti, o la libertà o la dignità.”
“Avrò entrambe.”
“Tu credi? E come pensi di convincermi?”
Cho rimase in silenzio. Non sapeva cosa fosse giusto fare, ogni idea che le passava per la mente avrebbe potuto metterla in un sacco di guai. Era soggiogata, lo sapeva, ma non poteva mollare proprio quando aveva trovato un briciolo di coraggio per reagire.
“Tu hai approfittato del mio isolamento e della mia debolezza per arrivare dove sei arrivato. Se la stampa dovesse scoprire che tutte le tue vittorie sono stata anche frutto di una mia rinuncia, sicuramente non ti verrebbe assegnato il Boccino d’Oro. Inoltre, io passerei per la sciocca sciacquetta che si è venduta… ma tu passeresti per il ricattatore, che è forse peggio. Non credi?”
Montague la fissò con sguardo vacuo, quasi indifferente. Si allacciò la camicia, le passò di fianco spingendola da parte, se ne andò senza dire una parola.
Cho non sapeva se, il mattino seguente, avrebbe trovato la sua foto affissa sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta – esposta al pubblico ludibrio.
Sapeva solo che forse, finalmente, era riuscita a spezzare la maledizione che la condannava ad amori con giocatori di Quidditch. Ad amori in cui lei faceva la parte di colei che veniva dominata, usata, era la smidollata.
Anche con Cedric era stato così, tante volte aveva rischiato di far perdere Corvonero solo per poter vedere il viso del suo fidanzato illuminarsi per la vittoria della squadra di Tassorosso.
Eppure aveva amato Cedric, e odiava così tanto Montague…
O forse no. Forse sarebbe rimasto tutto come sempre.


Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai.
Io non so l'amore vero che sorriso ha...
Pensieri vanno e vengono, la vita è così...
  
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