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Autore: somochu    27/08/2012    3 recensioni
Vi siete mai chiesti "cosa sarebbe successo se io avessi..."?
Blaine ha sempre creduto al fato. Quella piccola parte di ogni uomo sulla terra che decide per lui ogni azione e ogni decisione.
Il fato sa cosa fare per ogni individuo; è quella casualità inaspettata; sono quegli eventi, negativi o positivi, che trascendono il volere dell'uomo. Quei momenti che non possono essere controllati.
Può accadere con una decisione importante, o con una persona che muore o con un abbandono.
E perché no, può anche prendere la forma di un volantino.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Choices

 

 

 

 

Cosa sarebbe successo se... Se quel cazzo di volantino non fosse andato a sbattere contro di lui?

 

 

 

Il bar quel giorno era affollatissimo, il che incuriosì particolarmente Blaine, visto che era abituato a un massimo di dieci persone al suo interno.

Si fece strada verso l'uscita e dalla porta a vetri del bar si potevano notare oggetti che volavano a gran velocità e un vento pazzesco.

“Che succede?” chiese al ragazzo vicino a lui che fissava a sua volta fuori.

“Una terribile tempesta. Meglio non uscire.”

Blaine era indeciso.

Voleva sbrigarsi a tornare a casa – Sebastian lo stava aspettando per pranzare -, ma d'altra parte beccarsi la tempesta non sembrava un opzione così invitante.

Posso sempre chiamarlo, pensò.

“Pronto?”

La voce di Sebastian era scocciata come ogni volta che lo chiamavano durante i pasti e Blaine ridacchiò di questo.

“Sebastian,” disse, salutandolo. “Sono Blaine.”

Sì, mio caro Hobbit, lo so che sei te, ho il tuo numero salvato. Sai com'è, sei il mio ragazzo.

Blaine grugnì come ogni volta che Sebastian gli dava quel soprannome.

“Appunto: sono il tuo ragazzo, dovresti essere più gentile con me.”

Oh, ma lo sai che lo sono. Solo quando siamo sotto le lenzuola, però.”

Blaine rinunciò da subito a rispondergli. Non c'erano speranze per quel deficiente.

“Non torno a casa per pranzo, oggi,” disse, cercando di sembrare arrabbiato. Come se non avesse un sorriso sul volto, in realtà.

Cosa, e perché?” gli chiese subito Sebastian, il tono innervosito.

“Sono bloccato al bar, non so se hai notato che c'è la bufera.”

Sentì una specie di 'gn' di disapprovazione provenire da Sebastian. Ma lui che poteva farci?

Lo sai che in questo modo sarò costretto a mangiare te, quando torni?

 

 

 

 

 

 

 

Blaine non fece in tempo a chiudere la porta di casa che delle labbra si posarono con forza sulle sue.

Senza neanche aprire gli occhi ricambiò il bacio, assaporando quel gusto che ormai conosceva così bene. Portò le braccia a circondare le spalle di Sebastian, gemendo per il contatto eccitante delle loro lingue che si accarezzavano.

“Ti sono mancato così tanto?” sussurrò Blaine, nel bacio, passando la mano ad accarezzare l'attaccatura dei capelli.

Sebastian non rispose, ma entrambi sapevano la risposta a quella domanda.

Continuarono a baciarsi con passione, finché Sebastian non lo spinse leggermente sul divano, facendo cadere Blaine sopra di esso; si posizionò sopra di lui velocemente, carezzandogli il viso con la mano.

Quando si staccarono per qualche secondo per guardarsi negli occhi, si sorrisero immediatamente.

Le labbra di Sebastian tornarono veloci su quelle di Blaine, lente e morbide, mentre assaporava la sua bocca ripetutamente. Sentivano i brividi scorrere per tutto il corpo – come fosse la prima volta che si baciassero – e Blaine mosse il bacino contro quello dell'altro, sentendolo gemere e beandosi di quel suono.

Blaine sentiva che tutto quello era perfetto.

Non sapeva se nella vita si potesse sentire in un certo senso... Completi. Ma se non era così, perché ora lui si sentiva come se fosse una metà di Sebastian?

A sentire i suoi pensieri Sebastian avrebbe riso, prendendolo in giro per quanto sdolcinati potessero essere quei ragionamenti.

Quindi si limitò a lasciarsi trasportare dal bacio e lasciare che Sebastian slacciasse la sua cintura e infilasse la mano dentro i suoi pantaloni.

Tutto quello era così giusto che Blaine chiuse gli occhi e sorrise nei gemiti.

Così doveva essere la sua vita. Con Sebastian.

Amandolo e non lasciandolo mai andare lontano da lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

Erano passati cinque anni.

Cinque anni di bisticci, sesso, amore, risate e tanti litigi. Cinque anni e loro erano ancora insieme.

Blaine si sentiva a tre metri sopra il pavimento ogni volta che camminava, talmente si sentiva felice. Quel giorno lo era anche particolarmente.

Era a fare spese con Jeff perché aveva bisogno di una nuova camicia per l'ennesimo provino.

Aveva trovato qualche piccola parte, in quegli anni, e per ora lavorava in un piccolo ristorante dove si esibiva cantando.

Adorava passare il tempo con i suoi vecchi amici e quindi il sorriso proprio non ne voleva sapere di andarsene.

“Presto Sebastian ti chiederà di sposarlo.”

Blaine quasi si strozzò con la sua stessa saliva.

“Che cosa?”

Jeff era un pettegolo di prima categoria, lo sapevano tutti. Appena si erano incontrati, quella mattina, Blaine aveva potuto vedere la saliva che scendeva dagli angoli della sua bocca come ogni volta che aveva un segreto succulento da mantenere.

E ora si era appena fregato.

“L'ho beccato mentre comprava un anello in gioielleria,” continuò Jeff, auto punendosi mentalmente. “Mi ha minacciato di non dirtelo, ma non ce l'ho fatta Blaine!”

Blaine allargò la bocca, non sapendo bene cosa dire.

Sebastian voleva sposarlo. Sebastian voleva sposarlo. Sebastian voleva sposarlo.

Continuò a ripeterselo mentalmente, mentre sentiva le gambe fremere per saltare dalla gioia.

“Finalmente, direi,” disse, cercando di contenersi.

Avrebbe lasciato tutta la sua euforia uscire quando Sebastian glielo avrebbe chiesto.

“Però Jeff, mi hai rovinato il momento!”

“Scusami, scusami, scusami,”

Ora che ci pensava, avrebbe dovuto uccidere il suo migliore amico.

 

 

 

 

 

 

Mentre stavano tornando, decisero di fermarsi qualche minuto al bar per bere qualcosa.

Si sedettero al primo tavolo, continuando a discutere con Jeff su quale film della Disney fosse più bello, quando la sua attenzione venne catturata da un fogliettino sul loro tavolo.

Sembrava un volantino di lavoro e prima che potesse prenderlo, Jeff glielo fregò da sotto il naso.

Vide l'amico aggrottare le sopracciglia mentre leggeva, per poi alzare lo sguardo a su di lui; gli passò il volantino, borbottando un 'leggi bene'.

 

 

 

E dopo cinque anni, rieccoci in cerca di nuove persone disposte a lavorare con noi:

 

Se sei un artista, ma nessuno riesce ad apprezzarti come meriti. Se ami cantare e danzare, ma non hai mai avuto il coraggio di farlo. Se semplicemente non riesci a farti strada nel mondo dello spettacolo, ecco a te un'offerta unica: lavoro in Europa con noi.

I fratelli Frixman cercano uomini talentuosi che siano disposti a trasferirsi per sempre dall'altra parte dell'oceano con loro, esibirsi in diversi spettacoli e farsi notare dalla gente importante di tutto il mondo.

Una settimana di provini: se sei abbastanza bravo, sei dei nostri.

Che aspetti a venire? Prova. Non perdere la tua chance.

 

 

 

Sembrava l'offerta che cercava da una vita, sembrava...

Il cuore gli batteva all'impazzata, mentre rileggeva quelle parole.

“È quello che hai sempre cercato, no? Girare il mondo, esibirti... Pensaci, Blaine,” quelle parole sembrarono costare a Jeff.

Sapeva che lo avrebbe perso.

E pesavano anche lui. Perché in tutto questo c'era la parola Sebastian che gli martellava in testa.

Decise di tenere comunque il volantino per pensarci, aveva ancora una settimana.

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando tornò a casa dopo la spesa, qualche giorno dopo, non trovò Sebastian che lo aspettava con le candele come si immaginava. Non trovò il suo compagno pronto a chiedergli di essere suo per il resto della sua vita.

Non trovò una cena pronta o un sorriso ad attenderlo.

Sebastian al contrario era seduto sul tavolo, le braccia incrociate davanti a sé.

Forse le candele erano troppo, poteva tranquillamente ammetterlo, ma non si spettava quello.

Il volantino era sul tavolo proprio davanti a Sebastian e quest'ultimo non faceva altro che fissarlo. Non alzò nemmeno la testa al suono della porta che si chiudeva.

Blaine lasciò cadere le buste della spesa – sentendo il crack delle uova che si rompevano, ma fregandosene – preda di un terribile Deja-Vu.

Sentì gli occhi bagnarsi di lacrime e il respiro farsi pesante, senza neanche sapere il perché. Come se già immaginasse cosa stava per succedere.

“Perché non me l'hai detto, Blaine?”

 

 

 

 

 

 

Blaine ha sempre creduto al fato. Quella piccola parte di ogni uomo sulla terra che decide per lui ogni azione e pensava che lui e Sebastian semplicemente non erano destinati.

A volte si può tentare di cambiare il fato, ma esso trascende sempre il nostro volere. Spesso ha in serbo per noi le peggiore scelte. Spesso promette solo cose brutte o che ci rovinano la vita.

E lui le mette sempre in pratica. Tutte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quindi questa seconda parte è tutta un megagigantesco “what if...” spero sia stato chiaro dall'inizio, con la bufera e il resto.
Insomma, visto il finale, sappiamo tutti cosa accadrà e... niente, sono maledettamente cattiva con loro.
Comunque spero abbiate apprezzato e ringrazio di cuore chi ha messo la storia la seguite/ricordate/preferite e a chi ha recensito :)

   
 
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